Vincenzo Zarba, 63 anni, pensionato, padre e nonno. Uccide la moglie a coltellate e con una mazzetta, poi si impicca
Brugherio (Monza), 26 Gennaio 2014
Titoli & Articoli
Dramma della gelosia a Brugherio, accoltella la moglie e si impicca: “Mi ha tradito” (il Giorno – 26 gennaio 2014)
Tragedia in via Bindellera, a Brugherio (Monza). Un giovane di 39 anni, rientrando a casa, ha trovato i genitori morti: prima la mamma, accoltellata nell’appartamento, poi il padre, impiccato in una delle cantine del palazzo. Sul caso stanno indagando i carabinieri, che ipotizzano un omicidio-suicidio. Sul posto, via Bindellera, una zona residenziale non lontano dall’autostrada A/4, si trovano i militari di Milano e Monza, che stanno procedendo ai rilievi. Il figlio della coppia ha scoperto ciò che era accaduto intorno alle 11, andando a trovare i suoi: la mamma aveva 56 anni, il padre 63. Secondo le prime indagini sarebbero da ricercare in un’accesa gelosia le ragioni della tragedia: nelle cantine della palazzina dove e’ stato trovato il corpo del marito, e’ stato lasciato in vista un biglietto con la spiegazione del gesto. Poche righe, secondo indiscrezioni di agenzia, con una serie di invettive nei confronti della compagna accusata di ‘tradimento’.
È geloso: la uccide e s’impicca. Tragedia nella coppia modello (il Giornale – 27 gennaio 2014)
Sempre insieme, sempre innamorati, nella tranquilla casa in Brianza. Lui lascia un biglietto: “Mi tradiva”. Ma forse era tutto nella sua testa
Ha ucciso la moglie e poi si è impiccato, logorato da una gelosia che, forse, non aveva motivo di esistere. È l’ennesimo dramma in famiglia dove per la paura di essere lasciato o tradito, un uomo colto da raptus ha impugnato un’arma, ha spezzato la vita alla sua compagna e poi si è ucciso a sua volta. Solo nel 2013 sono state 130 le donne uccise da ex compagni, innamorati respinti e mariti. La tragedia nella tragedia, in questo caso, è che a trovarli cadavere è stato il figlio della coppia. Una villetta immersa dal verde, un gazebo in fondo al giardino e giochi per bambini sul prato anteriore, il tutto circondato da siepi che si fondono in arco sul cancello d’ingresso. Lo scenario ideale per una vita perfetta, quella di una famiglia modello da pubblicità, che invece si è trasformato nel set di una tragedia con la duplice morte di due persone, scatenata da un raptus di gelosia. È accaduto tutto presumibilmente nella notte tra sabato e domenica, in una signorile villetta bifamiliare a Brugherio, in Provincia di Monza e Brianza, alle porte della terra un po’ sbeffeggiata nell’ultimo film di Virzì.
Vincenzo Zarba, 63enne ex piccolo imprenditore edile di origine siciliana, ci viveva con la moglie Lucia Bocci, casalinga di 56 anni. Secondo i racconti dei vicini di casa della coppia, da quando i loro due figli, Marco di 40 anni e Manuela di 35, hanno lasciato «il nido», i due genitori conducevano una vita da tranquilli pensionati, spesso in compagnia del loro nipotino. Qualcosa però, ad un certo punto, deve essere andato storto e nel ménage di coppia si è fatta strada la gelosia, culminata nella mattanza di sabato notte. Vincenzo Zarba ha aggredito sua moglie in camera da letto, forse mentre stava dormendo, colpendola ripetutamente all’addome con un coltello da bistecca, per poi finirla con un violento fendente alla testa, utilizzando una mazza da carpentiere. Sceso in cantina, l’uomo ha scritto un biglietto nel quale avrebbe accusato la moglie di tradimento e poi si è impiccato con del fil di ferro.
Verso le 11 di domenica mattina, dopo aver provato a raggiungerli al telefono, il figlio maggiore della coppia è entrato nella villetta di famiglia ed ha trovato sua madre morta in camera da letto, riversa in una pozza di sangue. Sotto shock e senza nemmeno avere il tempo di cercare il padre, il 40enne ha telefonato al 112 per chiedere aiuto. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Monza e della Squadra Rilievi di Milano, che hanno rinvenuto il corpo del 63enne in cantina, il messaggio d’addio e le due armi del delitto utilizzate per uccidere Lucia Bocci. Secondo indiscrezioni, a casa erano noti gli screzi tra le due vittime, a causa della gelosia del marito verso la moglie. Una gelosia che, però, forse non aveva alcun fondamento. «Era una gran bella donna, ma una signora tranquilla – dichiara un vicino di casa – e mi sa che lui era geloso perché non la lasciava mai sola. Uscivano sempre insieme. A me sembrava si volessero un gran bene». L’amore, a volte, non basta.
