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Cristian Daravoinea, 36 anni, autotrasportatore, padre. Uccide la moglie a coltellate e tenta il suicidio. Condannato a 21 anni

Nereto (Teramo), 9 Ottobre 2019


Titoli & Articoli

Mihaela, fermato il compagno che confessa. La gelosia il movente (Rete 8 – 10 ottobre 2019)
Fermato a Tortoreto il compagno di Mihaela Roua, la rumena accoltellata a morte nella loro abitazione di Nereto. Si era ferito con un’arma da taglio. Poi ha confessato: “ero geloso, voleva lasciarmi”.
Lo hanno trovato in un parcheggio sul lungomare di Tortoreto Lido. Cristian Daravoinea, il 36enne compagno di Mihaela era irreperibile dal momento dell’omicidio, e qualcuno aveva ipotizzato che a sua volta avrebbe potuto farla finita, dopo aver accoltellato a morte la compagna. I carabinieri lo hanno rintracciato intorno alle 21,30.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Teramo e del reparto operativo, diretti dal colonnello Giorgio Naselli e da tenente colonnello Luigi Dellegrazie, Daravoinea si sarebbe inferto nove colpi al torace con lo stesso coltello dell’omicidio, mentre era ancora in casa e dopo aver ucciso la donna. Sanguinante si sarebbe messo in auto, forse credendo di morire dissanguato. Le ferite inferte non sono profonde e il romeno è stato soccorso e trasferito all’ospedale di Giulianova, dove è stato posto in stato di fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario in attesa della convalida del gip.

 

Delitto di Nereto, Cristian: «Con Mihaela litigavamo per la casa, poi non so cosa mi sia successo» (il Mattino – 12 ottobre 2019)
«Non so, perché e come sono arrivato a fare un gesto del genere. Ricordo che stavamo pranzando. Poi abbiamo iniziato a discutere della nostra situazione sentimentale. Da qui in poi non ricordo nulla. il vuoto» È la spiegazione che ha dato Cristian Daravoinea, al Giudice Roberto Veneziano durante l’interrogatorio di convalida d’arresto ieri mattina all’interno della casa circondariale di Teramo. Il 36enne romeno che mercoledì scorso in un appartamento in viale Europa a Nereto ha ucciso con due fendenti Mihaela Roua, la compagna di 32anni non ha dato nessuna spiegazione al Gip sul perché? Ma una serie di «non so e non ricordo».
Al contrario il romeno stando alle parole del suo difensore l’Avvocato Fiorenzo Pavone ha smentito la gelosia come la causa dei loro problemi di coppia. Ma ha dichiarato che i loro problemi erano di natura affettiva.
«Dopo 17anni di convivenza il nostro rapporto si era raffreddato. – avrebbe dichiarato Cristian –. Lei mi accusava che gli davo meno attenzioni da quando eravamo entrati nella nuova casa. Infatti la crisi era recente, più o meno da aprile. Allora avevamo deciso di comune accordo separarci. Dal momento che avevamo una figlia di 6 anni, una casa appena acquistata e un mutuo da pagare, si discuteva sul come accordarci. I nostri litigi erano sempre più frequenti. All’inizio eravamo intenzionati addirittura nel vendere casa. Poi ci hanno spiegato che dovevamo aspettare almeno due anni. Non riuscivamo a trovare una soluzione che andasse bene ad entrambi. Di quel maledetto mercoledì non ricordo nulla, nemmeno cosa stavamo mangiando».

 

Il camionista sconterà 21 anni in carcere per aver ucciso la compagna Mihaela (Emmelle.it – 27 settembre 2021)
La Corte d’Assise di Teramo ha condannato Cristian Daravoinea per l’omicidio di due anni fa a Nereto. Centomila euro per la figlia minorenne della coppia
Ventuno anni di reclusione dovrà scontare, in carcere, Cristian Daravoinea, il camionista 37enne romeno che esattamente due anni fa, il 9 ottobre del 2019, uccise con due coltellate la compagna Mihaela Roua, a Nereto. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Assise di Teramo, presieduta da Domenico Canosa, riuniti oggi in camera di consiglio nel tribunale di Teramo. La Procura, rappresentata dal pm Davide Rosati, aveva chiesto una pena di 24 anni.
L’omicidio si era consumato, al culmine di una violenta lite, nell’appartamento di Nereto in cui vivevano i due, che si
stavano separando. A scoprire il corpo senza vita di Mihaela erano stati i vigili del fuoco, intervenuti dopo l’allarme
lanciato da un’amica che non riusciva a mettersi in contatto con la donna. Sul posto erano arrivati i carabinieri del reparto operativo del comando di Teramo che poche ore dopo riuscirono a rintracciare il 37enne a Tortoreto.
Dopo il fermo Daravoinea aveva ammesso subito le proprie responsabilità. Oggi la condanna a 21 anni, al termine del processo in Corte d’Assise che ha visto cadere l’aggravante dei motivi futili e abietti che era stata contestata all’uomo dalla Procura. La corte ha disposto a carico di Daranoivea le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici e il risarcimento danni in favore delle parti civili da liquidarsi in separata sede, oltre a una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro a favore della figlia minore della coppia e di 50mila euro ciascuno a ai tre familiari della donna che si erano costituiti parte civile. L’uomo era difeso dagli avvocati Federica Di Nicola e Mario Gebbia.


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