Sergio Francesconi, 82 anni, impiegato Lancia in pensione, padre. Uccide la moglie con due coltellate al cuore e colpendola in testa con un batticarne. Non imputabile
Bolzano, 27 Ottobre 2020
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Dramma a Bolzano. Uccide la moglie invalida e tenta il suicidio (Rai News – 27 ottobre 2010)
E’ successo in via Resia 172 nelle prime ore del mattino. Sergio Francesconi ha colpito la moglie Silvana De Min al cuore con due coltellate e poi alla testa con un corpo contundente. Poi si è tagliato le vene. Ora non è più in percolo di vita.
I due corpi, uno senza vita e uno in gravi condizioni sono stati trovati dalla badante questa mattina. La donna di 80 anni, Silvana De Min era ormai priva di vita. Il marito Sergio Francesconi, 82 anni, giaceva accanto a lei in gravi condizioni perché si era tagliato le vene. nel servizio la ricostruzione dei fatti e la testimonianza di un’amica di famiglia Manuela Viale.
Ricoverato in psichiatria l’anziano che ha ucciso la moglie invalida (Rai News – 27 ottobre 2020)
Sergio Francesconi (82 anni) aveva tentato il suicidio dopo avere colpito la moglie Silvana De Min (80) al cuore con due coltellate e poi alla testa con un batticarne. Ora non è più in pericolo di vita. Parla una psicologa
E’ ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Bolzano Sergio Francesconi, l’82enne che martedì mattina nell’appartemento di una delle palazzine Lancia di via Resia a Bolzano ha ucciso la moglie Silvana De Min, 80 anni, con due coltellate e un colpo alla testa e ha poi tentato di togliersi la vita. Le sue condizioni generali sono stabili. Gli inquirenti non lo hanno ancora sentito, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
L’uomo, che si prendeva cura della moglie dopo che lei era rimasta paralizzata in seguito ad un ictus, da luglio aveva iniziato a dare segni di depressione, racconta chi conosceva bene la coppia. I due corpi, uno senza vita e uno in gravi condizioni erano stati trovati dalla badante. Silvana De Min era ormai priva di vita. Il marito Sergio Francesconi, 82 anni, giaceva accanto a lei in gravi condizioni perché si era tagliato le vene. Nel servizio la ricostruzione dei fatti e la testimonianza di un’amica di famiglia, Manuela Viale. Sul tema della cura tra persone anziane e della depressione senile Monica Pietrangeli ha sentito la psicologa Francesca Zucàli (video).
Uccide la moglie e tenta il suicidio (Alto Adige – 28 ottobre 2020)
Una vita insieme. un amore sbocciato alla fine degli anni 50 che sembrava più forte del tempo, quello tra sergio francesconi e silvana de min, 82 anni lui, 80 lei. sembrava anche più forte della malattia che, sette anni fa, aveva all’improvviso colpito silvana: un ictus a cui la donna era sopravvissuta, ma che le aveva lasciato pesanti difficoltà motorie. nei mesi scorsi, però, sergio era sprofondato nel buio della depressione e, ieri mattina, il buio ha inghiottito il loro amore. l’uomo ha afferrato un coltello e ha colpito la sua silvana, uccidendola. poi, sergio ha tentato il suicidio, provocandosi profonde ferite alle braccia.
