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Aurelia Laurenti, 32 anni, mamma. Uccisa a coltellate dal marito (che la tradiva)

Roveredo in Piano (Pordenone), 26 Novembre 2020


Titoli & Articoli

«Aurelia viveva per la sua famiglia» (Rai News – 26 novembre 2020)
Il presunto assassino ha accompagnato i figli dallo zio. Da chiarire se questo sia accaduto prima o dopo il delitto. I piccoli non avrebbero assistito all’aggressione.
“Siamo distrutti, non sappiamo cosa possa essere accaduto, non c’era nulla che lasciasse presagire questo epilogo”. Sono le parole che i genitori di Aurelia Laurenti hanno riferito ad amici e conoscenti appena appreso dell’assassinio della figlia. Secondo quanto hanno fatto sapere, non erano insomma a conoscenza di situazioni di tensione e non ci sarebbe stata all’orizzonte alcuna volontà tra la vittima e il suo compagno di interrompere il rapporto. Aurelia, hanno spiegato, viveva per la sua famiglia.
Dai genitori della giovane uccisa è anche emersa una prima ricostruzione dell’accaduto: nella tarda serata di ieri, il presunto assassino ha citofonato al cognato – zio dei bambini – e gli ha chiesto di tenere i piccoli, senza motivare la richiesta. Subito dopo, li ha fatti salire in ascensore e si è allontanato velocemente in auto. Un comportamento che ha subito allarmato i parenti, i quali hanno cercato, inutilmente, di contattare telefonicamente la madre dei bambini.  I parenti della vittima sono persuasi che questo sia accaduto prima della tragedia aprendo dunque la pista della premeditazione. Soltanto l’interrogatorio dell’uomo permetterà di chiarire se invece i bambini fossero ancora in casa al momento dell’accoltellamento e il padre li abbia portati dallo zio lungo la strada verso la Questura. Da quanto è trapelato, in ogni caso i bambini non avrebbero materialmente assistito alla tragedia.
“Mai un litigio, mai una  situazione fuori posto”. E’ quanto sostengono i vicini di casa, a Roveredo in Piano. “La coppia era affiatata e Aurelia viveva per i suoi due bambini. Era sempre disponibile con tutti, la classica persona perbene. Spesso sentiamo dire che i femminicidi sono tragedie annunciate, magari precedute da liti e denunce, ma in questo caso non c’era alcun segnale in tal senso”.
Un’altra conoscente ha invece fatto sapere che negli ultimi tempi la situazione stava mutando: “Nulla di eccezionale, ma il clima sembrava meno idilliaco e qualche discussione era anche nata”. Una vicina ha riferito di aver sentito ieri sera frastuono e urla dall’abitazione della coppia: “L’ora era molto tarda e la situazione totalmente insolita: quando ho visto le auto della Polizia ho collegato e capito che poteva essere avvenuta una tragedia, ma nessuno qui avrebbe mai pensato a qualcosa del genere. La coppia abitava nel quartiere dal 2013 e si è sempre dimostrata affiatata”.

 

