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Ana Maria Stativa, 30 anni, prostituta, mamma. Uccisa da un cliente abituale con un colpo di pistola alla nuca

Bologna (Emilia Romagna), 26 Marzo 2017


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Omicidio di via Varthema, ossessionato da Ana Maria: ‘Lei aveva paura’ (Bologna Today – 27 marzo 2017)
La frequentava da oltre 7 anni e si era invaghito, aveva capito di essere solo un un buon cliente, così le aveva bucato le gomme dell’auto e aveva iniziato a seguirla
6 minuti. E’ quanto è rimasto l’assassino a casa di Ana Maria Stativa, la 30enne trovata sabato nella sua abitazione di via Varthema. Un omicidio lampo e una cattura altrettanto veloce portata a termine dalla 3a Sezione della Squadra Mobile guidata da Elena Jolanda Ceria e coordinata dal pm Roberto Ceroni.
Un’ossessione quella di Francesco Serra, 55enne originario di Parma, residente a Cereglio di Vergato, per la giovane prostituta che frequentava regolarmente ogni settimana da oltre 7 anni e alla quale lasciava 100 euro anche solo per parlare e stare in sua compagnia. Ma mentre lui agli inquirenti ha parlato di “sentimento”, per lei era solo un buon cliente.
Non sopportava che si allontanasse, non riusciva a comprendere perché lei volesse tornare nel suo paese, la Romania, nel periodo di Pasqua, dove vivono i suoi due figli e la madre, e soprattutto non sapeva dell’esistenza di un “fidanzato”, il connazionale che ha trovato il corpo e che ieri mattina è uscito di casa per lasciarla sola e ricevere l’habitué.
LA CATTURA. Serra, separato con un figlio che non vede mai, di professione meccanico, è un solitario, con poca vita sociale, è stato immortalato dalle telecamere installate nella via, poi in stazione a Bologna e poi in quella di Vergato, dove è stato fermato mentre aspettava un pulman diretto a Cereglio. Non ha opposto resistenza e più tardi ha ammesso le sue responsabilità in modo lucido. Al seguito lo stesso zaino rosso che aveva quando è arrivato a casa di Ana Maria che conteneva uno dei due cellulari della vittima e due proiettli calibro 22 dell’arma utilizzata per ucciderla: una pistola per abbattere i maiali, prestatagli da un conoscente allevatore, totalmente estraneo ai fatti, e che è stata fatta trovare dallo stesso Serra in un cassetto di casa. Non sono state trovate invece le chiavi dell’appartamento della donna che, per sua stessa ammissione, avrebbe gettato via, sparpagliandole.
L’OMICIDIO. Si sentiva sfruttato e tradito da quella giovane che sperava presto o tardi di conquistare, ma che per lui “non aveva mai tempo” come ha riferito durante l’interrogatorio. Non era la prima volta che entrava nell’appartamento di via Vathema con l’arma che sabato ha deciso di usare: attento a non lasciare impronte, si è recato in bagno, poi l’ha raggiunta in cucina. La donna gli dava le spalle, era seduta su una sedia, così le ha sparato alla nuca. Il corpo della 30enne è stato trovato riverso a terra in posizione prona e sotto di lei il telefono che usava per “lavoro” e che lo ha incastrato. Serra credeva di averlo portato via, ma lo ha confuso con quello privato, rinvenuto nello zaino. STALKING. Il fidanzato di Ana Maria Stativa sapeva tutto di Serra e ha riferito che la donna aveva iniziato ad aver paura di lui: in occasione di un viaggio in Romania, le aveva bucato le gomme dell’auto. Il killer, ormai consapevole di essere solo un cliente, ha a sua volta ammesso di averla seguita e di aver controllato i suoi spostamenti, nonché il costo dei biglietti aerei per la Romania che, da quanto ha detto agli inquirenti, lei “gonfiava” e che lui le avrebbe pagato più di una volta. 


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