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Carmela Petrucci, 17 anni, studentessa. Muore per salvare la sorella Lucia dalle coltellate dell’ex fidanzato

Palermo, 19 Ottobre 2012


Titoli & Articoli

Palermo, uccisa a coltellate a 17 anni (La Stampa – 20 ottobre 2012)
La sopravvissuta, 18 anni, è in gravi condizioni ma è riuscita ad indicare
Anche questa volta l’assassino ha il volto di un ex che non ha voluto rassegnarsi alla fine di una storia d’amore. Anche questa volta i protagonisti della tragedia sono poco più che adolescenti. Carmela Petrucci, con i suoi 17 anni, trucidata a coltellate per difendere la sorella di un anno più grande, Lucia, dalla furia omicida di Samuele Caruso, 23 anni, incapace di accettare il rifiuto della ragazza mai dimenticata. Il giovane ha confessato l’omicidio dopo tre ore di interrogatorio: è stato un raptus, ho perso la testa, ha detto al pm.
Tutto si è consumato in pochissimi istanti, ma l’epilogo di sangue è stato preceduto da mesi di molestie e minacce. Carmela e Lucia, che frequentavano lo stesso liceo classico, l’Umberto I di Palermo, rientravano da scuola. La nonna, che le era andate prendere in auto, le ha lasciate davanti a casa. Samuele se lo sono trovato a pochi metri all’ improvviso. Lucia, spaventata dall’ex che aveva preso a perseguitarla con telefonate e sms, ha citofonato al fratello gridandogli di aprire in fretta il portone. Ma l’assassino è stato più veloce e ha raggiunto le due vittime nell’androne del palazzo di via Uditore. Urla, grida poi il coltello tirato fuori da Samuele all’improvviso. Carmela, terrorizzata, si è messa tra il ragazzo e la sorella. Ha provato a difenderla.
Un gesto che le è costato la vita. I colpi sferrati dall’aggressore l’hanno uccisa. Lucia è rimasta a terra ferita. Una telefonata al 113 ha avvertito gli agenti che due ragazze erano rimaste coinvolte in una lite. Quando la pattuglia è arrivata le ha trovate accanto. Carmela, morta, in una pozza di sangue. Lucia è rimasta vigile e prima di essere portata in ospedale ha fatto agli investigatori il nome dell’assassino. «È stato il mio ex, Samuele Caruso», ha detto. La caccia è cominciata subito.
Il ragazzo, che nella colluttazione si è ferito, ha lasciato tracce di sangue lungo il tragitto da via Uditore a Piazza Giotto dove ha preso un autobus. Ma, ancora una volta, è stato il cellulare a tradirlo. Ai poliziotti, guidati da Carmine Mosca, è bastato controllare le celle a cui il telefonino del killer si agganciava. La corsa del fuggitivo è terminata alla stazione di Bagheria. Samuele stava per salire su un treno. «Tigrotto», questo il nomignolo che usava su Facebook, si è arreso subito. Le foto, pubblicate sulla bacheca del social network, lo ritraggono spesso a torso nudo, a mostrare i muscoli frutto degli allenamenti in palestra. Il body building, la Juventus e i gatti le sue passioni. Una faccia da ragazzino nonostante i 23 anni. Figlio di un imprenditore, frequentava ancora la scuola superiore. «L’unica cosa che non puoi cambiare è la perdita di chi ami», aveva scritto nella sua bacheca di Facebook. Una perdita a cui, evidentemente, non è riuscito a rassegnarsi. Il pm, che l’ha interrogato per ore, chiederà al gip in serata a convalida del fermo. Resta il dolore terribile dei familiari della vittima – serena, studiosa e con il sogno di diventare medico, la descrivono le amiche – e la disperazione di Lucia che deve la salvezza alla sorella.