“Aurelia Laurenti è stata uccisa perché aveva scoperto i tradimenti di Giuseppe Forciniti” (Today – 27 novembre 2020)
È stata ammazzata con 8 coltellate, a 32 anni, dal compagno 33 anni, a Roveredo in Piano (Pordenone).  “La tradiva e voleva lasciarlo” dice il padre della giovane vittima. I vicini di casa: “Mai un litigio, mai una  situazione fuori posto”. Lei viveva per i suoi bambini
Roveredo oggi piange Aurelia Laurenti, uccisa a coltellate a 32 anni dal compagno Giuseppe Forciniti, 33 anni, a Roveredo in Piano (Pordenone).  “La tradiva e voleva lasciarlo”. Ci sarebbe questo dietro all’efferato fatto di sangue. A dirlo ai giornali locali, tra cui il Gazzettino,  è il padre della vittima, Giuseppe Laurenti. “Questa estate mia figlia aveva visto il cellulare di Giuseppe, lo aveva controllato e aveva trovato l’evidenza di almeno una relazione con un’altra donna –  sono le parole dell’uomo riportate dai media locali – ce n’era anche una seconda, ne sono certo”. Aurelia aveva lasciato la casa a Roveredo ed era tornata a vivere dai genitori portando con sé i figli di 3 e 8 anni: “È stato un momento bruttissimo, poi è tornata da lui, per non far del male ai miei nipoti” continua il padre della vittima.
Due sere fa l’orrore. Prima il compagno ha accompagnato i due figli dal cognato; ha citofonato allo zio dei bambini e gli ha chiesto di tenere i piccoli, senza motivare la richiesta. Subito dopo, li ha fatti salire in ascensore e si è allontanato velocemente in auto. Un comportamento che ha subito allarmato i parenti, i quali hanno cercato, inutilmente, di contattare telefonicamente la madre dei bambini.
Forciniti avrebbe assassinato la compagna a coltellate nella villetta in cui vivevano insieme da sette anni: poi si è presentato nella notte in Questura con le mani ancora sporche di sangue. Prima avrebbe parlato dell’irruzione in casa di un ladro, ma gli investigatori hanno compreso che l’ipotesi della rapina non aveva alcun fondamento. Poco dopo l’uomo ha confessato tentando comunque una linea difensiva, sostenendo di aver agito in risposta a una aggressione da parte della vittima. Gli inquirenti ipotizzano tuttavia che la condotta di Forciniti possa essere volontaria e premeditata. Le indagini per ricostruire la dinamica del dramma sono solo all’inizio. Ieri Rossana Della Rovere, l’avvocatessa inizialmente indicats dall’uomo per la sua difesa, ha rifiutato immediatamente l’incarico perché in contrasto con le sue decennali battaglie a difesa dei diritti delle donne.
Aurelia aveva conosciuto Giuseppe in una vacanza in Calabria, 20 anni fa. Forciniti, da pochi mesi in servizio nel reparto di Ortopedia del Santa Maria degli Angeli di Pordenone, è un infermiere dipendente dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale. Aurelia si occupava esclusivamente della casa e dei suoi due figli.
“Mai un litigio, mai una  situazione fuori posto”. E’ quanto sostengono i vicini di casa, a Roveredo in Piano. Oggi tutta la comunità è sotto shock. “La coppia era affiatata e Aurelia viveva per i suoi due bambini. Era sempre disponibile con tutti, la classica persona perbene. Spesso sentiamo dire che i femminicidi sono tragedie annunciate, magari precedute da liti e denunce, ma in questo caso non c’era alcun segnale in tal senso”.  Un’altra conoscente racconta ai telegiornali regionali che la situazione stava mutando: “Nulla di eccezionale, ma il clima sembrava meno idilliaco e qualche discussione era anche nata”. Una vicina ha riferito di aver sentito ieri sera frastuono e urla dall’abitazione della coppia: “L’ora era molto tarda e la situazione totalmente insolita: quando ho visto le auto della Polizia ho collegato e capito che poteva essere avvenuta una tragedia, ma nessuno qui avrebbe mai pensato a qualcosa del genere. La coppia abitava nel quartiere dal 2013 e si è sempre dimostrata affiatata”.
Forciniti, prima di essere trasferito nel carcere di Pordenone, avrebbe riferito di stare vivendo “mesi molto duri, lavorando sotto stress” nei reparti ospedalieri dedicati ai pazienti Covid-19. Mercoledì sera in camera “c’è stata l’ennesima lite e tutto è trasceso”. Come se lo stress potesse in qualche modo giustificare 8 feroci coltellate al volto e alla nuca con cui ha posto fine alla vita di Aurelia Laurenti, e con cui ha strappato per sempre la loro mamma a due bambini piccoli. Ora Forciniti è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.


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