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Vincenzo Garzia, 47 anni. Uccide la compagna a calci e pugni, ma la porta in ospedale riferendo un vecchio incidente stradale. Condannato a 16 anni di reclusione e 2 di libertà vigilata

Casavatore (Napoli), 14 Maggio 2020


Titoli & Articoli

“Sono calcoli”, ma Lucia Caiazza muore poco dopo. “Lesioni compatibili con calci e pugni” (Fan Page- 21 maggio 2020)
Lucia Caiazza, mamma di due figlie di Arzano è stata ricoverata in ospedale lo scorso 12 maggio con forti dolori addominali. “Sono colo calcoli renali”, aveva rassicurato la figlia, ma è morta poche ore dopo. I medici hanno riscontrato gravissime lesioni interne compatibili con un ‘calcio, un pugno o una caduta’. Il compagno: “Mai toccata, da me solo baci e carezze”.
“Sono solo calcoli”, aveva detto alla figlia, ma è morta poche ore dopo con la milza spappolata e gravissime lesioni interne. È la storia di Lucia Caiazza, mamma di due figlie morta lo scorso 12 maggio all’ospedale di Frattamaggiore per le conseguenze di un gravissimo trauma. Oltre alle importanti lesioni che ne hanno causato la morte, l’autopsia effettuata sul corpo di Lucia, ha rilevato anche un setto nasale rotto e diverse ecchimosi compatibili con un’aggressione.
Non aveva voluto fare l’ecografia. I fatti risalgono a 9 giorni fa. Lucia ha chiamato lei stessa l’ambulanza che l’ha trasportata da casa sua ad Arzano, al vicino ospedale di Frattamaggiore. Da giorni si lamentava con la figlia di sentire lo stomaco che le stava ‘scoppiando’, ma non aveva voluto andare in ospedale prima di allora. Si era limitata ad andare con il compagno, con cui aveva trascorso il periodo di quarantena, dal medico di base, per una visita superficiale. Proprio il suo medico le aveva paventato l’ipotesi che potesse trattarsi di calcoli renali, prescrivendole, insieme all’antidolorifico, anche un’ecografia. Lucia, però non si è mai sottoposta all’esame che probabilmente avrebbe evidenziato quelle lesioni interne che i medici hanno ricondotto a un trauma violento come: “Una caduta, un calcio o un pugno”.
L’incidente automobilistico.
C’è un importante precedente, tuttavia, che risale all’11 aprile 2020, quando, mentre guidava per le strade di Arzano, Lucia ha avuto un incidente automobilistico. A bordo dell’auto c’era anche una parente di Lucia, oggi unica testimone dell’evento. “L’impatto non è stato fortissimo, stavamo bene”. La stessa Lucia aveva detto di non essersi fatta niente, così le due donne hanno deciso di non chiamare l’ambulanza né le forze dell’ordine e di accordarsi con il conducente dell’altro veicolo incidentato.
La quarantena a casa del compagno. Il trauma che ha causato la morte della mamma di Arzano può essere avvenuto anche nel periodo più recente, forse durante il lockdown, che la donna ha trascorso a casa del compagno. “Non ho visto mia madre nell’ultimo mese” ha detto a ‘Chi l’ha visto’ una delle due figlie. Lucia, infatti era rimasta in casa con il compagno per l’intera durata della quarantena, poi aveva raccolto le sue cose e aveva annunciato alla figlia: “Devo tornare a casa”. Intervistato dai giornalisti di Rai3 nel cortile di casa sua, il compagno di Lucia ha risposto a tutte le domande poste, anche quelle riguardanti l’ipotesi di un’aggressione: “Mai toccato Lucia”.
Il compagno: “Colpa dell’incidente, io mai toccata”. “Da me ha avuto solo baci e carezze” ha detto. “E poi, perché avrei dovuto picchiarla? Era una persona buona, gentile. Perché avrei dovuto picchiare una persona che in casa lavava, stirava, puliva, che mi amava”.
Con la mia ex moglie?” ha risposto alla domanda dell’inviato Giuseppe Pizzo. “Beh, tutta un’altra storia. L’ho picchiata perché mi ha messo le corna, ma Lucia era la persona più buona che abbia mai conosciuto”.”Sono un bravo ragazzo – ha detto ancora – ho sempre lavorato, non ho mai fatto male a nessuno. Di quello che dicono gli altri non mi importa. Ho la coscienza a posto, ho conosciuto una bella persona”. E poi sulle lesioni che hanno ucciso Lucia: “Da quando ha avuto l’incidente non si è capito più niente, aveva le gambe coperte di lividi”.

