Stefano Perale, 50 anni, professore di inglese. Invita a cena una sua allieva incinta e il fidanzato: uccide a sprangate lui mentre droga e stupra lei prima di soffocarla. Ergastolo
Chirignago (Venezia), 18 Giugno 2017
Titoli & Articoli
Il prof e l’ossessione per l’ex allieva «A lei mi ero dedicato totalmente» (Corriere della Sera – 19 giugno 2017)
Il duplice omicidio di Mestre. Anastasia, incinta di 5 mesi, è stata soffocata. Il fidanzato ucciso a sprangate. Il professore li aveva invitati a cena e narcotizzati. Movente? L’ossessione per la giovane russa
Stefano Perale non ha trascorsi criminali. Laureato in lingue con vari master all’estero, faceva un po’ l’insegnante d’inglese, un po’ il formatore per un’agenzia veneziana. Nella sua vita non ci sono tracce di violenze, di follie, di risse. Nessuna grana giudiziaria. A sentire i vicini di casa di via Abruzzo, prima periferia veneziana, questo cinquantenne mestrino dall’aria intellettuale era persona silenziosa, tranquilla, educata.
«Mi ha deluso». Un’ossessione, però, ce l’aveva: Anastasia. «A lei mi ero dedicato totalmente, le volevo molto, molto bene ma lei mi ha deluso», ha spiegato come un automa agli agenti della Mobile veneziana dopo averli chiamati lui stesso nel cuore della notte, preannunciando il duplice delitto: «Ho ucciso due persone». E ha atteso la polizia sulla soglia dell’appartamento dove viveva da solo. All’interno, sul letto, c’era Anastasia Shakurova, la trentenne russa per la quale aveva perso la testa dopo averla incrociata nel lavoro, lui docente, lei allieva. Anastasia era lì, immobile, esanime. L’aveva uccisa dopo averla narcotizzata con un cocktail a base di vino rosso e Stilnox, un potente sonnifero.
Lei soffocata, lui ucciso a sprangate. «Soffocamento (con uno straccio, ndr) per occlusione delle vie aeree, naso e bocca», ha concluso il medico legale Antonello Cirnielli che ieri ha eseguito l’autopsia. Nel cortile di casa, legato mani e piedi, la testa coperta con un sacchetto di plastica, gli agenti avevano trovato il nuovo fidanzato di lei, Biagio Buonomo junior, trentunenne ingegnere aerospaziale originario di Sant’Arpino, Caserta. Buonomo aveva lavorato a Marcon, nel Veneziano, per la Desà Engeneering dove si occupava della costruzione del Superjet SSJ-100 della Sukhoi, società con la quale Anastasia interagiva per conto di una società lagunare. La morte di Buonomo è stata violentissima: cinque o sei colpi sferrati alla testa e al volto con una spranga di ferro. Pare che la cena fosse stata chiesta dalla ragazza per presentare il fidanzato al professore, del quale si considerava amica. Perale ha preparato tutto, compresi gli stracci impregnati di cloroformio, e li ha ammazzati.
Il movente. Sul movente gli inquirenti sembrano non avere dubbi: invaghito di Anastasia, Perale aveva capito che la loro relazione era impossibile e non riusciva ad accettarlo. Una consapevolezza maturata qualche tempo fa, quando la giovane russa aveva deciso che il suo futuro sarebbe stato al fianco di Biagio. Anche perché Anastasia, che alle spalle aveva un matrimonio con un italiano, era incinta di cinque mesi e il padre del bambino era l’ingegnere aerospaziale. A Pasqua avevano dato il lieto annuncio ai parenti. «Progettavano una vita insieme», ha spiegato ieri Vito Buonomo, padre di Biagio, geometra del Comune di Sant’Arpino. Il padre dice che fra Anastasia e il professore non c’è mai stata una vera relazione. E spiega che lei aveva preso casa a Gaggio, nell’entroterra veneziano, dove contava di trasferirsi anche Biagio. Insomma, volevano mettere su famiglia e la cosa deve aver sconvolto la mente di Perale. Questa, almeno, l’ipotesi degli inquirenti.