La tragedia. Tutto è accaduto ieri mattina, nell’appartamento al quarto piano di una delle “Case Lancia”, al civico 172 di via Resia, dove la coppia viveva da sempre. L’omicidio s’è consumato tra le 5.50, ora in cui Mirco, il figlio che abita con loro, è uscito per andare al lavoro e li ha lasciati soli, e le 8, ora in cui è arrivata una delle due badanti che da qualche tempo aiutava i due anziani. È stata proprio la donna a fare la macabra scoperta e, comprensibilmente sotto choc, a lanciare subito l’allarme. Sul posto, in una manciata di minuti, sono arrivate le volanti della questura, l’ambulanza della Croce Bianca. Poco dopo, nella palazzina di via Resia è arrivato anche il pm di turno, Andrea Sacchetti. All’arrivo dei soccorritori, è parso subito chiaro che per la donna non c’era più nulla da fare: era stata colpita da due coltellate al cuore, presentava un taglio al collo e aveva subito anche un violento colpo alla testa, forse inferto con un pesante batticarne trovato sul posto sotto sequestro. Silvano, invece, è stato trovato in camera, seduto sul letto, anche lui in un lago di sangue. In un primo momento, le sue condizioni sono parse disperate, ma, una volta arrivato all’ospedale San Maurizio, i medici hanno ridimensionato la gravita delle ferite che si era inferto. Concluse le operazioni di soccorso, gli specialisti della polizia scientifica si sono messi al lavoro per raccogliere tutti gli elementi necessari per cercare di ricostruire cosa sia accaduto in quel lasso di tempo in cui Sergio e Silvana sono rimasti da soli. Sequestrati anche due coltelli trovati sulla scenda del delitto: l’autopsia, che il sostituto procuratore disporrà nelle prossima ore, dirà se e come sono stati utilizzati.
Lo sgomento dei vicini. Nel corso dei decenni, molti dei dipendenti Lancia che vivevano nelle quattro palazzine di via Resia se ne sono andati. Sergio e Silvana erano tra i residenti storici, i pochi arrivati verso la fine degli anni 50. Lì, sono cresciuti i loro figli, Luca e Mirco, lì hanno intessuto rapporti di amicizia ancora saldissimi e lì si sono fatti apprezzare e stimare anche da chi è arrivato nei decenni successivi. Molti dei quali da paesi lontani. Sergio e Silvana erano gentili, socievoli e solari. Una coppia affiatatissima e innamorata. Anche per questo, la notizia dell’omicidio è stata accolta da tutti, in zona, con incredulo dolore. Per una trentina di anni, inoltre, Sergio, ex impiegato alla Lancia, era stato amministratore dei quattro palazzi e si era fatto apprezzare per la competenza, la serietà e per il piglio sempre deciso con cui affrontava i problemi. Un uomo forte e risoluto che, in famiglia, era attento, premuroso e ricopriva di attenzioni i due figlia e la “sua” Silvana. Aveva continuato a farlo, con ancora maggiore slancio se possibile, anche sette anni fa, quando la moglie era stata colpita da un ictus. Passata la grande paura iniziale, era cominciato il lungo percorso di ripresa e riabilitazione di Silvana. Dimessa dall’ospedale, era stata accolta nella Casa di cura Santa Maria e, durante quel periodo, Sergio s’era preoccupato di attrezzare al meglio la loro palazzina e il loro appartamento. Silvana era costretta su una sedia a rotelle e il marito aveva chiesto e ottenuto che fosse realizzato un ascensore esterno alla palazzina e aveva anche fatto installare un montascale per permettere a Silvana di coprire l’ultima rampa di scale. Instancabile, Sergio si occupava di tutto e, spesso, lui accompagnava la mogli a trovare amici o fare delle passeggiate. Una serenità che, a luglio, s’è incrinata ed è andata definitivamente in frantumi, ieri mattina. Nel modo più drammatico. (di Paolo Tagliente)
Non sa di avere ucciso la moglie (Alto Adige – 31 ottobre 2020)
Ieri davanti al giudice Andrea Pappalardo l’uxoricida è apparso ancora provato e confuso. Ha parlato dei 64 anni trascorsi assieme alla donna della sua vita esprimendosi come se Silvana De Min fosse ancora in vita. In sei mesi Francesconi ha perso 26 chili per la depressione
Ha perso oltre 26 chili negli ultimi sei mesi. Sergio Francesconi, l’anziano bolzanino che ha accoltellato a morte la moglie ammalata e sofferente, dopo una vita trascorsa sempre assieme, è apparso molto provato ieri in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto svoltasi direttamente in ospedale davanti al giudice Andrea Pappalardo. L’impressionante dimagrimento è legato alla depressione che lo ha rapito la primavera scorsa, in concomitanza con la prima emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid. Da tempo l’uomo era scoraggiato, segnato più che mai dalle condizioni fisiche e cliniche della moglie Silvana che dopo essere stata devastata da un ictus non era più autosufficiente ed aveva inevitabilmente sempre bisogno di assistenza.