 

Migliora la sorella della ragazza uccisa Confessa l’ex fidanzato: ho perso la testa (Avvenire – 20 ottobre 2012)
È ancora ricoverata in rianimazione, a scopo precauzionale, Lucia Petrucci, la ragazza di 18 anni ferita ieri dal suo ex, Samuele Caruso, di 23 anni, che ha ucciso a coltellate la sorella diciassettenne della giovane, Carmela. La prognosi è riservata ma i sanitari non temono per la sua vita. Lucia, che ieri ha subito più interventi per la ricucitura delle ferite, è lucida e chiede della sorella: non sa ancora della sua morte.
“Le abbiamo detto che la sorella Carmela è ricoverata in un altro ospedale – ha spiegato il primario di chirurgia dell’ospedale Cervello, Giuseppe Termine – e che la stiamo curando. Chiede ai medici e agli infermieri come sta la sorella. Abbiamo chiamato uno psicologo che le potrà dire con dolcezza che la sorella è morta”.
“Mia sorella come sta?”, ha chiesto Lucia ai familiari, al padre, alla madre e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione in ospedale. “Tua sorella è più grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale”, hanno risposto i familiari a Lucia rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella.
“Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare più vicina in queste ore – dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello – Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già della morte della sorella”.
Eseguita all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo l’autopsia sul cadavere di Carmela. La 17enne è stata uccisa “due precisi colpi devastanti al collo della ragazza”. Lo afferma il direttore dell’Istituto, Paolo Procaccianti. Colpi ben assestati, “che hanno reciso i vasi venosi provocando un choc emorragico”. Una conclusione, secondo l’esperto professionista, che riafferma la tesi della volontarietà, demolendo quella del raptus.
Lucia, invece, è stata colpita con una ventina di coltellate, cinque delle quali abbastanza gravi: la ragazza ha un taglio di circa 15 centimetri nella zona lombare e ferite anche alle guance e al mento. Il primario di chirurgia ieri l’ha operata per circa tre ore. I tagli sono molto netti, spiegano i sanitari, come se l’assassino avesse usato un bisturi piuttosto che un coltello.
Dopo tre ore di interrogatorio Samuele Caruso ha confessato il delitto e l’aggressione. Al magistrato che l’ha sentito in questura, subito dopo l’arresto avvenuto nella stazione ferroviaria di Bagheria, ha detto di aver agito in preda a un raptus e di avere ”perso la testa”. Caruso non si sarebbe rassegnato alla fine della storia d’amore con la ex fidanzata e l’avrebbe perseguitata per settimane. Ieri l’ha aspettata sotto casa e l’ha accoltellata. Carmela ha cercato di mettersi in mezzo ed ha avuto la peggio.
L’assassino è stato rintracciato grazie all’esame dei tabulati del suo cellulare che hanno rivelato le celle a cui il telefonino si andava agganciando durante gli spostamenti. Il Pm chiederà al Gip la convalida del fermo e la misura della custodia cautelare in carcere.È stata la stessa giovane ferita a fornire indicazioni sull’aggressore. Ieri davanti al palazzo di via Uditore a Palermo si sono radunati alcuni compagni di scuola in lacrime. Proprio accanto allo stabile, dove le ragazze abitavano, c’è un supermercato della catena Conad, che comunica dall’interno con l’androne del palazzo. A trovare le ragazze sono stati proprio due dipendenti del supermercato. “Intorno alle 13.15 – raccontaPippo Gambino, 43 anni, che fa il magazziniere al Conad – insieme a un mio collega abbiamo sentito delle urla. Allora ci siamo precipitati per vedere cosa stava succedendo – e appena siamo arrivarti davanti al portone dai vetri abbiamo visto le ragazze in una pozza di sangue, abbiamo citofonato e ci è stato aperto il portone. Subito dopo abbiamo chiamato prima la polizia e poi il 118”. L’uomo racconta anche che la nonna delle due ragazze si trovava al supermercato a fare la spesa, prima che le trovassero, mentre in casa delle ragazze c’era il fratello. “Conosco la ragazza – conclude – era una giovane tutta casa e chiesa e conosco anche la famiglia, venivano sempre a fare la spesa qui da noi”.
