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Nicola Amadu, 67 anni, panettiere in pensione, padre. Massacra di botte la moglie, la cosparge di benzina e la arde ancora viva. Condannato a 30 anni con rito abbreviato

Sassari, 10 Novembre 2016

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Titoli & Articoli

Dramma a Sassari: brucia viva la moglie che voleva la separazione e confessa alla figlia (La Stampa – 9 novembre 2016)
I due vivevano da anni come separati in casa
Probabilmente era ancora viva: stordita dai calci e dai pugni, ma ancora viva. Forse agonizzante e priva di sensi, ma il marito non ha avuto pietà: le ha gettato addosso qualche litro di benzina e le ha dato fuoco. Angela Doppiu ha persino tentato di uscire di casa, magari sperando di allontanarsi, ma era sola e non è riuscita a salvarsi dalla follia del marito. L’incredibile dramma si è consumato questa sera in una borgata campestre di Piandanna, alla periferia di Sassari, nelle zona di Lu Trunconi. Una zona poco illuminata e anche difficile da raggiungere.
L’ennesimo litigio tra marito e moglie è avvenuto poco dopo le 21. Succedeva sempre più spesso, raccontano alcuni parenti. Ma stasera la situazione è degenerata. Angela Doppiu, 66 anni, è stata massacrata di botte e ha tentato di fuggire. Nicola Amadu, 65 anni, l’ha bloccata sulla porta della loro villetta e a quel punto ha perso la testa. Le ha lanciato addosso la benzina e ha fatto partire le fiamme. La donna è stata avvolta in un attimo dal fuoco e a nulla è servito far arrivare in zona un’ambulanza del 118.
Dopo aver ucciso la moglie in modo così atroce, Nicola Amadu ha chiamato i figli e raccontato tutto. Un attimo dopo è stato lanciato l’allarme ama il dramma oramai si era già consumato. Insieme all’equipe del 118, nella zona di Lu Trunconi sono arrivati polizia e carabinieri e così l’uxoricida è stato subito bloccato, accompagnato in caserma e arrestato. (di Nicola Pinna)

Brucia viva la moglie che voleva la separazione: “Meglio morta che con un altro” (Rai News – 10 novembre 2016)
Il brutale uxoricidio e’ avvenuto a Sassari nella tarda serata di ieri al culmine dell’ennesima lite tra i due coniugi di 69 e 66 anni. La donna aveva comunicato al marito l’intenzione di separarsi e di aver gia’ contattato un legale
“O con me o con nessun altro, meglio morta”. Cosi’ Nicola Amadu, 68 anni, ha spiegato il brutale omicidio della moglie Angela Doppiu, bruciata viva dopo essere stata picchiata con calci e pugni nel cortile della villetta dove la coppia viveva alla periferia di Sassari, sulla strada che porta a Ittiri. Il brutale uxoricidio e’ avvenuto nella tarda serata di ieri al culmine dell’ennesima lite quando la donna aveva comunicato al marito l’intenzione di separarsi e di aver gia’ contattato un legale. La rabbia cieca dell’uomo e’ esplosa violenta: ha prima massacrato di botte la moglie e l’ha cosparsa di benzina per poi appiccare il fuoco. Dopo ha chiamato i figli, che vivono nelle vicinanze, polizia e carabinieri per confessare il delitto.
La relazione tra Angela Doppiu e il marito Nicola Amadu era finita da un pezzo. Da tempo i due, 66 anni lei e 69 anni lui, vivevano da separati in casa. Nel pomeriggio la donna era stata dall’avvocato per avviare le pratiche di separazione. Piu’ tardi l’ha comunicato al marito, la cui reazione e’ stata violentissima. Le ha sferrato due pugni, e quando la donna e’ finita a terra l’ha presa a calci. In preda alla collera, e’ andato al capanno degli attrezzi, ha preso una tanica di benzina da cinque litri e l’ha svuotato addosso alla moglie. Lei, nel tentativo di scappare, ha raggiunto l’uscio della villetta di Trunconi, all’ingresso di Sassari, sulla strada per Ittiri. Li’ e’ stata arsa viva. E’ morta carbonizzata. Dopo aver commesso l’omicidio, l’uomo ha chiamato la figlia di 42 anni e ha confessato. Al momento si trova nella caserma dei carabinieri, a disposizione del pm Emanuela Greco.

 

Litiga con la moglie, la prende a calci e pugni e le dà fuoco: Angela muore arsa viva (Leggo – 11 novembre 2016)
Una donna di 66 anni di Sassari, Angela Doppiu, è stata brutalmente uccisa dal marito, Nicola Amadu, di 67, all’ingresso della loro villetta in località Trunconi, nell’immediata periferia di Sassari, lungo la strada per Ittiri. Dopo una lite violentissima, l’uomo – secondo una prima ricostruzione – ha colpito la moglie con calci e pugni e una volta a terra l’ha cosparsa di benzina e l’ha arsa viva. Subito dopo l’assassino ha chiamato uno dei figli e la polizia che lo ha arrestato. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Sassari.

