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Anna Maria Scavo, 36 anni, commessa, mamma. Uccisa e sfregiata dall’ex marito, che l’aggredisce con l’acido e le taglia le vene del collo con un temperino, coinvolgendo il figlio 14enne

Carini (Palermo), 19 Giugno 2019


Titoli & Articoli

Femminicidio a Carini, la vittima aveva denunciato le aggressioni: il video del luogo della tragedia (GdS – 15 giugno 2019)
Anna Maria Scavo, uccisa oggi nel negozio in cui lavorava a Carini dall’ex marito, si era rivolta più volte ai carabinieri della Compagnia per denunciare le aggressioni subite dall’uomo che si presentava nei pressi dell’esercizio commerciale e la minacciava perché non avrebbe accettato la fine del rapporto.  L’omicidio, però, presenta molti aspetti poco chiari. A cominciare dalla dinamica che i carabinieri stanno tentando di ricostruire.
L’adolescente, che si sarebbe trovato nell’esercizio commerciale coi genitori, viene sentito da ore dagli inquirenti. Ai militari dell’Arma, coordinati dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi, avrebbe detto che il padre, Marco Ricci, 41 anni, avrebbe reagito per difenderlo dall’aggressione della ex moglie. Una specie di legittima difesa che i carabinieri, però, stanno tentando di verificare. Il ragazzo e il padre sono in ospedale a Palermo: entrambi hanno lievi ferite da arma da taglio. La donna sarebbe morta per le coltellate inferte con un taglierino. Anche i motivi delle liti e delle tensioni tra marito e moglie sono al centro dell’indagine. L’uomo davvero non aveva accettato la separazione? Gli inquirenti stanno tentando di vederci chiaro.

L’uccisione di Anna Scavo, “Per 15 anni hai sofferto accanto ad un violento”, il ricordo dei compagni del liceo (Blog Sicilia – 16 giugno 2019)
“Era il 1997, iniziavamo il liceo. Ricordo il giorno in cui per la prima volta ho visto il tuo sorriso e sentito la tua voce. Ogni giorno per 5 anni abbiamo condiviso momenti che sono rimasti stampati nei nostri cuori. Poi le strade, come capita, si dividono. Ci siamo diplomate quando ancora whatsapp e compagnia bella non esistevano, quindi mantenere i contatti era più difficile, ma dopo anni hai iniziato a lavorare a Carini e ci siamo abbracciate come se fossimo appena uscite dall’aula in cui abbiamo svolto gli esami di maturità. Tu con la tua dolcezza, la tua genuinità, la tua timidezza. Il tuo sorriso sarà impossibile da dimenticare anche per tanti carinesi che hanno avuto modo di conoscerlo e che ti ricorderanno per la ragazza dolce ed educata che eri.
Purtroppo però il tuo sorriso, nascondeva quello che per 15 anni hai vissuto. Violenza, abusi e soprusi. Avevi accanto un orco, lo sapevi ma non riuscivi a liberartene per davvero.
Speravi che le cose sarebbero cambiate e avevi paura che avrebbe potuto fare del male a tuo figlio oltre che a te. Sapevi che sarebbe successo prima o poi, lo sapevamo tutti.
La tua, come spesso accade in questi casi, è stata una morte annunciata purtroppo. Hai smesso di soffrire anima bella. Avresti sicuramente meritato di meglio dalla vita.
Tutti i compagni della V C del Liceo Linguistico di Palermo rivolgiamo il nostro pensiero a te. Ti porteremo sempre nei nostri cuori”.