“Ho colpito Carmela per sbaglio, perché Lucia si è difesa con le mani”. Così Samuele Carusoagli inquirenti durante l’interrogatorio sul delitto di Carmela. Samuele temeva che la sua ex avesse un’altra relazione. Il giovane ne avrebbe parlato nel corso dell’interrogatorio con gli inquirenti. Per questo motivo, secondo gli investigatori, sarebbe uscito da casa armato di coltello, ciò escluderebbe il raptus di follia. Sarà interrogato lunedì dal gip, che dovrà decidere sulla convalida dell’arresto, Samuele. Il giovane, figlio di un muratore e madre casalinga, è accusato di omicidio volontario e tentativo di omicidio. L’indagine è coordinata dal pm Caterina Malagoli.
Fuori dalla sala rianimazione dell’Ospedale Cervello di Palermo ci sono la madre delle vittime, Giusi, in lacrime, disperata e vestita a lutto, il padre Serafino e la nonna Carmela, che ieri era andata come ogni giorno a prenderle per riportarle a casa dopo la scuola. Ci sono anche amici e parenti della famiglia Petrucci. Nessuno vuole parlare con i giornalisti, a cui praticamente è fatto divieto di accedere alla struttura e tentare un contatto con i familiari e amici delle due ragazze.
Gli investigatori della polizia hanno recuperato un coltello nascosto in un motorino lasciato in piazzale Giotto a Palermo che potrebbe essere quello utilizzato da Samuele per uccidere. Potrebbe essere stato lo stesso giovane a dare ai poliziotti indicazioni per trovare l’arma. Il coltello sarebbe di tipo “butterfly” molto tagliente. La polizia inoltre sta indagando per sapere se qualcuno ha aiutato l’assassino che è stato trovato con la mano fasciata e con abiti diversi da quelli che indossava al momento dell’omicidio. Non è escluso che il giovane sia andato a casa prima di tentare la fuga ed essere arrestato.
E’ “l’ennesima vittima della violenza contro le donne”, ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero ricordando “due giovani che non hanno avuto pari opportunità: la ragazza uccisa ieri vittima ennesima della violenza contro le donne – ha detto Fornero – e il ragazzo ucciso a Napoli. Vorrei che il cambiamento – ha concluso – fosse fatto nel nome di questi ragazzi che di opportunità ne hanno avute ben poche”.
IN CLASSE FIORI SUL BANCO DI CARMELA I ragazzi delle III L del liceo Umberto I hanno portato in classe un mazzo di fiori, che hanno deposto sul banco di Carmela. Gli studenti si sono intrattenuti in classe con il preside, Vito Lo Scrudato: “Abbiamo parlato a lungo – dice il dirigente scolastico – soprattutto della palese truffa dei mezzi di comunicazione, televisione in testa, che banalizzano i sentimenti e la sessualità e allontanano i ragazzi dalla complessità delle questioni”. L’incontro con la III L si è poi trasformato in un’assemblea spontanea con tutte le altre classi della succursale del liceo, in via Perpignano, a cui è seguito un altro incontro nella sede centrale di via Filippo Parlatore, sempre alla presenza del preside. E lunedì alle 10.30 in istituto è prevista una commemorazione. “Alcuni dei ragazzi – spiega il preside – hanno chiesto di andare a messa nella vicina chiesa di via Parlatore”.
Alle 21 di lunedì, inoltre, ci sarà una fiaccolata dalla sede centrale del liceo fino a via Uditore, dove abitava Carmela e dove è avvenuto l’agguato. “I ragazzi delle III L – dice il preside – mi hanno detto che vogliono portare Carmela alla maturità. Vogliono farlo col cuore, desiderano che lei, anche da morta, realizzi i suoi sogni. Era una ragazza bravissima, sapeva quello che voleva, cominciava già a studiare per fare i test di Medicina”. Intanto, sulla recinzione della scuola, gli studenti hanno affisso un cartellone. “Tutte sorelle – si legge – Reagiamo contro le violenze sulle donne”.​

