Loading

Luigi Capasso, 43 anni, carabiniere, padre separato. Precedentemente sospeso dal servizio per truffa alle assicurazioni, aveva ricevuto già un esposto per maltrattamenti e violenza assistita (e ne aveva fatto uno a sua volta, accusando la ex moglie di non fargli vedere le bambine). Aspetta la ex moglie sotto casa e le spara con la pistola di ordinanza, le ruba le chiavi di casa e uccide le figlie. Lui si suicida, i medici che gli hanno fatto riavere l’arma finiscono sotto processo

Cisterna di Latina (Latina), 28 Febbraio 2018


Titoli & Articoli

Latina, carabiniere spara alla moglie e la riduce in fin di vita. Poi si barrica in casa, uccide le figlie e si suicida (la Repubblica – 28 febbraio 2018)
Il tragico epilogo dopo ore di trattative. L’uomo non accettava la separazione e aveva già aggredito in passato la donna, che aveva presentato un esposto
Una furia omicida senza fine. Quella di Luigi Capasso, appuntato in servizio a Velletri ma residente a Cisterna di Latina, che all’alba di oggi ha distrutto la sua famigia. Ha sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, 39, da cui si stava separando, poi è salito in casa, ha ucciso le figlie di 8 e 13 anni ed è rimasto per ore barricato nell’appartamento prima di togliersi la vita. I ‘negoziatori’ per ore avevano cercato di convincerlo a desistere e arrendersi, ma senza esito. A scoprire i corpi sono stati i carabinieri che, intorno alle 14.30, hanno fatto irruzione nella casa dopo che le trattative si erano interrotte da circa un’ora. Antonietta invece lotta è in gravissime condizioni al San Camillo di Roma. La donna, colpita da tre colpi di pistola E’ in sedazione profonda,  ricoverata in prognosi riservata. E’ stata raggiunta da tre colpi: alla mandibola, all’addome e alla scapola.
“Le bambine come temevamo sono morte verosimilmente da questa mattina”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Latina Gabriele Vitagliano che in tarda mattinata proprio a questo proposito aveva espresso il suo timore: “Visto il lungo tempo trascorso temiamo per il peggio ma non abbiamo ancora notizie sulle bambine”. Vitagliano aveva definito Capasso “in stato di forte agitazione e non perfettamente limpido nel suo ragionare in questo momento” e aveva spiegato che il militare non aveva altre armi oltre alla pistola di ordinanza.
Capasso, 44 anni, originario di Napoli, questa mattina al termine del servizio è andato a Collina dei Pini, tra Cisterna e Velletri, a casa della moglie. La donna è stata raggiunta da tre colpi di pistola intorno alle 5 mentre era in garage e stava uscendo per andare al lavoro, alla Findus di Cisterna. Sembra che il marito la aspettasse giù. Dopo aver sparato cinque colpi con la pistola di ordinanza, di cui solo tre hanno colpito la donna, Capasso le ha preso le chiavi di casa, è salito nell’appartamento in cui dormivano le figlie di 8 e 13 anni e si è barricato in casa.
