Salvatore Giordano, 57 anni, negoziante, padre. Massacra la moglie e i due figli a coltellate e poi con un colpo di pistola alla testa. Suicida (Strage di Rende)
Cutura di Rende (Cosenza), 12 Febbraio 2018
Titoli & Articoli
Cosenza, quattro morti trovati in casa: è omicidio-suicidio (Corriere della Sera – 12 febbraio 2018)
La strage in una casa a Cutura di Rende, a Cosenza: le vittime sono padre (Salvatore Giordano, titolare di un negozio di telefonia, che avrebbe ucciso tutti per poi togliersi la vita), la moglie e i due figli di 28 e 22 anni. L’arma accanto al corpo dell’uomo
È un omicidio-suicidio la strage di quattro persone, tutti componenti lo stesso nucleo familiare, avvenuta in una villetta in via Malta nella zona periferica di Rende, a pochi chilometri da contrada Cutura. A sparare sarebbe stato Salvatore Giordano, 57 anni, proprietario insieme al fratello di un negozio di telefonini, il Musichiere, a Rende. Giordano avrebbe prima ucciso la moglie Franca Vilardi 59 anni, poi i due figli Giovanni e Cristina di 22 e 28 anni e poi si è sparato un colpo alla tempia. Al piano di sotto vivono i genitori 90enni dell’uomo che non si sarebbero accorti di nulla. I Giordano sono considerati una famiglia perbene a Rende. Mai una chiacchiera sul loro conto. Domenica tutta la famiglia Giordano ha pranzato insieme, mangiando le lasagne cucinate dalla signora Franca.
Strage scoperta dal fratello. La strage è stata scoperta dal fratello del commerciante. L’uomo lunedì mattina attendeva il fratello al negozio. Non vedendolo arrivare l’ha chiamato al cellulare. Più volte. Non avendo avuto risposta, si è precipitato a casa del fratello. Ha suonato, ma nessuno gli ha aperto. A quel punto l’uomo ha chiamato i Vigili del Fuoco che hanno sfondato la porta, scoprendo i cadaveri. Il corpo di Giordano è stato trovato vicino alla porta d’ingresso; poco più in là, quello del figlio Giovanni, mentre la moglie e la figlia erano nella stanza da letto. I carabinieri hanno rinvenuto vicino al corpo di Giordano, due pistole, illegalmente detenute e alcuni coltelli insanguinati. Sul posto è intervento il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo e i carabinieri del comando provinciale di Cosenza. . Alla base dell’omicidio-suicidio potrebbero esserci problemi di natura economica. L’esame autoptico dovrà stabilire le modalità della morte e, sopratutto, l’ora. I Ris dei carabinieri sono invece al lavoro per capire la dinamica della strage. (di Carlo Macrì)
Orrore a Rende, stermina la famiglia e si uccide (Gazzetta del Sud – 13 febbraio 2018)
È una spaventosa storia, è un dramma che trascina inevitabilmente le vicende della famiglia Giordano fuori dai confini che delimitano la sfera privata. Non è ancora chiaro quello che sia realmente accaduto tra le mura di quella villetta. Una casa che da ieri è un bivio di trame in mezzo alle ipotesi investigative che si montano e si smontano col passare delle ore.
Tre le armi utilizzate per la carneficina: due pistole, una 357 magnum e una 7.65, e un coltello, tutte rinvenute e inserite tra i “corpi di reato”. In questo giallo ci sono sicuramente quattro morti ammazzati, apparentemente senza un movente. Quattro morti ancora senza nemmeno un colpevole certo (l’autore della mattanza è per adesso solo ipotizzato in attesa del riscontro scientifico).
Salvatore Giordano aveva 57 anni, di Cosenza, e gestiva un negozio di articoli musicali e di telefonia a Cosenza insieme al fratello. Franca Vilardi, originaria di Paola, era sua moglie. Di anni ne aveva 59 e si occupava di mandare avanti la famiglia. Teneva molto ai due figli che ancora vivevano con loro in quell’abitazione: Cristiana, 31 anni, era nata a Rogliano, come suo fratello Giovanni, 26 anni. La ragazza lavorava in un call center dell’area industriale di Rende, il fratello studiava all’università. Una famiglia tranquilla, felice, almeno in apparenza. Una immagine patinata che si è sbricolata improvvisamente nella notte tra domenica e ieri come raccontano i vicini. Una notte che si è riempita di misteri a cominciare da quel «trambusto» di cui parlano i testimoni. Nessuno ci ha fatto caso, però. Nessuno ha percepito le urla, le richieste d’aiuto, e, poi, quei sei colpi di pistola che hanno cancellato la famiglia Giordano. (di Giovanni Pastore)
L’autore della strage di Rende era depresso (La Gazzetta del Sud – 27 febbraio 2018)
Aveva un nemico che gli cresceva dentro Salvatore Giordano, il commerciante di cinquantasette anni che, nella notte tra la domenica e il lunedì di carnevale, ha sterminato la sua famiglia prima di suicidarsi. Amici e conoscenti sfilano da giorni, ormai, davanti agli inquirenti e raccontano che era una persona perbene ma, specie negli ultimi mesi, era solito rabbuiarsi. Si estraniava Salvatore Giordano. Così, all’improvviso, partiva per mondi lontani, insondabili, inaccessibili. Era come se, a un certo punto, si aprisse un gorgo e ne venisse risucchiato. Poi tornava: ne veniva fuori da quel gorgo. Ne veniva fuori portandosi dietro un umore nero che lo rendeva irriconoscibile. È questo, a grandi linee, lo scenario, il ménage famigliare, che la moglie del commerciante aveva confidato ad alcune amiche. Un dato che, adesso, emerge dalle testimonianze, la maggior parte delle quali danno consistenza a ciò che gli addetti ai lavori sono soliti far rientrare all’interno d’un grave quadro depressivo. In ogni caso, le indagini – condotte dal capo della Procura Mario Spagnuolo, l’aggiunto Marisa Manzini e il sostituto Domenico Frascino – tengono in considerazione, non trascurano affatto, la pista economica. I carabinieri della compagnia di Rende – coordinati dal capitano Sebastiano Maieli – da giorni stanno analizzando i bilanci del negozio che il cinquantasettenne gestiva insieme al fratello. (di Eugenio Orrico)