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Chiara Bernardi, 25 anni, impiegata, mamma. Uccisa con un colpo di fucile dal marito

Conselve (Padova), 13 Giugno 2008


Titoli & Articoli

Padova, uccide la ex in ufficio e si suicida (il Giornale – 13 giugno 2008)
Un 25enne ha fatto irruzione nell’ufficio della ex moglie armato di fucile calibro 22 dotato di cannocchiale. Prima ha ferito il nuovo compagno della giovane, poi ha ucciso lei e quindi si è tolto la vita.
Ha imbracciato il fucile e ha fatto irruzione in un ufficio pubblico: ha sparato all’ex moglie, uccidendola, e al suo nuovo compagno, che è rimasto ferito. Poi si è ucciso
. È accaduto a Conselve, in provincia di Padova: le vittime sono tutte giovani intorno ai 25 anni. Sul posto i carabinieri di Abano Terme e il nucleo investigativo del comando provinciale di Padova che sta ancora eseguendo i rilievi. Ma secondo le prime ricostruzioni il giovane omicida-suicida si è recato nell’ufficio della Spisal – Servizio di prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro della Ulss locale – con un fucile calibro 22 dotato persino di cannocchiale.
L’irruzione Qui ha apostrofato un giovane: “Sei tu il suo nuovo fidanzato?”. La risposta: “Sì”, è stata fatale ed è partito il primo sparo che ha ferito all’inguine il ragazzo, che però è riuscita a scappare. Nel frattempo è arrivata anche l’ex moglie: il giovane le ha esploso contro alcuni colpi di fucile e l’ha uccisa. Poi, con lo stesso fucile, si è tolto la vita. L’altro giovane, rimasto ferito all’inguine, è ora ricoverato all’ospedale di Monselice.
Le vittime La donna uccisa dal compagno per gelosia è Chiara Bernardi, 25 anni, che da alcuni giorni aveva lasciato l’uomo tornando a vivere con i genitori. L’omicida, che poi si è tolto la vita, è Alessandro Milan, 24 anni. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, l’uomo sarebbe entrato a forza nell’ufficio dove lavorava la donna allo Spisal, imbracciando un fucile da tiro calibro 22. Quindi ha sparato al volto alla donna e ha tentato di uccidere il collega che era con lei, M.S., che è stato portato all’ospedale di Monselice dove è attualmente sottoposto ad intervento chirurgico. Infine Milan ha rivolto il fucile contro se stesso, sparandosi in bocca.

AMORE INSANGUINATO Post n°880 pubblicato il 14 Giugno 2008 da psicologiaforense
” Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.” Barthes, Roland

LA NOTIZIA:

Dramma della gelosia a Conselve, località in provincia di Padova. Spara al basso ventre del rivale, uccide la ex compagna con un colpo alla nuca e poi si toglie la vita puntandosi in bocca la carabina calibro 22. Pochi istanti andati in onda ieri intorno alle 14.15 di un calmo pomeriggio.
La follia omicida è esplosa nella testa di Alessandro Milan, 24enne, impiegato come camionista alla ditta Berto di Monselice e residente a Candiana in via Straelle, un paesino a una decina di chilometri da Conselve. Insieme alla ex ragazza, Chiara Bernardi di 25 anni operaia della cooperativa “Primavera”, verso le 14 è entrato nei locali dell’Ulss 23 di piazza Cesare Battisti dove, nell’ufficio dello Spisal, stava lavorando l’amante di Chiara, Massimo Sturaro di 42 anni residente a Terrassa Padovana in via Marconi.
Chiara e Massimo si frequentavano da circa un mese e si erano conosciuti al lavoro. Infatti la cooperativa dove era impiegata la ragazza effettua dei servizi per l’Ulss locale. Alessandro Milan salito al primo piano della struttura, in quel momento deserta, ha subito incrociato lo sguardo di Sturaro e in tono minaccioso gli ha ricordato che gli aveva portato via la donna. Massimo Sturaro ha cercato di rispondere, ma il ragazzo ha estratto dalla giacca della tuta la carabina e ha fatto fuoco. Un colpo che ha preso l’uomo all’inguine. Sturaro, ferito, si è allontanato e ha avuto la forza di chiamare il Suem 118.
Intanto Milan ha inseguito Chiara, che ha tentato invano di mettersi in salvo dalla pazzia dell’ex fidanzato. É stata raggiunta da una pallottola alla nuca che l’ha uccisa sul colpo. L’ex l’ha freddata senza nemmeno vederla in volto. Alessandro Milan, capito quanto aveva fatto, ha poi deciso di infilarsi la canna del fucile in bocca e di premere il grilletto.
Da tre anni Chiara e Alessandro convivevano a Candiana nella casa di lui. Lasciano una bambina di un anno e mezzo. 
Chiara da almeno una settimana aveva abbandonato Alessandro, ed era tornata a vivere dai suoi genitori in via Levà a Conselve. Con lei si era portata la piccola. Tra i due i rapporti erano molto tesi e poi Chiara si era innamorata del tecnico dello Spisal, Massimo Sturaro.
Alessandro aveva capito tutto e la gelosia lo ha sopraffatto. Forse non voleva ucciderla. Forse il suo vero e unico obiettivo era il rivale. Ma quando si è trovato dentro gli uffici dello Spisal nella sua mente qualcosa è cambiato. Si è accorto che Chiara e Massimo si amavano davvero e non è più riuscito a controllarsi. Probabilmente, non voleva neppure ucciderle Sturaro, ma evirarlo. Invece tutto è andato storto.
Massimo Sturaro, che è rimasto cosciente fino alla fine, è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Monselice e dopo un intervento chirurgico è stato dichiarato non in pericolo di vita.
Una tragedia che per qualche ora ha avuto anche i connotati del razzismo e della xenofobia. I conselvani, appena accaduto il fatto, erano convinti che l’autore dell’insano gesto fosse un marocchino. Erano pronti a scagliarsi contro la comunità nordafricana che abita in paese. Poi la verità è venuta a galla. Alessandro Milan, l’omicida-suicida, era di carnagione scura e basso di statura. Quando l’aspetto a volte inganna.
Sul luogo del dramma prima è arrivata la fidanzata del fratello di Milan, che lavora a due passi dalla piazza. Disperata e in lacrime, si è lasciata sfuggire un “lo sapevo”, quasi a confermare la tesi che Alessandro covava da giorni un piano di vendetta. Verso le 18 si è visto il fratello di Chiara, Andrea. Un ragazzo robusto, con una felpa senza maniche e un grande tatuaggio sul braccio destro. Tranquillo, ma frastornato non ha voluto parlare. Un amico lo ha preso sottobraccio e lo ha portato via.
Prima delle 19 sono scese le due bare metalliche. Un po’ di curiosi e molto silenzio. Chiara e Alessandro sono arrivati insieme e sono andati via insieme. Nelle prossime ore i carabinieri proveranno a raccogliere delle testimonianze, ma nel palazzo a quell’ora non c’era nessuno tanto che non una persona ha sentito i tre spari.

