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Volodymir Havrylyuk, 44 anni, operaio, padre. Uccide la moglie e la figlia di 4 anni a colpi d’ascia, poi si suicida

Licola (Napoli), 9 Gennaio 2016


Titoli & Articoli

Uccide moglie e figlia (4 anni) a colpi d’ascia, poi muore in ospedale: tragedia nel Napoletano (Leggo – 10 gennaio 2016)
«Ho fatto un guaio», così ha detto al suo datore di lavoro, quando ha aperto la porta dell’abitazione realizzata a meno di 100 metri dalla riva, le vecchie cas delle vacanze a Licola costruite negli anni Sessanta. L’uomo, un ucraino, ha ucciso la moglie e la figlia tentando poi il suicidio: morirà diverse ore dopo in ospedale. Volodymir Havrylyuk, 44 anni, era coperto di sangue, la gola tagliata. Il titolare ha sbirciato dietro la porta e ha visto un mare di sangue. A terra Katia, 4 anni, la moglie del suo dipendente Marina, 30 anni. Il datore di lavoro ha subito telefonato ai carabinieri: «Correte in via Licola Mare, altezza Hotel Panorama, c’è una strage. Dentro una casa sulla spiaggia, vi aspetto fuori, vi indico dov’è».
Orribile la scena che si è presentata ai militari arrivati dopo qualche minuto sul posto: sangue in tutta la casa. Havryluyuk è stato adagiato su un’ambulanza e portato di corsa al pronto soccorso del vicino ospedale di Pozzuoli, che dista sette chilometri. Ora lo stanno medicando e sarà ascoltato dagli inquirenti. A chi gli sta vicino continua a ripetere: Ho fatto un guaio. Via Licola Mare evidenti in segni del raptus: l’uomo avrebbe colpito follemente con un’ascia, dopo l’ennesima lite con Marina. Subito dopo ha tentato di togliersi la vita, senza però riuscirci. La gente del posto è sotto choc: “Ma quello lì era un bravo ragazzo, comì’è possibile?“, si chiede un anziano. Sul posto i militari per i rilievi scientifici, ancora un’ambulanza. La casetta è al primo piano. I carabinieri sono all’interno. Sulla ricostruzione dell’efferato omicidio se ne saprà di più nelle prossime ore.
SEQUESTRATI COLTELLO E ASCIA I Carabinieri che indagano sul duplice omicidio di una 30enne e della figlia di 4 anni a Giugliano in Campania (Napoli) hanno sequestrato sul posto un coltello e un’ascia, possibili armi utilizzate dal 44enne marito e padre delle due vittime per ucciderle e poi tentare il suicidio, procurandosi tagli alla gola. L’uomo è ricoverato nell’ospedale di Pozzuoli non in pericolo di vita ed è in stato di fermo.
CC ASCOLTANO FAMILIARI VITTIME Sono stati condotti nella caserma dei carabinieri di Lago Patria, per essere ascoltati, due familiari della donna ucraina e della figlioletta uccise nella loro abitazione di Licola, sul litorale di Giugliano. Si tratta del fratello e della cognata di Marina Havrylyuk. Per ricostruire le cause scatenanti del raptus i militari sentiranno anche l’omicida, ricoverato nell’ospedale di Pozzuoli per le ferite che si è inflitto dopo aver ucciso moglie e figlia. L’uomo non è in pericolo di vita. «Era un padre premuroso. Non può aver fatto una cosa del genere», continuano a sostenere, increduli, i vicini di casa della famiglia. La piccola Katia aveva problemi di udito e da sempre il padre, dicono i vicini, si preoccupava di garantirle tutte le cure necessarie. La famiglia di ucraini era regolarmente immigrata in Italia. Resta da accertare quando sia avvenuto il duplice delitto. I vicini dicono di non aver sentito nulla. Sarà l’esame medico legale ad accertare l’ora del decesso delle due vittime.

Strage in famiglia in provincia di Napoli. Padre uccide moglie e figlia e si toglie la vita: “Ho fatto un guaio” (La Repubblica – 9 gennaio 2016)
Una donna e una bambina, di appena quattro anni, ucraine, sono state uccise a colpi d’ascia a Licola, nel comune di Giugliano, in provincia di Napoli. E’ stato il padre della piccola, Volodymir Havrylyuk, che, dopo aver ucciso la moglie (che aveva 30 anni) Marina e la figlia, Katia, si è ferito alla gola ed è stato trovato in tarda mattinata in fin di vita riverso sul pavimento dell’abitazione, in una pozza di sangue. “Ho fatto un guaio” ha detto al suo datore di lavoro che l’ha trovato stamattina.
Volodymir Havrylyuk,  un ucraino di 44 anni, è morto nel pomeriggio  in ospedale a Pozzuoli a causa delle ferite da arma da taglio alla gola, che si è autoinferto. Il fatto è accaduto in un appartamento di via Licola Mare. L’ucraino lavorava in un vivaio, il cui titolare, non vedendo arrivare stamane l’uomo, si è recato a casa sua per capire cosa fosse successo. Qui ha scoperto l’accaduto.
Ancora da ricostruire i motivi del raptus omicida. Sull’episodio indagano i carabinieri, che hanno sequestrato sul posto un coltello e un’ascia, possibili armi utilizzate dal 44enne marito e padre delle due vittime per ucciderle e poi suicidarsi. La coppia, secondo quanto raccontano alcuni vicini, si era trasferita da un paio d’anni a Licola, dove vivono anche alcuni loro parenti. “Lui lo vedevo uscire di buon mattino – dice Franco, il guardiano di un vicino cantiere – e qualche volta si tratteneva con me per fumare una sigaretta. Un tipo tranquillo, una famiglia come tante altre. Non li ho mai sentiti litigare. Anche lei era una bravissima persona, molto discreta”


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