 

Omicidio 17enne: oggi l’autopsia, il preside: “Studentessa modello” (Palermo Today – 20 ottobre 2012)
I volti rigati dalle lacrime dei compagni delle sorelle Petrucci. L’assassino, ex fidanzato di Lucia, ha confessato dopo tre ore
Non c’è alcuna voglia di parlare alla succursale del liceo classico Umberto I di via Nina Siciliana. Il silenzio, questa mattina, era rotto solo dai singhiozzi dei ragazzi che hanno preferito non dichiarare nulla ai giornalisti. Ma i loro volti parlavano meglio di molte parole, i loro volti rigati di pianto e rossi di ansia, tristezza e, probabilmente, parecchia rabbia. Rabbia per la morte atroce e violenta di Carmela Petrucci, studentessa di 17 anni uccisa ieri a coltellate per difendere la sorella di un anno più grande, Lucia dalla furia dell’ex fidanzato. L’assassino, Samuele Caruso, ha confessato l’omicidio dopo tre ore di interrogatorio. Lo stesso Samuele che ha dichiarato ai pm: ”Ho colpito Carmela per sbaglio, perchè Lucia si è difesa con le mani”.
“Preferiamo non parlare, non  oggi” dice un ragazzo voltandoci le spalle. “Non fate fotografie” ci chiede un altro. “E’ un evento che lascia tutti sconvolti e senza parole – dice uno dei genitori di una compagna di Carmela e Lucia, Fabio Fiorentino -. Carmela era una ragazza dolce, una ragazza, un fiore, come la maggior parte delle giovani della sua età”. Fra gli alunni e i genitori stamattina c’era anche il Preside dell’Istituto Vito Lo Scrudato: “Carmela, come anche Lucia, – dice – erano due alunne modello. Andavano bene a scuola e recentemente avevano anche vinto un soggiorno-studio in Inghilterra all’università di Brighton. Erano tornate da pochi giorni”. Ci viene concesso di entrare in classe, dentro quella III L che da oggi in poi non sarà più la stessa. Una classe come le altre: piccola, con i  banchi molto vicini tra loro per contenere i 30 alunni. Sul banco di Carmela i compagni hanno posato tre fiori, tre rose, una rosa, l’altra gialla e la terza bianca.

 

Migliaia ai funerali di Carmela, l’ultimo abbraccio degli amici (Palermo Today – 23 ottobre 2012)
Il Presidente della Repubblica, che ha inviato una corona di fiori, ha insignito la ragazza con la medaglia al valore civile. Grande folla a Sant’Ernesto. Il padre: “Spero che nessun padre debba più soffrire come sta accadendo a noi”. Il cardinale Romeo: “Preghiamo anche per Samuele”
“Ti farà brillar come il sole”. Cantava così il coro di giovani voci quando la bara bianca della giovane Carmela Petrucci,  barbaramente assassinata venerdì dall’ex fidanzato della sorella, è entrata dentro la parrocchia di sant’Ernesto, dove stamattina sono stati celebrati i funerali e dove si sono radunati più di un migliaio di persone per l’estremo saluto.
Erano almeno millecinquecento le persone che hanno partecipato alla funzione fra parenti, amici, compagni di classe, conoscenti e non. Stretti, nel vero senso della parola, dentro la grande parrocchia di Sant’Ernesto in via Campolo, consapevoli del disagio di stare per ore in piedi eppure fermi nella volontà di restare accanto alla salma di Carmela Petrucci. Il silenzio era rigoroso sia dentro che fuori dalla chiesa.
IL RICORDO. Dopo la distribuzione dell’Eucarestia un’amica e i genitori (attraverso la voce di un cugino di Carmela) hanno voluto ricordare con dei pensieri il “loro piccolo angelo”. “Ricordare è un verbo improprio riferito a te Carmela – dice una compagna di scuola -. Il tuo sorriso è ancora fin troppo vivo nelle nostre menti”. Ed infine: “Sarai tu a vincere questa battaglia, anzi l’hai già vinta”.
Il padre attraverso il cugino di Carmela esprime il suo pensiero per la figlia: “L’immenso dolore che ci ha colpiti non avrà mai fine. Spero che nessun padre debba più soffrire come sta accadendo a noi e che la giustizia punisca la mano vile che si è avventata contro Carmela”.
La mamma affida alla voce del cugino queste parole: “Carmelina era studiosa e amante della pace. Da grande voleva diventare un medico pediatra perché non le piaceva vedere soffrire la gente in alcun modo. Ciao angelo mio, la tua mammina”. Infine il fratello: “Si vive solo per Lucia. Lei e la sorella erano una cosa sola. Solo tu, Carmela, ora puoi aiutarla… non c’è niente di più bello ella famiglia”.
L’OMELIA. Il cardinale di Palermo Paolo Romeo ha officiato la Santa Messa. Durante l’omelia la preghiera per la famiglia Petrucci ed in particolare per Lucia. “La rabbia – ha detto Romeo – è sempre una sconfitta e questa mattina non possiamo essere perdenti”.
Un pensiero è andato anche a Samuele Caruso: “Perché – ha aggiunto – la nostra fede fatta preghiera, possa condurlo nella via della conversione e del pentimento”.
MEDAGLIA. Una medaglia al valor civile verrà conferita dal presidente della Repubblica a Carmela Petrucci ”per il suo coraggio e la sua dignità”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, intervenendo alla prima conferenza antimafia organizzata dal Centro Pio la Torre. Il ministro ha chiesto ai ragazzi che affollano la sala anche un minuto di silenzio per ricordare Carmela.