Tranquillo, automa. Il pm Giorgio Gava ha aperto un fascicolo per duplice omicidio premeditato con l’aggravante dell’uso del mezzo insidioso, cioè il narcotico. Secondo l’accusa Biagio sarebbe stato ucciso a sprangate perché su di lui lo psicofarmaco avrebbe avuto un effetto blando. «Poi Perale ha cercato di trascinare il corpo all’esterno ma a un certo punto non ce l’ha più fatta e ha deciso di arrendersi», ha spiegato l’investigatore. Quando sono andati a prenderlo il professore sembrava tranquillo. Parlava lento di lei, Anastasia, l’ossessione che l’ha trasformato in un assassino.
Duplice omicidio, attirati in trappola: la ragazza era incinta (la Tribuna di Treviso – 20 giugno 2017)
Per la polizia il professor Stefano Perale aveva premeditato tutto. Ha sciolto il sonnifero nel cocktail: poi la furia omicida. Intanto l’uomo tace davanti al giudice
Anastasia voleva presentare ufficialmente al professore il suo compagno dal quale aspettava un figlio. Da cinque mesi, infatti, la ragazza era incinta di un maschietto. Un figlio annunciato anche alla famiglia di Biagio, il compagno, a Pasqua. La cena a casa del suo carnefice per lei aveva questo scopo, ma secondo il sostituto procuratore Giorgio Gava e gli investigatori della Squadra Mobile, Stefano Perale, l’assassino reoconfesso aveva deciso di uccidere Anastasia Shakurova, 30 anni, russa con la quale aveva avuto una relazione. Una storia che secondo l’accusa lo aveva segnato. Sabato notte ha ucciso lei e il fidanzato Biagio Buonomo, un ingegnere di 31 anni.
Zitto. Martedì mattina, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti alla giudice per le indagini preliminari Marta Paccagnella, è stato zitto, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Intanto gli investigatori hanno ricostruito le tappe del delitto, convinti che ci sia stata premeditazione.
I fiori all’aeroporto. Un fatto che gli inquirenti ritengono fondamentale per capire la premeditazione, viene collocato il 29 ottobre dello scorso anno all’aeroporto Marco Polo. I due si conoscono e si frequentano da due anni. Quel giorno Stefano Perale vuole fare una sorpresa ad Anastasia Shakurova che lavora come addetta all’accoglienza in una ditta che si occupa di reception per conto di Superjet. Si presenta alle partenze del Marco Polo con un mazzo di fiori e la vuole invitare per una cena. Ma lei quel giorno preferisce andarsene dal lavoro con il suo fidanzato. Perale resta senza parole. È scosso, non sapeva che la ragazza avesse un fidanzato. Se ne va sconsolato. Quando sale in auto si sente male e per mezz’ora, racconterà poi anche ad amici, non riesce a muoversi. Ad un amico confida che non capiva questo comportamento di Anastasia con la quale aveva una relazione. Non riusciva a capire come mai gli avesse nascosto la relazione che aveva con un altro uomo.
La premeditazione. Gli uomini di Stefano Signoretti, dirigente della Squadra Mobile, sono convinti della premeditazione da numerosi elementi raccolti sul luogo del delitto e tenendo conto su quanto raccontato dal reoconfesso. Tutto fa supporre che si sia trattato di una trappola nei confronti della ragazza e che il compagno sia stato ucciso perché era con lei. Anastasia e Perale, nonostante la relazione fosse finita, comunque avevano mantenuto un rapporto cordiale e qualche volta lei, che si era trasferita a vivere a Gallarate, quando tornava in zona lo vedeva. L’occasione della cena nell’appartamento di via Abruzzo a Mestre era stata creata anche perché la giovane voleva presentare al professore il compagno dal quale attendeva un figlio maschio da cinque mesi. Stando all’accusa Perale decide, nei giorni precedenti alla cena come uccidere lei e di conseguenza anche il fidanzato. Infatti si procura del cloroformio per mettere in pratica il suo disegno criminale. Decide di drogare i ragazzi per addormentarli, quindi di ucciderli soffocandoli con il cloroformio e alla fine di liberarsi dei cadaveri. Per addormentare i due sceglie di utilizzare un farmaco a base di benzodiazepine. Un sonnifero che ha in casa.
