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Patrizio Lai, 50 anni, imprenditore edile, già padre separato. Va a casa della seconda ex moglie con un fucile e spara all’impazzata, uccidendo il nuovo compagno di lei e la ex suocera. Poi si ammazza (strage di Quartu)

Quartu Sant'Elena (Cagliari), 11 Gennaio 2011


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Quartu Sant’Elena. Ex carabiniere uccide per gelosia: due morti (la Nuova Sardegna – 12 gennaio 2011)
La strage si è consumata in pochi minuti in una palazzina di edilizia popolare di via Pizzetti. Patrizio Lai, 49 anni, ha ucciso a fucilate l’ex suocera e il compagno dell’ex moglie. Anche la donna è stata ferita in modo grave. Le vittime sono Liliana Sainas, di 53 anni, e Manuel Angioni di 28. L’ex moglie di Lai, Valentina Sainas di 33 anni, è ricoverata in ospedale. L’assassino, che da tempo perseguitava la donna, è fuggito su una Mercedes.
Una strage della gelosia, una tragedia consumata in pochi minuti ha distrutto una famiglia in una palazzina di edilizia popolare al numero 6 di via Pizzetti a Quartu Sant’Elena. Alle 21.15 di ieri sera Patrizio Lai, piccolo imprenditore edile di cinquant’anni, ex carabiniere, appassionato di caccia, da tutti considerato un uomo mite e tranquillo, entra nell’appartamento della famiglia Sainas, a quell’ora riunita davanti al televisore, imbracciando un fucile. Quando, poco prima, urla sul pianerottolo: «Aprite, aprite», nessuno pensa che sia armato.
La porta viene aperta, nonostante il tono alterato della voce con il quale l’uomo intima di farlo entrare. Lai si precipita dentro l’appartamento spianando l’arma. Spara all’impazzata, spara a pallettoni, per uccidere: nel mirino uno dopo l’altro chiunque gli si para davanti. La prima fucilata colpisce l’ex suocera, Liliana Sainas 53 anni. La donna stramazza al suolo: il colpo di fucile non le lascia scampo e muore sul colpo. Patrizio Lai, completamente impazzito, spara alla cieca, poi rivolge l’arma contro Manuel Angioni, il fidanzato della sua ex moglie, 29 anni residente a Cagliari nel quartiere di Sant’Elia. Una sola fucilata abbatte il giovane: anche lui muore sul colpo in una stanza trasformata in un macello dalla furia omicida dell’imprenditore edile. L’ultimo colpo è destinato all’ex moglie, dalla quale Patrizio Lai si è separato da poco più di un mese. La donna, Valentina Sainas, 33 anni, casalinga, rimane a terra ferita gravemente. I pallettoni l’hanno colpita al una gamba. Verrà ricoverata all’ospedale Marino per essere sottoposta a intervento chirurgico. Un secondo ferito, lo zio di Valentina, resta a terra colpito in modo non grave. Patrizio Lai ha compiuto la sua strage in pochi minuti, ha consumato la sua vendetta contro la ex moglie, il suo compagno e la ex suocera.
Scende le scale e si avvia lungo il vialetto che porta all’uscita della villetta. Sale sulla sua Mercedes grigia e fugge, armato, fuori di sé. Passano pochi minuti dalla strage e in via Pizzetti 6 arrivano le pattuglie delle Volanti della polizia, coordinate da Gianfranco Murgia e la squadra mobile al comando di Leo Testa. Sul luogo del duplice omicidio intervengono anche il medico legale Paribello e i pm Danilo Tronci e Guido Pani. Lo spettacolo che si presenta agli occhi degli agenti della polizia di Stato e ai magistrati di turno è quello di una mattanza.Patrizio Lai spara a pallettoni, per uccidere: nel mirino uno dopo l’altro chiunque gli si para davanti.Gli agenti troveranno due bossoli, uno a metà del vialetto d’uscita, l’altro sulla strada, a mezzo metro dal marciapiede. Patrizio Lai, non sbaglia un colpo, è un cacciatore provetto, ama le battute nel Nuorese, sa maneggiare un’arma e non perdona. Lo aveva detto molte volte alla moglie, dopo che si erano lasciati: «Te la farò pagare». L’uomo se ne era andato di casa da poco più di un mese e viveva con un figlio che Valentina Sainas aveva avuto da una precedente relazione e che lui aveva riconosciuto come figlio adottivo. Dopo la separazione, dicono i conoscenti, era diventato nervoso, violento.
La tragedia era nell’aria, in un mese di tensioni, continue telefonate alla ex moglie, invettive contro il suo nuovo compagno. Patrizio Lai aveva minacciato più volte Valentina Sainas di morte, ma nessuno aveva dato troppo peso alle parole di un uomo travolto dalla gelosia per essere stato abbandonato dalla moglie e per la nuova relazione con un uomo più giovane di lui di vent’anni. La furia di Lai era stata sottovalutata, nessuno si aspettava un’esplosione così violenta di follia. Subito dopo la strage, l’imprenditore edile, considerato un grande lavoratore, con una decina di operai alle sue dipendenze, risale in auto e si allontana con l’arma poggiata sul sedile. Forse un disperato tentativo di fuga, magari verso le campagne che conosce bene e dove è solito andare a cacciare. La sua è una fuga che può avere poche possibilità di scampo.
Sulle sue tracce si mettono gli uomini della polizia, mentre gli agenti della Scientifica svolgono un sopralluogo nella casa popolare di via Pizzetti, per ricostruire la dinamica di un macello che ha lasciato sul pavimento due morti. Di fronte alla casa popolare di via Pizzetti, a tarda sera restano solo i lampeggianti delle auto della polizia e le urla dolorose della più giovane delle figlie di Liliana Sainas, che nello strazio del pianto, grida: «No, anche mamma no».
Sui marciapiedi, ai lati della strada, si è raccolta una piccola folla silenziosa. Tutti conoscono la famiglia Sainas, già segnata di recente dalla morte di un’altra figlia, Adelina. Nessuno ha voglia di parlare. Il silenzio avvolge, sotto una pioggia che cade leggera, il teatro di un gesto sanguinario che ha sterminato una famiglia.