 

Palermo, sigillo di benemerenza alla memoria di Carmela Petrucci (Strettoweb – 16 novembre 2012)
Stamane, il rettore dell’universita’ di Palermo, Roberto Lagalla, ha consegnato il sigillo di benemerenza alla memoria della diciassettenne Carmela Petrucci, brutalmente uccisa dall’ex fidanzato della sorella Lucia mentre tentava di salvarla.
Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha presenziato alla cerimonia. A Carmela, studente modello del liceo classico “Umberto I”, e’ stato riconosciuto “il gesto di altissimo valore morale che le ha fatto sacrificare la propria vita per salvarne un’altra“. Nei giorni scorsi le era stata conferita dal presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valore civile.


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In memoria di

GDScuola, l’Umberto I e il Mattarella di Palermo in prima linea contro la violenza sulle donne (Giornale di Sicilia – 7 novembre 2019)
Al liceo classico Umberto I di Palermo la memoria di Carmela Petrucci, la studentessa di 17 anni uccisa nel 2012, è viva tra gli studenti e i professori. In suo nome, l’istituto è impegnato in un progetto per le donne vittime di violenza in Perù: sostenere finanziariamente il completamento della struttura La casa per fanciulle e donne vittime di violenza, aperta dalle Figlie della Divina Provvidenza ad Abancay, che è stata intitolata alcuni anni fa proprio alla giovane Carmela.
Una splendida storia di solidarietà di una scuola, dei giovani, dei cittadini, raccontata nelle pagine di GDScuola, l’inserto del Giornale di Sicilia, pubblicato ogni giovedì. Protagonisti dello speciale di oggi sono il Liceo classico Umberto I e l’istituto comprensivo Piersanti Mattarella di Bonagia. Sono impegnati in progetti di educazione e informazione contro la tratta e la violenza sulle donne anche i professori e gli studenti della scuola media Mattarella, che lo scorso 17 ottobre hanno partecipato alla 13ª Giornata europea contro la tratta.

 

Morto per Covid padre di Carmela Petrucci, uccisa a Palermo 8 anni fa (Sicilia News- 31 dicembre 2020)
Chi non ricorda Carmela Petrucci, una ragazza di Palermo uccisa con una coltellata dalla furia di un ex fidanzato della sorella il 19 ottobre del 2012 nell’androne di casa. L’omicidio di Carmela, morta per difendere la sorella che amava, ha lasciato una città sgomenta e un vuoto incolmabile nella sua famiglia.

