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Marcello Tilloca, 42 anni, meccanico senza lavoro fisso, padre. Dopo anni di violenze, strangola la moglie (che lo aveva già denunciato), la mette sotto alle coperte e va a vedere la partita e poi a pranzo fuori con la sorella. Condannato a 30 anni confermati in Cassazione

Alghero (Sassari), 23 Dicembre 2018


Titoli & Articoli

Femminicidio ad Alghero, gli amici di Tilloca: «Michela era il suo bancomat» (La Nuova Sardegna – 30 dicembre 2018)
Il ritratto dell’assassino: «Era un fannullone, lei pensava a tutto. Alla fine l’ha cacciato di casa»
«Per lui era un bancomat». Nessuna violenza, nessuna crisi economica per colpa dell’azzardopatia. «Certo, giocava alle macchinette i pochi soldi che guadagnava con lavori saltuari», dice qualcuno. Ma soprattutto «Marcello è sempre stato pigro e dipendeva economicamente da Michela. Alla fine lei si era stancata di questa situazione». Sono arrabbiate le persone che stavano più vicine a Marcello Tilloca, l’uxoricida che la mattina del 23 dicembre ha strangolato la moglie, e a Michela Fiori, uccisa da quell’uomo con cui stava insieme da una vita.
«Veniva a piangere, sembrava disperato, fino a poco tempo fa abbiamo assecondato la scelta di Michela di dargli un’ultima possibilità e lui ha fatto quel che ha fatto». Michela Fiori e Marcello Tilloca si conoscevano da sempre, sin da piccoli abitavano a un piano di scale uno dall’altra. Poi il fidanzamento, quindici anni fa il matrimonio e una vita insieme. Gli amici hanno difficoltà a riconoscere lui in quel che si sente e si legge.
«Non era un violento, né con lei né con i bambini – dicono – semplicemente era un fannullone e si prendeva poca briga anche di gestire la famiglia»Michela, al contrario, da sempre abituata a tirare la carretta, una volta finito di lavorare si occupava della casa e dei bambini. «Alla fine non ce l’ha più fatta e da quel momento lui è cambiato», rivelano persone molto vicine alla coppia. Era una continua richiesta di soldi. Lei, esasperata, l’ha messo alla porta. Ne ha parlato con le amiche e poi si è decisa. Lui non l’ha presa bene e ha cambiato atteggiamento.
«Da un lato piangeva e ci chiedeva aiuto, promettendo che sarebbe cambiato – raccontano – anche Michela si era illusa che potesse impegnarsi seriamente a cercarsi un lavoro e a prendersi le sue responsabilità». Ma invece lui «continuava a comportarsi come sempre». Entrambi appassionati di karaoke, andavano spesso a cantare con gli amici. «Lui è sempre stato un po’ solitario, quella era l’unica cosa che condividevano». Dopo alcuni segnali, alcune mezze minacce, anche i più tenaci avevano iniziato a isolarlo e a esortare Michela affinché lo lasciasse e si tutelasse. Qualcuno l’ha anche affrontato a muso duro, quando ha saputo che una sera in un locale si era lasciato scappare una frase del tipo «o con me o con nessuno». Ma Michela Fiori non se la sentiva di denunciare il padre dei suoi figli. «“Dai, vediamo, sta cambiando”, aveva detto l’ultima volta che si parlava di questa possibilità», dice ancora un amico che pure riesce a contenere la rabbia quasi per rispetto di chi non c’è più.
La svolta c’è stata quando Marcello Tilloca ha rubato il cellulare del figlio e si è fatto scoprire mentre da un numero sconosciuto inviava messaggi alla moglie per chiedere un riscatto di trecento euro. Denunciato per tentata estorsione, è stato definitivamente allontanato di casa. «Lui non riusciva proprio a immaginarsi senza di lei, ma la verità è che la vita con Michela era sempre stata facile perché pensava a tutto lei. Lui era così, e Michela aveva capito che non sarebbe mai cambiato».