Il delitto. Perale, prima dell’arrivo della coppia, prepara la trappola. Frantuma diverse pastiglie del farmaco, sciogliendo poi il tutto nel cocktail alcolico che offre alla coppia. Sul tavolo dove il professore serve l’aperitivo la polizia trova, quando interviene, dei crostini. Ciò vuol dire che la coppia alla cena non arriva. Ad un certo punto l’effetto del farmaco ampliato dall’alcol fa effetto e i due crollano assopiti. Sulla ragazza l’effetto è devastante mentre sul compagno, che fisicamente è molto più robusto, l’effetto si fa sentire in maniera meno forte.Quindi il professore uccide la ragazza premendole uno straccio imbevuto di cloroformio su naso e bocca. La donna viene trovata sul letto dalla polizia. Quando Perale sta per fare lo stesso con il giovane quest’ultimo si scrolla dal torpore e a quel punto l’omicida decide di ucciderlo usando una spranga che prende in un’altra stanza. Colpisce sulla testa e sulla faccia il trentunenne per cinque volte.
L’ultimo atto non riesce. Il piano criminale prevede, a questo punto, che il professore si liberi dei cadaveri. Così aveva pensato di fare. Ma non ha tenuto conto, perché non lo sapeva, che Biagio è robusto. Perale ha difficoltà e fa una fatica non indifferente a portare giù il corpo del giovane. E nonostante utilizzi l’ascensore. Una volta lasciato nel giardino condominiale il cadavere, risale in casa. Qui si rende conto che il suo progetto criminale non può essere portato a termine. A quel punto decide di chiamare la polizia e confessare il duplice delitto. Sono da pochi minuti trascorse le 3 di domenica. Oggi l’interrogatorio di garanzia.
Delitto di Chirignago/ Le parole di Stefano Perale durante l’omicidio: “Biagio, mi dispiace per te” (il Sussidiario – 1 luglio 2017)
Delitto di Chirignago, ultime news: indagini in corso per far luce sull’uccisione di Anastasia e Biagio. Trovate sue nuove tracce di sangue in casa di Stefano Perale.
Quando Stefano Perale si è reso conto che dei corpi di Anastasia Shakurova e Biagio Buonomo, le vittime del duplice omicidio di Chirignago, non avrebbe mai potuto sbarazzarsi, allora ha telefonato al 113. E quando all’insegnante di inglese i carabinieri di Mestre hanno messo le manette, nella sua lucida follia l’uomo ha spiegato perché avesse preso di mira anche il fidanzato di quella che era diventata ormai la sua “ossessione”. Una tragica casualità, tanto che, come spiega il Corriere del Veneto, mentre lo prendeva a sprangate sul volto – dopo averlo stordito con una dose di sonniferi da cavallo – Stefano Perale a Biagio diceva:”Mi dispiace per te, è stato un caso. Tu non avresti dovuto essere qui”. Le sprangate, appunto, perché il ragazzo di Anastasia aveva in qualche modo reagito e “non voleva morire”.
Un racconto inquietante e tragico al tempo stesso, con Anastasia uccisa per soffocamento, con un cuscino al cloroformio premuto così tanta violenza da averle lasciato in volto un ematoma. A truccarla per l’ultima volta è stata la mamma per sua stessa volontà. Giunta dalla Siberia con gli altri familiari ha parlato con i carabinieri raccontando ciò che sapeva della figlia, compreso che in progetto c’era anche il matrimonio con Biagio, quello stesso Biagio “ucciso per caso”. (agg. di Dario D’Angelo)
Con il passare dei giorni, continuano ad emergere dettagli inquietanti sul duplice delitto di Chirignago avvenuto lo scorso 17 giugno e nel quale hanno perso la vita Anastasia Shakurova e il fidanzato Biagio Buonomo. Ad ucciderli, il professore d’inglese di 50 anni, Stefano Perale, assassino reo confesso il quale provava una vera e propria ossessione per la sua ex studentessa Anastasia, al quinto mese di gravidanza. Gli inquirenti, secondo quanto riportato da Il Gazzettino, stanno procedendo in questi giorni alla ricostruzione, passo dopo passo, del terribile omicidio dei due fidanzati, invitati a cena da Perale, sedati e letteralmente sterminati.
