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Paolo Di Profio, 47 anni, infermiere. Aggredisce l’ex cognata e la uccide con un piede di porco perchè la reputava causa del suo divorzio (per maltrattamenti). La ex moglie costretta a fuggire con i figli per le minacce. Condannato a 30 anni, ha un malore in carcere prima dell’appello e muore

Cetraro (Cosenza), 27 Gennaio 2016

cognato


Titoli & Articoli

Dottoressa uccisa, l’ex cognato confessa: «Il mio divorzio colpa sua» (Corriere della Sera – 28 gennaio 2016)
Annalisa Giordanelli, medico di 53 anni, colpita alla testa con un piede di porco ritrovato con tracce di sangue e capelli. Gli inquirenti non escludono una « pista famigliare»
Colpita alla testa con un piede di porco. Una mazzata violentissima alle spalle, dopo essere stata seguita in macchina. Lasciata priva di vita sul ciglio della strada. C’è un fermato, reo confesso, per l’omicidio di Annalisa Giordanelli, medico di base, 53 anni, uccisa mercoledì verso le 16 a Cetraro ( nel Cosentino) mentre faceva due passi abituali verso il mare. L’arrestato è il cognato, Paolo Di Profio, infermiere nell’ospedale cittadino. I sospetti si erano concentrati subito attorno a lui. Dopo 10 ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri alla fine è crollato. Confessando tutto. «Il mio divorzio è stato per causa sua», ha raccontato. L’uomo era sposato con la sorella del medico, Serena, la più piccola di quattro sorelle, ma l’unione era in crisi da tempo. Anzi: naufragata. Un fallimento per il quale lui aveva incolpato proprio la dottoressa. Sarebbe stata lei – avrebbe detto agli investigatori – a insistere con sua moglie. «Lascialo, è un poco di buono». Queste le parole ripetute riferendosi anche al passato di alcolista dell’uomo. E forse pure alle percosse inflitte in casa. Quelle che avevano spinto la donna a lasciarlo, ad andarsene da casa per vivere assieme ad Annalisa. Non lontano. A un tiro di schioppo.
Il colpo con il piede di porco. Decisivo nella svolta dell’indagine il ritrovamento dell’arma del delitto, un piede di porco – lasciato poco lontano dal corpo senza vita della povera Annalisa – intriso di sangue e con tracce dei capelli che potrebbero appartenere alla vittima. La donna sarebbe stata seguita per qualche centinaio di metri, durante la sua passeggiata pomeridiana verso la costa. Quattro passi per distendersi, a metà tra sport e relax. L’infermiere l’avrebbe avvicinata fermando la sua auto poco prima. Un colpo violento con quel piede di porco lasciato poco lontano.
L’autopsia giovedì. In un primo momento la morte di Annalisa Giordanelli, sposata, due figli, professionista molto apprezzata in paese, era sembrata un incidente stradale. Un investimento pirata. Il cadavere era stato infatti trovato con la testa in giù tra l’asfalto e il marciapiede. La donna era da poco uscita di casa e aveva imboccato una strada che dal centro cittadino conduce giù, verso la marina. L’ipotesi dell’incidente stradale era stata avanzata perché sono state trovate tracce di pneumatici. Il medico legale ha, però, escluso che il trauma cranico che avrebbe causato la morte del medico fosse dovuto all’impatto con una macchina. Sulla testa di Annalisa Giordanelli  sono state  riscontrate lacerazioni molto profonde, causate da colpi di pietra o altro corpo contundente. L’autopsia in programma per giovedì mattina, dovrebbe chiarire altri dubbi sulla dinamica dell’omicidio.
Una vita normale. Annalisa Giordanelli era medico a Cetraro da parecchi anni. Padre medico, e anche lei dottoressa. Nessuna indiscrezione sul suo conto. Una vita normale, dedicata al lavoro e alla famiglia.

