Matteo Dendena, 43 anni, padre separato. Cliente abituale della prostituzione, uccide con 189 coltellate una donna che non vuole fargli lo sconto. Condannato a 30 anni di carcere e 3 di libertà vigilata con rito abbreviato, gli viene negata la perizia psichiatrica
Lodi, 9 Settembre 2017
Titoli & Articoli
Prostituta massacrata a coltellate: fermato un italiano di 42 anni (Velvet News – 10 aprile 2017)
Un uomo quarantenne è indiziato del delitto a Lodi (non lontano da Milano) di una donna di 65 anni, prostituta colombiana. La donna, che risiedeva a Piacenza, è stata accoltellata numerose volte in modo molto violento, e ritrovata seminuda nell’appartamento dove riceveva i clienti
Una prostituta colombiana di 65 anni è trovata morta in un bilocale di via Aldo Moro a Lodi, nella mattina di domenica 9 aprile. Fermato dalla Polizia di Lodi un italiano di 42 anni con l’accusa di avere ucciso la donna. Il cerchio attorno al presunto assassino si era stretto già nella tarda serata di domenica. Le indagini si erano concentrate sulle ultime chiamate che la donna aveva ricevuto sui suoi smartphone e, dopo avere interrogato una quindicina di persone, il 42enne è stato fermato.
Nella giornata di domenica dai magistrati lodigiani era arrivato un appello ai cittadini, ricorda il sito web del Giorno: “I vicini hanno udito delle grida attorno alle 5-6 del mattino. Ma hanno chiamato solo alle 10, quando hanno visto sangue sul pianerottolo. Invito i cittadini ad allertare le forze dell’ordine, anche se pensano si tratti solo di un litigio”. Gli inquirenti sono riusciti a identificare la donna colombiana solo verso le 15.30.
Scartata l’ipotesi di una rapina – in casa c’erano i soldi, la borsa, i cellulari della donna -, anche per l’impeto del brutale delitto (la vittima è stata massacrata a coltellate, l’arma non è stata rinvenuta), con l’appartamento imbrattato di sangue, le indagini si sono concentrate sulla clientela. È stata sentita, in particolare, l’amica con la quale I.C.A., che viveva a Piacenza col figlio, gestiva l’attività di appuntamenti e che ieri mattina avrebbe dovuto incontrarla. Il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ha dichiarato, secondo quanto riporta il sito di TgCom24, che si è trattato di un “omicidio violentissimo”. Le coltellate mortali sono state in gran numero e quelle mortali al torace.
“Ho perso la testa per venti euro”: la confessione choc di un padre (il Giorno – 11 aprile 2017)
In cella lodigiano: voleva lo sconto sulla prestazione sessuale della prostituta, la vittima ha tentato di cacciarlo
Lodi, uccise prostituta a coltellate per sconto negato: condannato a 30 anni (Corriere della Sera – 5 febbraio 2018)
Il delitto avvenne il 9 aprile 2017. La colombiana, 62 anni, si prostituiva per mantenere i figli. Il 43enne, fuori di sé per la molta cocaina consumata, voleva pagare 20 euro in meno e al rifiuto di lei la massacrò con 189 fendenti
Lei, colombiana, 62 anni, ancora si prostituiva per mantenere i figli, il minore dei quali, 16enne studente modello venuto in Italia con lei, non aveva idea di quello che la madre stesse facendo per lui. Lui, il cliente, 43 anni, l’aveva massacrata a coltellate per un diverbio nato da una miseria, uno sconto di 20 euro che lei non aveva voluto fargli. È stato condannato a trent’anni di carcere – più altri tre di libertà vigilata a fine pena – Matteo Dendena, il lodigiano che il 9 aprile dell’anno scorso uccise la 62enne colombiana M. D. M., massacrandola con 189 coltellate, nel suo appartamento di via Moro a Lodi. Il gip del tribunale di Lodi Isabella Ciriaco ha assegnato il massimo della pena a Dendena lunedì mattina in rito abbreviato.
Il 43enne lodigiano – separato, padre di due figli piccoli e nullafacente – si era presentato alle 5 del mattino a casa della donna, che aveva già frequentato in passato e che gli aveva aperto a quell’ora soltanto perché lo conosceva già. Completamente fuori di sé per la molta cocaina consumata, pretendeva un rapporto sessuale. La donna aveva cercato di metterlo alla porta e gli aveva rifiutato la richiesta di uno sconto da «cliente abituale»: 30 euro anziché 50. Lui allora aveva estratto il coltello che aveva in tasca e si era accanito su di lei: sul cadavere della donna il medico legale contò ben 189 coltellate. Motivo per cui il giudice ha riconosciuto le aggravanti dell’efferatezza e della premeditazione (era uscito di casa con il coltello già in tasca). L’omicida è in carcere a Lodi dal 10 aprile scorso. Gli è stata negata la richiesta di perizia psichiatrica avanzata dal suo legale Carmine Mainenti. Il giudice ha anche riconosciuto una provvisionale di 200mila euro a testa, a titolo di risarcimento, ai due figli della vittima, rappresentati dall’avvocato Fabio Daprati. (di Francesco Gastaldi)
Lodi, uccise prostituta: condannato a 30 anni (il Giorno – 18 aprile 2019)
Cade la premeditazione, ma la pena è confermata in appello. Il killer massacrò la donna perché gli negava uno sconto di 20 euro
L’omidicio non fu premeditato, secondo i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ma l’esclusione dell’aggravante non basta per ridurre la condanna a 30 anni di carcere inflitta in primo grado a Matteo Dendena, il 44enne che il 9 aprile 2017 massacrò con 189 coltellate una colombiana di 64 anni, uccisa in un appartamento in via Moro a Lodi perché non voleva concedergli uno sconto di 20 euro dopo una prestazione sessuale.
Vittima una donna che si prostituiva di nascosto, per mantenere i due figli che nel processo di primo grado a Lodi, parti civili, avevano anche ottenuto una provvisionale di 200mila euro a testa. Risarcimento che probabilmente rimarrà solo sulla carta: Dendena, infatti, è nullatenente. Il gup di Lodi Isabella Ciriaco in primo grado aveva inflitto la condanna a 30 anni di carcere, già scontata di un terzo per il rito abbreviato, riconoscendo le aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e della premeditazione, perché l’uomo era uscito di casa con il coltello già in tasca.
Ieri i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno accolto la richiesta del sostituto pg Gemma Gualdi di confermare la condanna a 30 anni, ma hanno escluso l’aggravante della premeditazione: secondo la nuova ricostruzione si trattò di un delitto d’impeto, un’improvvisa esplosione di violenza. “Le altre due aggravanti sono sufficienti per mantenere la condanna a 30 anni – spiega il difensore di Dendena, l’avvocato Carmine Mainenti – noi faremo ricorso in Cassazione dopo aver letto le motivazioni della sentenza». Il difensore aveva chiesto anche una perizia psichiatrica sull’imputato, detenuto nel carcere di Opera, che però i giudici non hanno concesso. Padre di due figli, separato dalla moglie, Dendena si era presentato nell’appartamento in via Moro già fuori di sé per la cocaina assunta durante la notte. Dopo il rapporto aveva preteso lo sconto come “cliente abituale”. Il rifiuto della colombiana e il tentativo di metterlo alla porta innescarono una reazione violentissima, scatenando il massacro. Poche ore dopo l’omicidio l’uomo fu fermato dalla polizia e confessò il delitto: “Ho perso la testa, è stato un raptus”. (di Andrea Gianni)