Dalla prima analisi della scena del crimine, tuttavia, erano passate inosservate alcune macchie di sangue che l’assassino aveva tentato di ripulire poco dopo il massacro dimostrando una spaventosa e fredda lucidità. Per tale ragione nei giorni scorsi la Polizia Scientifica è tornata sul luogo del duplice delitto, dove Stefano Perale aveva progettato la sua trappola mortale ai danni dei due giovani e dopo averla passata al setaccio anche con l’uso del luminol ha trovato alcune impercettibili tracce ematiche sopra al divano e sul pavimento in soggiorno. Probabilmente si tratta del sangue di Biagio.
Al ragazzo è stata riservata una morte atroce: come rivela La Nuova Venezia, infatti, il professore ha usato una spranga con la quale ha colpito Biagio al volto ed alla testa per cinque volte. Durante il medesimo sopralluogo, sono stati sequestrati anche un computer da tavolo e vari supporti informatici. Al vaglio degli inquirenti ci sono attualmente file e movimenti online che serviranno eventualmente a ricostruire movimenti e relazioni di Perale.
Le indagini sul duplice delitto di Chirignago vertono anche sul cellulare di Stefano Perale, al fine di confermare l’aggravante della premeditazione. Dalle analisi del dispositivo, tuttavia, sarebbero emerse di recente delle informazioni raccapriccianti. Si parla nello specifico di due video con protagonista la povera Anastasia e dai quali si suppone sia stata compiuta dal professore una violenza sessuale, non è chiaro se prima o dopo l’uccisione della ragazza, incinta al quinto mese. Attualmente, Perale è detenuto nel carcere a Santa Maria Maggiore e contro di lui le accuse sono gravissime: duplice omicidio premeditato, con procurato aborto. Tra le altre ipotesi di reato anche vilipendio di cadavere o violenza sessuale, dopo i video trovati nel suo smartphone. Sul piano della premeditazione, sarebbero stati raccolti alcuni elementi a sostegno di questa tesi, rinvenuti nel mezzo dell’indagato, ovvero degli stracci intrisi di sangue e due divaricatori vaginali. La procura sta anche valutando come qualificare da un punto di vista prettamente giuridico il fatto che oltre ad Anastasia sia morto anche il bimbo che portava in grembo. A tal proposito occorrerà anche stabilire se l’assassino reo confesso ne fosse o meno a conoscenza o se l’avesse scoperto proprio la sera dell’uccisione avvenuta dopo aver drogato i due fidanzatini.
Le famiglie delle due vittime, conosciutesi proprio in questa drammatica occasione, si sono strette nel loro rispettivo dolore. Il cognato di Biagio Buonomo ha commentato a ReteVeneta.it: “Le due famiglie sono concordi sul fatto che è necessario tutelare il buon nome dei ragazzi e che Stefano Perale non sia condannato a una pena inferiore all’ergastolo”.
Delitto di Anastasia e Biagio, chiesti a Perale 14 milioni di risarcimento (il Gazzettino – 16 luglio 2018)
I familiari di Anastasia Shakurova e di Biagio Buonomo Junior, uccisi nel giugno 2017 in un appartamento a Chirignago dopo essere stati narcotizzati, hanno chiesto un totale di 14 milioni di euro di risarcimento a Stefano Perale, il 50enne accusato del duplice delitto. Il padre e la sorella di Buonomo, 31enne campano, ucciso a sprangate in testa, hanno chiesto 5 milioni di euro ciascuno, mentre i genitori e il marito di Anastasia Shakurova, 30enne russa soffocata con un cuscino, hanno chiesto 4 milioni di euro.
