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Barbara Rauch, 28 anni, imprenditrice, sposata e mamma. Uccisa con 17 coltellate dallo stalker che aveva già denunciato

Appiano (Bolzano), 9 Marzo 2020


Titoli & Articoli

Femminicidio nel Bolzanese, Barbara Rauch aveva denunciato il suo assassino per stalking (FanPage – 10 marzo 2020)
Barbara Rauch, 28 anni, la giovanissima madre che è stata uccisa a coltellate stanotte nell’enoteca che gestiva ad Appiano, aveva già denunciato il suo assassino. L’uomo, immortalato dalle videocamere di sorveglianza sulla scena e fermato poco dopo il delitto, aveva avuto con la vittima una breve frequentazione, poi aveva iniziato a perseguitarla.
Uccisa a coltellate nel centro di San Michele Appiano, Barbara Rauch, 28 anni, madre di una bambina e titolare dell’enoteca Bordeaux Keller, in via Innerhofer, Barbara aveva già denunciato il suo assassino. La donna uccisa a coltellate all’interno del suo locale, questa notte, aveva sporto denuncia contro di lui per stalking. I due, infatti, avevano avuto una breve frequentazione dopodiché lui aveva cominciato a perseguitarla. I carabinieri lo hanno fermato stanotte, si tratta di un giovane di 25 anni, di Terlano. “Sono state raccolte tutte le immagini relative agli spostamenti dell’indagato e repertati diversi oggetti utili per la ricostruzione della dinamica dei fatti”, spiega la procura di Bolzano, che indaga per omicidio. L’autopsia sarà effettuata nei prossimi giorni.
Il killer è stato incastrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno ripreso, nell’orario in cui è avvenuto l’omicidio, nella zona vicina all’enoteca di Barbara. I carabinieri lo hanno fermato mentre vagava nei pressi di casa sua a Terlano, verso le 3 e mezza del mattino, poche ore dopo il delitto. Da quanto trapela da ambienti investigativi, avrebbe ammesso le sue responsabilità. A dare l’allarme è stato proprio il compagno di Barbara che, non vedendola rincasare, ha allertato le forze dell’ordine. Quasi contemporaneamente dei passanti hanno notato il corpo della donna riverso sul pavimento del locale attraverso una finestra e hanno chiamato aiuto. Barbara lascia una figlia piccola.

Appiano, uno stalker l’assassino di Barbara Rauch (Alto Adige – 10 marzo 2020)
In carcere un conoscente di Terlano che era stato denunciato in passato dalla vittima. A dare l’allarme è stato il convivente.
L’aveva perseguitata in passato e continuava a farlo ancora adesso. Una serie di attenzioni moleste che alla fine sono costate la vita a Barbara Rauch,28 anni, uccisa a coltellate ad Appiano. Lo stalker responsabile dell’omicidio è stato incastrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno immortalato, nell’orario in cui è avvenuto l’omicidio, nella zona vicina al locale dove è stata uccisa la donna.
Ad essere arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato per la morte della donna, titolare di un’enoteca e madre di una bimba di tre anni, è un 25enne di Terlano, Lukas Oberhauser. Il corpo della giovane altoatesina di 28 anni è stato trovato la scorsa notte senza vita con ferite riconducibili ad un arma da taglio all’interno del locale Bordeaux Keller di Appiano. Il 25enne è stato arrestato e, da quanto trapela da ambienti investigativi, avrebbe ammesso le sue responsabilità. In passato il giovane, un conoscente di Barbara, che aveva avuto con lui una frequentazione, era stato denunciato dalla vittima per stalking. I carabinieri lo hanno fermato mentre vagava nei pressi della sua abitazione a Terlano, verso le 3 e mezza del mattino, la scorsa notte. Il corpo di Barbara, uccisa verosimilmente a coltellate, anche se sarà l’autopsia disposta nei prossimi giorni a confermarlo, è stato trovato nel locale che assieme al compagno gestiva da circa un anno. A dare l’allarme è stato proprio il convivente della vittima che si è preoccupato non vedendo rincasare Barbara. Quasi contemporaneamente dei passanti hanno visto il corpo della donna riverso sul pavimento del locale attraverso una finestra e hanno chiamato aiuto. La presenza del 25enne sul posto sarebbe confermata dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza installate in zona.
La stessa Procura di Bolzano, che indaga sul delitto assieme ai carabinieri, ha infatti precisato che «sono state raccolte tutte le immagini relative agli spostamenti dell’indagato e repertati diversi oggetti utili per la ricostruzione della dinamica dei fatti». L’uccisione di Barbara Rauch ha suscitato sgomento e incredulità ad Appiano. Margot Hintner, titolare con il marito Herbert, del ristorante stellato Zur Rose, è addolorata: “La vedevamo sempre col marito, era una coppia allegra e serena. Lei era davvero gentile… è un disastro”.

