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Alessia Partesana, 29 anni, operatrice in una casa di riposo, mamma. Uccisa dal compagno con 31 coltellate

Bée (Verbania Cusio Ossola), 24 Dicembre 2016


Titoli & Articoli

Alessia Partesana e Marco Tacchini, coppia felice a Bee. E su Facebook… (Blitz – 24 dicembre 2016)
Viveva da pochi mesi a Bee, in una elegante palazzina a tre piani sulla collina di Verbania, Alessia Partesana, la 29enne uccisa nella notte dal compagno, Marco Tacchini di 33 anni, che dopo un tentativo di fuga ha chiamato i carabinieri e ha confessato. L’uomo è stato fermato. Secondo i vicini di casa la vittima e il convivente erano “una coppia tranquilla, all’apparenza serena”. Difficile dunque capire cosa abbia fatto scattare il raptus dell’uomo, anche se dietro all’omicidio sembrano esserci motivi passionali.
“Voleva lasciarmi e non riuscivo a sopportarlo”, avrebbe detto ai carabinieri l’uomo, che dopo avere vagato per alcune ore ha chiamato il 112. “L’ho uccisa, ho ammazzato la mia fidanzata”. In casa dormiva la loro figlia, cinque anni appena.
L’appartamento in cui la donna è stata accoltellata, pare più volte, è stato posto sotto sequestro. L’omicidio ha destato sensazione nel piccolo paese sulle colline del Lago Maggiore. “Ci sono cose che non si riescono neppure a immaginare – commenta il sindaco di Bee, Alessandro Borella – Per come li conoscevo io, era una coppia gioviale, educata; si era inserita bene. La nostra comunità è sconvolta, è una giornata triste”. Alessia lavorava in una casa per anziani, Marco Tacchini fa il grafico.
L’ultima foto postata su Facebook, lo scorso 13 dicembre, la ritrae mentre dà un bacio alla figlia di 5 anni, in testa a entrambe un cerchietto con dei Babbi Natale. Nulla che possa far pensare alla tragica fine di Alessia. Sono tanti i messaggi di cordoglio che in queste ore stanno riempiendo la timeline del suo profilo Facebook: “Riposa in pace e veglia sulla tua piccola”, “spero che la tua bimba stia coi nonni”, “ciao Ale”.

Alessia, uccisa dal compagno: “colpa” di un viaggio prima di Natale (Today – 25 dicembre 2016)
Il corpo della 29enne trovato in un lago di sangue nel suo appartamento: era tornata l’antivigilia di Natale da un breve viaggio. Con lei, in casa, la sua bimba di 4 anni. Il compagno fermato dopo l’omicidio: era convinto che lei volesse lasciarlo.
Era tornata il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale, da un breve viaggio di tre giorni. Una volta rientrata nella sua abitazione di Bee, sulle colline che sormontano il Lago Maggiore, è iniziata una furibonda lite con il suo compagno, Marco Lopez Tacchini, 33 anni.Alessia Partesana, 29 anni, è morta a causa delle coltellate ricevute dalla persona che diceva di amarla davanti alla sua bambina di 4 anni. A trovarla, in casa, la mattina della vigilia di Natale sono state le forze dell’ordine.
Alessia e Marco aveva litigato, per l’ennesima volta, a causa di quel breve viaggio: lui era convinto che lei volesse lasciarlo. La loro bambina dormiva. Al culmine del litigio, lui ha preso un coltello da cucina e l’ha uccisa con una trentina di coltellate alla schiena.
“Voleva lasciarmi”. Con queste parole Tacchini ha provato a motivare il raptus che lo ha portato a uccidere la sua compagna ai carabinieri del comando provinciale di Verbania. Dopo il delitto è stato l’uomo a chiamare i carabinieri che, quando sono arrivati in casa, hanno trovato la ragazza ormai morta nel soggiorno. Marco Tacchini è stato poi fermato, la mattina della Vigilia di Natale, alla guida della sua auto, ancora ricoperto di sangue, dopo essersi allontanato dal luogo del delitto.
La figlia di Alessia e Marco, per fortuna, non si sarebbe accorta di niente. Dormiva. Aspettava Babbo Natale.
Ora il tribunale dei minori di Torino ha dato il via libera al trasferimento della piccola, almeno per il momento, a casa dei nonni materni: nelle prossime settimane la decisione sull’affidamento. 