La disperazione dei genitori di Carmela Petrucci, la ragazza di 17 anni trovata morta in un edificio, Palermo, 19 ottobre 2012. ANSA/FRANCO LANNINO

Una famiglia colpita da un’altra terribile tragedia, il papà di Carmela, Serafino Petrucci, 61 anni, se n’è andato nel giorno di Natale in un letto d’ospedale, stroncato dal Coronavirus dopo un mese di ricovero. “Era un uomo sano, stava bene, andava a lavorare – raccontano i figli di Petrucci -, poi è arrivato il Covid. Abbiamo sperato che guarisse ma dopo un mese in terapia intensiva non ce l’ha fatta”. La morte all’ospedale Cervello, aggravata dal dover rinunciare anche al conforto di un contatto umano.
Il sindaco di Palermo ha inviato un messaggio di cordoglio e vicinanza: “Un grande e affettuoso abbraccio a Lucia Petrucci e a sua madre, per la prematura scomparsa di Serafino. E’ un momento di grande tristezza e dolore; un nuovo dolore per questa famiglia così duramente provata, così unita nell’affrontare la tragedia che l’ha colpita; una famiglia cui siamo vicini, a cui è vicina tutta la città”.
Serafino Petrucci aveva coltivato il sogno di ricordare la figlia con numerose iniziative e aveva sempre chiesto la pena esemplare dell’ergastolo per Samuele Caruso, l’assassino di sua figlia, che ora sconta il carcere a vita. Serafino Petrucci riposa adesso a Santa Maria del Gesù accanto alla figlia.

 

 


Lucia Petrucci: “Nove anni fa l’assassinio di mia sorella, ogni femminicidio è come una pugnalata” (La Repubblica – 25 novembre 2021)
Intervista alla sorella di Carmela Petrucci uccisa a 17 anni: “Ora parlo nelle scuole ai ragazzi che iniziano ad avere più rispetto”
Sono passati nove anni, un mese e sei giorni dal giorno in cui la sorella Carmela di 17 anni è stata uccisa a coltellate nell’androne di casa in via Uditore nel tentativo di difenderla dal suo ex fidanzato Samuele Caruso poi condannato all’ergastolo. Lucia Petrucci, oggi ventisettenne e impegnata nel settore della consulenza aziendale, conta gli anni, i mesi e i giorni dalla tragedia che le ha portato via la sorella. Un tempo che pesa, ma non trascorre invano.
Lucia che ha perso anche il padre Serafino l’anno scorso, continua a vivere nella casa di via Uditore con la madre, nella stessa stanza che condivideva con Carmela. Tutto è rimasto immobile, gli oggetti come i ricordi. La collana con il ciondolo a forma di cuore e la bandiera inglese che Carmela le regalò per i suoi 18 anni è sempre al suo posto. “Mia sorella mi manca tantissimo. Sono cresciuta in questi anni, sono cambiata, quello che non cambia è il mio impegno per le donne. Non dimentico quello che è accaduto e cerco di fare il possibile perché non si ripeta. Ogni volta che una donna viene uccisa sto male, è un’altra pugnalata. Sogno il giorno in cui tutto questo non accadrà più”, dice Petrucci. Per tanti anni è rimasta in silenzio, poi ha cominciato a farsi avanti e a incontrare i ragazzi delle scuole e delle università per parlare di violenza contro le donne.

Lucia Petrucci, cosa è cambiato in questi nove anni?
“Durante il processo non avevo affatto voglia di parlare. Aspettavamo la decisione dei magistrati e la sfera pubblica non mi interessava. Poi nel 2016 sono entrata in contatto con il club Inner Wheel Palermo Normanna e insieme abbiamo creato il pool antiviolenza e per la legalità composto da avvocati, psicologhe, insegnanti. Da quel momento qualcosa è cambiato”.

Ha l’occasione di incontrare tanti ragazzi e ragazze delle scuole e delle università per parlare di femminicidio e violenza contro le donne: cosa le restituiscono?
“Mostrano grande interesse per questi temi, ma soprattutto la voglia di cambiare. I ragazzi. sono i primi che si rivolgono a noi per cercare di affrontare e interpretare alcuni sentimenti “sbagliati” che provano come la rabbia e la gelosia. Chiedono incontri in privato per capire come possono migliorare. Cerco di spiegare che la vera forza degli uomini sta nella sensibilità, perfino nella fragilità”.

