Rachid Rahali, 36 anni, padre. Uccide la moglie a coltellate davanti ai bambini. Condannato a 30 anni con rito abbreviato
Cesena, 25 Ottobre 2015
Titoli & Articoli
Delitto all’ex Roverella, le due versioni dell’uxoricida (il Resto del Carlino – 26 ottobre 2015)
Rachid Rahali ha fornito ai carabinieri due racconti differenti sulla morte dell’ex moglie Nadia Salami, uccisa domenica sera a coltellate
Ha cambiato versione almeno due volte davanti ai carabinieri Rachid Rahali, il cittadino marocchino di 35 anni che domenica sera ha ucciso la convivente Nadia Salami con diverse coltellate, inferte con un grosso coltello da cucina (FOTO). All’inizio ha raccontato di aver colpito la donna dopo averle strappato il coltello che lei stessa aveva impugnato contro di lui. In seguito avrebbe detto che la donna aveva minacciato di uccidersi puntandosi il coltello allagola e lui l’avrebbe ferita nel tentativo di strapparle la lama. Racconti che non convincono i carabinieri, visto che la vittima è stata trovata nel bagno ferita da diverse coltellate anche alla schiena.
L’uxoricidio è avvenuto in un appartamento di via Milani all’ex Roverella, nella zona dove risiedono diverse famiglie seguite dai servizi sociali e alcuni rifugiati in attesa di asilo politico. La vittima Nadia Salami, marocchina di 35 anni, viveva nell’abitazione da alcuni anni coi tre figli piccoli, dopo una precedente relazione con un anziano italiano. Tra Rahali e la donna era in corso una burrascosa relazione costellata di litigi, secondo quanto raccontano i vicini. L’uomo era spesso fuori casa per lavoro e aveva anche un’altra abitazione. L’ennesimo litigio l’altra sera è sfociato nella tragedia.
Uccise la compagna davanti ai figlioletti, confermato il massimo della pena per l’omicida di via Milani (Cesena Today – 27 giugno 2018)
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Rachid Rahali
Accoltellò la moglie alla presenza dei tre figlioletti. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa di Rachid Rahali, il marocchino che uccise la compagna Nadia Salami, praticamente davanti ai suoi figli (che erano nella stanza accanto nel piccolo appartamento all’ex Roverella, in via Milani in centro a Cesena), confermando i trent’anni di reclusione inflitti in primo grado. Si tratta del massimo della pena considerato il rito processuale scelto, l'”abbreviato” che riduce automaticamente la pena di un terzo e l’ergastolo altrettanto automaticamente in una condanna a 30 anni. I minori dal 25 ottobre del 2015, giorno dell’omicidio, sono stati affidati a un’altra famiglia.
Il marocchino uccise la compagna con sette fendenti di coltello, nel corso di una tragica lite una domenica sera. Poco prima padre e figli giocavano allegramente, poi un crescendo veloce di una rapida lite in casa, che culminò appunto con la morte della donna. Rahali, tra le lacrime, si era assunto le sue responsabilità nella scorsa udienza, chiedendo scusa ai parenti della vittima. Nell’udienza in primo grado il gup Luisa Del Bianco ha emesso il massimo della pena (quanto richiesto dal pm Michela Guidi) considerando nel computo una serie di aggravanti come la crudeltà e la presenza di minori al momento dell’omicidio. All’imputato è stato richiesto il pagamento delle spese legali pari a 4 mila euro.