Il fratello di Anna Doppiu, picchiata a sangue e bruciata dal marito: «Dopo una lite minacciò i carabinieri con una carabina»
I fratelli di Anna Doppiu sapevano bene che quel matrimonio era un piccolo inferno. Soprattutto nell’ultimo periodo vedevano la sorella insofferente. Si era sposata che aveva appena vent’anni, e aveva vissuto accanto a quell’uomo per altri quarantasei. Aveva dovuto sopportare tanto, perché il marito è una persona forte, aggressiva che spesso perde il lume della ragione.
«Un giorno avevano litigato furiosamente e lui era letteralmente impazzito – racconta Luigi Doppiu, fratello di Anna – la moglie aveva chiamato anche i carabinieri e lui si era barricato in casa minacciando tutti con una carabina. In queste situazioni non potevi ragionarci».
Ai familiari non piaceva il modo in cui trattava Anna. «Un’altra volta era arrivato alle mani con nostro padre. Volevamo intervenire anche noi, ma poi abbiamo lasciato perdere». Però c’erano anche dei periodi di relativa serenità, perché Anna aveva preso le misure e sapeva come evitare discussioni. C’erano i normali battibecchi che contraddistinguono qualsiasi rapporto coniugale. Per questo motivo spesso le figlie durante le liti hanno mediato, convinte che quel sottile equilibrio che tiene unite due esistenze da mezzo secolo, con la forza della pazienza potesse ancora resistere. La figlia Claudia, nonostante il clima fosse spesso teso, ha sempre condiviso le quattro mura di casa con i familiari: «Sono i miei genitori, gli voglio bene – dice – Non mi andava di lasciarli soli».

Bruciò viva moglie, dona tutto ai figli (Ansa – 6 aprile 2017)
Sassari, gli eredi non saranno parte civile nel
Nicola Amadu, il pensionato sassarese di 65 anni che la sera del 10 novembre pestò e arse viva la moglie, Angela Doppiu, sull’uscio della villetta in cui i due vivevano a Piandanna, donerà tutto ciò che possiede ai propri figli. L’ha annunciato lo stesso uxoricida reo-confesso nel corso dell’udienza di oggi di fronte al gip di Sassari, Michele Contini.
Il suo legale, Letizia Doppiu Anfossi, ha presentato una perizia psichiatrica dalla quale emergono gravi disturbi della personalità di Amadu. Il gip ha disposto la nomina di un consulente che accerti quanto asserito dai medici cui si è rivolta la difesa. Il prossimo 28 aprile sarà conferito l’incarico al luminare Pietro Pietrini.
Intanto i figli della coppia hanno fatto sapere di non volersi costituire parte civile contro il padre. Dopo averla colpita con pugni e calci, Nicola Amadu cosparse Angela Doppio con la benzina recuperata dal capanno degli attrezzi da giardino e le diede fuoco, mentre si trovava a terra all’ingresso dell’abitazione. Subito dopo l’uomo confessò il reato alla figlia, e nelle ore immediatamente successive all’efferato delitto ammise davanti agli inquirenti di avere agito perché non sopportava l’idea che la moglie si volesse separare da lui.

Picchiò e bruciò viva la moglie, sassarese condannato a 30 anni (La Nuova Sardegna – 21 novembre 2017)
È stato condannato a 30 anni di carcere, con rito abbreviato, il sassarese Nicola Amadu, di 68 anni, ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie Anna Doppiu di 66 anni. L’uomo, nel novembre del 2016, dopo avere picchiato la donna, l’aveva cosparsa di benzina e bruciata viva. Il giudice Michele Contini ha accolto la richiesta del pm Paolo Piras, che aveva chiesto il massimo della pena.

Bruciò viva la moglie, conferma 30 anni (ansa – 30 ottobre 2018)
Il brutale omicidio a Sassari nel 2016, riconosciute aggravanti
La sezione staccata di Sassari della Corte d’appello di Cagliari ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Nicola Amadu, il panettiere di 69 anni che il 9 novembre 2016 uccise la moglie, Anna Doppiu, di 66, bruciandola viva dopo averla massacrata di botte. Il collegio presieduto dalla giudice Plinia Azzena ha accolto la richiesta della procuratrice generale Roberta Pischedda ribadendo il verdetto pronunciato in primo grado nei confronti dell’impuato, difeso in aula dall’avvocata Letizia Doppiu Anfossi.
La Corte d’appello ha confermato anche tutte le aggravanti riconosciute nella sentenza di primo grado: aver commesso il fatto “contro il coniuge vittima di maltrattamenti in famiglia”, “con premeditazione”, “con l’uso di un mezzo insidioso” e per “aver agito con crudeltà”.
“Rinunciare a mia moglie, per me, non era pensabile. Io vivevo per lei e non potevo accettare la sua decisione di separarsi. Meglio morta”. Così, poche ore dopo quel fatto che aveva sconvolto la vita della coppia, dei loro figli, dei familiari e di tutta la città, Nicola Amadu aveva tentato di giustificare l’uxoricidio. La sera del 9 novembre di due ani fa, dopo le 21, finito di discutere con la moglie che gli diceva di essere stata dall’avvocato, la prese a pungi e calci, poi andò a prendere una tanica di benzina da cinque litri dal capanno degli attrezzi, gliela cosparse sul corpo, le diede fuoco e telefonò alla figlia.
“Vieni a vedere tua madre che brucia”, disse, secondo la versione fornita da alcuni parenti. Quel pomeriggio Anna Doppiu era stata dall’avvocato Pasqualino Federici, deceduto nei mesi scorsi, ma non aveva seguito il consiglio del legale, che la implorava di denunciare il marito.


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