Durante l’udienza di oggi c’è stato spazio anche per l’arringa difensiva degli avvocati di Perale, Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi, che hanno cercato di rispondere colpo su colpo alla requisitoria del pm Giorgio Gava, il quale il 2 luglio scorso aveva chiesto per il reo confesso l’ergastolo. La difesa punta sulla presunta incapacità di intendere e volere dell’imputato: su questo punto le perizie psichiatriche di parte hanno conclusioni opposte.
Duplice omicidio di Mestre, la confessione di Stefano Perale: «Anastasia, non potevo permettere che tu fossi felice e io no» (Corriere della Sera – 21 dicembre 2018)
Le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo. Nella ricostruzione la donna si svegliò: «Che cosa fai?». Le «scuse» al fidanzato di Anastasia Biagio Buonomo: «Un colpo di rabbia»
«Non avevo altra scelta Anastasia, mi hai distrutto la vita, spaccato il cuore… Non potevo permettere che tu fossi felice a danno del mio dolore infinito, maledetta». Anastasia Shakurova è lì, morta sul letto. Stefano Perale le è davanti, mentre la telecamera continua a riprendere. Lui si sfoga, ma è proprio quella frase, ripetuta più volte nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo depositate dal gup Roberta Marchiori, a «inchiodarlo». Per il giudice dimostra che Perale aveva un piano per uccidere la 31enne russa di cui era invaghito da almeno tre anni ma che l’aveva sempre respinto: «Un programma punitivo da tempo elaborato e a lungo coltivato», scrive il gip. Inoltre conferma le «bugie» raccontate dopo l’efferato duplice delitto della notte tra il 17 e il 18 giugno 2017, quando uccise nella sua casa di Chirignago la donna e il fidanzato 30enne Biagio Buonomo. «Non volevo farlo, mi è venuto un colpo di rabbia», aveva detto Perale, 51enne ex docente di inglese, già nella confessione alle 3.09 di quella notte al 113, ma negli interrogatori dei mesi successivi aveva ribadito che quella sera voleva solo «lasciare» la ragazza e che anzi era contento che avesse una relazione e che fosse incinta.
La sentenza, che ha accolto la richiesta del pm Giorgio Gava e confermato tutte le accuse – duplice omicidio volontario premeditato e con il veleno (il sonnifero con cui li aveva storditi e il cloroformio con cui li ha uccisi, come confermato dalle dosi massicce rinvenute dalle analisi medico-legali del dottor Antonello Cirnelli), violenza sessuale e vilipendio di cadavere per le sevizie su Anastasia, procurato aborto – è un film dell’orrore che ripercorre più volte quella notte.
Il gip dice che Perale aveva avuto «un falso atteggiamento di disponibilità», che in realtà nascondeva la trappola mortale. L’obiettivo era Anastasia, Biagio è stata la seconda vittima, colpita anche con una spranga di metallo. «Mentre lo uccidevo gli dicevo che mi dispiaceva e che lui non c’entrava nulla in tutto questo», ha raccontato. Ben altre le parole mentre abusava di lei, in un perverso rapporto sessuale che lei gli aveva sempre negato. «Te l’avevo detto che te l’avrei fatta pagare», è una delle poche frasi ripetibili, senza parolacce e bestemmie. Tra l’altro dai video emerge un particolare finora inedito, ovvero che Anastasia a un certo punto ha ripreso conoscenza: «Cosa fai?», gli ha detto, mentre lui le premeva di nuovo lo straccio sul volto, facendola svenire. E le sevizie, conferma il giudice, sono proseguite quando doveva essere chiaro che era morta, visto che non respirava più. Nel corso delle indagini era poi emersa la passione di Perale per la pornografia, compresi dei video di donne abusate proprio dopo essere state stordite. Per il giudice Perale era capace d’intendere e di volere. Da qui i difensori Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi partiranno per l’appello, in cui ribadiranno che il reato non è stato l’omicidio, ma al massimo la «morte come conseguenza di altro delitto». (di Alberto Zorzi)
“Anastasia violentata dal professore anche da morta: è tutto nei video” (Caserta News – 1 gennaio 2019)
I retroscena shock dell’omicidio della bella russa e del suo fidanzato casertano emergono dalle motivazioni della condanna all’ergastolo
Otto video realizzati col cellulare più quello di una telecamere piazzata su un treppiedi che era stato organizzato per l’occasione. Stefano Perale, il professore 51enne di Mestre, aveva organizzato tutto nei minimi dettagli la sera del 17 giugno 2017 quando accolse nella sua abitazione la bella russaAnastasia Shakurova (30 anni) ed il fidanzato Biagio junior Buonomo 29 anni), ingegnere originario di Sant’Arpino che dopo aver studiato al liceo Diaz di Caserta e completato gli studi universitari, si era trasferito al Nord per lavoro.