Antonietta Gargiulo è molto conosciuta a Cisterna di Latina anche per la sua attività in parrocchia. “Abbiamo sentito i colpi di pistola e ci siamo affacciati”, ha raccontato una donna che abita nella palazzina di fronte alla quale il carabiniere ha sparato alla moglie. “La signora si lamentava, era a terra cosciente e ci ha detto che era stato il marito. Ci ha anche detto che le aveva preso la borsa e che temeva per le figlie. Abbiamo chiamato i carabinieri e l’ambulanza che sono arrivati in pochi minuti”. A proposito dei colpi la testimone ha detto: “Tutti quelli che abbiamo sentito erano tutti all’esterno”. “Oltre ai 4 colpi fuori dal garage poco dopo ne ho sentiti altri tre da dentro il palazzo”, ha raccontato un inquilino dello stabile.
I RAPPORTI SEMPRE PIU’ TESI FINO AL DOPPIO ESPOSTO
“Avevo incontrato le bambine qualche tempo fa ed erano terrorizzate dal padre”, ha spiegato l’avvocato della donna, Maria Belli, “la situazione tra la coppia era tesa e la situazione si era per così dire aggravata quando a settembre lui ha aggredito la moglie davanti alla Findus, suo luogo di lavoro, tanto che sono dovuti intervenire i colleghi di lei a sua difesa. Ed in precedenza l’aveva aggredita anche a casa davanti alle bambine. – ha proseguito Belli – Dopo l’episodio di settembre lei ha deciso di separarsi e lui andò via da casa. Si sono susseguiti diversi tentativi di riavvicinamento ma tutti vani”.
I dissidi tra la coppia si erano tradotti anche in due esposti che l’uno aveva presentato nei confronti dell’altro. La donna si era rivolta alla questura di Latina dove non aveva raccontato di un episodio specifico ma di una paura che nutriva nei confronti di Capasso che stava diventando violento e insistente nel cercarla. “Ho paura di mio marito, sta diventando violento” aveva detto Antonietta agli agenti. Lui a sua volta l’aveva presentato, sempre alla polizia, accusandola di non consentirgli di vedere le due bambine.
“Lui si faceva trovare sotto casa, la seguiva, uno stalker insomma – ha detto ancora Belli – cercava di incontrarla, ma lei, anche su mio consiglio, ha sempre rifiutato tutti gli incontri. Anche quando lui ha svuotato il conto corrente comune e disse che le avrebbe dato i soldi se acconsentiva ad incontrarlo. Mai avvenuto. È sempre stata attentissima, molto prudente”.
IL CORDOGLIO DELL’ARMA
“L’Arma dei Carabinieri in questo momento drammatico è vicina ai familiari delle persone coinvolte nella tragedia”, ha fatto sapere il Comando generale dei carabinieri. “Quello che è accaduto a Cisterna di Latina è sconcertante. Voglio esprimere vicinanza e cordoglio ai familiari delle vittime. Da uomo e da padre sono senza parole di fronte a questa tragedia. Il mio pensiero va a tutte le donne che lottano per uscire dalla violenza degli uomini”, ha scritto in un tweet il Presidente della Regione Nicola Zingaretti.
GLI APPELLI SU FACEBOOK
“Sono le tue splendide figlie lasciale andare e consegnati ai colleghi, potrai tranquillamente parlare, fallo stai sereno”. È solo uno delle decine di messaggi che su Facebook sono comparsi durante la mattinata sul profilo di Luigi Capasso. “Consegnati – scrive un altro – Pagherai per quello che hai fatto, però la vita potrà ancora sorriderti. Fai un gesto di coraggio, lascia le ragazzine e consegnati”, e ancora ” i bambini non meritano questa tua frustrazione, mettili al sicuro. Può finire al meglio, sconterai la tua pena e vivrai di vergogna”. I messaggi sono tutti dello stesso tenore: “Lascia le bimbe. Apri quella porta e lasciale vivere. Te lo chiediamo, pregandoti. Devono vivere. Lasciale subito”.