 

Nonni contro per l’orfana (il Mattino di Padova – 17 settembre 2008)
CONSELVE.Lunedi mattina in tribunale a Padova si terrà la prima udienza del processo per l’affidamento della bimba di 3 anni, rimasta orfana dopo l’omicidio-suicidio del 13 giugno scorso. E’ la figlioletta di Chiara Bernardi, 23 anni di Conselve e di Alessandro Milan, venticinquenne di Candiana.
Attualmente la bambina si trova a casa dei nonni paterni, come il giorno del delitto. I nonni materni invece la possono vedere due giorni a settimana. Ma è comunque una situazione provvisoria. Entrambe le famiglie infatti ne hanno chiesto l’affidamento definitivo. E lunedi prenderà il via la battaglia legale. Nel frattempo le due famiglie cercano di vivere la propria vita. In casa Milan si cerca di dimenticare aiutando a crescere una bambina che il 18 agosto scorso ha compiuto 3 anni.
In casa Bernardi invece i genitori di Chiara hanno sistemato quella che un tempo era la sua cameretta, attrezzandola solo per la nipotina. Cercando di mantenere rapporti civili e di non far respirare un’aria tesa alla bambina, queste due famiglie si sono rivolte ai propri legali, mettendo a punto ognuna la propria strategia. La loro vita è cambiata il 13 giugno scorso, quando Alessandro Milan ha trovato il coraggio di imbracciare il fucile, uccidendo la fidanzata Chiara Bernardi e ferendo il presunto amante, Massimo Sturaro, 42 anni di Terrassa Padovana.
Chiara, assunta come fattorino dell’Usl 17, termina il proprio turno di lavoro. Timbrando il cartellino all’interno dell’edificio al civico 11 di piazza Cesare Battisti, scambia due chiacchiere con Massimo Sturaro, dipendente dello Spisal. Ma appena scese le scale si trova davanti Alessandro. La violenza esplode in pochi istanti. Il ragazzo obbliga Chiara a salire al primo piano del palazzo, dove si trovano gli uffici dello Spisal. Incrocia Massimo Sturaro e senza esitare estrae una carabina Walther calibro 22. Gli spara e lo ferisce all’inguine. Poi punta l’arma contro Chiara e la uccide. Infine si infila la carabina in bocca e fa fuoco per l’ultima volta. Le cose tra i due non andavano più bene da un pezzo. Al punto che Chiara era tornata a casa dei genitori con la figlioletta.
Alessandro, roso dal tarlo della gelosia, ha deciso di chiudere la sua storia d’amore nel sangue. L’odio e la rabbia l’avevano accecato al punto da dimenticare di avere una bambina. Che ora si trova al centro di una battaglia legale. (e.fer.)


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In memoria di

Un anno fa l’omicidio-suicidio di Conselve Un’amica a Chiara: «I ricordi non muoiono» (il Mattino di Padova – 13 giugno 2009)
CONSELVE.Un anno fa, nel primo pomeriggio del 13 giugno, dei colpi di fucile riecheggiarono nei locali dell’Uls affacciati in piazza Cesare Battisti. Chiara Bernardi, 23 anni, venne uccisa dal fidanzato Alessandro Milan che subito dopo si tolse la vita. Pochi istanti prima aveva ferito un dipendente dello Spisal che riteneva l’amante della fidanzata.
Una tragedia che sconvolse Conselve e Candiana e precipitò nella disperazione due famiglie, che si trovarono a pensare alla nipotina di appena tre anni rimasta orfana. Ad un anno dall’omicidio – suicidio i parenti e gli amici ricorderanno Chiara Bernardi durante una messa sabato sera alle 19 in Duomo a Conselve. Intorno ai genitori si stringeranno tutti coloro che conoscevano la ragazza, fra cui le amiche. Una di queste, Alessandra, ha voluto lasciare una testimonianza: «Quel venerdi pomeriggio ho perso un’amica d’infanzia, con cui avevo condiviso qualche pomeriggio di giochi, qualche passaggio in auto verso la scuola, qualche risata e alcuni ricordi che non potranno mai venire meno. Questi ricordi non sono solo miei. Il dolore è ancora vivo e vogliamo condividerlo con la famiglia di Chiara».