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Pasquale Pinto, 54 anni, ex guardia giurata, padre. Massacra a coltellate la moglie e inizia a sparare dalla finestra, poi muore d’infarto

Barra (Napoli), 7 Febbraio 2024


Titoli & Articoli

Pasquale Pinto uccide la moglie Eva e si suicida, il giallo del movente: “Nun so’ pazz” (Today – 9 febbraio 2024)
La donna è morta per le coltellate, lui forse si è avvelenato. I tre figli della coppia erano fuori. Tutto quello che resta da chiarire su dinamica e motivazioni alla base del dramma che, giovedì mattina, ha tenuto per ore sotto scacco un quartiere intero alla periferia est di Napoli
Pasquale Pinto, ex guardia giurata, 54 anni, si è barricato in casa in via Testa nel sobborgo di San Giovanni a Teduccio (Napoli), ha sparato colpi di pistola dalla finestra. Sono state ore di tensione quelle vissute giovedì mattina alla periferia del capoluogo campano. Parlava con la gente che si era radunata in strada e ogni tanto sparava un colpo in aria con la pistola. Gli dicono di smetterla, di non buttarsi di sotto. “Nun so’ pazz”, li tranquillizza. Nell’appartamento l’uomo forse in quel momento aveva già ucciso la moglie Ewa Kaminska, 48 anni, a coltellate. Poi si è tolto la vita. Forse si è avvelenato. I tre figli della coppia erano fuori. Gli inquirenti escludono gelosie o dissapori familiari. Un giallo inspiegabile.
Pasquale Pinto ha ucciso la moglie Eva Kaminska. Quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nell’appartamento, hanno trovato i due corpi, l’uno vicino all’altro, ormai senza vita. Lo scenario, come specifica NapoliToday, è ancora tutto da confermare visto che, a ore di distanza dall’accaduto, la questura di Napoli non aveva ancora fornito una versione ufficiale della vicenda.
Massimo Vela, titolare del bar che sta di fronte al palazzo, ha visto com’è cominciato tutto: “Io ero già qui a lavoro – racconta a Massimo Romano di NapoliToday – ho sentito gli spari, 4-5 colpi in aria. Sono uscito fuori, ho cercato di parlargli: ‘Lini che fai, posa quella pistola’. Niente, non c’è stato nulla da fare. Lui ha farfugliato qualcosa sul figlio in crociera, poi mi ha chiesto di chiamare la sorella. Dopo sono stato bloccato dalle forze dell’ordine e non ho più visto nulla”.
“Deve aver perso la testa” Massimo ha conosciuto Pasquale anni fa, in gioventù: “Uscivano insieme da ragazzi. Non aveva mai dato segni di squilibrio. Non ci frequentavamo più, ma lo vedevo spesso. Anche con la moglie e i figli. Non ho mai avuto l’impressione che litigassero. Deve aver perso la testa, è successo quello che non doveva succedere”.
L’uomo si prendeva cura con amore e impegno dei figli, accompagnandoli a scuola e seguendoli nelle attività sportive. Vent’anni fa, durante il servizio, era stato ferito a colpi d’arma da fuoco a una gamba in un tentativo di rapina e, da allora, per l’invalidità, percepiva un’indennità. Negli ultimi tempi non aveva più un lavoro: l’istituto di vigilanza aveva chiuso e Pinto era in disoccupazione. Una vita normale, come tante. Fino a ieri mattina. Ieri il quartiere è stato blindato dalle forze dell’ordine. Polizia, carabinieri, vigili del fuoco, polizia municipale e guardia di finanza hanno chiuso tutti gli accessi alla palazzina. I negoziatori hanno provato a capire quali fossero le motivazioni di Pinto. “Ero in auto – racconta una passante – e ho sentito gli spari. La polizia mi ha fatto scendere e allontanare perché eravamo esposti al fuoco”.
Tre figli adolescenti. Quando la polizia ha fatto irruzione i contatti con Pinto si erano interrotti da alcune ore. L’uomo e la moglie erano ormai senza vita. Il movente dell’omicidio-suicidio resta un giallo. I due figli minorenni – una ragazzina di 14 anni e un ragazzo di 16 – erano a scuola, mentre il più grande, di 18 anni, è in gita scolastica su una nave da crociera. E’ l’ultimo ad essere stato informato.


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In memoria di

Napoli, la guardia di giurata Pasquale Pinto morì per infarto dopo aver ucciso la moglie (Cronache della Campania – 18 marzo 2024)
Un inquietante retroscena emerge dalle indagini sull’omicidio-e presunto suicidio avvenuto la mattina dell’8 febbraio scorso nel quartiere di San Giovanni a Teduccio a Napoli e che vede come protagonista l’ex guardia giurata Pasquale Pinto.
Aveva paura che la camorra potesse fare del male ai figli e per questo rimproverava la moglie
L’uomo dopo aver tentato di impedire la rapina della sua pistola di ordinanza, che riteneva fosse stata orchestrata dalla camorra, temeva che la mafia potesse cercare vendetta sui suoi figli. Credeva che la sua moglie fosse troppo permissiva con i loro ragazzi, esponendoli al pericolo di una possibile ritorsione, una situazione che sfociò inizialmente in una lite e successivamente in omicidio.
E’ questo uno degli aspetti sconcertanti che sta emergendo dalle indagini sul caso dell’omicidio di Ewa Kaminska, la donna di origini polacche di 48 anni uccisa dal marito, Pasquale Pinto, un ex guardia giurata 55enne, il 8 febbraio scorso.
Pinto, dopo aver ucciso la moglie, sparò diversi colpi di pistola dalla finestra, creando panico nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli, che fu rapidamente messo in sicurezza dalle forze dell’ordine. Quando la polizia entrò in casa, trovarono la donna morta a causa di diverse ferite da arma da fuoco e da arma bianca, e il marito a terra, ma senza segni visibili di violenza. La scoperta di una bottiglia vicino al cadavere di Pinto suggerì che potesse essersi suicidato con un’overdose di farmaci, ma l’autopsia ha rivelato che è morto per un attacco cardiaco.
Dalle testimonianze raccolte, sono emersi altri dettagli sulla triste vicenda, che ora sono oggetto di indagine: Pinto – padre di tre figli di 14, 16 e 18 anni – era stato ferito durante il tentativo di rapina e aveva perso il lavoro a causa delle lesioni fisiche. Nonostante le difficoltà, si era sempre sforzato di provvedere alla sua famiglia nel modo più dignitoso possibile. Era convinto che la camorra avesse cercato di rubargli la pistola e temeva che potessero cercare vendetta sui suoi figli. Per questo motivo, li teneva sempre sotto stretta sorveglianza. La lite che portò all’omicidio il fatidico 8 febbraio 2024, secondo le indagini, fu scatenata dalla sua incapacità di monitorare i figli in quel momento.