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Saddike Chabli, 57 anni, disoccupato, padre, già padre separato. Già denunciato per maltrattamenti, era stato allontanato alla casa familiare, ma vi era rientrato a seguito di una perizia che lo aveva riabilitato. Strangola nel sonno la moglie che voleva lasciarlo. Condannato a 18 anni con rito abbreviato

Cremona, 11 Gennaio 2016

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Titoli & Articoli

Cremona, strangola la moglie a mani nude poi scrive: “Voleva lasciarmi”. Arrestato (la Repubblica – 12 gennaio 2016)
In una lettera lunga quattro pagine l’uomo avrebbe raccontato l’intenzione di suicidarsi. La vittima aveva già denunciato il marito per maltrattamenti
I carabinieri l’hanno trovata coricata sul letto, vestita e senza segni evidenti di violenza, tranne le ecchimosi sul collo, nell’appartamento al primo piano di una palazzina al numero 5 di via dell’Annona a Cremona, a due passi dallo stadio. Quando i militari sono entrati in casa, Nadia Guessons, marocchina nata a Kasbai Tadla che il prossimo 2 marzo avrebbe compiuto 46 anni, era morta da circa mezz’ora, forse asfissiata nel sonno. L’autopsia stabilirà l’orario preciso del decesso, le cause e la dinamica. L’ha uccisa, strangolandola a mani nude, il marito Saddike Chabli, di 57 anni, originario di Sidi Aissa. L’uomo in quattro fogli, sequestrati dagli inquirenti, ha scritto di avere ucciso la donna perché lo voleva lasciare. Ad allertare i carabinieri era stato dal Marocco, dove abita, uno dei tre figli che l’uomo ha avuto da una precedente unione.
Altri due figlie avute da Nadia, Sofia e Sara, una minorenne e l’altra appena maggiorenne, si trovano entrambe in Marocco in vacanza e dovrebbero rientrare a Cremona in settimana. Dunque Nadia e Saddike erano soli. L’uomo ha riferito al figlio cos’era successo dicendogli che voleva farla finita. Ma non ha avuto il coraggio di uccidersi. Il giovane, invece, ha telefonato ai carabinieri. La sua chiamata è stata presa dalla stazione di Cassano d’Adda (Bergamo) da dove è partita la segnalazione al comando di Cremona che ha inviato una pattuglia sul posto.
I vicini della famiglia marocchina sono stati svegliati dal trambusto creato dalle forze dell’ordine. Fino a quel momento, era circa l’una di notte, non avevano sentito nulla. Non un rumore, non un grido, non un gemito. Agli inquirenti hanno raccontato che quella era una coppia tranquilla. Capitava di quando in quando che litigassero, come succede in tutte le famiglie, ma poi si tornava alla normalità che era scandita dagli orari della donna.
L’unica ombra nel passato di Saddike Chabli è una denuncia per maltrattamenti in famiglia che la moglie Nadia presentò all’inizio del 2012 in questura. Il processo è pendente in tribunale. Allora, la coppia abitava a Gadesco Pieve Delmona (Cremona). Nadia, hanno detto i vicini, si alzava al mattino presto per andare al lavoro in una mensa di via Bonomelli, in pieno centro storico. Quando tornava portava il cane in un campetto poco distante da casa dove spesso incontrava una vicina con la quale scambiava qualche parola. “Era una donna molto carina, gentile e riservata, era una grande “ ha spiegato Lia, che abita in un appartamento confinante a piano terra. L’unico motivo di discussione con i vicini era il cane che abbaiava spesso, spingendo alcuni inquilini a chiedere l’intervento della polizia locale.
Il peso della famiglia gravava tutto sulle spalle della donna perché Saddike Chabli era disoccupato da tempo. Sembra che questa condizione fosse la causa delle liti tra i due. All’accusa di omicidio volontario, formalizzata dal sostituto procuratore della Repubblica Lisa Saccaro, potrebbe aggiungersi per il marito della vittima l’aggravante della premeditazione, proprio in relazione ai propositi omicidi manifestati nel foglio scritto dall’uomo.