 

L’ombra del clan Muto sullo sfondo del delitto Giordanelli (Gazzetta del Sud – 21 gennaio 2017)
L’inquietante spettro del clan Muto si materializza anche sullo sfondo di un barbaro delitto che, almeno all’apparenza, non sembra avere alcun tipo di legame con contesti ’ndranghetistici. Tra le carte dell’inchiesta “Cinque lustri” emerge infatti un collegamento indiretto tra la figura di Luigi Muto, figlio del carismatico boss Franco, e l’assassinio della dottoressa Anna Giordanelli. La professionista, il 27 gennaio dello scorso anno, viene infatti uccisa mentre fa jogging in località San Francesco di Cetraro (Cosenza). Un caso rapidamente risolto dalle forze dell’ordine, che individuano l’esecutore materiale del delitto in Paolo Di Profio, ex cognato della vittima. L’uomo, che comparirà il prossimo 7 febbraio davanti alla Corte d’assise di Cosenza per l’avvio del processo, spunta però in alcune intercettazioni condotte dagli investigatori che tengono sotto stretto controllo la famiglia Muto.

 

Cetraro, omicidio Giordanelli: 30 anni di carcere a Di Profio (iacchitè – 9 febbraio 2018)
La Corte d’Assise di Cosenza ha condannato a 30 anni di carcere Paolo Di Profio per l’omicidio dell’ex cognata Annalisa Giordanelli avvenuto a Cetraro nel gennaio 2016 accogliendo la richiesta del pm. L’infermiere cetrarese aveva confessato nell’immediatezza dell’atroce delitto, maturato per motivi passionali. Di Profio addebitava proprio alla sua ex cognata la fine del suo matrimonio con la sorella. I fatti risalgono al mese di gennaio del 2016. quando la dottoressa si trovava nel centro storico a fare jogging. Di Profio l’ha prima avvicinata e poi aggredita con un piede di porco fino ad ucciderla. L’infermiere venne subito sospettato e poi messo con le spalle al muro: nell’auto vennero trovate tracce ematiche, stessa situazione nel lavandino dell’abitazione dove probabilmente aveva lavato gli abiti ancora stesi. Cetraro era rimasta sotto shock per questo terribile omicidio. Eppure, la cittadina tirrenica ne ha visto di sangue passare sotto i ponti. E’ la patria del clan di Franco Muto e di omicidi di mafia ne sono stati consumati a decine. Ma questa volta è stato diverso. Anna Giordanelli, la vittima, dottoressa di base, era davvero una persona straordinaria. Le volevano bene tutti e non è stato facile accettare la realtà, quella realtà. I Giordanelli sono una delle famiglie migliori di Cetraro, Migliori nel senso più bello del termine: disponibili con tutti, generosi. Impossibile volergli male.

 

Omicidio Giordanelli, morto l’assassino Di Profio (il Fatto di Calabria – 14 maggio 2018)
Paolo Di Profio, l’infermiere quarantottenne di Cetraro, reo confesso di aver ucciso l’ex cognata, la dottoressa Annalisa Giordanelli, di cui Il Fatto di Calabria ieri mattina aveva già anticipato le gravissime condizioni di salute, è deceduto nel primo pomeriggio di ieri, in una struttura sanitaria del catanzarese, dove era stato trasportato dopo aver accusato il malore che lo ha poi portato alla morte.
L’uomo, condannato in primo grado a trent’anni di reclusione, nei giorni scorsi, presso la Corte d’Assise di Catanzaro, proprio mentre si apprestava a tornare in aula per affrontare una udienza del processo d’appello per l’efferato delitto di cui si era macchiato, ha avuto, pare, un grave problema cardiaco, a cui hanno poi fatto seguito altre complicazioni. Le sue condizioni sono, pertanto, via via peggiorate, fino a portarlo al coma profondo, uno stato da cui non si è più ripreso, fino alla morte, che, stando ad alcune indiscrezioni, sarebbe sopraggiunta nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 13 maggio.
Paolo Di Profio, come si ricorderà, nel gennaio del 2016, uccise l’ex cognata, la dottoressa Annalisa Giordanelli, colpendola più volte con una spranga di ferro al capo, mentre faceva jogging a pochi metri da casa, sulla strada che da Cetraro Centro porta nella località San Francesco, ritenendola in parte responsabile, per come egli stesso ammise al momento della confessione, della fine del suo matrimonio con una delle sue sorelle. La dottoressa Annalisa Giordanelli era molto conosciuta nella cittadina tirrenica, essendo una donna, una madre, una moglie, un medico speciale, amata e rispettata da tutti per le sue non comuni doti umane e professionali, e ha lasciato in tutti un ricordo indelebile.


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