Battistina (Tina) Russo, 52 anni, addetta alle pulizie in una casa di riposo, mamma. Uccisa a coltellate dal marito
Pinerolo (Torino), 28 Marzo 2017
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Uccide la moglie e chiama i carabinieri. La accusava di spendere troppo (Ansa/HuffPost – 28 marzo 2017)
Nuovo caso di femminicidio a Pinerolo
I litigi erano sempre più frequenti e sempre per lo stesso motivo: i soldi. Accusava la moglie di spendere troppo Angelo Visciglia, l’uomo di 64 anni che questa sera ha accoltellato a morte la moglie, Battistina Russo di 12 anni più giovane, e poi ha chiamato i carabinieri: “Venite a prendermi”, ha detto al telefono ai militari, a cui ha poi aperto la porta di casa e confessato l’omicidio. Il delitto in stradale Poirino, al civico 37, al primo piano di un basso fabbricato nei pressi della tangenziale di Pinerolo.
“Ogni tanto sentivo delle discussioni, qualche urlo, ma non li conoscevo bene….”, racconta un vicino di casa, mentre l’uxoricida viene accompagnato presso la caserma dei carabinieri per essere interrogato.
La coppia aveva un figlio, ma secondo una prima ricostruzione marito e moglie erano soli in casa al momento dell’aggressione, avvenuta in cucina probabilmente al termine di una animata discussione. I militari hanno trovato la donna sul pavimento, in una pozza di sangue, numerose ferite da taglio al collo e in faccia. Sul posto è intervenuta anche una ambulanza della Croce Verde di Pinerolo, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Il movente del delitto – sempre secondo una prima ricostruzione – sarebbe da ricercare nelle difficoltà economiche della famiglia. L’uomo, qualche piccolo precedente penale, era disoccupato, come il figlio. Gli unici soldi ad entrare in casa erano quelli che guadagnava la vittima, che lavorava come pulitrice, accusata dal marito di spendere troppo. Ad avvisare il figlio dell’accaduto sono stati gli stessi carabinieri.
Il dolore del figlio di Battistina, uccisa dal marito: “Non mi rimane nulla, ora ho solo il cane” (La Stampa – 30 marzo 2017)
La casa ora è sotto sequestro
«Era mio padre. Ora dopo che ha ucciso mia mamma per me non è più nessuno». Valerio, il figlio ventottenne di Angelo Visciglia, 64 anni, e di Battistina Russo, 52, uccisa a coltellate dal marito, ha lo sguardo che si perde nel vuoto. Vuota è la sua vita, la madre all’obitorio e il padre in carcere, gli rimane solo il cagnolino. La casa del delitto, in via Poirino all’uscita di Pinerolo, è stata messa sotto sequestro e lui, in quell’appartamento, non ci vuole più mettere piede.
«Sono a pezzi», dice seduto in un ufficio della Cgil di Pinerolo dove ieri pomeriggio è andato per ritirare la domanda di aspettativa che la madre aveva presentato. «Quando ha capito che la situazione con mio padre era sempre più difficile, lui continuava a chiederle soldi, era nervoso, diceva che era abbandonato, da solo su quella carrozzina, aveva deciso di prendersi un lungo periodo di pausa per assisterlo. Siamo nati in Calabria e lì volevamo tornare». E aggiunge: «Da quando ero piccolo me lo ricordo sulla sedia a rotelle, gli avevano amputato una gamba e si spostava a fatica con la protesi». Eppure questo non gli ha impedito di colpire con alcune coltellate al volto e alla gola la moglie. E conclude: «Sono per strada e senza lavoro. Ho studiato come elettricista all’Itis ma poi non ho preso il diploma, il contratto di lavoro più lungo è stato di 9 mesi».
Sconcerto per quanto è accaduto anche alla casa di riposo San Lorenzo di Cavour dove Battistina Russo lavorava come addetta alle pulizie. «La conoscevo da 10 anni, si faceva volere bene da tutti – ricorda Lara Onda, responsabile amministrativo della struttura – sapevamo che aveva problemi economici e l’abbiamo sempre aiutata. Era precisa e puntuale nel suo lavoro».
Ieri pomeriggio l’avvocato Cristiana Bruno è andato ad incontrare in carcere Angelo Visciglia: «È un uomo scosso, solo ora forse ha capito quello che ha fatto». È pentito. Attendiamo ora la convalida dell’arresto e l’autopsia». Ieri sera in chiusura dei lavori la senatrice Magda Zanoni ha letto, in Senato, un testo nel quale si sono ripercorse le tappe di questo femminicidio.
