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Massimo Rossi, 34 anni, imprenditore. Dopo mesi di stalking, minacce e l’uccisione del cane, si introduce di notte in casa dell’ex fidanzata e la massacra con 48 coltellate. Condannato a 20 anni con rito abbreviato

Reggello (Firenze), 15 Giugno 2001


Titoli & Articoli

Amore nato in chat: lo lascia, lui la uccide (La Repubblica – 16 giugno 2001)
Un amore iniziato in chat, coltivato in rete, finito ancora lì, su Internet,
dove Alessandra Barluzzi, 33 anni, aveva conosciuto un altro uomo e aveva iniziato ad amarlo.
Massimo Rossi, 34 anni, commerciante di marmo a Carrara, l’ uomo del primo incontro virtuale fatto nel febbraio di due anni fa, l’ ha ammazzata per gelosia e perché lei non lo voleva più. Due pugnalate, inferte con un coltello da cucina e un «serramanico», una al torace e l’ altra alla base del collo che ha squarciato la giugulare di Alessandra: è morta per dissanguamento. E’ successo ieri notte nella casa di Reggello, vicino a Firenze, dove la donna, impiegata in uno studio di commercialisti, viveva da un anno. Prima dell’ aggressione Rossi aveva cercato in un computer le tracce dell’ esistenza dell’ altro, le prove che hanno alimentato la sua gelosia.
Passando dalla finestra del bagno, è entrato a mezzanotte in casa dell’ ex compagna mentre lei era fuori con le amiche. Ha letto il diario e una lettera ricevuta da Alessandra. Ma soprattutto ha acceso il suo pc e probabilmente ha rovistato per tre ore nella casella di posta elettronica. Poi ha spento la macchina e ha smontato l’ hard disk, impacchettato e appoggiato nell’ ingresso tutta l’ apparecchiatura. Voleva portare via lo strumento che allontanava Alessandra da lui. L’ uomo era in casa da più di tre ore quando lei è rientrata. Erano le 3.30. E’ stata la fine. Rossi si è consegnato poche ore dopo ai carabinieri di Firenze, ferito all’ avambraccio sinistro dall’ inutile difesa dell’ ex amica.
Il pubblico ministero Fernando Prodomo lo accusa di omicidio volontario, oltre che di violazione della legge sulla privacy che vieta di intrufolarsi nella corrispondenza telematica altrui. Si erano frequentati per due anni. Da Carrara lui prendeva il treno il venerdì per passare il fine settimana con lei. Ma a Pasqua qualcosa si rompe e lei lo lascia. I rapporti tra i due precipitano. Rossi non le dà tregua in un’ altalena di scatti d’ ira e pentimenti. Arriva persino ad avvelenarle il cane, uno yorkshire. Poi, per farsi perdonare, regala ad Alessandra un barboncino, Thelma.
L’ episodio più grave venti giorni fa. Rossi fa irruzione in casa dell’ ex fidanzata, la picchia e cerca di soffocarla con un cuscino. I vicini chiamano i carabinieri, ma Alessandra minimizza e non vuole denunciarlo. Sostituisce però la serratura del portone. E mercoledì alle 15 subisce un nuovo assalto quando sta per entrare al lavoro. Disponibile al dialogo, ma ferma nel non voler riprendere la relazione. Anche perché nel frattempo Alessandra ha conosciuto in chat un ragazzo del nord. Rossi sospetta. Trova le prove nel computer. E l’ ammazza.

 

Aveva conosciuto la ragazza tramite una chat line su Internet. Il delitto il 14 giugno 2001: 48 coltellate (la Repubblica – 12 aprile 2002)
E’ stato condannato a 20 anni di carcere per aver ucciso la ex fidanzata conosciuta tempo prima «chattando» su Internet. E’ questa la sentenza del gup di Firenze che ha processato col rito abbreviato per omicidio Massimo Rossi, 35 anni, un imprenditore di Carrara accusato di aver ammazzato Alessandra Barluzzi, 33 anni, impiegata in uno studio professionale.
L’ omicidio risale alla notte del 14 giugno 2001. Avvenne nell’ abitazione della giovane donna, a San Clemente, una frazione del comune di Reggello. Secondo la ricostruzione fatta dall’ accusa, i due si erano conosciuti in rete nel febbraio ‘ 99 e si erano frequentati a lungo. Lui la raggiungeva a San Clemente nei fine settimana. Nel maggio 2001 la rottura della relazione sentimentale a cui però Rossi non si sarebbe rassegnato. La sera del 14 giugno riuscì ad entrare nella casa della vittima mentre lei era fuori a ballare con alcune amiche. La attese e la aggredì al rientro. La colpì con 48 coltellate, un accanimento che ha fatto scattare l’ aggravante dell’ aver agito con crudeltà e di cui il gup ha tenuto conto nella determinazione della condanna. Esclusa invece l’ aggravante della premeditazione, così come l’ attenuante generica legata al fatto che Rossi, dopo l’ omicidio, si costituì ai carabinieri e confessò il suo delitto. Di questa diminuente aveva invece tenuto conto il pm Fernando Prodromo nella sua richiesta di condanna a 16 anni di reclusione per omicidio premeditato. Per il minimo della pena si era pronunciata la difesa di Rossi che ieri, in sede di udienza preliminare, aveva chiesto il processo con rito abbreviato, giudizio che comporta una diminuzione di un terzo della pena.


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