Lucia Caiazza non è morta in un incidente: arrestato il compagno Vincenzo Garzia (Today – 15 ottobre 2020)
Il caso della donna di Casavatore morta il 14 maggio scorso: secondo gli inquirenti la donna sarebbe stata picchiata dal convivente
Sarebbe stato Vincenzo Garzia ad uccidere nel maggio scorso la compagna Lucia Caiazza, 52enne di Casavatore, alle porte di Napoli. La donna era deceduta all’ospedale di Frattamaggiore per una lacerazione traumatica della milza che secondo lo stesso Garzia era riconducibile a un incidente stradale avvenuto circa un mese prima.
Ad uccidere Lucia Caiazza non fu incidente stradale.
Il medico di base al quale la donna (che non denunciò mai le violenze) si era rivolta a causa dei dolori sospettò che si trattasse di calcoli renali, ma l’autopsia sul corpo della vittima ha poi rivelato che il decesso era dovuto ad grave trauma alla milza compatibile con un’aggressione. E gli inquirenti sono convinti che a provocare quei traumi sia stato proprio il compagno Vincenzo Garzia.
Morte Lucia Caiazza: arrestato il compagno Vincenzo Garzia. I carabinieri della stazione di Casavatore, alle prime luci dell’alba, hanno rintracciato ed arrestato il 47enne di Arzano, già noto alle forze dell’ordine, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip del tribunale di Napoli nord, su richiesta della procura locale. L’uomo è accusato di omicidio preterintenzionale e lesioni aggravate.
Le indagini coordinate dalla procura e realizzate dal comando stazione carabinieri di Casavatore, attraverso numerose attività tecniche e di intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché ascoltanto molti testimoni, hanno permesso di riscontrare un esaustivo quadro indiziario nei confronti del 47enne che in più occasioni avrebbe percosso la compagna procurandole lesioni gravissime fino a provocarne il decesso, avvenuto il 14 maggio 2020. L’uomo si trova ora nel carcere di Poggioreale.

Uccisa a calci dal compagno ad Arzano, gli amici dell’imputato: “Picchiava lei e la ex” (Fan Page – 30 marzo 2021)
Durante il processo per la morte di Lucia Caiazza, uccisa a calci dal compagno ad Arzano (Napoli), i testimoni hanno raccontato precedenti di violenza da parte dell’imputato, Vincenzo Garzia, compagno della vittima. L’uomo avrebbe picchiato in pubblico la 52enne per motivi di gelosia e avrebbe sferrato un calcio in petto alla ex moglie davanti agli amici.
Vincenzo Garzia, il 47enne sotto processo per la morte di Lucia Caiazza con l’accusa di omicidio preterintenzionale, sarebbe stato violento non solo con la 52enne, picchiandola anche di fronte ad amici comuni, ma anche nei confronti della ex moglie, a cui aveva sferrato un calcio in petto davanti a tutti dopo che lei gli aveva fatto notare di avere la zip abbassata. Lo hanno raccontato davanti alla Corte di Assise di Napoli cinque testimoni, conoscenti di entrambi, che hanno riferito di sapere o di avere assistito alle violenze durante le uscite insieme.
Il 47enne è stato descritto come una persona avvezza alla violenza dai cinque testimoni, quattro donne e un uomo, che hanno raccontato di avere frequentato Vincenzo e Lucia. Durante la deposizione è emersa una precedente aggressione nei confronti della 52enne, che sarebbe stata schiaffeggiata in pubblico davanti agli amici per motivi di gelosia. La ex moglie di Garzia, invece, avrebbe rimediato un calcio in petto, sempre durante una uscita tra amici: su suggerimento di un altro presente avrebbe fatto notare al 47enne che aveva la zip dei pantaloni abbassata e lui la colpì al torace. La prossima udienza è stata fissata alla fine di aprile, verranno ascoltati i sanitari del 118 e il medico curante della vittima.
Lucia Caiazza era morta in ospedale il 14 maggio 2020, in seguito a una grave emorragia interna. Dall’autopsia era emerso che quelle lesioni potevano essere state causate da un grave trauma, come un pugno o un calcio. Si era pensato che potessero essere riconducibili a un lieve incidente stradale risalente a un mese prima, ma le indagini hanno svelato che invece erano conseguenza delle botte del compagno, che più volte l’aveva picchiata nella loro abitazione di Arzano (Napoli) tra il 4 e il 10 maggio. Garzia era stato arrestato il 15 ottobre dai carabinieri.

 

Omicio Lucia Caiazza, l’ex Vincenzo Garzia condannato a 16 anni (Corriere della Sera – 14 luglio 2021)
E tre anni di libertà vigilata dopo la pena. Il pm aveva chiesto 20 anni. La donna non aveva mai denunciato il compagno violento
La Corte di Assise di Napoli (presidente Cristiano) ha condannato a 16 anni di reclusione Vincenzo Garzia, il 47enne di Arzano (Napoli) arrestato dai carabinieri il 15 ottobre 2020 con l’accusa di avere aggredito e picchiato a morte la compagna, Lucia Caiazza, deceduta in ospedale il 14 maggio 2020, diversi giorni dopo le percosse. Il giudice ha deciso anche di concedere a ciascuna figlia una provvisionale di 30mila euro. Infine, Garzia, dopo avere scontato la pena, dovrà essere sottoposto a tre anni di libertà vigilata. Il sostituto procuratore di Napoli Nord Barbara Buonanno, che lo scorso 7 luglio, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto 20 anni di reclusione, ha contestato a Garzia l’omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi: la morte di Lucia, che aveva appena 52 anni, secondo quanto è emerso dall’autopsia, è stata determinata dalle botte – subite senza fiatare – tra le mura di casa, tra il 4 e il 10 maggio 2020, quando il lockdown si stava avviando a conclusione. Per le conseguenze di quelle violenze, secondo gli investigatori, Lucia, che non ha mai denunciato l’ex, fu costretta a recarsi in ospedale per forti dolori all’addome. Lì poi, malgrado le cure dei sanitari, morì. Presenti, in aula, le due figlie della vittima, Sara e Rosa, rappresentate durante il processo dall’avvocato Sergio Pisani. Le due donne, dopo la lettura della sentenza, hanno avuto una crisi di pianto.


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