Luigi Sibilio, 35 anni, pizzaiolo o macellaio. Massacra di coltellate la donna che lo rifiuta. Condannato a 30 anni
Trebaseleghe (Padova), 18 Maggio 2017
Titoli & Articoli
Pizzaiolo napoletano uccide l’ex compagna e tenta il suicidio: è grave (Leggo – 19 maggio 2017)
Sono ancora gravi ma stazionarie le condizioni di salute di Luigi Sibilio, l’uomo di 35 anni di Santa Maria di Sala, che ieri ha tentato di togliersi la vita dopo aver ucciso a coltellate la donna con cui aveva una relazione, Natasha Bettiolo, 46enne di Massanzago. Piantonato in ospedale, è in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario. Ricoverato in rianimazione a Padova e sottoposto in serata ad un intervento chirurgico, per Sibilio la prognosi potrà essere sciolta solo dopo 48 ore.
L’uomo si è inferto una profonda ferita allo stomaco con lo stesso coltello con cui ha ucciso con quattro coltellate la donna. L’omicidio è avvenuto a Trebaseleghe all’interno di un’auto. Cuoca in un istituto scolastico, la donna è stata attesa da Sibilio, pizzaiolo di origini napoletane, proprio all’uscita dal lavoro. L’ipotesi è che volesse riallacciare il rapporto che la vittima, pare interrotto per decisione di lei. Oggi saranno sentiti i parenti e gli amici dei due per capire cosa possa aver scatenato la rabbia omicida dell’uomo.
Natasha, lotta disperata contro il suo molestatore (il Mattino di Padova – 20 maggio 2017)
Femminicidio a Trebaseleghe: si è difesa con forza, rimediando tagli e ferite: non voleva una relazione con lui
Natasha ha capito che stava morendo e si è difesa, ha lottato come ha potuto, con tutte le sue forze contro la furia omicida di Luigi Sibilio. Lo documentano i molteplici tagli alla braccia e alle mani che ha riportato prima che il 34enne pizzaiolo napoletano la freddasse con una coltellata all’addome e altri 3-4 fendenti al collo. Non prima di averle staccato con una violenza inaudita persino delle ciocche di capelli.
Oggi il pubblico ministero Roberto Piccione, che ha ricevuto gli atti dai carabinieri ieri pomeriggio, chiederà al giudice per le indagini preliminari Margherita Brunello la convalida dell’arresto per omicidio volontario premeditato, aggravato dal movente passionale e porto abusivo di coltello. Il magistrato valuterà la premeditazione, anche se pare già certo che il pizzaiolo napoletano abbia incontrato la Bettiolo già con il coltello – con una lama di quasi 20 centimetri sotto la camicia – arma che è stata rinvenuta e sequestrata insanguinata tra il sedile del conducente e quello del passeggero della Lancia Y della cuoca 46enne. Un conto è la premeditazione di qualche ora, diverso è che abbia pianificato di ammazzarla da tempo. Ieri Sibilio era ancora intubato dopo l’operazione subita al policlinico per i due fendenti al torace e all’addome che si era procurato tentando di ammazzarsi.
È piantonato in ospedale e per i medici non potrà parlare prima di almeno 24 ore. È presumibile che lunedì mattina il gip lo interroghi in ospedale. Dalle indagini dei carabinieri risulta che Sibilio fosse nel Padovano dal 2010 con residenza a Massanzago. I due si sarebbero frequentati, comunque conosciuti, verso la fine del 2016 (la sorella di Natasha smentisce che avessero mai avuto una relazione sentimentale) fatto sta che lui aveva preso una sbandata per la bella cuoca e la tempestava di messaggi. Poi lui era tornato a Napoli ma da una decina di giorni era risalito nell’Alta e aveva trovato un’occupazione come pizzaiolo in un locale di Santa Maria di Sala.
Forse si erano visti per parlarsi o con più probabilità lui l’ha aspettata fuori dalla scuola, tornando per l’ennesima volta all’attacco per convincerla a mettersi assieme a lui – lei faceva la cuoca alle elementari di Trebaseleghe – facendole una “sorpresa”. E quindi era salito in macchina.