Omicidio-suicidio a Brugherio: “Lucia era una bella donna ma viveva solo per i nipotini, assurdo essere gelosi di lei” (il Giorno – 28 gennaio 2014)
Una città attonita, quasi pietrificata, dal dolore di una tragedia privata e incomprensibile. Così si presentava ieri Brugherio, all’indomani della macabra scoperta che domenica mattina Marco Zarba, 39 anni, ha fatto nella villetta dei suoi genitori Vincenzo, muratore in pensione di 63 anni, e Lucia Bocci, casalinga 56enne, in via Bindellera 33. Il corpo della mamma ancora in pigiama in camera da letto, straziato da una ventina di coltellate all’addome e da un colpo in testa e quello del padre impiccato nel garage con un filo di ferro. Omicidio-suicidio. Una tragedia che nessuno, e tantomeno Marco Zarba, impiegato, immaginerebbe mai di vivere e che è assurda anche per chi conosceva la coppia di pensionati e per i vicini di questo quartiere di villette costruito meno di vent’anni fa a ridosso di viale Lombardia.
Manuela Zarba, la figlia minore della coppia, è sconvolta e arrabbiata col mondo. Chiusi nel loro dolore anche Marco, che viveva in un condominio a pochi metri da quella villetta, e poi Giuseppe Bocci, il fratello della povera Lucia, e la sorella Maria che aveva sposato proprio un fratello di Vincenzo Zarba, Giuseppe. Ma l’evento che molti brugheresi hanno appreso dalla tv, ha lasciato attonito persino il primo cittadino, Marco Troiano, accorso in via Bindellera poco dopo che si è saputo dell’accaduto: «Mi sembra che in tragedie come queste, le famiglie abbiano il diritto a fare in modo che cali subito il silenzio su questioni tanto personali – ha commentato -. Certo, è un fatto che inevitabilmente coinvolge la comunità. Perché ci chiedono di vivere questi tempi, nei quali tutti tendiamo a isolarci, in maniera diversa, cercando per quanto possibile di darsi una mano a vicenda, anche per far emergere situazioni difficili che si vivono tra le mura di casa». In effetti i vicini di via Bindellera anche ieri non hanno voluto commentare.
«Li conoscevo poco, solo qualche volta venivano qui – ha detto il titolare del bar ai Due Pini, quello più vicino alla casa, sotto i portici di viale Lombardia –: so che lui prima aveva una ditta in società con un altro, poi si è messo in pensione e forse da allora ha incrementato la sua gelosia…». La gelosia, secondo gli stessi carabinieri che hanno trovato un biglietto nel quale in maniera confusa Vincenzo Zarba dava una spiegazione del motivo per cui aveva ucciso la moglie e poi si era tolto la vita, sembra essere stato il fattore scatenante. «Lei era una bella donna – conferma un avventore del bar che conosceva la famiglia – ma non c’era nessun motivo perché lui potesse essere geloso: ogni giorno Lucia andava a prendere i nipotini e li portava ai giardinetti, era una brava donna».
Una cosa è certa: ieri in molti locali e negozi della città non si parlava d’altro. «Loro non erano conosciutissimi: ho saputo che si erano trasferiti qui da Sesto San Giovanni», ha detto l’edicolante del centro commerciale Kennedy nel cui bar alcuni hanno detto di vedere la signora Lucia Bocci ogni tanto. La domanda che molti si fanno riguarda però la natura gelosa del carattere di Vincenzo Zarba, originario della provincia di Enna, nei confronti di una moglie bella e curata. «Mio padre era una brava persona ma era diventato troppo possessivo nei confronti della mamma, anche se non ne aveva motivo», avrebbe confermato il figlio Marco ai carabinieri. I pareri e le voci sono discordanti. C’è chi dice che «non si sentivano mai litigare, erano educatissimi» e chi invece conferma che «ultimamente lui le urlava spesso contro». (di Laura Marinaro)