Uccisa a Carini dall’ex marito: a Palermo l’ultimo saluto ad “Annuccia” (Palermo Today – 19 giugno 2019)
Nella chiesa di San Giovanni del Lebbrosi i funerali di Anna Maria Scavo, assassinata sabato scorso davanti al figlio quattordicenne. Il ricordo della zia: “Mi ha detto ci vediamo domani, quel domani non è arrivato mai”
“Ci vediamo domani mi aveva detto sabato, ma quel domani non è arrivato mai”. Così la zia – in lacrime – racconta del suo ultimo saluto con la nipote, Anna Maria Scavo, uccisa a Carini dall’ex marito. Oggi una folla commossa ha partecipato ai funerali della 36enne nella chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi a Palermo. Sulla bara una foto della donna e la frase: “Ciao raggio di sole, è così che ti definivano tutti. Sei stata una grande guerriera, hai avuto la forza per affrontare tutto ciò con il tuo sorriso e con la tua forza hai lottato per combattere un mostro. Adesso seguirai la luce di Dio per potere riposare in pace. Ciao Annuccia”.
“Grande lavoratrice morta ingiustamente” | Video
Per l’omicidio è stato arrestato Marco Ricci, 41 anni. La tragedia si è consumata sabato pomeriggio nel negozio di calzature Ferrante di corso Italia in cui la donna lavorava come commessa. Lì dove, ricostruiscono i carabinieri, Ricci l’ha colpita a morte con un taglierino alla presenza del figlio quattordicenne. L’uomo e l’adolescente, rimasti feriti anche loro nella colluttazione, hanno raccontato la stessa dinamica. E cioè che il padre fosse intervenuto per difendere il figlio. Dinamica che però non ha convinto gli investigatori.
“Tutti la chiamavano ‘Annuccia’ – racconta ancora la zia fuori dalla chiesa – ed è cresciuta a casa mia. Nel corso della sua vita ha incontrato la persona sbagliata. Ha cercato di rimediare tenendolo a distanza, ma dopo anni di soprusi e violenze è arrivata la tragedia”. Durante la funzione decine di amici si sono stretti attorno alla madre, al fratello e alle sorelle di Anna. Lacrime unite alla rabbia. “Bastardo, bastardo”, ha urlato la cugina all’ex compagno della donna. Poi decine di palloncini bianchi e rosa sono stati fatti volare in cielo. “Ciao Annuccia, non ti dimenticheremo mai”.

Carini, omicidio Anna Maria Scavo, riflettori puntati sul rapporto padre-figlio. Stasera fiaccolata a Capaci (TeleOccidente – 22 giugno 2019)
Con una celebrazione eucaristica ed una fiaccolata, la Consulta delle Donne di Capaci, stasera ricorderà Anna Maria Scavo, la donna uccisa a Carini una settimana fa per mano dell’ex marito, alla presenza del figlio quattordicenne. La messa verrà officiata in Chiesa Madre alle 20,00, mentre alle 21, partirà il corteo che, l’organismo civico, con il sostegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Puccio,  ha voluto organizzare per manifestare vicinanza alla famiglia della vittima di femminicidio che, risiedeva nella cittadina balneare, prima di lasciare il marito e trasferirsi a Palermo a casa del padre.
Intanto, nell’ambito delle indagini sul delitto, avvenuto sabato scorso nel negozio di corso Italia in cui Anna Maria Scavo lavorava, gli investigatori stanno scavando sul rapporto padre-figlio. Marco Ricci, accusato di avere ucciso l’ex moglie, avrebbe un forte legame con il figlio che, da subito, ha fornito ai carabinieri della compagnia di Carini le stesse identiche dichiarazioni rilasciate dal padre ma che, farebbero acqua da tutte le parti.
L’acido,  le immagini delle telecamere e le testimonianze, sarebbero in antitesi con il loro racconto. Il ragazzo aveva in tasca dei soldi sporchi di sangue e degli scontrini del negozio di calzature dove  la donna è stata uccisa. Ciò vorrebbe dire che nella concitata fase dell’aggressione e della difesa, come da loro ricostruita, il giovane avrebbe avuto il tempo e la volontà di prendere il denaro.
Il medico legale nel corso dell’autopsia ha trovato lacerazioni da acido sul volo e nella gola della vittima e, nel locale è stata trovata anche una siringa con dentro la sostanza tossica. Gli investigatori non avrebbero dubbi sul fatto che sia stato Marco Ricci a portare l’acido in negozio. Lo avrebbe trasportato nel sacchetto che teneva in mano quando è stato inquadrato da una telecamera al suo arrivo in corso Italia. Voleva forse sfregiare l’ex moglie?
E cosa si sarebbero detti padre e figlio quando sono rimasti da solo nel retrobottega, davanti al corpo senza vita di Anna Scavo, prima che arrivassero i soccorsi? Interrogativi leciti a fronte dei riscontri investigativi, ragion per cui la Procura dei minori sta adesso vagliando la posizione del figlio quattordicenne che ha raccontato di essere stato difeso dall’aggressione della madre. Tra Marco Ricci e suo figlio sono uniti da un forte legame, tant’è che il minore scelse di continuare a vivere con il padre quando Anna Maria Scavo decise di lasciare il marito.
Inoltre, nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, Marco Ricci avrebbe chiesto notizie sullo stato di salute dell’ex moglie. E’ stato lui a chiamare i soccorsi dicendo che la donna stesse male. Secondo il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e i sostituti Giulia Beux e Maria Rosaria Perricone, l’uomo avrebbe recitato la propria parte fino in fondo ma, le prove raccolte avvalorano la tesi che sia stato lui  ad uccidere la donna con due profonde ferite alla gola inferte con uno dei tre taglierini trovati sul pavimento e nelle sue tasche.

 


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