Proprio per accertare se lui la stesse “pressando” i carabinieri del reparto Operativo di Padova stanno acquisendo i tabulati telefonici dei due, per verificare se si fossero scambiati messaggi o telefonate. Il particolare che i due non avessero avuto una storia passionale sarebbe confermato anche da uno dei due figli (li aveva avuti con il suo ex marito, con il quale era rimasta in ottimi rapporti) di Natasha, che giovedì arrivato nel parcheggio della scuola a due passi dall’utilitaria della mamma, aveva urlato a giornalisti e fotografi che quel napoletano non era il compagno della madre, visto che aveva appena letto la notizia in un sito on line. Sibilio è incensurato, non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Il che potrebbe far presupporre ad un raptus: si era invaghito talmente di quella donna tanto da ammazzarla per un suo rifiuto ad una relazione. (di Carlo Bettiolo con la collaborazione di Giusy Andreoli)
Omicidio Trebaseleghe, Luigi Sibillo dal carcere: “Ho ucciso per un raptus di gelosia” (Padova Oggi – 25 luglio 2017)
L’uomo accusato dell’omicidio di Natasha Bettiolo avvenuto lo scorso 18 maggio ha deciso di parlare per la prima volta. Il 34enne di origini napoletane è accusato di omicidio premeditato
Quando l’ho vista ho avuto un momento di smarrimento. Un raptus. Volevo ucciderla, morire con lei. Ho pensato di farla finita, prima lei e dopo io. Ero innamoratissimo”. Sono le paroledi Luigi Sibillo, l’uomo che il 18 maggio scorso ha ucciso Natasha Bettiolo a Trebaseleghe. Come riportano i quotidiani locali è questa la tesi difensiva del pizzaiolo che ha ammazzato la donna di cui si era invaghito.
OTTO COLPI. Il 35enne di origine napoletane, ha colpito con una coltellata al ventre la cuoca davanti alla scuola di Trebaseleghe dove Natasha lavorava come cuoca, infierendo su di lei sul ventre e sul collo. Poi ha tentato di farla finita puntandosi la lama sulla pancia, ma lo strato di grasso l’ha salvato. La quarantaseienne di Massanzago è morta sul colpo: è stata ferita alla trachea e alla giugulare che sono state recise con 8 colpi. L’uomo, per sua volontà, è stato interrogato al Due Palazzi dal pm Roberto Piccione e difeso dall’avocato Samuel Lorenzetto.
LA PREMEDITAZIONE. Sibillo è accusato di omicidio premeditato, proprio perché era partito da casa con quella che poi si è rivelata l’arma letale. I due avevano avuto una rapporto di pochi mesi quasi un anno fa. L’amicizia si era interrotta circa 5 mesi fa e l’uomo era andato a vivere di nuovo a Napoli. Un mese prima dell’omicidio sarebbe tornato nel padovano, cercando di rimettersi in contatto con Natasha. La donna non ne voleva sapere di riallacciare il rapporto, motivo questo, che avrebbe scatenato la gelosia omicida dell’uomo che si è detto innamoratissimo della 46enne e che dopo averla uccisa voleva togliersi la vita. Il 29 maggio l’omicida, durante l’interrogatorio di garanzia, si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Dopo il delitto si fa l’autoscatto (il Gazzettino – 1 giugno 2019)
Prima l’ha massacrata con nove coltellate e poi, pieno di sangue, si è scattato un selfie che ha spedito a sua madre. Lui è Luigi Sibilio, napoletano di 36 anni e macellaio di Loreggia con domicilio a Santa Maria di Sala nel veneziano difeso dall’avvocato Stefano Sartori, già condannato anche in Appello a trent’anni per l’omicidio di Natasha Bettiolo cuoca di 46 anni di Massanzago. Il terribile e macabro particolare dell’autoscatto è stato riportato nelle dodici pagine della motivazione della sentenza da parte dei giudici lagunari.
GLI SCATTI Sibilio il 18 maggio del 2017, davanti all’istituto scolastico comprensivo di Trebaseleghe, si è infilato nella Lancia Y della donna e l’ha uccisa con nove fendenti di cui otto al collo. Poi si è inferto una serie di ferite all’addome e ricoperto di sangue ha impugnato il telefono cellulare e si è scattato alcuni selfie. Le foto, in tempo reale, le ha spedite alla madre mentre al suo fianco la cuoca di 46 anni era appena morta dissanguata. Ma nelle pagine della motivazione della sentenza di secondo grado, è emerso un altro particolare che dimostra come il 36enne abbia premeditato il delitto. Nei giorni prima dell’omicidio ha raccontato all’amico e suo datore di lavoro (un imprenditore edile dell’Alta padovana), di essere gravemente malato di un tumore al cervello. Una bugia per impietosirlo e ottenere il suo aiuto. E L’uomo d’affari il giorno del delitto gli ha dato un passaggio a Trebaseleghe, con un’auto diversa dalla sua come gli aveva chiesto il macellaio, e gli ha prestato un paio di scarpe eleganti per fare bella figura. Ma in un calzino Sibilio ha nascosto il coltello. Lo teneva custodito in un capannone, insieme ad altri oggetti, di proprietà di quell’amico ingannato.