Quella drammatica sera di un anno e mezzo fa è stata ricostruita in ogni dettagli nelle motivazioni della sentenza all’ergastolo che i giudici del tribunale di Venezia hanno comminato al professore veneto per duplice omicidio. Perale voleva vendicarsi di quella sua studentessa che aveva “rifiutato” il suo amore e ci è andato per sotto anche il nuovo finanziato, Biagio, morto perché aveva accompagnato la compagna a quella cena che avrebbe dovuto essere un ultimo tentativo di stringere l’amicizia. E che invece si è trasformata nella loro ultima esperienza terrena.
E dagli atti delle indagini sono emersi elementi scioccanti: il professore, infatti, dopo aver stordito i suoi ospiti col cloroformio, ha prima colpito Biagio alla testa “perché si agitava” e poi si sarebbe ‘dedicato’ ad Anastasia. Ha abusato di lei, toccandola e penetrandola anche quando ormai la ragazza aveva smesso di respirare. E l’ha ripresa anche nelle parti più intime, quasi come un trofeo “conquistato”. Poi avrebbe voluto nascondere i corpi, ma non ce l’ha fatta. E per questo ha deciso di chiamare la polizia e confessare. A nulla è valso il tentativo dei suoi avvocati difensori di farlo dichiarare incapace di intendere e di volere: il gip Roberta Marchiori lo ha condannato all’ergastolo (seppur abbia scelto il rito abbreviato).
Biagio ed Anastasia uccisi dal professore universitario: ergastolo confermato (Caserta News – 22 settembre 2021)
La Cassazione conferma le sentenze dei giudici di primo e secondo grado
Carcere a vita. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di detenzione “sine die” per Stefano Perale, il professore universitario accusato del duplice omicidio di Biagio Buonomo, 30 anni di Sant’Arpino, e della sua compagna, Anastasia Shakurova, 31 anni, avvenuto tra il 17 e il 18 giugno 2017 a Venezia nella casa del professore.
Martedì si è celebrata l’udienza davanti alla Prima Sezione Penale della Cassazione per il duplice omicidio. Dopo una accesa discussione delle parti in udienza ed una lunga camera di consiglio, la Corte ha confermato la sentenza di Appello e di primo grado con le quali era stato inflitto l’ergastolo a Perale. Le parti civili, i familiari delle vittime, erano rappresentata dall’avvocato Raffaele Costanzo.
Il professore, secondo la ricostruzione degli inquirenti che ha trovato riscontro nei tre gradi di giudizio, aveva invitato a cena le due vittime; poi le aveva stordite con un sonnifero nei bicchieri, abusando della donna semi incosciente e poi soffocandola. Dopo ha ucciso il compagno di lei a colpi di spranga in testa. Il movente del delitto è da ricercarsi nella folle gelosia di Perale nei confronti di Anastasia, che era anche incinta quando venne brutalmente ammazzata dal docente.
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In memoria di
Oltre al danno la beffa. E che beffa. Stefano Perale, condannato (il Gazzettino -1 maggio 2021)
Oltre al danno la beffa. E che beffa. Stefano Perale, condannato all’ergastolo per il duplice e barbaro omicidio di Anastasia Shakurova e del compagno Biagio Buonomo non solo non vedrà venduto il suo appartamento per ricavarne qualche soldo di risarcimento, ma riceverà dalla famiglia delle vittime anche il pagamento delle spese legali per aver vinto la causa contro l’esecuzione immobiliare.