Barbara Rauch uccisa dal suo stalker: Lukas Oberhauser era tornato libero dai domiciliari (FanPage – 11 marzo 2020)
Era tornato libero dopo un periodo agli arresti domiciliari, Lukas Oberhauser, 25 anni, di Terlano, l’uomo che la sera del 9 marzo, ha assassinato a coltellate la 28enne Barbara Rauch nel suo locale a San Michele di Appiano (Bolzano). D’accordo con il marito, Barbara lo aveva denunciato per stalking. La vittima lascia una bimba di tre anni.
Era tornato libero dopo un periodo agli arresti domiciliari, Lukas Oberhauser, 25 anni, di Terlano, l’uomo che la sera del 9 marzo, ha assassinato a coltellate la 28enne Barbara Rauch nel suo locale a San Michele di Appiano (Bolzano). L’accusa con cui era stato emesso il provvedimento era quella di stalking. Barbara, come è emerso dalle ricostruzioni degli investigatori, aveva conosciuto Lukas durante uno stage al  “Neuhaus Mühle”, un noto albergo della zona di proprietà dei genitori del giovane arrestato. In quel contesto Oberhauser si sarebbe invaghito di Barbara al punto da diventarne ossessionato, ma senza mai essere in alcun modo ricambiato. Tra i due, infatti, non c’è mai stata alcuna relazione. Neanche il matrimonio e la nascita della bambina hanno distolto Lukas Oberhauser dalla sua ossessione, tanto che l’anno scorso, d’accordo con il marito, Barbara lo ha denunciato per stalking. Ne è seguito un ordine di arresti domiciliari cui l’uomo è stato confinato per un periodo, accettando anche di sottoporsi a terapia psicologica in attesa del processo.
L’altra sera, però, Lukas è stato raggiunto nel suo appartamento dopo che le videocamere di sorveglianza lo avevano immortalato sul luogo del crimine pochi istanti dopo che era stato commesso. Con sé il 25enne avrebbe avuto il coltello da cucina con cui ha assassinato Barbara colpendola più volte, nel locale di sua proprietà in via Innerhofer, il Bordeaux Keller, dove la vittima è stata notata riversa in una pozza di sangue sul pavimento da alcuni passanti. Sono stati loro ad avvertire le forze dell’ordine, alle 3 di notte, mentre, contemporaneamente il marito di Barbara segnalava il mancato rientro a casa della moglie.  Lukas Oberhauser ha confessato le sue responsabilità. Barbara, 28 anni, lascia una bimba di tre. Con il marito gestiva l’enoteca Bordeaux Keller keller ad Appiano. I funerali si celebreranno non appena l’autorità giudiziaria restituirà alla famiglia la salma, dopo che sarà effettuata l’autopsia.