«A Pinerolo Battistina Russo non verrà dimentica – dice Silvia Lorenzino portavoce di Svolta Donna – sabato, giorno di mercato, ci sarà una nostra postazione per tenere alta l’attenzione su questi delitti e venerdì della prossima settimana faremo una fiaccolata e una raccolta fondi per creare una borsa lavoro da destinare alle donne in difficoltà». Fedele Mandarano della Cgil aggiunge: «Di lei ricorderemo sempre il sorriso di quando, dopo anni di lavori in cooperativa, l’avevano finalmente assunta». (di Antonio Giaimo)
Pinerolo, la confessione dell’omicida: “Ho chiuso gli occhi e l’ho accoltellata”. Il dolore del figlio: “La voglio riportare in Calabria”. Il cordoglio di un’ intera comunità : “ La ricorderemo sempre” (Come e Dove – 30 marzo 2017)
In novanta minuti, davanti al sostituto procuratore Monica Supertino e assistito dal suo legale Cristiana Bruno, l’uxoricida Angelo Visciglia, 64 anni, ha raccontato i dettagli di quel pomeriggio di follia quando, al termine dell’ennesima discussione con la moglie Battistina Russo, 52 anni, l’ha uccisa. Litigava per i soldi, quelli che portava lei e la sua pensione di invalido non gli bastavano. Nella caserma dei carabinieri di piazza Santa Croce ha confessato un delitto avvenuto in un raptus di follia.
Visciglia, che si sposta a fatica con una protesi alla gamba, dice: “Mi sono alzato in piedi, lei era in cucina, ho afferrato un coltello, ho chiuso gli occhi e l’ho colpita”. Una, due, tre volte o forse più, lo dirà il medico legale. “Poi, quando ho capito cosa avevo fatto, ho chiamato i carabinieri”. Li ha attesi seduto su quella sedia rotelle sulla quale ha passato quasi tutta la sua vita da quando gli hanno amputato una gamba. L’avvocato difensore ieri l’ha incontrato in carcere, gli ha parlato per spiegargli cosa l’attendeva. Dopo l’incontro il difensore si limita a dire: “Litigavano per i soldi. Lui ora è pentito”. Visciglia è consapevole che rischia l’ergastolo.
Valerio, 28 anni, il figlio di Angelo e Battistina, è sconvolto dalla tragedia e da solo vive queste ore di dolore. Per una notte ha dormito da una sorellastra figlia del padre, nata da un’altra relazione. Gli rimane l’affetto di un suo coetaneo che dal giorno del delitto gli è stato accanto come fosse un fratello, un ragazzo calabrese come lui, che cerca di dargli conforto. E, seppur lacerato dal dolore, ieri pomeriggio Valerio è andato alla Cgil di Pinerolo, dove avevano sempre seguito sua madre, per dire che la domanda di aspettativa che lei aveva presentato per assistere il marito malato ora potevano archiviarla. Parla e racconta di suo padre e di sua madre. Parole di dolore per lei, di rabbia per lui. “Non è più mio padre, non lo voglio più vedere. Deve finire i suoi giorni in carcere”. E poi rivolto alla mamma: “ Era lei che pensava a tutto, lavorava, portava a casa uno stipendio tutti i mesi. Era buona e visto che mio padre era sempre più teso, stavano pensando di tornare in Calabria. Io sono disoccupato, chissà dove andrò a dormire, la casa è sotto sequestro e poi io in quella cucina non ci voglio entrare. Sono solo. Non ho un lavoro, anche se ho imparato a fare l’elettricista. Mi rimane solo un bel ricordo di mia mamma e il cagnolino, povero animale è malato e non cammina”.
Pinerolo è scossa da questo delitto. La sera stessa era arrivato sul posto il sindaco Luca Salvai. Alla casa di riposo San Lorenzo, di Cavour, dove lavorava, Battistina Russo per tutti era Tina, la ricordano con affetto. Dice Lara Onda: “ Era puntuale e precisa. La conoscevamo da 10 anni, prima lavorava da noi all’interno di una cooperativa, poi, visto il suo impegno, l’abbiamo assunta. Sapevamo che aveva problemi economici e l’abbiamo sempre aiutata”. L’associazione Svolta Donna ha già programmato due iniziative, spiega Silvia Lorenzino: “ Sabato saremo con una nostra postazione al mercato e venerdì prossimo faremo una fiaccolata per ricordarla e una raccolta di fondi per creare una borsa lavoro per le donne in difficoltà”. La senatrice Magda Zanoni ha ricordato questo femminicidio in Senato. Fedele Mandarano, segretario della Cgil di Pinerolo, fa la sintesi: “ Le dimostrazioni di cordoglio sono la medicina per l’anima di Valerio, ma ora dobbiamo trovargli un posto di lavoro e accogliere la sua richiesta, quella di portare la salma della mamma in Calabria a Cariati”.