Piero Innocenti, 81 anni, imprenditore, padre e nonno. Uccide la moglie con un colpo di fucile e si suicida
Prato, 25 Giugno 2017
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Il fondatore della Capp Plast spara alla moglie e poi si uccide (il Tirreno – 26 giugno 2017)
Prato, la tragedia in un appartamento di via Arrigo del Rigo dove sono stati trovati i corpi dell’imprenditore Piero Innocenti e della moglie Rosanna Conti, malata di Alzheimer
Omicidio-suicidio in un appartamento di via Arrigo del Rigo, una traversa di via Ferrucci. Le vittime sono due persone anziane, Piero Innocenti, 81 anni, fondatore dell’azienda Capp Plast e la moglie, Rosanna Conti, 79 anni, malata di Alzheimer.
Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri Piero Innocenti avrebbe prima sparato con un fucile alla moglie che si trovava su letto e poi avrebbe rivolto l’arma su di sè, sempre al petto. Sul posto i carri funebri della Croce d’oro. Informato dell’accaduto il magistrato, Laura Canovai. Un sopralluogo nell’appartamento è stato fatto anche dal medico legale Alberto Albertacci. Un vicino di casa ha riferito di aver sentito degli scoppi la sera di domenica 25. A dare l’allarme è stato il figlio della coppia che non avendo notizie dei genitori e non riuscendo ad entrare nell’appartamento ha chiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Venti anni fa la coppia aveva perso in un incidente stradale il figlio Enrico.
“Un gesto di troppo amore, non un femminicidio” (il Tirreno – 29 giugno 2017)
Prato, ai funerali di Piero Innocenti e Rosanna Conti colpiscono le parole del vice-parroco della Resurreazione, che “assolve” il fondatore della Capp Plast e ne esalta la generosità imprenditoriale
«Noi non dobbiamo giudicare, solo Dio può farlo. E Dio sa che il gesto di Piero è stato un grande atto d’amore, forse eccessivo, ma d’amore». Colpiscono e susciteranno riflessioni e discussioni le parole di don Carlo Geraci, vice-parroco della chiesa della Resurrezione, dove nel pomeriggio di oggi, giovedì 29 giugno, si è celebrato il funerale di Piero Innocenti, ottantunenne fondatore della Capp Plast e della moglie Rosanna Conti, 79 anni.
Una tragedia che ha colpito tutti per il modo in cui è avvenuta, l’omicidio- suicidio di un uomo che non sapeva accettare la malattia della compagna della vita, malata d’Alzheimer dopo 57 anni di piena condivisione di tutto. È stato questo – l’importante della moglie Rosanna per la vita di Piero Innocenti – uno dei temi della toccante e profonda omelia del sacerdote durante la messa funebre, alla quale hanno preso parte – oltre al figlio Gianluca con la moglie Carla e i nipoti Ginevra, Alessia e Sabrina – decine di parenti e amici e tanti, tantissimi lavoratori ed ex lavoratori della Capp Plast, una delle più importante aziende che ha fatto la storia dell’economia pratese del dopoguerra.
«Non è mai facile parlare della morte – ha detto don Carlo – e lo è ancora di più per il modo tragico in cui è avvenuta questa morte. Ma è molto bello vedere la chiesa piena, le tante persone che si sono stretti attorno a Gianluca e ai familiari. Certo, lo sappiamo bene: Piero ci ha spiazzati con quel gesto, che sembra stridere con il grandissimo affetto che sapevamo corresse nella coppia, insieme per 57 anni. Erano una cosa sola, appunto. E nel nostro cuore sappiamo come quel gesto sia stato un estremo atto d’amore, forse troppo spinto e troppo generoso. Non è una scelta dettata dall’odio, un femminicidio, ma il contrario: c’è il troppo amore per la compagna malata. Lo sappiamo noi in fondo al nostro cuore e lo sa anche Dio, che possiede la chiave delle nostre coscienze”. “La misericordia a volte può oltrepassare la giustizia», ha aggiunto don Geraci riferendosi al trascorso “anno della Misericordia”. Il sacerdote si è rivolto spesso al figlio Gianluca, esortandolo a non lasciarsi prendere dai pensieri negativi e dai sensi di colpa. Ma, anzi, di portare avanti quell’opera di grande generosità imprenditoriale – da industriale vecchio stampo – che ha sempre contraddistinto il padre. «Pur non conoscendo da sempre Piero Innocenti – ha proseguito il vice-parroco – ho capito l’importanza che ha avuto per la città e per tanta gente parlando con i suoi dipendenti, soprattutto quelli della prima ora, che hanno fatto straordinari e lavorato la notte. Piero non ha lavorato solo per la famiglia, ma per la città. Come scordare quello che ha fatto per lo sport e per il sociale con la sua azienda?» Un pensiero il sacerdote lo ha rivolto anche all’altro figlio di Piero Innocenti, Enrico, morto 20 anni fa in un incidente stradale. (f.a.)