Corriere del Trentino – 13 marzo 2020

Una coda senza fine per non lasciare sola Barbara (Alto Adige – 3 maggio 2020)
Dolore silenzioso. Nella chiesa di San Michele ad Appiano è esposta fino a domani la salma di Barbara Rauch, la mamma di soli 28 anni accoltellata a morte da uno stalker il 9 marzo
Appiano. Il viavai è continuo. occhi gonfi, sguardi increduli. la chiesa di san michele, minuscolo gioiello del XIII secolo, offre spazi angusti e le misure anti-contagio costringono le persone ad attendere il loro turno prima di poter entrare. ma l’afflusso è stato continuo ed è facile immaginare che lo sarà anche oggi e domani.
L’ultimo saluto. Non solo gli abitanti di Appiano, dove tutti conoscevano il suo sorriso, la sua solare simpatia, ma sono arrivate persone da Bolzano e da tutta la Bassa Atesina per dare l’ultimo, straziante saluto a Barbara Rauch, ventottenne, madre di una bimba di tre anni, uccisa a coltellate nella sua enoteca, nella notte tra il 9 e il 10 marzo scorso, da un conoscente che la perseguitava da tempo.
Resterà nella chiesa di San Michele fino a domani e poi, in forma strettamente privata, verranno celebrate le esequie. Il feretro di Barbara è stato collocato nell’abside, davanti all’altare, illuminato dai fasci di luce che entrano dalle quattro finestre a sesto acuto. Luce che sembra rendere ancora più solare il sorriso di Barbara, la cui foto in bianco e nero è poggiata sul coperchio della bara in legno bianco. Una rosa rossa e la targa con la scritta “Barbara Rauch 26.11.1992 – 09.03.2020”. Basterebbero quei numeri a raccontare lo strazio per una vita spezzata a soli 28 anni, per una mamma rubata alla sua bimba, per una moglie strappata al marito, per una figlia strappata ai genitori e all’intera comunità. Sulla bara c’è anche un piccolo disegno fatto a pennarello con la scritta “Mammy”. Lacrime.
Una bimba bionda. In mattinata, qualcuno ha portato una grande fotografia. Ritrae una meravigliosa bambina bionda che dorme serena, con le labbra rosse come i fiorellini del suo pigiamino, appoggiata probabilmente al bracciolo di un divano. Un ritratto di Barbara, scattatole quando aveva su per giù gli anni della sua bambina ora. Dolcezza infinita. Quella dolcezza che mamma e papà assaporano, mai sazi, osservando i figli assopiti. Quella dolcezza che lì, davanti alla bara di Barbara, sembra quasi fuori luogo. Ma non è così. Quella bimba serena riesce ancora a infondere pace interiore a chiunque la guardi, riesce a placare la rabbia che la sua morte assurda fa crescere in ognuno, da quel maledetto 9 marzo. Sulla sinistra, da una coltre di ceri accesi si levano fili di fumo nero. Sul lato opposto, su un leggio, un registro raccoglie le firme e i pensieri di chi entra. Ieri, ne sono stati riempiti due. Appoggiato sull’acquasantiera in marmo, lì accanto, un flaconcino di liquido igienizzante. Simbolo tangibile di un’emergenza che ha aggiunto dolore a dolore. E non ce n’era davvero bisogno. Un’emergenza che ha reso ancora più pesante, più difficile, più straziante gestire tutto quanto è accaduto dopo la tragedia. Un incubo nell’incubo.
La foto sul lago. Lì, davanti alla bara, le mani di tutti si sono allungate verso il cestino per prendere un santino, per rubare un pezzo di Barbara e del suo sorriso. Un cartoncino che, all’esterno, ritrae la giovane mamma e la sua bimba. Entrambe di schiena, in riva al lago di Garda, sulla spiaggia di Torbole, entrambe assorte. Barbara è seduta su una pietra e la sua piccola è seduta sulle sue ginocchia. Guardano entrambe nella stessa direzione, quasi stessero guardando il loro futuro. Un futuro che avrebbero dovuto affrontare assieme, ma che una mano assassina ha voluto negare loro. Dentro il santino, la stessa foto posta sul feretro e una sola frase, in tedesco: «In ogni lacrima vive una goccia di ricordo e con lei una luce che continua a vivere».
Nei prossimi giorni, la cerimonia funebre. Sarà la fine del primo capitolo di una storia terribile che, nelle sue prossime pagine, resta ancora tutta da scrivere. A farlo saranno giudici e avvocati cui spetta il compito di fare piena luce sulla personalità di Lukas Oberhauser, il venticinquenne di Vilpiano, che perseguitava Barbara da tempo e che è stato arrestato dopo l’omicidio; su quanto accaduto quella notte all’interno della Bordeaux Keller, dove la ventottenne era rimasta da sola e dove Oberhauser è entrato con un coltello in tasca. Saranno pagine pesanti che solo la speranza di arrivare a un verdetto di giustizia renderanno più sopportabili. Ma nemmeno un’equa sentenza, ammesso che arrivi, renderà più sopportabile il dolore di un marito e dei genitori. Nulla potrà risarcire la bimba di Barbara per essere cresciuta senza mamma.


