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Alessandra Madonna, 24 anni, ballerina. Uccisa dal suv dell’ex fidanzato

Mugnano (Napoli), 7 Settembre 2017

 


Titoli & Articoli

Muore a 24 anni trascinata dall’auto dell’ex. Gli amici: “Non si rassegnavano alla fine del loro rapporto” (la Repubblica – 9 settembre 2017)
Si chiamava Alessandra la ragazza morta dopo una lite con l’ex fidanzato. Si è aggrappata al finestrino dell’auto del compagno dopo una discussione degenerata a Mugnano in via Pavese. Ballerina, 24 anni appena compiuti, la vittima era di Napoli ed era appena tornata da una vacanza all’estero. Sul suo profilo Facebook gli scatti delle sue passioni: gli amici, la danza e i viaggi. La bacheca è ora invasa dai post disperati degli amici della ragazza, ancora increduli
Morire a ventiquattro anni. Dopo una lite con l’ex. La vita di Alessandra Madonna, una splendida ragazza che amava i viaggi e il ballo, si è spezzata alle tredici e trenta di ieri nell’ospedale di Giugliano dove era stata ricoverata, già in condizioni disperate, durante la notte. Una tragica vicenda che stava avendo ulteriori gravi conseguenze perché nel pomeriggio di ieri la mamma della vittima, straziata da un inconsolabile dolore, voleva farla finita. Così si è chiusa nella sua auto, una Matis, con una bombola di gas. Solo l’intervento di due passanti ha evitato il peggio per la donna.
Ancora in itinere l’esatta ricostruzione dei fatti che ha portato alla morte di Alessandra. Come resta da definire esattamente la posizione del suo ex, Giuseppe Varriale, 24 anni, subito arrestato e messo ai domiciliari dai carabinieri per lesioni gravissime ma che adesso potrebbe vedere aggravarsi la sua situazione: in queste ore la Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco, sta infatti valutando se attribuire al giovane il reato di omicidio volontario.
Teatro di tutto questo una strada di Mugnano che si chiama I traversa via Cesare Pavese. Il luogo dove vive Giuseppe Varriale, che stava rincasando dopo una notte in discoteca a Giugliano, attorno alle tre e mezza della notte. Lì è avvenuto il diverbio che poi ha generato la morte di Alessandra. Unici testimoni, il suo ex e la povera giovane. Agli investigatori il compito di ricostruire esattamente l’accaduto.
Di certo si sa che Alessandra è rimasta attaccata all’auto del suo ex, dalla portiera opposta a quella di chi era alla guida, probabilmente ad altezza finestrino, e che è stata trascinata sino a battere violentemente la testa sull’asfalto. Un impatto fatale. Lo stesso Giuseppe ha poi portato con la sua auto Alessandra in ospedale a Giugliano dove però non è stato possibile fare molto viste le condizioni in cui è arrivata.
Il giovane, come detto, è stato fermato dai carabinieri. Ai militari ha negato di aver volutamente accelerato con la sua auto mentre Alessandra era attaccata al finestrino e si è difeso fornendo un’altra versione dei fatti. Secondo quanto raccontato dal ventiquattrenne i due si erano incrociati nella notte a Giugliano in discoteca e poi, tornando a casa, lui aveva notato la macchina di Alessandra che era scesa per parlargli (dettaglio confermato dall’Arma, la macchina della donna si trovava lì).
Ma da subito la discussione si era trasformata in un litigio. I due si erano lasciati un anno fa, e, secondo quanto dice il ragazzo, lei lo aveva cercato per tornare assieme. Ieri notte, l’ennesima discussione. Varriale nega che Alessandra Madonna sia salita in macchina, ma su questo il suo racconto non convince chi indaga: ad un certo punto la portiera dal lato del passeggero deve essere stata aperta anche perché nel luogo in cui la ragazza è rovinata al suolo dopo essere stata trascinata dalla vettura, sono stati trovati frammenti di una cintura femminile.
Giuseppe Varriale ha anche detto di non essersi accorto che stava trascinando il corpo di Alessandra Madonna, dopo aver rimesso in moto la sua auto, e di essersi fermato solo dopo aver avvertito un forte rumore e soltanto a quel punto di essersi accorto dell’accaduto e di aver soccorso la 24enne portandola in ospedale. Una versione, come detto, tutta da verificare. Decisivo il lavoro dei carabinieri, di concerto a quello dei magistrati della Procura di Napoli Nord.
In lacrime, all’ospedale di Giugliano, amici e parenti della vittima. “Avevano rotto il loro rapporto – dice una ragazza con jeans e maglietta verde – ma forse nessuno dei due si rassegnava. Alessandra lavorava in un locale dalle parti di Licola. Non so come sia andata veramente, ma non doveva finire così”. Più in là c’è Roberta, tra le sue migliori amiche. Avevano in comune la passione per la danza. Frequentavano lo stesso centro. Ci sono anche i suoi genitori che l’hanno accompagnata da Melito a Giugliano. Conoscevano bene i familiari di Alessandra per essersi incrociati in tanti appuntamenti dove le figlie si esibivano danzando. Roberta non parla, piange. Più in là due donne, parenti di Alessandra, non credono alla versione raccontata da Giuseppe ai carabinieri: “Meriterebbe l’ergastolo per quello che ha fatto”.