L’ultima beffa di Luigi Capasso: lascia soldi anche all’amante (Corriere della Sera – 1 marzo 2018)
Nella casa dove ha ucciso le figlie e ferito la moglie è stato trovato un assegno da cinquemila euro per la donna con cui il carabiniere aveva una relazione
L’ultimo sfregio di Luigi Capasso: soldi lasciati ad una donna con cui aveva una relazione, nella casa di Cisterna di Latina dove ha ucciso le figlie e ferito gravemente la moglie. Un assegno da 5mila euro come ultima beffa dell’uomo che pur teneva ad un’apparenza rispettabile e da buon padre, sino all’ultimo istante. Il 43enne mercoledì mattina non faceva che ripetere: «Proprio a me che sono carabiniere…che vergogna. Lei non doveva fare così», in riferimento alla separazione chiesta da Antonietta Gargiulo e alla difficoltà ad incontrare le figlie.
«Mi sono avvicinato solo per salutarle a scuola — raccontava ai negoziatori — ed ha chiamato la polizia che mi ha identificato…che vergogna!». La rabbia era tutta per la moglie e l’amica di lei — Michela — colpevole a suo dire di aver alimentato il desiderio di separazione della moglie, e quel distacco sempre più forte delle bambine.
I negoziatori chiedevano di loro, e nonostante il padre avesse confessato i delitti, la speranza di un flebile respiro in Alessia e Martina è stato l’elemento che ha tenuto in piedi la trattativa quel terribile 28 febbraio. Un tempo infinito in cui l’appuntato, seduto in cucina, teneva la pistola nella mano destra, poi la posava sul tavolo e riapriva l’altra fissandosi il palmo. Continuamente. «Stanno di là», ripeteva, sino a quando verso le 13 si è diretto nella stanza coniugale e lì, senza avvicinarsi a Martina — uccisa con tre proiettili — si è suicidato sparandosi in testa.
Anche Alessia, la 13enne, è stata freddata con tre colpi. Il suo cadavere era fuori dal letto: si era alzata per lo spavento e forse ha visto il papà una frazione di secondo. Poi il buio. Un blitz non si sarebbe comunque potuto mettere in atto: Capasso si era barricato con i mobili davanti la porta. Solo dopo il suicidio si è potuti entrare scoprendo la mattanza, le lettere e gli assegni, per migliaia di euro ciascuno, lasciati ai parenti e alla donna con cui intratteneva rapporti. Tre buste chiuse e siglate, con l’indicazione che solo i destinatari dovessero aprirle: il fratello, la madre e il padre. Per Antonietta, invece, poche parole su un foglio lasciato sul letto: «Non dovevi farlo». E poi i cinque assegni: per fratello, madre, padre, sorella, cognato e per la sua amante. I messaggi contengono la motivazione del lascito. Scriveva, ad esempio, all’anziano padre: «Questi sono per curarti». Non emerge, come inizialmente detto, che i soldi servissero ai funerali delle piccole.
La vicenda è stata un colpo al cuore per tanti uomini in divisa, ma «l’Arma non piange Capasso», trapela dal comando di Latina. Antonietta Gargiulo — operata giovedì al San Camillo — è ancora sedata ed è fuori pericolo, mentre oggi alle 17 il pensiero di tutti sarà ancora per Marty e Ale: in attesa dei funerali, una fiaccolata in città le ricorderà.