La vicenda, soprattutto per l’eco mediatica che aveva suscitato il delitto, avvenuto il 17 giugno 2017 nell’appartamento di Perale, docente di lingua inglese, aveva invitato a cena la coppia, li aveva addormentati con del sonnifero nelle bibite e poi li aveva assassinati. Anastasia era incinta al quinto mese e questo non aveva fatto che aumentare l’orrore suscitato da quell’incredibile invito a cena con delitto.
ESECUZIONE IMMOBILIARE. E veniamo alla vicenda più recente. «Perale – racconta l’avvocato Michele Maturi, difensore di parte civile della famiglia Buonomo – condannato all’ergastolo è riuscito a bloccare l’esecuzione immobiliare promossa dal padre di Biagio per recuperare i pochi soldi che vale l’appartamento sequestrato. Ha promosso ben due opposizioni agli atti esecutivi per annullare la trascrizione del sequestro convertito in pignoramento e il Tribunale gli ha dato ragione, nonostante la giurisprudenza costante della Cassazione sul punto, condannando il Buonomo alle spese, quasi 10mila euro. Ora l’assassino pretende questa somma dal padre della vittima».
LA DIFESA. La difesa di Perale ha sostenuto, nell’udienza di esecuzione, che la parte civile avrebbe annotato la sentenza di condanna in ritardo (oltre i sei mesi dalla comunicazione della sentenza). «Qui però – aggiunge Maturi – c’è un sequestro penale e per il penale non c’è comunicazione ma la sentenza viene depositata. La procedura prevede che il sequestro può essere cancellato solo su richiesta del Pm. Insomma, è stata fatta un’opposizione che non poteva essere fatta. Adesso comunque – conclude – c’è la fase di merito».
I difensori di Perale, gli avvocati Matteo Lazzaro e Gianmaria Daminato, sostengono che le cose non stanno proprio in questi termini e che si sarebbe potuta evitare questa guerra di carte bollate. Inoltre i legali riferiscono che l’abitazione in questione è un appartamento che varrà all’incirca 60mila euro o poco più e su cui c’era un mutuo con pagati i primi 2-3 anni, cioè quasi esclusivamente interessi.
In questa situazione è la banca che ha in mano la garanzia ipotecaria a prevalere sugli altri creditori e c’è il rischio che del ricavato non arrivi nulla a nessuno. (di Michele Fullin)
È scontro sullo casa di Perale «All’asta per risarcire i familiari» (la Nuova di Venezia e Mestre – 2 maggio 2021)
Ma la difesa dell’uomo è ora riuscita a bloccare la vendita dell’appartamento e ha anche chiesto ai parenti delle due vittime 10 mila euro per le spese legali
E’ scontro legale a colpi di istanze e ricorsi, per poter mettere all’asta (e iniziare così a risarcire le famiglie delle vittime) la casa in cui Stefano Perale, stordì con i sonniferi, seviziò per ore riprendendola in un video allucinante, infine soffocò Anastasia Shakurova e uccise con un colpo alla testa il compagno di lei, Biagio Buonomo.
Li aveva invitati a cena. Per un duplice omicidio inenarrabile nella sua brutalità, Perale è stato condannato all’ergastolo in primo grado e in Appello (pende il ricorso in Cassazione delle difese) e al pagamento di una provvisionale di 400 mila euro di risarcimento alle famiglie. Scontato il fatto che nessuna cifra possa risarcire un assassinio – e ammesso che qualcuno sia interessato all’acquisto dell’appartamento in via Abruzzo – l’avvocato di parte civile Michele Maturi, legale della famiglia Buonomo, ha iscritto l’immobile al ruolo delle esecuzioni immobiliari e avviato l’iter per a vendita all’asta dell’abitazione. Ma subito la difesa – con l’avvocato Matteo Lazzaro – ha fatto ricorso, contestando la presentazione fuori termine della richiesta.