Sergio Francesconi l’amava. Non si è mai tirato indietro nel cercare di sopperire ad ogni necessità della consorte. Pensava di riuscire sempre e comunque ad esserci. Ma Silvana De Min non aveva solo bisogno di assistenza. La donna soffriva fisicamente, al punto che a volte urlava in cerca di aiuto perchè aveva male. E Sergio Francesconi aveva pian piano maturato l’idea di essere impotente di fronte alla sofferenza della moglie, di non poter concretamente fare nulla sino a convincersi che la situazione era tra il resto destinata a diventare sempre più critica senza alcuna via d’uscita.
E’ probabile che le ulteriori difficoltà imposte dall’emergenza Covid nella primavera scorsa abbiano fatto il resto facendo cadere l’anziano nel baratro della depressione che dopo alcuni mesi è sfociata nel progetto di omicidio – suicidio come momento di liberazione da una situazione senza ritorno.
Quando Sergio Francesconi venne salvato da un equipaggio del 118 chiamato con urgenza dalla badante, le condizioni dell’anziano erano realmente critiche. Il tentativo di suicidio messo in atto è stato reale. L’uomo è arrivato in ospedale dopo aver perso molto sangue a seguito del taglio delle vene dei polsi ed è stato salvato solo grazie ad una serie di trasfusioni. Ieri mattina l’uxoricida, che per il momento è sempre ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Maurizio, è apparso ancora molto provato sotto il profilo fisico e psichico. Anzi, in certi momento è apparso chiaro che l’uomo non abbia ancora un rapporto corretto con la realtà. Per come si è rivolto al proprio legale, l’avvocato Nicola Nettis, Sergio Francesconi è sembrato non avere ancora una corretta cognizione di quanto accaduto. Al legale ha ricordato i 64 anni felici trascorsi con la signora Silvana ma lo ha fatto usando termini e tempi non compatibili con il dramma, cioè non prendendo atto che la moglie non c’è più.
Per il momento Sergio Francesconi sembra aver rimosso quanto avvenuto nell’appartamento di via Resia 172. E’ evidente che l’uomo ha necessità di essere assistito e curato. Gli stessi responsabili sanitari del reparto di psichiatria hanno fatto presente questa situazione dando disponibilità ad assistere l’uxoricida ancora per un certo periodo. L’ospedale, però, non è una struttura attrezzata per ospitare per tempi lunghi persone sottoposte anche a provvedimenti giudiziari di natura cautelare. Per il momento, comunque, l’uomo continua ad essere piantonato. Sotto il profilo tecnico processuale la convalida dell’arresto appare scontata anche se il giudice non ha ancora ufficializzato la sua decisione in quanto c’è necessità di trovare la disponibilità di una struttura in grado di accoglierlo (curandolo e monitorandolo) anche dopo il periodo ospedaliero che prima o poi dovrà terminare. Il pericolo concreto è che Francesconi, una volta che avrà realizzato quanto avvenuto, tenti nuovamente di togliersi la vita, colto dalla disperazione. Un pericolo reale che tutti intendono evitare.
L’uxoricidio di Via Resia: Sergio Francesconi non è imputabile (Tv33 )
Non è imputabile in quanto incapace di intendere e di volere Sergio Francesconi l’83enne che la mattina del 27 ottobre scorso uccise, con 2 coltellate e un colpo alla testa inferto con un batticarne, la moglie Silvana De Min di due anni più giovane nella loro casa di Via Resia a Bolzano. Lo ha stabilito la perizia psichiatrica effettuata su richiesta della Procura della Repubblica. L’uomo non sarebbe socialmente pericoloso e per questo è stata revocata la misura cautelare a suo carico.