Le donne oggi hanno più forza di denunciare?
“Forse si denuncia più facilmente, ma c’è sempre la tendenza a pensare “tanto a me non succederà mai” che è molto pericolosa”.

E la sensibilità del mondo maschile, invece, è cambiata in questi nove anni?
“I ragazzi sono cambiati, hanno più rispetto. Forse perché di questi temi oggi si parla molto di più e soprattutto comprendono che le vittime possono essere loro amiche, madri, sorelle”.

Nonostante tutto le donne continuano a essere uccise, cosa deve cambiare?
“Non ha senso chiedere alle donne di difendersi perché non è una guerra. Ha molto più senso infondere l’idea che le donne sono libere di scegliere, proprio come gli uomini. Si deve lavorare su questo”.

Una questione culturale…
“Sì, certamente. Ecco perché è importante la scuola. Perché è negli anni scolastici che i ragazzi formano le loro idee più solide, una volta che si cresce con i giusti valori, poi si tende a tramandarli”.

Quali sentimenti l’hanno attraversata in questi anni?
“Tanto dolore, tanta rabbia. Ma l’unica cosa che mi ha permesso di andare avanti in questi anni è stato l’amore delle persone che mi hanno sostenuta e di mia sorella. I bei momenti passati con lei”.

Cosa vuole dire oggi alle ragazze come lei?
“Che non sono sole. Che quando vedono o percepiscono qualcosa che non va in un rapporto, o semplicemente se c’è un comportamento che le ferisce ripetuto nel tempo, devono subito provare a parlarne con qualcuno. Devono cercare aiuto, non aspettare”.

Quando pensa a Carmela cosa le viene in mente?
“Quando eravamo piccole, se capitava di essere tristi per qualcosa che era successa lei mi diceva sempre di non piangere, di essere forte anche per lei, perché altrimenti sarebbe crollata. Provo a fare questo, ogni giorno, pensando alle sue parole”.

 

 

Palermo, 10 anni fa l’omicidio di Carmela Petrucci, il ricordo del liceo: «Un peso troppo grosso» (Giornale di Sicilia – 19 ottobre 2022)
Palermo, 10 anni fa l’omicidio di Carmela Petrucci, il ricordo del liceo: «Un peso troppo grosso» (Giornale di Sicilia – 19 ottobre 2022)
Silenzio. Al liceo Umberto I di Palermo, oggi come dieci anni fa, il brusio dei ragazzi si è fermato per ricordare Carmela Petrucci. la ragazza di appena 17 anni uccisa davanti alla porta di casa, in via Uditore, il 19 ottobre del 2012 mentre te
ntava di difendere dall’ex fidanzato la sorella Lucia, rimasta ferita.
“Quella mattina un silenzio irreale ci piombò addosso come un peso troppo grosso – ricorda il preside del liceo, Vito Lo Scrudato – non avevo mai vissuto un’atmosfera di quel tipo. Nessuno parlava. Ci incrociavamo nei corridoi. I visi erano pieni di lacrime”.
Quel “giorno dopo” a scuola c’era anche la professoressa di educazione fisica di Carmela e Lucia, Paola Amiano che ricorda: “Il loro banco era vuoto, con un mazzo di fiori sopra”.
Le due sorelle erano appena tornate da Brighton dove avevano trascorso un mese di vacanza-studio con la scuola. “Molto spesso facevano le cose insieme – aggiunge la docente – erano molto legate”. Nel video le testimonianze e i racconti degli insegnanti e dei ragazzi del liceo Umberto I di Palermo, che pur non avendo conosciuto Carmela ne conservano orgogliosamente il ricordo. “Quel gesto vile non mi rappresenta – sottolinea Pietro Agugliaro, di quarta D – non rappresenta tutti gli uomini presenti sulla faccia della terra”.