Luigi Marazzi, 71 anni, ex dipendente fabbrica ceramiche, padre. Uccide la moglie con un colpo alla testa mentre lei dorme e si lancia dal tetto del palazzo
Casalgrande (Reggio Emilia), 6 Aprile 2018
Titoli & Articoli
Casalgrande, marito e moglie morti. “E’ omicidio-suicidio” (il Resto del Carlino – 6 aprile 2018)
L’ipotesi più probabile è che il 71enne abbia tolto la vita alla moglie, malata da tempo, e poi si sia buttato dal tetto della loro casa
Marito e moglie di 71 e 63 anni, Luigi Marazzi e Fulvia Baroni, sono stati trovati morti nella prima mattinata in centro a Casalgrande. Il corpo dell’uomo era sulla strada dietro casa, in via Botte. Poco dopo, nell’appartamento del palazzo al terzo piano, è stato rinvenuto il cadavere della consorte, malata da tempo, probabilmente colpita con un corpo contundente.
Tra le ipotesi c’è quella che il 71enne abbia ucciso la moglie, malata da tempo, e poi si sia ucciso. Secondo una prima ricostruzione, infatti, sul corpo dell’uomo il medico legale ha trovato segni e traumi ossei agli arti e alle costole, compatibili con una caduta dall’alto. L’ipotesi è quindi che Luigi Marazzi si possa essere buttato dal tetto del palazzo dopo l’uccisione della moglie Fulvia Maria Baroni, nell’appartamento. A coordinare le indagini dei carabinieri è il sostituto procuratore Giacomo Forte. (di Paolo Grilli)
Casalgrande, omicidio-suicidio. “Luigi, una persona buona e di cuore” (il Resto del Carlino – 6 aprile 2018)
L’incredulità del deputato pd Andrea Rossi, per anni vicino di casa della coppia
Per più di trenta anni sono stati vicini di pianerottolo. Luigi Marazzi e la moglie Fulvia Maria Baroni erano presenze quotidiane nella vita di Andrea Rossi, neo deputato del Pd ed ex sindaco di Casalgrande. La notizia dell’omicidio-suicidio che ha squarciato la tranquillità della cittadina del distretto ceramico ha comprensibilmente sconvolto l’onorevole dem, che ieri faceva la spola senza darsi pace fra la palazzina teatro della tragedia, dove ha abitato fino a cinque anni fa, e la sede locale del Pd.
«In questi casi le parole sono inutili e comunque inadeguate – dice Rossi – ma se qualcosa si può dire è che Luigi era una persona d’oro. Sì, era un uomo buono e di cuore». Rossi ricorda che la sua famiglia e quella dei Marazzi erano «le uniche rimaste nel palazzo a partire dagli anni ’70. Luigi era uno sempre molto attivo nel condominio, un vicino di casa perfetto. Io poi ovviamente lo ricordo come volontario alla Festa di Villalunga. Non veniva più da due o tre anni, proprio perché probabilmente voleva assistere sua moglie».
La situazione di Marazzi, ex dipendente di aziende ceramiche da tempo in pensione, e della moglie affetta da una pesantissima malattia degenerativa era nota un po’ a tutti. «Lui era disperato – dice Giovanna Medici –. Tanto che quando ho sentito della tragedia familiare avvenuta l’altro giorno a Torino, ho subito pensato a Luigi. La sua situazione era infatti molto simile a quella di cui tutti avevamo sentito in televisione».
«Abbiamo lavorato insieme a lungo nelle ceramiche – dice Luciano Ferretti – . Quello che è accaduto è terribile. Ma io ricordo Luigi come una bravissima persona». «Non parlava della sua situazione in casa – dice Giuseppe, un negoziante del palazzo vicino –. L’avevo visto in piazza per il mercato l’altro giorno. Marazzi era una persona che lasciava il segno, perché estremamente rispettosa. Ora siamo tutti sconvolti, non si poteva immaginare niente di simile». (di Paolo Grilli)
Casalgrande, omicidio-suicidio della disperazione: Fulvia Baroni, malata di Alzheimer, uccisa nel sonno dal marito (Reggio Report – 7 aprile 2018)
Ha ucciso la moglie malata di Alzheimer e poi, in un’ultimo gesto disperato, l’ha raggiunta nella morte gettandosi nel vuoto dal tetto della casa dove abitavano a Casalgrande. L’ipotesi dell’omicidio-suicidio, in pratica una certezza, è la spiegazione della duplice tragedia di Casalgrande, dove ieri mattina poco prima delle 7 il corpo senza vita di Luigi Marazzi, 71 anni, una persona molto conosciuta e benvoluta a Casalgrande, è stato trovato in strada davanti alla casa dove viveva in via Botte n. 8 , la stessa palazzina dove vive il deputato Andrea Rossi. In casa, a letto, i Carabinieri hanno trovato il corpo della moglie Maria Fulvia Baroni di 64 anni, colpita mortalmente alla testa con un oggetto appuntito.