Omicidio stradale: lo strano incidente che ha ucciso Alessandra Madonna (Le Iene – 17 febbraio 2019)
Giuseppe Varriale è stato condannato a 4 anni e 8 mesi per l’omicidio stradale in cui è rimasta uccisa la sua ex Alessandra Madonna. Ma cos’è successo veramente? Nina Palmieri ripercorre i fatti di quella tragica notte
Alessandra Madonna e Giuseppe Varriale avevano avuto una relazione burrascosa e continuavano a sentirsi. La notte del 7 settembre 2017 dopo un incidente in auto, Giuseppe la porta al pronto soccorso. Alessandra morirà nove ore dopo e Giuseppe sarà condannato a 4 anni e 8 mesi per omicidio stradale.
Cos’è successo quella notte? Nina Palmieri ripercorre i fatti. Il 7 settembre 2017 Alessandra lavora in un locale, Giuseppe si presenta e flirta con una ragazza davanti a lei. Poi escono praticamente alla stessa ora, sembrano seguirsi con le auto, come per incontrarsi, e Alessandra gli manda dei messaggi. Nelprimo racconto di Giuseppe subito dopo la tragedia, il ragazzo racconta di essere arrivato davanti al cancello del suo condominio, dove trova Alessandra. Lei gli avrebbe chiesto spiegazioni sulla loro relazione, si sarebbe aggrappata al finestrino e poi sarebbe caduta a terra.
Ma Giuseppe nella seconda versione data agli inquirenti cambia il racconto dei fatti e dice che dalla macchina aveva sentito solo il rumore dei tacchi di lei e che successivamente ha trovato Alessandra a terra. Non menziona più il finestrino. Dalle analisi fatte dopo l’incidente si scopre che Giuseppe aveva un tasso alcolemico quasi superiore al doppio di quello consentito dal Codice della strada. Alessandra è morta dopo nove ore dall’incidente.
Secondo la versione della sentenza di primo grado, Alessandra si sarebbe aggrappata al finestrino dell’auto, e dopo la brusca accelerazione di Giuseppe avrebbe sbattuto contro una macchina parcheggiata, rompendosi otto costole. Ed è cadendo a terra che avrebbe subito il trauma cranico.
Giuseppe è stato condannato per omicidio stradale a quattro anni e otto mesi, senza l’aggravante della guida in stato di ebbrezza.
Ma le conclusioni del giudice non hanno considerato le ecchimosi sulla gamba sinistra di Alessandra, che potrebbero invece corrispondere all’urto dell’auto di Giuseppe con la ragazza. I genitori di Alessandra Madonna vanno avanti, perché vogliono ottenere verità e giustizia su quella notte. (VIDEO)

Sentenza definita “ingiusta”: la madre di Alessandra Madonna cerca di suicidarsi (Napoli Today – 27 novembre 2018)
Dopo la lettura della sentenza, che condanna l’ex fidanzato della ballerina uccisa a 4 anni di carcere, la madre di Alessandra Madonna ha cercato di lanciarsi da una finestra del Tribunale di Napoli Nord. Fermata in tempo
Amarezza e tanta rabbia dopo la lettura della sentenza che condanna a 4 anni Giuseppe Varriale, imputato per l’omicidio di Alessandra Madonna, 24enne ballerina di Melito con cui Varriale era fidanzato fino alla morte della giovane, avvenuta nel settembre 2017. Secondo il Giudice del Tribunale di Napoli Nord, Varriale non avrebbe ucciso volontariamente Alessandra Madonna ma sarebbe da condannare per omicidio stradale. Da qui la riduzione, netta, rispetto alla richiesta di 30 anni che era stata avanzata dal Pubblico Ministero.
Alla lettura della sentenza la madre della giovane avrebbe urlato “L’avete uccisa due volte” e avrebbe poi tentato il suicidio provando a lanciarsi da una delle finestre del Tribunale di Napoli Nord. La donna sarebbe stata fermata in tempo da agenti della Polizia Penitenziaria.


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