Loading

Mustafà Oueslati, 40 anni, lavoratore saltuario, padre. Dopo anni di violenze, uccide la moglie con 10 coltellate e si lancia dal balcone davanti al figlioletto di 3 anni. Condannato a 18 anni poi ridotti a 15

Bitonto (Bari), 3 Novembre 2016


Titoli & Articoli

Bitonto: Mariagrazia Cutrone, 29enne uccisa a coltellate dal marito che poi tenta il suicidio (Noi Notizie – 3 novembre 2016)
Movente, la gelosia. Il quarantenne è ricoverato al policlinico di Bari
Dopo la lite di ieri sera, l’assassinio stamani. Il quarantenne Mustafa Oustafi ha ucciso la moglie Mariagrazia Cutrone,29enne, a coltellate, poi si è buttato dal balcone. È accaduto nell’abitazione della famiglia, in via Pertini a Bitonto. L’uomo, tunisino mentre lei era bitontina, è sopravvissuto al volo nel vuoto ed è ricoverato al policlinico di Bari. La coppia aveva tre figli e abitava in casa della mamma di lei. La mamma, l’unica che lavorava.
(foto: fonte tgnorba24)

 

Condannato a 18 anni l’assassino di Mariagrazia Cutrone. Il CAV: «È giustizia giusta?» (Bitonto Viva – 7 maggio 2019)
La responsabile del Centro Anti Violenza di Bitonto, Anna De Vanna: «Nessuna condanna restituisce il diritto alla vita. Serve prevenzione»
«C’è una targa proprio accanto all’ingresso della stanza utilizzata dal Centro Antiviolenza di Bitonto – si legge in una nota della presidente – dedicata a Mariagrazia Cutrone. È lì da tempo, incardinata nella storia del Centro a tutela delle donne vittime di violenza, quasi a sostenerne e rafforzarne l’impegno. Oggi ha catturato in maniera diversa il mio sguardo, perché oggi si è avuta notizia della condanna dell’autore del suo assassinio a 18 anni di detenzione».
All’uomo – che, dopo anni di violenze, aveva ucciso la moglie con 10 coltellate nella casa della suocera davanti al figlio di appena 3 anni per aver scoperto una presunta relazione extraconiugale della donna esasperata dai continui maltrattamenti – non sono state riconosciute le condizioni per applicare le attenuanti della cosiddetta “tempesta emotiva”, l’ordinamento giurisprudenziale che mira a ridurre le pene nel caso in cui venga riconosciuto il ruolo provocatore dell’ambiente circostante e rischia quindi ancora l’ergastolo.
«Nei commenti dei più – scrive però Anna De Vanna – la frase abusata: “giustizia è fatta”. Nei miei dolenti pensieri sulla tragedia, una domanda: “È questa una giustizia giusta?”. Sul piano processuale, forse. Ma basterà a riparare il sentimento generale di ingiustizia di fronte ad una giovane vita spezzata così ingiustamente ? Rispetto allo strazio che ancora si legge negli occhi di una madre per la perdita della figlia? Nei confronti di innocenti bambini crudelmente strappati all’affetto e al legame materno? Evidentemente nessuna condanna, per quanto severa e giusta, potrà ripristinare il diritto alla vita e alla tenuta dei legami».
La soluzione, allora, sta forse da un’altra parte. «Rispetto a questa assurda ineluttabilità – spiega la responsabile del Centro – un solo monito: siamo tutti chiamati a combattere la violenza in tutti i modi e in qualsiasi luogo si manifesti. Per noi che quotidianamente incrociamo storie drammatiche di violenza di genere, un richiamo forte a costruire sistemi di tutela rafforzati attraverso il coinvolgimento di tutte le risorse del territorio, ma soprattutto a precocizzare azioni di sensibilizzazione rivolte ai più giovani in vista di un cambiamento culturale a fondamento di una qualità più “giusta”dei legami. Perché una targa, per quanto pensata e dedicata per rispettare il dolore e tenere vivi i ricordi, segnala brutalmente un’assenza nell’intera comunità».

 

Uccise la moglie a Bitonto a coltellate: sconto di pena all’assassino (Bitonto Viva – 1 ottobre 2020)
Ridotta da 18 a 15 anni la condanna per Mustafà Oueslati che tolse la vita a Maria Grazia Cutrone nel 2016
Le fiaccolate, un centro antiviolenza a lei dedicato, persino una legge ispirata al suo sacrificio. Niente però è stato sufficiente a evitare lo sconto di pena per l’assassino di Maria Grazia Cutrone, la 29enne uccisa a Bitonto il 3 novembre del 2016 dal marito, in un impeto di gelosia davanti al figlioletto di 3 anni.
La pena per Mustafà Oueslati, il 44enne reo confesso dell’efferato omicidio – che poi tentò, senza riuscirci, anche il suicidio lanciandosi dal balcone dell’abitazione in cui aveva appena assassinato la moglie – sarà ridotta da 18 a 15 anni di reclusione.La decisione è stata presa dalla Corte di Assise di Appello di Bari che ha riconosciuto tutte le sue responsabilità, dall’omicidio, ai maltrattamenti in famiglia, fino al risarcimento delle parti civile riconosciute, i figli, la mamma e i fratelli della vittima, che ammontano a circa un milione di euro, ma scontando la sua pena.
Maria Grazia Cutrone fu uccisa nella casa della madre – dove viveva dopo aver lasciato il marito violento – con 9 coltellate, prima alla schiena e poi all’addome, perchè il suo assassino riteneva di aver scoperto una presunta relazione extraconiugale della moglie, esasperata da anni di maltrattamenti. A distanza di quattro anni da quel terribile giorno, sembra trovare una risposta la domanda che pose la presidente del Centro Antiviolenza Bitonto-Palo del Colle, Anna De Vanna, all’indomani della condanna in primo grado di Oueslati: «È questa una giustizia giusta?»


Link