Annamaria, Rossella e Cristina. Annamaria Fanelli, 43 anni, infermiera professionale, mamma. Rossella, 14 anni, e Cristina, 11 anni. Uccise a martellate dall’ex marito e padre
Quando Annamaria ha aperto la porta, l’ha tramortita con un pugno, poi l’ha trascinata in camera da letto e l’ha legata, nuda. Ha preso un martello, ha sfondato la porta a vetri della stanza delle figlie e le ha massacrate a martellate, quindi è tornato da lei e l’ha uccisa.
Enrico Brandimarte, 48 anni, primario chirurgo vascolare. Riviato a giudizio per molestie sessuali, era depresso. Suicida.
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Uccise così Annamaria Fanelli e le figlie Rossella e Cristina.
Era tornato per uccidere. A distanza di pochi giorni dalla terribile morte di Annamaria Fanelli e delle figlie Rossella e Cristina sorgono nuovi particolari che permettono di ricostruire la dinamica della follia di Enrico Brandimarte Il medico viveva in una villa di Gandoli e quella mattina si era recato verso le 6.30 presso l’abitazione in Via Gobetti dove viveva l’ex moglie insieme alle figlie. Dopo aver bussato si era fatto aprire la porta.
La lite e poi il pugno che aveva fatto perdere i sensi ad Annamaria. Le bimbe erano sveglie. Le loro valigie pronte per una gita. Il padre chiede alle figlie di recarsi in cucina e chiudersi.
Trascina Annamaria in camera da letto. La donna viene prima denudata e poi legata. Per impedirle di urlare Brandimarte le tappa la bocca con un fazzoletto.
L’uomo si dirige verso uno stanzino e prende un martello. Frantuma il vetro della porta della cucina e si accanisce, colpendo ripetutamente, le figlie. Annamaria legata al letto è impotente.
Prima di essere uccisa ha subito anche l’orrore di sentire le figlie urlare prima della morte.
Brandimarte torna da lei. La rabbia e la ferocia si sfogano anche su Annamaria. Anche dopo la sua morte.
L’uomo si è poi reciso un’arteria femorale morendo per dissanguamento.
Una ricostruzione agghiacciante quella emersa dopo le indagini dei medici legali e del nucleo investigativo dei carabinieri.
L’assassino, poi suicida, soffriva da tempo di depressione. Taranto: chirurgo uccide a martellate la moglie e le due figlie e poi si ammazza
L’uomo, Enrico Brandimarte, 48 anni, è deceduto in ospedale: si era reciso l’arteria femorale
Assassinate barbaramente, a martellate. Enrico Brandimarte, un primario ospedaliero di 48 anni ha fatto così strage della sua famiglia, prima di uccidersi recidendosi l’arteria femorale con un bisturi. Brandimarte avrebbe ucciso prima le figlie, Rossella, di 14 anni, e Cristina, di 11, colpendole al capo con un martello. Poi, avrebbe legato al letto con una corda la moglie, Anna Maria Fanelli, di 44 anni, e le avrebbe sfondato la testa con alcune martellate. Successivamente l’uomo sarebbe uscito di casa, avrebbe telefonato in ospedale per comunicare ad una collega della moglie di aver compiuto il massacro, e sarebbe rientrato nell’appartamento con l’intento di suicidarsi, che ha messo in pratica recidendosi le arterie femorali.Trovate nell’appartamento le presunte armi della strage: un martello e dei coltelli.
Brandimarte era un medico chirurgo vascolare e lavorava al nosocomio SS. Annunziata di Taranto, anche se da qualche tempo sembra che non lavorasse più a seguito della depressione. La moglie si chiamava Anna Maria Fanelli e lavorava come infermiera nello stesso ospedale del marito. Carabinieri e polizia stanno interrogando i vicini di casa. Sul posto anche il pm del tribunale di Taranto Mario Baruffa e il procuratore Aldo Petrucci.
Un violento litigio ha preceduto la strage, secondo le prime testimonianze dei vicini di casa raccolte dagli investigatori: nell’appartamento di via Gobetti erano frequenti i diverbi e le urla. Il procuratore Petrucci ha reso noto che Brandimarte soffriva di depressione.
Si terranno oggi alle 12 i funerali della donna e delle due ragazzine uccise a martellate dal loro marito e padre due giorni fa, in un appartamento della periferia di Taranto. Il 48enne Enrico Brandimarte, ha ucciso la moglie Annamaria Fanelli, infermiera professionale di 43 anni, e le due figlie di 11 e 15 anni. L’uomo faceva il chirurgo vascolare, e dopo la mattanza si è reciso le arterie femorali con un bisturi, morendo dissanguato. Era affetto da depressione, e il 27 febbraio scorso era anche stato rinviato a giudizio per molestie sessuali.