 

Si suicida l’assassino di Cagliari (Sintony – 12 gennaio 2011)
Si è sparato nella sua automobile
E’ morto suicida Patrizio Lai, l’ex carabiniere che aveva ucciso per gelosia, a Quartu Sant’Elena (Cagliari), il compagno della ex moglie e la suocera. Dopo il duplice omicidio l’uomo era fuggito e la sua auto era stata avvistata da un elicottero della polizia. Per uccidersi, Lai avrebbe usato lo stesso fucile che gli era servito per la strage della gelosia. Una volta individuata la zona dove si trovava l’auto di Lai, le pattuglie della polizia avevano delimitato l’area per impedire l’accesso agli estranei e consentire al magistrato e ai tecnici della Scientifica di compiere i rilievi. L’uomo, 49 anni, era ricercato da martedì sera per l’uccisione della ex suocera, Liliana Sainas, 53 anni, e del nuovo compagno della ex moglie, Manuel Angioni, di 28, uccisi a fucilate in un appartamento di Quartu, in via Pizzetti, vicino allo stadio comunale di Is Arenas. Il corpo del commerciante era nella sua auto, parcheggiata alla periferia della città. Lai aveva anche colpito la ex moglie, Valentina Sainas, 35 anni, rimasta ferita alle gambe e operata nella notte in ospedale. Le condizioni della donna sono buone.

 

 

Quartu. I funerali dell’imprenditore che martedì scorso ha ferito l’ex moglie e ucciso il suo nuovo fidanzato, l’ex suocera e s’è ammazzato.

 

Non era il momento della parola e neanche quello del giudizio, un’omelia asciutta ha pronunciato don Alfredo Fadda ai funerali di Patrizio Lai, suicida dopo aver ferito la ex moglie e ammazzato la madre e il nuovo fidanzato di lei.  Parole sorvegliate, quelle di don Fadda, perché l’odio scorre ancora: Patrizio Lai ha fatto cose estreme e irrimediabili, un mare di persone continua a prendere posizione su internet da una parte e dall’altra contro tutti i protagonisti di una tragedia eterna che la modernità e l’evoluzione dei costumi non sono riusciti a sfumare di intensità.
«Si è ucciso – diceva una donna intervenuta al funerale – cosa poteva fare più di questo?». «No, non è stato un eroe – diceva un altro in un capannello – eroe sarebbe stato se adesso fossero ancora tutti vivi». «L’omelia è stata giusta – una signora all’amica – non c’era altro da dire». «E’ questo il momento del silenzio – aveva esordito don Fadda davanti ai familiari di Patrizio Lai, sfiniti e composti -, ma parole devono essere pronunciate e queste non devono essere in alcun caso un giudizio. Quello spetta soltanto al Signore, lui solo vede il cuore degli uomini. Noi non dobbiamo giudicare… A noi è concesso di esprimere solidarietà ai familiari e agli amici che soffrono di un dolore profondo… Noi preghiamo per Patrizio, ho scelto il brano del Vangelo dove il buon ladrone nella croce accanto al Cristo innocente gli diceva ‘Io sono colpevole, tu non hai fatto nulla, tu mi potrai salvare…’ Ecco, a noi resta la speranza della salvezza, perché nell’ultimo attimo di vita Dio tende la mano a tutti i suoi figli. C’è bisogno di Dio in questo mondo, in quel che è successo e che succede troppo spesso c’è la dimostrazione che da Dio ci si è allontanati, dobbiamo tutti tornare a Lui. Soprattutto in questo momento».
Dopo la benedizione della salma, don Fadda ha parlato in nome dei familiari: che ringraziavano tutti, ma dispensavano i presenti dal porgere le condoglianze. La messa è finita, i parenti si sono rivolti verso l’uscita, fuori dalla chiesa un saluto è arrivato alla bara che sulle spalle degli addetti delle pompe funebri ha attraversato la piccola folla.
Solo allora s’è udito un grido. «Non è giusto», ha detto una volta e ancora un’altra una voce rotta dal pianto. L’ex moglie. La donna che la storia ormai fin troppo nota spiega esser stata lasciata da Patrizio Lai quando questi s’innamorò di Valentina Sainas. Poi si è formato il corteo di auto, tutti dietro al carro funebre, il dolore continua. Don Fadda non ha altre parole da aggiungere all’omelia. «Non farei altro che ripetermi. Nessuno può giudicare, l’ho detto, bisogna riavvicinarsi al Signore è soltanto in lui che si può ritrovare una strada».
Don Fadda è pastore di anime che ben conosce evidentemente il secolo terreno. Su Facebook impazza la guerra di parole contro e contro. La rete ospita congetture, ricostruzioni psicologiche, interpretazioni delle frasi che Lai lasciava andare sul web. I familiari si sono chiusi nel silenzio, dopo aver espresso tutto lo sgomento di una vicenda che nessuno pensava avrebbe avuto un epilogo del genere, certo non la madre di lei Liliana Sainas o il fidanzato Manuel Angioni. Ieri per Patrizio Lai forse è stato il primo giorno di pace: con le parole prudenti di don Fadda la sua storia è salita fra quelle impescrutabili dell’animo umano, da adesso chiunque parlerà probabilmente dovrà dimostrare a quale titolo lo fa.

 


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