Antoneta Balan, 42 anni, badante, mamma. Uccisa a coltellate dall’ex marito
Montepulciano (Siena), 14 Luglio 2017
Titoli & Articoli
Antoneta uccisa a coltellate «Non faceva più la madre» (27maOra – Corriere della Sera – 14 luglio 2017)
Era convinto che tutti i suoi mali fossero iniziati dalla separazione con Antoneta, la compagna dalla quale aveva avuto un figlio. Prima la perdita del lavoro come cuoco e poi, dopo lo sfratto dalla casa in affitto per morosità, il dolore di dover lasciare quel figlio di 9 anni (che viveva con lui) ospitato in una casa famiglia. E a poco era servito l’intervento dei servizi sociali del Comune di Montepulciano (Siena) che lo avevano sistemato in una struttura per indigenti non lontano dal bambino. Accecato dall’odio Gaetano Saccone, 56 anni, originario di Catania ma da anni residente nel Senese, ha ucciso Antoneta Balan, 42 anni, rumena, nella casa dove vivono due 80enni alle quali lei faceva da badante.
«Pensavamo a un ladro, abbiamo temuto che ci uccidesse», hanno detto le due donne ai carabinieri. Stamani Gaetano e Antoneta si sarebbero dovuti vedere in un’udienza per una causa su un affitto non pagato. Ma l’altro ieri l’uomo — che già in passato, secondo i primi accertamenti, l’aveva minacciata — l’ha raggiunta sul lavoro con la scusa di parlare, ha preso un coltello da cucina e l’ha rincorsa in corridoio colpendola con un fendente alla schiena e infierendo ancora in salotto e in camera da letto. Poi è fuggito in strada. A dare l’allarme, sotto choc, sono state le due anziane. Quando è arrivata l’ambulanza Antoneta Balan era ancora viva. Si è spenta nell’ospedale di Siena L’ex cuoco è stato rintracciato grazie al cellulare. Lo hanno chiamato i carabinieri. Lui ha risposto subito: «Sì, sono stato io l’ho ammazzata, ho fatto un disastro». Dopo una complessa trattativa si è fatto arrestare. Le ultime parole, prima di essere rinchiuso in isolamento nel carcere di Santo Spirito a Siena, sono state per il figlio. «Ora è solo, fate qualcosa per lui, vi prego». I suoi amici raccontano che da mesi era tormentato dall’idea che il figlio non riuscisse ad avere una famiglia. «Ha bisogno di un papà che lavora e di una mamma che lo accudisca». Aveva pensato di rivolgersi a una trasmissione tv tentando di abbozzare una lettera indirizzata a quella che per alcuni anni era stata come una moglie. (di Marco Gasperetti)
Uccide la moglie. I vicini: «Le urla? Come pensare a un fatto simile?» (La Nazione – 15 luglio 2017)
Sgomento in paese
Il condominio di via Duccio Galimberti, 8 è semideserto. Molte famiglie sono partite per le vacanze estive e chi è rimasto nel quartiere residenziale alle porte di Montepulciano non ha molta voglia di parlare. Edoardo Gonzi vive con la moglie sullo stesso pianerottolo dell’appartamento in cui l’altra notte Antoneta Balan è stata uccisa a coltellate dall’ex compagno Gaetano Saccone. I due coniugi aprono la porta malvolentieri: «Abbiamo già raccontato tutto i carabinieri – mettono le mani avanti –. Non abbiamo nulla da aggiungere. Certo, abbiamo sentito un urlo terribile, ma non potevamo pensare che in quella casa si stava consumando un omicidio».
Danilo Monachini abita nel condominio a fianco e ammette: «Conoscevo quella badante di vista, la vedevo di passaggio: so che assisteva due donne, una delle quali allettata. Ogni tanto si metteva in terrazza». E riguardo all’altra notte: «Ho sentito delle urla, poi sono subito arrivati carabinieri e 118. E’ la prima volta che qui succede una cosa del genere. Siamo tutti increduli».
Un’altra vicina di casa ammette: «Tre anni fa Antoneta ha lavorato anche per noi, quando abbiamo avuto bisogno in modo urgente di una badante. La chiamavamo ‘Anna’, era una persona gentile, una gran lavoratrice, non si fermava mai. Seguiva gli anziani con passione e affetto, cosa che non è scontata. Sapevamo dei problemi con il compagno e delle frequenti litigate… Non posso pensare a suo figlio, quel povero bambino: sta in una casa famiglia a Chiusi. Anna gli voleva molto bene, lavorava tanto per potergli garantire una vita dignitosa».
E poi c’era Gaetano, quell’uomo che era riuscito a farle dimenticare il primo marito, dal quale aveva avuto un figlio oggi ventenne. Con Saccone la storia era iniziata una decina di anni fa, ma i bei momenti erano durati poco. Neppure la nascita del piccolo, che oggi ha 9 anni, aveva riportato la serenità in famiglia. I problemi di lavoro di Saccone e la mancanza di soldi avevano finito per logorare il rapporto. Le discussioni tra lui e Antoneta era frequenti e riguardavano sempre le questioni economiche. Antoneta cercava di mettere da parte il più possibile per mantenere il figlioletto, ma le necessità in famiglia erano tante. Di qui la dolorosa decisione: lasciare Saccone, chiedere aiuto ai Servizi sociali del Comune per garantire al piccolo una buona sistemazione e dedicarsi 24 ore su 24 al lavoro di badante.
In questo periodo Antoneta seguiva addirittura due anziane in contemporanea. La sorella era partita per tornare in Romania e le aveva chiesto di assistere anche la nonnina che le era stata affidata. Antoneta aveva accettato senza esitazione, con la generosità che la contraddistingueva. Felice di poter aiutare la sorella a tornare a casa. Insomma, una vita fatta di sacrifici, dedicata interamente ed esclusivamente al lavoro. Ma forse per Antoneta questo era anche l’unico modo di non pensare alle tensioni con Gaetano che era stato l’amore della sua vita. L’altra notte il terribile epilogo: la lite furibonda e i fendenti, che hanno messo fine alla vita di una giovane mamma, che chiedeva solo di potersi ricongiungere al figlioletto. (di Cristina Belvedere)