«La scadenza dei sei mesi vale solo per i sequestri in sede civile, convertiti in pignoramento, non per quelli penali», sostiene l’avvocato Maturi, «e solo il pm o la parte in caso di assoluzione si può opporre. Tanto che la cancelleria civile nulla ha obiettato alla mia richiesta». Ma il giudice ha accolto il ricorso d’urgenza della difesa di Perale, bloccando la vendita. E anche i successivi reclami al collegio civile presentati dall’avvocato Maturi sono stati respinti, in attesa dell’udienza di merito che è in programma per il 26 maggio. E con i primi respingimenti, arrivano anche le spese legali da pagare alla controparte.
«Una situazione grottesca», lo sfogo del legale, «che non solo non permette alle parti civili di avviare un minimo riconoscimento del risarcimento che è loro dovuto, ma arriva al limite che l’assassino chiede alle vittime i danni, con la richiesta di pagare 10 mila euro di spese legali». E nuovi ricorsi si profilano. Una lite giudiziaria soprattutto simbolica: l’appartamento è stato valutato 70 mila euro e vi pende anche un mutuo. La gran parte dell’eventuale incasso andrà alla banca.
È la notte del 18 giugno 2017, quando l’ex professore di inglese uccide la donna della quale si era ossessivamente innamorato e il compagno dal quale lei aspettava un bambino. Tutto l’orrore dell’omicidio di Anastasia e Biagio – il loro stordimento con il farmaco comprato sul web e sciolto nell’aperitivo, gli spaventosi abusi ai quali Perale ha sottoposto la giovane svenuta per “punirla” di non averlo corrisposto, fino al cloroformio che le ha fatto bere (soffocandola) quando dava segni di risvegliarsi, per poi proseguire nelle sevizie, l’omicidio del compagno con un colpo alla testa – è stato immortalato nel video che Perale ha ripreso con il cellulare fissato alla fronte con una fascia. Per i giudici di primo e secondo grado un chiaro segno di premeditazione e lucidità, per la difesa la prova che l’uomo era in preda al suo delirio. Parola alla Cassazione.
«Il sequestro non si poteva annullare» (il Gazzettino – 6 maggio 2021)
Dopo l’intervento degli avvocati Bortoluzzi e Lazzaro, difensori di Stefano Perale, condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Anastasia Shakurova e Biagio Buonomo, interviene l’avvocato Michele Maturi, legale di parte civile della famiglia Buonomo. Questo, sempre in merito alla questione del pignoramento dell’appartamento in via Abruzzo a Chirignago come parte del risarcimento.
«Il sig. Vito Buonomo, quale padre della vittima Biagio jr. Buonomo ha ottenuto dal Gip il sequestro conservativo dell’appartamento di proprietà del Perale. Il sequestro viene quindi trascritto in Conservatoria. Con la sentenza di condanna all’ergastolo ed al pagamento a favore del mio assistito di una provvisionale provvisoriamente esecutiva di 400.000 euro tale sequestro si è convertito in pignoramento. Trattandosi di sequestro conservativo penale, solo il Pm può cancellarne la trascrizione e la successiva annotazione e solo quando vi sia sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere. Non è quindi possibile, nemmeno col consenso della parte civile, procedere alla cancellazione del sequestro e dell’annotazione del pignoramento».
Maturi prosegue spiegando che il credito del Buonomo parte civile è privilegiato e quindi prevale anche sui crediti ipotecari, per cui non sarebbe vero che il ricavato della vendita della casa andrebbe alle banche.
E qui veniamo al dunque, cioè che secondo Maturi non sarebbe stato possibile ottenere la cancellazione del sequestro.
«La Cassazione è costante nel dichiarare che nel sequestro conservativo penale non vi sono termini di decadenza- conclude – purtroppo le norme del sequestro penale non sono state osservate dal giudice che ha accolto le domande di sospensione dell’esecuzione e quindi si è reso necessario promuovere il giudizio di merito sulla questione, che verrà deciso tra qualche giorno, da un giudice diverso».