I maltrattamenti, la riappacificazione, l’omicidio. Il dramma di Nadia Guessous (la Provincia Cremona – 13 gennaio 2016)
Aveva subìto frequenti maltrattamenti Nadia Guessous, la donna marocchina di 45 anni strangolata dal marito Saddike Chabli di 58 anni nella notte tra lunedì e ieri nella casa dove abita la famiglia in via Dell’Annona a Cremona. Per più di due anni, dal 2012, il tribunale dei minori di Brescia aveva imposto il divieto di coabitazione col padre delle due figlie Sara e Sofia di 18 e 16 anni. Perciò la madre e le due ragazze si erano trasferite nella casa famiglia di via Bonomelli a Cremona, dove la donna lavorava. Nel marzo dello scorso anno, il giudice ha revocato il divieto di coabitazione a seguito del positivo percorso di riabilitazione dell’uomo che precedentemente beveva e usava violenze psicologiche sulle figlie e anche fisiche sulla moglie. Precedentemente l’uomo lavorava come custode in un allevamento avicolo del Cremonese. Poi perse il lavoro e cominciò a bere. Con l’alcol sono cominciati i guai. Nel 2012 la moglie ha sporto querela alla polizia per maltrattamenti. Il 25 febbraio prossimo, Nadia avrebbe dovuto testimoniare davanti al giudice del tribunale di Cremona Maria Stella Leone. In seguito alla denuncia, Sadikke fu allontanato dalla famiglia. Si è curato per vincere il vizio dell’alcol e c’era riuscito, a giudicare dall’esito dei colloqui con la psicologa, che registravano continui progressi. Le relazioni erano positive perché il marocchino si era disintossicato. Perciò fu dato parere positivo al suo ritorno in famiglia. Ma l’altra notte lui l’ha uccisa. La coppia era in casa sola perché le figlie erano in Marocco dove trascorrevano le vacanze. Domani alle 9.30 in carcere si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Letizia Platè.

 

 

Omicidio di via dell’Annona, Chabli condannato a 18 anni (la Provincia Cremona – 14 novembre 2016)
Lo scorso gennaio uccise, strangolandola, la moglie Nadia, di 45 anni, nell’appartamento in via dell’Annona. Ammesso al rito abbreviato, il 14 novembre, Saddike Chabli, 58 anni, marocchino, è stato condannato a 18 anni di carcere per omicidio volontario. La sentenza è stata emessa dal gup, Pierpaolo Beluzzi. Sono cadute le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi contestate dall’accusa, che per l’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Vezzoni, aveva chiesto 20 anni di reclusione. Chabli è stato inoltre condannato a risarcire i danni, fissando una provvisionale di 200mila euro su un totale di 400mila, alla figlia diciassettenne che si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Maria Laura Quaini, nominata dal curatore Alessio Romanelli.
La motivazione della sentenza sarà depositata tra novanta giorni. Nell’appartamento di via dell’Annona 5, i carabinieri si precipitarono nelle prime ore del 12 gennaio, dopo che i colleghi di Cassando d’Adda avevano ricevuto la telefonata di un uomo marocchino, il quale, un po’ in inglese, un po’ in francese, aveva loro riferito: «Padre, Cremona via Annona 5, morto». L’uomo era uno dei tre figli che Chabli aveva avuto dal primo matrimonio. Ricontattato, spiegò che il padre voleva suicidarsi.
Da Cassano d’Adda, l’allarme rimbalzò alla caserma dei carabinieri di viale Trento e Trieste. In via dell’Annona arrivarono i militari. Quello che avvenne subito dopo, è raccontato nell’ordinanza di convalida dell’arresto e di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal gip, Letizia Platé, all’esito dell’interrogatorio di garanzia di Chabli. L’uomo aprì la porta ai carabinieri e, vedendoli, fuggì verso la camera da letto, da terra raccolse una corda con cui aveva formato un cappio e la infilò al collo. Voleva uccidersi, Chabli. Fu bloccato e tranquillizzato. In camera, esanime sul letto c’era la moglie Nadia Guessous, marocchina anche lei, morta strangolata, il corpo coperto da un lenzuolo. Un matrimonio tra alti e bassi, il loro, dal quale erano nate due figlie, la sera dell’omicidio in Marocco.

Strangola la moglie e tenta il suicidio: confermata la condanna a 18 anni (il Giorno – 4 maggio 2018)
Da tempo la coppia non andava più d’accordo
Per l’omicidio della moglie era stato condannato in abbreviato a 18 anni di reclusione Saddike Chabli, marocchino, che abita in Italia dal 1994. Oggi, la corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato la sentenza di condanna a 18 anni.
Il 60enne è detenuto dal 12 gennaio del 2016 per aver ucciso nel sonno, strangolandola, la moglie Nadia Guessous, di 46 anni, sua connazionale. Il delitto avvenne nella camera da letto della casa dove i due e le loro figlie vivevano, a Cremona in via dell’Annona, nel quartiere periferico Zaist. Era capace di intendere e di volere quando strinse le mani al collo di sua moglie, la seconda. La notte dell’omicidio le figlie erano in Marocco. Da tempo la coppia non andava più d’accordo: Chabli, già padre di tre figli maschi avuti dal primo matrimonio, che vivono in Francia, era disoccupato dopo aver fatto, per vent’anni, il custode in una fabbrica alimentare del Cremonese. Provvedeva la moglie, con il suo lavoro nella mensa delle suore, a sostenere la famiglia. In passato, lei lo aveva denunciato per maltrattamenti. L’uomo era stato allontanato, poi lei lo aveva riaccolto in casa. 


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