In casa anche due biglietti di Marazzi: un indirizzato alla figlia, l’altro con le scuse per il suo gesto.
Fulvia Baroni era gravemente malata di Alzheimer: l’uomo con i nervi a pezzi non ha più retto di fronte allo stato della mogliee a un certo punto ha deciso di farla finita. Una decisione che comunque sarebbe maturata in poche ore. Di recente, infatti, l’uomo aveva avviato una pratica con i servizi sociali per una nuova forma di assistenza alla consorte. Le indagini dei Carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore Giacomo Forte.
La testimonianza di un camionista: «Voleva uccidersi sotto un tir» (la Gazzetta di Reggio – 8 aprile 2018)
Omicidio suicidio di Casalgrande, al vaglio degli investigatori l’allerta lanciata poco prima da un camionista sulla statale
C’è una testimonianza, al vaglio degli investigatori, che racconta della presenza di Luigi Marazzi fuori casa almeno un’ora prima del ritrovamento del suo corpo senza vita nel piazzale della palazzina. Si tratta di un camionista di passaggio che ha raccontato ai carabinieri di aver notato un uomo nei pressi della statale quando ancora non era giorno; di averlo visto sul ciglio della strada e del tentativo dell’uomo di buttarsi sotto il mezzo pesante in transito. Venerdì mattina era stato lo stesso autista a chiamare il 112 e a segnalare l’accaduto, raccontando della fuga a piedi dell’uomo. Un’ora dopo circa, Marazzi è stato trovato morto nel piazzale della palazzina in cui viveva.
Questo è uno dei tanti punti da chiarire sull’omicidio-suicidio di venerdì mattina a Casalgrande. E alcune risposte si spera di averle dall’esito dell’esame autoptico, disposto per entrambe le vittime dal sostituto procuratore Giacomo Forte, titolare dell’inchiesta sulla tragedia famigliare che ha portato alla morte di Fulvia Maria Baroni, 63 anni, e del marito Luigi Marazzi, 71.
A che ora la donna è stata uccisa? E con che cosa? Le risposte potrebbero arrivare dall’accertamento medico legale che con ogni probabilità sarà eseguito già domani. Dallo stesso esame sul corpo del marito si cercherà la conferma della prima ipotesi formulata dal medico legale intervenuto in via Botte: che il pensionato si sia lanciato dall’alto, probabilmente dal tetto della palazzina in cui viveva con la consorte, per trovare la morte dopo aver provocato quella della moglie.
Il giorno dopo la scoperta della duplice tragedia, è il giorno del dolore ma anche delle domande per la figlia e il genero della coppia, per i parenti e per i conoscenti di due persone descritte da tutti come perbene, ma in difficoltà per l’aggravarsi della malattia degenerativa che da qualche anno aveva colpito la donna.
Le indagini dei carabinieri di Casalgrande assieme ai colleghi del Nucleo investigativo della Compagnia di Reggio Emilia cercheranno, per quanto possibile, di capire se il duplice gesto sia stato in qualche modo premeditato. Il ritrovamento della donna senza vita per i colpi subiti alla testa, a letto, sotto le coperte, fanno pensare che sia stata colpita mentre dormiva.
Cosa è accaduto dall’omicidio della donna al momento in cui l’uomo ha deciso di farla finita, per ora, lo dicono solo alcune supposizioni. I carabinieri sono andati anche a visionare le immagini della videosorveglianza immortalate in zona, anche quelle della banca vicina, per cercare nei fotogrammi la sagoma dell’uomo e tentare di interpretarne i movimenti, qualora sia stato ripreso. Potrebbe in questo arco di tempo aver gettato via l’oggetto utilizzato per uccidere la moglie. Aver cercato di farla finita sotto il camion – se verrà confermato che era lui l’uomo visto dal camionista – e poi essere tornato a casa per buttarsi giù dal palazzo. Per il resto, i due biglietti dell’uomo trovati in casa non lasciano molti dubbi sull’accaduto. Alla figlia sono rivolte parole di scuse per quel duplice gesto dettato dalla sofferenza, dal dolore, dalla difficoltà di andare avanti. Una situazione difficile che in molti conoscevano e che, nell’ultimo periodo in particolare, aveva messo a dura prova l’uomo, visto sempre più spesso affranto, cupo. «Disperato», ha raccontato una vicina di casa apprendendo la notizia della duplice tragedia. È in questo stato d’animo che chi li conosceva, e ora anche gli investigatori, stanno cercando le ragioni di una tragedia che si è consumata nel silenzio di una palazzina del centro di Casalgrande, a due passi dal municipio. (el.pe / e.l.t.)