Omicidio sulle colline di Verbania: Alessia uccisa con trenta coltellate. Il compagno è in carcere a Pallanza (La Stampa – 26 dicembre 2016)
Mentre nelle case degli altri bambini Babbo Natale stava per portare i doni, nella sua il papà ha ucciso la mamma. Con trenta coltellate.
La tragedia si è consumata all’alba della Vigilia di Natale a Bée, piccolo centro sulla collina di Verbania. Tutti dormivano in paese, compresa la figlia, quando Marco Lopez Tacchini, 33 anni, ha ucciso la compagna Alessia Partesana, 29. Erano da poco passate le 4: la piccola di quattro anni era nel lettino in camera e non si è accorta di nulla. Il dramma è avvenuto nella cucina/soggiorno.
Secondo la prima ricostruzione la donna era rientrata in casa poche ore prima – un bell’appartamento in una palazzina di nuova costruzione con vista sul Lago Maggiore – dopo un viaggio in Ungheria. Ad attenderla l’uomo, con il quale il rapporto era difficoltoso da tempo, e la figlioletta. La causa scatenante dell’aggressione sarebbe la gelosia.
LE DUE CHIAMATE AI CARABINIERI. Una prima chiamata al 112 è arrivata alle 4,50 e diceva che era in corso una lite familiare. Mentre dalla centrale parte l’indicazione alla pattuglia di raggiungere Bée, ecco un’altra telefonata: «Ho fatto una cazzata»Via radio scatta l’allarme e vengono inviate tutte le pattuglie disponibili dei carabinieri, intanto lui sale sulla sua auto e percorre la strada in senso inverso, si dirige a Intra, chiama di nuovo il 112 e alle 5,20 suona, tutto insanguinato alla porta del comando provinciale dell’Arma. Nel frattempo la figlia continua a dormire, mentre la mamma è riversa sul pavimento con il maglione che in parte copre i segni delle coltellate, tante, inflitte con una lama da cucina lunga venti centimetri.
In paese descrivono Tacchini come una persona possessiva che non ha mai accettato la decisione della donna di allontanarsi. L’ultima lite, prima che lei uscisse di casa per prendere servizio all’istituto Opera Pia Uccelli di Cannobio, è degenerata.
Ma Alessia non ha potuto difendersi, o forse stava cercando disperatamente di fuggireÈ stata colpita alle spalle con violenza: una, dieci, venti, trenta volte. Nessuno si è accorto di nulla: probabile che il primo fendente sia stato quello letale.
LA RELAZIONE SENTIMENTALE ERA DIVENTATA TRAVAGLIATA Nell’ultimo periodo la relazione sentimentale era diventata travagliata: lui in perenne ricerca di un lavoro che gli andasse bene, lei che non ce la faceva più a sopportarlo. Residenti di Bée raccontano di un’accesa lite qualche settimana fa, in cui Tacchini avrebbe alzato le mani sulla compagna.
L’omicida, che ha confessato anche davanti il magistrato, è nato a Buenos Aires, ma era da decenni in Italia, venuto con la madre, Lopez di cognome. Il padre è italiano, ma assente nella sua vita anche se a un certo punto l’ha riconosciuto tanto da indurlo a portare entrambi i cognomi. Con la morte della madre Tacchini era rimasto solo. Aveva trovato una compagna in Alessia Partesana: una figlia insieme, una convivenza prima ad Arizzano e poi a Bée.
Mentre il paese ancora dormiva i carabinieri erano nell’appartamento e in cortile per i rilievi coordinati dal pm Nicola Mezzina. All’inizio c’erano solo i pochi occhi gonfi di pianto dei dirimpettai. Poi è sorto il sole, la voce si è sparsa veloce e le persone hanno iniziato a uscire di casa. Tutte al Cinni bar, il ritrovo del paese, per una spiegazione che non può e non potrà arrivare. .
«ERA UN RAGAZZO TORMENTATO»  Racconta una vicina: «Era un ragazzo tormentato, non si dava pace. Mi chiedeva di continuo cosa doveva fare, scriveva messaggi dicendo che non ce la faceva più, che stava male. Gli avevo consigliato di farsi aiutare, gli avevo fornito i nomi di associazioni che potevano sostenerlo, non so se ci sia andato. In questo periodo era fuori di sé, non riusciva a ragionare»Qualcuno arriva a definirlo un «matto», un ragazzo «che doveva curarsi perché aveva perso la ragione». Altri dicono che era «un tipo un po’ particolare». Un «perenne disoccupato» che lavoricchiava nel campo dell’informatica ma non aveva un impiego fisso.
Alessia aveva anche una figlia più grande, che non viveva con lei da tempo. Per la piccola, invece, si apre una fase delicatissima: alla Vigilia di Natale ha perso per sempre la mamma e il papà è in una cella del carcere di Pallanza, dove resterà a lungo. Sabato mattina è stata affidata alle cure del nonno materno, che si occuperà di lei.

L’autopsia conferma: Alessia uccisa dal compagno con 31 coltellate alla schiena (Verbano24 – 27 dicembre 2016)


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