 

Strangolò la moglie e andò alla partita: 30 anni a Marcello Tilloca (FanPage – 1 dicembre 2020)
Strangolò la moglie e andò a vedere giocare suo figlio. Marcello Tilloca, l’uomo che il 23 dicembre 2018 ha ucciso la moglie Michela Fiori, è stato condannato a 30 anni di carcere nel processo con rito abbreviato al Tribunale di Sassari. Prima di essere uccisa nel letto della sua casa, Michela aveva denunciato l’ex e si era rivolta a un centro antiviolenza.
Strangolò la moglie e andò a vedere giocare suo figlio. Marcello Tilloca, l’uomo che il 23 dicembre 2018 ha ucciso la moglie Michela Fiori, è stato condannato a 30 anni di carcere nel processo con rito abbreviato al Tribunale di Sassari. Il delitto andò in scena nell’appartamento della donna, ormai separata dal marito, ad Alghero. Tilocca ha atteso la sentenza in carcere, collegato in videoconferenza. La prima sentenza, con rito abbreviato, era arrivata a ottobre dell’anno scorso. I fatti sono avvenuti l’antivigilia di Natale, nell’appartamento di via Vittorio Veneto, ad Alghero, dove la donna è stata ritrovata priva di vita. La vittima era distesa sul letto matrimoniale con le coperte rimboccate e una stringa stretta intorno al collo. Dopo averla strangolata Tilloca era andato a vedere la partita di uno dei due figli e poi a pranzo con la sorella. Solo più tardi, dopo aver consultato il suo legale, ha deciso di consegnarsi alle autorità.
Prima di morire Michela aveva chiesto aiuto a un centro antiviolenza. Avendo deciso di interrompere il matrimonio, la donna temeva la reazione dell’ex, soprattutto dopo la denuncia, sporta contro di lui per estorsione. Tilloca, dedito al gioco, non aveva un lavoro fisso e aveva tentato di estorcere dei soldi alla moglie simulando il furto del cellulare di suo figlio. All’epoca dei fatti le persone vicine a Michela dichiararono che per il marito “lei era un bancomat”. Il delitto lasciò senza fiato la comunità di Alghero, dove Michela, che lavorava come collaboratrice di una cooperativa, era molto stimata e benvoluta.  “Se mi dovesse succedere qualcosa, i miei figli devono stare con mia mamma”, aveva detto prima di morire. I ragazzi, che all’epoca avevano 11 e 13 anni, sono stati affidati alla nonna materna, proprio come aveva chiesto la donna.

 

Omicidio Michela Fiori, la Cassazione conferma 30 di carcere per Marcello Tillocca (Alghero Live – 9 marzo 2022)
La Cassazione ha oggi rigettato  il ricorso presentato dai legali di Marcello Tilloca contro la condanna a 30 anni di carcere inflittagli per l’uccisione della moglie, Michela Fiori, di 40 anni. L’omicidio avvenne  il 23 dicembre 2018 nella casa ad Alghero, dove Michela Fiori viveva insieme ai due figli. I Giudici hanno  hanno accolto l’opposizione dei familiari della vittima e dell’associazione Rete delle Donne.  Tilloca dovrà pagare tutte le spese processuali.
Marcello Tilloca nel 2019 era stato condannato a 30 anni dal Gup del tribunale di Sassari, confermati dalla corte d’ Appello  mel 2020. . Marcello Tilloca, in caserma davanti ai carabinieri e al magistrato Mario Leo aveva confessato tutto: «Ci stavamo separando, abbiamo discusso, l’ho strangolata con le mie mani». La storia di Michela Fiori, 40 anni, dipendente di una cooperativa che cura l’assistenza domiciliare per conto dei Servizi sociali del Comune di Alghero, madre di due bambini di 11 e 13 anni aveva scosso profondamente la città. Ora la conferma, 30 anni di carcere.

 


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