 

Strage a Cisterna, niente funerali per il carabiniere Luigi Capasso (Latina Today – 2 marzo 2018)
Cambio di programma per le esequie del militare. La decisione per evitare possibili problemi di ordine pubblico
Non ci saranno funerali per Luigi Capasso, il carabiniere originario di Napoli che due giorni fa a Cisterna ha sparato alla moglie e ucciso le due figlie per poi togliersi la vita. Le esequie erano in programma oggi alle 15 a Secondigliano ma c’è stato un cambio di programma al fine di evitare possibili problemi di ordine pubblico.  C’è stata quindi solo una benedizione nel cimitero di Poggioreale alla presenza dei familiari del carabiniere, mentre i cronisti sono stati allontanati dalla camera mortuaria. La salma resta nel cimitero di Poggioreale, in attesa dell’eventuale cremazione.

Strage di Cisterna, la doppia vita di Capasso e i vani tormenti di Antonietta (Blasting News – 19 marzo 2018)
L’appuntato omicida-suicida si vantava d’essere uno ‘sciupafemmine’, aveva amanti anche prima del matrimonio e la moglie aveva fatto scoperte shock.
Si vantava d’essere uno ‘sciupafemmine’Luigi Capasso, l’appuntato killer responsabile della strage di Cisterna di Latina. L’uomo che lo scorso 28 ottobre ha sparato alla moglie Antonietta Gargiulo da cui si stava separando, unica scampata alla carneficina, ha ucciso le figlie Alessia di 14 e Martina di 7 anni per poi togliersi la vita, aveva una doppia vita. In paese e con gli amici si vantava d’essere un playboy.
Traditore seriale. Non si faceva alcuno scrupolo Capasso di tradire la moglie. D’altra parte era stata sempre questa la sua modalità di intendere e vivere la relazione con Antonietta Gargiulo, fin da quando erano fidanzati.
Come raccontato dagli amici alla trasmissione Quarto Grado, l’aveva sempre tradita. Se scoperto chiedeva scusa, certo del fatto che ‘Tonia’ per amor suo prima, poi per non distruggere la famiglia quando erano nate le figlie, lo perdonava sempre. Si erano sposati nel maggio del 2001 dopo sette anni di fidanzamento e innumerevoli scappatelle. Con l’inizio della vita coniugale, il trasferimento da Napoli a Cisterna e la nascita delle due bambine, Capasso non aveva rinunciato affatto a fare il playboy. Antonietta aveva cercato rifugio nella fede e nella preghiera da fervente cattolica, ma col passare degli anni era esasperata. Michela Cerato, la sua più cara amica, ha confermato la doppia vita dell’appuntato: alla moglie diceva che era finita, ma terminata una relazione ne avviava un’altra.
Violento, possessivo, incostante, capriccioso, Capasso era un uomo che pretendeva tutto e non dava niente, neanche come padre, a detta di chi lo ha conosciuto. Eppure Antonietta era innamorata di lui. Salvatore, un amico di lui, ha raccontato alle telecamere di Quarto Grado che lei ha sempre saputo e sopportato per 16 anni, anche troppi. Gli è stata vicina, l’ha sostenuto e aiutato anche nei 5 anni in cui è stato allontanato dall’Arma per una truffa alle assicurazioni. Lei si era anche sobbarcata di tutte le spese, compreso il mutuo della casa.
La crisi. Dopo anni di sopportazione, Antonietta era stanca. Si era resa conto che non poteva più illudersi, non c’era futuro con un uomo simile, A gennaio del 2017 la crisi profonda era esplosa.
A un’amica scriveva in un sms: “Non cambia cara, sono anni che va così. Il fatto è che ci tengo solo io, lui non si sforza più, tanto la scema sta sempre là”. Scriveva pure che lui diceva che se ne sarebbe andato per poi non farlo mai, d’essersi stancata di rovinarsi le feste per colpa dei suoi capricci. Aveva deciso di lasciarlo.
L’episodio culminante a settembre quando era stata picchiata in pubblico davanti allo stabilimento della Findus dove lavorava, alla presenza dei colleghi e quel che è peggio delle figlie. Come se non bastassìse, in quella circostanza Antonietta aveva scoperto che il marito aveva avuto una relazione di tre anni con una delle sue migliori amiche e aveva avuto uno scontro verbale con quella donna. La situazione era diventata sempre più grave.
L’ultima notte trascorsa da una donna. Capasso diventava sempre più reattivo: non accettava l’idea di perdere la famiglia e che le figlie lo temessero. Strano modo di voler salvare il matrimonio, riconquistare la moglie e le figlie quello del carabiniere: mentre chiedeva aiuto agli amici, aveva allacciato una nuova relazione con la signora alla quale ha lasciato 5mila euro. I soldi sono stati trovati nella casa coniugale dopo la strage in una delle cinque buste lasciate sul letto matrimoniale. Da quella donna che aveva definito compagna, separata con una bambina, il militare dormiva spesso. Ed è lì che ha detto di essere la sera prima della strage ad uno dei suoi più cari amici. Il giorno dopo tutto è finito in un bagno di sangue.