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In memoria di

«Riapro il bar per tenere vivo il dolce sorriso di Barbara» (Trentino – 11 marzo 2022)
Philipp Carli, il compagno della donna uccisa ad Appiano nel 2020, spiega le ragioni per cui ha deciso di ripartire con un socio dalla “Bordeauxkeller”. «Da lei ho imparato ad ascoltare». «Mi fermo con Emma davanti alla finestra e raccontiamo la giornata alla mamma»
Sono passati due anni dall’omicidio della ventottenne Barbara Rauch per mano di Lukas Oberhauser che il 9 marzo del 2020 irruppe nell’enoteca gestita ad Appiano dalla giovane assieme al marito Philipp Carli, in quel momento assente, per inferire con diciassette coltellate sul corpo della povera Barbara. Nelle settimane scorse Oberhauser è stato condannato a una pena detentiva di 26 anni ma nel frattempo, proprio per «non spegnere il sorriso di Barbara», Carli ha riaperto il “Bordeauxkeller”, ovvero il locale all’interno del quale Oberhauser tolse la vita alla sua compagna. A raccontarlo alla Zett è stato Carli stesso in occasione di un anniversario doloroso per lui e per la famiglia di Barbara Rauch. Già nei mesi scorsi, seppur con orario ridotto, Carli aveva tenuto aperto il locale chiuso dopo la morte della sua Barbara.
«Lei era l’anima di questo posto, la coordinatrice, aveva un sorriso e una parola per tutti gli ospiti», ha raccontato Carli. L’uomo descrive la sua compagna come una persona attenta all’ordine e all’organizzazione e forse per questo è stato ancora più difficile ritornare su quel luogo e riaprire una attività nella quale si era consumato l’atroce delitto. Alla fine, dopo averci riflettuto molto, Carli ha deciso di intraprendere questo passo importante, anche grazie al sostegno dell’amico Michael Huber che ora gestisce con lui il Bordeauxkeller. «Barbara non avrebbe mai voluto vedere il suo locale chiuso e magari altre persone a gestirlo», racconta il fidanzato.
Uno stratagemma, forse, per combattere un dolore lancinante, quello di mantenere in vita il locale che in un certo modo rappresenta quindici anni di vita in comune della coppia. «Quando entro penso a lei, a cosa avrebbe fatto, alla lavastoviglie, ad accendere il forno e a controllare il registratore di cassa. Gesti che mi ricordano Barbara. Poi, c’era la cura dei particolari, dei tavoli, delle sedie e degli arredi in generale ma anche della nostra fornitissima cantina. Siamo stati una coppia per quindici anni, ovvero metà della nostra vita», sintetizza Carli che aggiunge: «Ho imparato molto da lei, soprattutto ad ascoltare. In questo lei era maestra, con i suoi clienti. Aveva un orecchio e una parola per tutti quelli che volevano togliersi un peso dallo stomaco, magari che erano tristi», spiega l’uomo che si rammarica del fatto che si parli molto del processo Oberhauser ma meno della sua Barbara.

«La società ha paura di parlare dei defunti, ma dovremmo parlare di più delle persone che ci hanno lasciati e meno delle dinamiche dei processi», chiosa Carli. Un locale diverso, quello riaperto da Carli e l’amico Huber, dove non c’è più posto per i pettegolezzi e argomenti frivoli, piuttosto, si affrontano questione anche profonde e: «a volte sembra che il tempo si fermi davanti all’interno del ristorante», spiega il suo gestore. Un clima descritto come indescrivibile, grazie al calore degli amici e dei parenti di Barbara. Tra di loro, la figlia Emma, appena quattro anni. È per lei che Carli si è chiesto se fosse stato il caso di riaprire il locale, dopo quello che era successo. «Barbara aveva risollevato le sorti del locale, ma se dovessi accorgermi che sto mettendo in secondo piano il lavoro, rispetto a mia figlia, rimarrei con lei, ovviamente», in sintesi il pensiero del padre. «Ogni tanto mi fermo con Emma davanti alla finestra e raccontiamo la giornata alla mamma. Lei è lì, e il suo sorriso continua a vivere, all’interno del Bordeauxkeller», le parole di Carli.