Vasco Bimbatti, 93 anni, padre. Uccide la moglie con il poggiapiedi della sedia a rotelle
Sesto San Giovanni (Milano), 14 Luglio 2019
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Uccide la moglie 90enne: «Ero geloso, credevo volesse tradirmi» (LaCnews24 – 15 luglio 2019)
La donna pare volesse far ricoverare il marito in una struttura assistenziale. È stata colpita mortalmente con il poggiapiedi della sedia a rotelle
«Ero geloso, credevo volesse tradirmi». Queste le parole di Vasco Bimbatti, 93 anni agli inquirenti durante l’interrogatorio. L’anziano uxoricida ha colpito mortalmente la moglie Luciana Bonzanini, 90 anni, con il poggiapiedi della sedia a rotelle nel loro appartamento di Sesto San Giovanni (Milano). Bimbatti ha ammesso agli investigatori le proprie responsabilità, spiegando di aver litigato con la moglie che gli aveva appena comunicato di essere prossima ad accompagnarlo in una struttura. Il 93enne ha spiegato di essere convinto che la moglie potesse così riallacciare una relazione extraconiugale. L’uomo, affetto da demenza senile, ha spiegato ai carabinieri di Sesto San Giovanni di aver chiesto alla coniuge di aiutarlo a coricarsi sul letto e, approfittando di un suo attimo di distrazione, di averla colpita al volto e alla testa.
A 93 anni uccide la moglie. “Voleva farmi ricoverare per continuare a tradirmi” (il Giornale – 16 luglio 2019)
Affetto da una grave forma di demenza senile ha finito la consorte 87enne con un poggiapiedi
«Mi tradiva da cinquant’anni. E adesso voleva farmi ricoverare in una struttura per continuare a tradirmi e farsi i fatti suoi. Non potevo permetterglielo». Nella mente del 93enne Vasco Bimbatti, – disturbata da anni a causa di una grave forma di demenza senile conclamata – il cerchio quadrava alla perfezione. Si era fatta ampio spazio infatti la convinzione che la moglie di appena tre anni più giovane, Luciana Bonzanini, sarebbe stata un’adultera pronta a tutto pur di liberarsi di lui. In particolare, secondo il pensionato malato, l’anziana desiderava allontanarlo da casa per ricevere in tutti tranquillità quegli «amanti» che si materializzavano però solo nell’immaginario malato dell’uomo. Che da domenica sera si trova nell’infermeria del carcere di Monza in attesa di una sistemazione definitiva e soprattutto idonea alla sua età e alle sue condizioni di salute.
È una vicenda tristissima, complicata da una malattia implacabile – una di quelle patologie degenerative che non guardano in faccia nessuno – quella che sta dietro l’omicidio consumatosi domenica pomeriggio a Sesto San Giovanni in un appartamento della palazzina di quattro piani di via Fratelli di Dio 34, un viale alberato poco lontano dalla tangenziale Nord. Il figlio, in visita domenicale ai genitori, quando ha aperto la porta d’ingresso della loro abitazione, si è trovato davanti un dramma in piena regola, conclusosi probabilmente da non più di un’ora o anche meno. La madre Luciana, che tra un po’ avrebbe compiuti 90 anni, era distesa a terra, già morta, immersa nel sangue che le scendeva dal viso e dalla testa. Davanti al cadavere c’era suo padre Vasco, marito dell’anziana, che dalla sedia a rotelle su cui è costretto da tempo, guardava il muro, immerso in pensieri lontanissimi, mentre in una mano teneva ancora saldamente uno dei poggiapiedi della sua carrozzina, sporco di sangue e che subito dopo si scoprirà essere l’arma del delitto, utilizzata a uccidere la povera moglie.
Erano passate le 18 da pochi minuti. Il personale delle ambulanze chiamato in contemporanea ai carabinieri della compagnia locale, non ha potuto che constatare il decesso di Luciana Bonzanini. Il marito intanto spiegava ai militari dell’Arma di aver aggredito la consorte mentre lei lo stava aiutando a mettersi a letto nel loro appartamento. Era convinto infatti moglie lo volesse fare ricoverare per poterlo così tradire con un altro uomo. E ha ripetuto in continuazione: «Mi tradisce da cinquant’anni». Quando la vecchiaia è crudele.