Uccise le figlie e si suicidò, a processo 2 medici che lo visitarono: non gli tolsero la pistola (FanPAge – 20 maggio 2022)
Due medici che valutarono Luigi Capasso sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Non gli tolsero la pisola con la quale ha ferito la ex moglie, ucciso le figlie e si è suicidato.
Il carabiniere Luigi Capasso aveva già manifestato diversi disturbi ma nessuno gli tolse la pistola che utilizzò per ferire la ex moglie, uccidere le figlie e poi suicidarsi. Per questo motivo il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Latina Mario La Rosa, su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Bontempo ha rinviato a giudizio i medici Quintilio Facchini e Chiara Verdone, maggiore dell’Arma dei carabinieri.
Secondo gli inquirenti infatti non avrebbe dovuto avere la pistola, aveva già minacciato la sua ex moglie, gli era stata tolta ma poi restituita. Entrambi dovranno rispondere davanti al giudice dell’accusa di omicidio colposo per aver sottovalutato lo stato di salute del militare e per non avergli tolto l’arma, con la quale ha compiuto quella che è ormai tristemente nota come la strage di Cisterna di Latina, che si è consumata l’8 febbraio 2018. Antonietta Gargiulo, sopravvissuta alla tragedia, si è costituita parte civile nel processo e tre giorni fa sui social network ha scritto: “Una grande tristezza… ci potevamo salvare. Ma nessuno mi ridarà le mie bambine. Non ci sono parole. Solo una: giustizia. L’amore è verità”.
La strage di Cisterna di Latina. I drammatici fatti che hanno portato alla morte delle due bambine, al grave ferimento della mamma e al suicidio dell’appuntato sono avvenuti quattro anni fa, all’alba di una mattina d’inverno in una villetta in località Le Castella, nel territorio della provincia di Latina. Secondo quanto ricostruito in sede d’indagine Capasso non si era rassegnato alla fine del suo matrimonio. Antonietta stavva per andare al lavoro quando Capasso le ha sparato, ferendola gravemente con tre colpi di pistola. Poi è salito in casa ha raggiunto la cameretta e ha ucciso nel sonno le figlie Alessia e Martina, di 13 e 7 anni, per poi suicidarsi dopo una lunga trattativa con i colleghi, purtroppo non andata a buon fine.

 

Uccise Le Due Figlie E Ferì Gravemente La Moglie, Il Carabiniere Luigi Capasso A Processo (TempoReale – 20 settembre 2023)
Il Carabiniere Luigi Capasso avrebbe potuto riottenere la pistola d’ordinanza con cui fece fuoco contro le figlie Alessia e Martina, di 8 e 13 anni, e ferì gravemente la moglie Antonietta Gargiulio nella loro abitazione nel quartiere San Valentino a Cisterna il 28 febbraio 2018? A rilanciare di nuovo questo interrogativo è stata proprio la donna, assoluta protagonista martedì nella nuova udienza a carico dei medici – quello di famiglia Quintilio Facchini ed il maggiore Chiara Verdone, medico militare nel servizio di infermeria del presidio di Velletriindagati a piede libero di omicidio colposo. La donna ha raccontato nel corso dell’udienza che si è tenuta a porte chiuse di aver subito, prima della mattanza, minacce del marito e di aver inviato reiterate segnalazioni alla Questura e all’Arma dei carabinieri sulla situazione del marito, poi suicida dopo aver ucciso le due figlie.
I medici a processo davanti al giudice monocratico sono accusati di aver emesso specifiche certificazioni grazie alle quale il Carabiniere era riuscito a ottenere nuovamente la pistola, la stessa arma dei Carabinieri gli aveva tolto. Antonietta Gargiulo ha risposto a tutte le domande del giudice Fabio Velardi e dei sostituti procuratori Daria Monsurrò e Giuseppe Bontempo, ricordando i comportamenti del marito, le sue minacce quando erano ancora sposati e che erano aumentate dopo la decisione di lei di separarsi.
Come in quella circostanza in cui il marito si era presentato davanti al suo posto di lavoro e l’aveva minacciata alla presenza dei colleghi e lei aveva deciso di segnalare i comportamenti dell’uomo prima alla Questura poi ai Carabinieri. Antonietta Gargiulo contro i due medici che ebbero a che fare con il marito si è costituita parte attraverso l’avvocato Claudio Botti, un’iniziativa che ha assunto sul piano processuale l’associazione ‘Differenza Donna’ che ha realizzato un centro antiviolenza intitolato proprio ad Alessia e Martina. La difesa dei due medici a processo, rappresentata dagli avvocati Orlando Mariani, Luciano Lazzari e Carlo Arnulfo , ha confermato come la donna avesse avuto con rappresentanti delle istituzionali e della stessa Arma quando aveva capito che la situazione coniugale stava degenerando in peggio.


Link