TUTTO ORGANIZZATO Sibilio per arrivare a uccidere la cuoca ha costruito un castello di menzogne e ha pianificato ogni dettaglio. Agghiacciante quanto è accaduto un’ora prima del massacro. Intorno alle 15 di quel 18 maggio è entrato in un bar di Trebaseleghe. La ragazza dietro al bancone stava parlando con un cliente di un femminicidio: una donna uccisa dall’ex compagno con cinquanta coltellate. Nel discorso si è intromesso il macellaio esclamando: «Per uccidere basta una coltellata al collo». Un’ora più tardi, alle 16, quello stesso fendente l’ha riservato alla Bettiolo. E alla mattina ha spedito un messaggino alla sua amata. Pazzo di gelosia, il 17 dicembre 2016, a Camposampiero, aveva affrontato la cuoca minacciandola con un taglierino. Infine quel tatuaggio dietro alla schiena: La libertà è un bene prezioso ma solo per amore mi farei mettere in gabbia. Intanto i parenti della vittima, difesi dall’avvocato Marco Serena, non hanno mai ricevuto almeno una lettera di scuse da parte del macellaio. (di Marco Aldighieri)
Trebaseleghe, uccise a coltellate l’ex, confermati 30 anni di carcere (il Mattino di Padova – 1 agosto 2021)
I giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso di Luigi Sibilio, reo confesso dell’omicidio di Natasha Bettiolo nel 2017
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In memoria di
Uccisa con 9 coltellate dall’ex, ma lui è nullatenente: i familiari della vittima chiedono i soldi allo Stato (il Gazzettino – 24 febbraio 2023)
Natascia Bettiolo fu assassinata nel 2017 da Luigi Sibilio, ora i suoi cari si rivolgono all’Ue per avere il pieno indennizzo
Sarà la Corte di giustizia dell’Unione europea a doversi pronunciare sull’indennizzo che l’Italia è tenuta a versare ai familiari di Natascia Bettiolo, la cuoca quarantaseienne di Massanzago che, nel maggio del 2017, fu uccisa con nove coltellate, dall’ex compagno, il macellaio Luigi Sibilio, 40 anni, all’epoca domiciliato a Santa Maria di Sala, che non voleva rassegnarsi alla fine della relazione sentimentale.
Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia accogliendo il ricorso presentato dal legale dei genitori, della sorella e dei figli di Natascia, l’avvocato Gianluca Sicchiero, il quale contesta allo Stato italiano un’applicazione non conforme della direttiva europea 80 del 2004 che all’articolo 11 prevede “il diritto all’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti”.
Nel 2021 Sibilio è stato condannato in via definitiva per omicidio volontario a 30 anni nonché al risarcimento dei danni: 400 mila euro a ciascuno dei due figli della vittima, 120 mila euro a ciascun genitore e alla sorella, 30 mila euro in favore del marito separato (ma non divorziato). Poiché l’imputato ha dimostrato di essere privo di redditi, tanto da ottenere il patrocinio a spese dello Stato, i familiari della vittima, consapevoli di non avere alcuna speranza di ottenere il risarcimento, hanno deciso di avvalersi delle tutele previste dalla direttiva europea 80 del 2004, ma la loro istanza è stata soltanto parzialmente accolta, in applicazione della legge 122 del 2016 che ha recepito la direttiva europea. A ciascuno dei due figli è stato riconosciuto un indennizzo di 20 mila euro, mentre l’ex marito di Natascia è ancora in attesa di liquidazione di quanto gli spetta.
La legge italiana non prevede, invece, alcun indennizzo per i genitori, se non nel caso in cui non vi siano figli. Secondo l’avvocato Sicchiero la normativa italiana è in contrasto con quanto stabilito dalla direttiva europea in quanto esclude in maniera arbitraria dalla possibilità di indennizzo i genitori e i fratelli/sorelle. Nel ricorso presentato al Tribunale, il legale ha contestato anche la somma liquidata ai figli, ritenuta troppo bassa.
Il giudice Roberto Simone, presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Venezia, ha ritenuto fondate le questioni poste dal legale dei familiari di Natascia e ha disposto la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti alla Corte di giustizia dell’Ue affinché si pronunci sulle questioni di interpretazione della direttiva europea che lo Stato italiano ha fatto in modo limitativo per i diritti delle vittime.