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Mario Zorzolo, 81 anni, fioraio in pensione. Massacra la moglie a martellate e tenta il suicidio

Pioltello (Milano), 5 Maggio 2014


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Omicidio a Pioltello: pensionato uccide la moglie a martellate (Milano Today – 5 maggio 2014)
Un pensionato di 81 anni avrebbe ucciso la moglie di 78 anni, anche lei in pensione, con 5 o 6 colpi di martello per poi tentare di togliersi la vita con la stessa arma
Dramma nella provincia milanese, a Pioltello, scoperto nel primo pomeriggio di lunedì 5 maggio. Un pensionato di 81 anni,Mario Zorzolo, avrebbe ucciso la moglie di 78 anni, Lucia Moragi, anche lei in pensione, con cinque o sei colpi di martello per poi tentare di togliersi la vita con la stessa arma (la presunta dinamica). Forse la depressione alla causa di tutto. Ora l’81enne è ricoverato in ospedale di Melzo. Non sarebbe in pericolo di vita. Ad avvisare carabinieri e vigili del fuoco, intorno alle 14.30, sono stati i vicini di casa, preoccupati dal fatto che non vedessero la coppia da qualche giorno.  All’arrivo delle forze dell’ordine nella casa una scena raccapricciante: l’uomo in stato di incoscienza, ferito, e il cadavere della donna senza vita forse da due giorni. La donna era sul letto. L’uomo sul divano, con una ferita lacero contusa alla testa.  Non si conoscono ancora le cause che hanno spinto il pensionato a questo folle gesto, sulle quali stanno indagando i carabinieri.

Uccide la moglie con il martello: quella casa chiusa da dieci anni segnalata all’Asl dai condomini (il Giorno – 6 maggio 2014)
Nessuno sa di preciso perché Lucia Moragi e Mario Zorzolo in pochi minuti si siano trasformati da moglie e marito in vittima e carnefice in una storia senza lieto fine. Quello che si sa è che lei era malata da tempo e non usciva di casa da quasi dieci anni e che lui, invece, cercava di accudirla, con scarso successo, facendosi strada ogni giorno tra solitudine e desolazione. Il giorno dopo l’orrore, a Pioltello c’è spazio solo per qualche tentativo di analisi e per provare a ipotizzare cosa si è nascosto per dieci anni dietro la porta di quella casa sempre chiusa.
«Oltre allo sgomento, naturale, c’è il fatto che il loro caso, fino a quando sono stato io responsabile dei servizi sociali non aveva suscitato particolare allarme – dice Saimon Gaiotto, fino a cinque mesi fa assessore ai Servizi sociali e oggi candidato sindaco – per questo forse il fatto è ancora più significativo. A quanto so, la coppia, non era in carico ai servizi, ma esisteva su di loro una segnalazione all’Asl fatta dai vicini che si lamentavano del cattivo odore che arrivava dalla loro abitazione». Per cercare di capire qualcosa di più sulle vite dei due anziani occorre chiedere ai pensionati che passano il pomeriggio nel parchetto antistante la casa di via Lombardia.
Lo stesso dove Mario trascorreva parte delle sue giornate vuote: «Mi raccomando – dice Aldo Villani, seduto a un tavolino – non scrivete niente di male su di lui. Era una brava persona. Forse un po’ solo, un po’ più sfortunato di altri. Noi qui siamo tutti amici, ma nessuno si era mai accorto di quanto fosse arrivato al limite. Forse se gli avessimo dato più retta invece di isolarlo perché era un po’ strano magari le cose sarebbero andate in un altro modo».
Ma anche per chi lo vedeva tutti i giorni il silenzio di Mario sembrava impenetrabile: «Ogni pomeriggio scendeva qui da noi – dice Angelo Romanoni, uno dei più attivi del gruppo che ogni giorno si ritrova al parco per giocare a carte, a bocce e a scambiare qualche parola – Mario veniva qui e si sedeva sulle panchine. Guardava ma lui non giocava mai. Il martedì e il giovedì andava al centro diurno a giocare a tombola e poi tornava a casa. In silenzio, così come era venuto».
E quando lasciava il parchetto Mario Zorzolo tornava nella casa in cui viveva con la moglie, invalida da tempo, chiusa sempre dietro quelle quattro mura. Una casa che i vicini descrivono come «un disastro: non aprivano mai, c’era dentro di tutto». «Si vedeva che non riuscivano più a stare dietro alle loro cose», precisa Tommaso Gualdoni. E altri: «Lui usciva tutti i giorni per fare la spesa e diceva che di sua moglie poteva occuparsi lui da solo, ma era una bugia bella e buona. E infatti si è visto».Italo Set ricorda il vecchio lavoro di Mario, «faceva il fioraio davanti alla Scala, portava orchidee alle dive», mentre Donato Tapia ricorda che cinque mesi fa i pompieri «erano entrati in casa perché Lucia era caduta e Mario non riusciva a sollevarla».
Per tutti lo sconcerto di fronte all’uxoricidio è stato unanime. Nonostante le difficoltà rappresentate da chi conosceva la coppia, nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe neanche lontanamente immaginato che Mario e Lucia sarebbero andati ad allungare la lista delle coppie rodate che fanno finire nel sangue la loro vita insieme.

 


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