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Luigi Benelli, 70 anni, pensionato, padre e nonno. Strangola la moglie e simula una rapina. Ma poi si suicida chiedendo perdono

Firenze, 21 Aprile 2016


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Annalisa Bartolini morta imbavagliata. Il marito Luigi Benelli si suicida e lascia confessione. Ai giornalisti diceva: “Non so niente” (HuffPost – 25 aprile 2016)
L’ha trovata il figlio: priva di vita, con la bocca coperta da nastro adesivo, stesa a terra nell’ingresso dell’appartamento dove viveva con la famiglia. Ma l’omicidio di Annalisa Bartolini, 67 anni, ha oggi registrato un’improvvisa svolta. Il marito della donna, Luigi Benelli, 71 anni, s’è impiccato ad una trave, in un podere di proprietà all’Antella, nelle campagne appena fuori Firenze. L’anziano ha lasciato un biglietto là dove si è tolto la vita in cui chiederebbe “scusa e perdono alla famiglia” e che, secondo i carabinieri, costituirebbe un’ammissione di colpevolezza nell’omicidio della moglie. Dal manoscritto, hanno spiegato gli inquirenti, “si evince una sostanziale ammissione confessoria” del delitto della moglie.
Secondo i carabinieri, l’uomo, sentito più volte nelle ore dopo il delitto, avrebbe percepito che l’attenzione degli inquirenti era rivolta a lui mentre l’ipotesi della rapina finita male andava via perdendo forza. Il rimorso e la paura di essere incastrato, forse, l’hanno spinto a farla finita.
Annalisa Bartolini era stata trovata giovedì scorso da uno dei due figli della coppia, Lorenzo di 35 anni, che viveva con i genitori. I carabinieri, che conducono le indagini, stavano vagliando diverse ipotesi ma, spiegano, i dubbi sulla versione dei fatti data dal marito si stavano rafforzando. Il marito aveva spiegato agli inquirenti che dall’appartamento erano spariti alcuni gioielli e che tutte le stanze erano in disordine. Tuttavia, quel che era apparso subito strano è che la 67enne non aveva segni sui polsi, quindi non sarebbe stata legata, e sulla porta d’ingresso non c’erano segni di scasso. Si attendeva per i prossimi giorni il risultato dell’autopsia – programmata martedì – che dovrà confermare se Annalisa Bartolini è morta per asfissia a causa del nastro adesivo, che le avrebbe bloccato la bocca e il naso, o se è deceduta per altre cause che dall’esame esterno non sarebbero emerse. Sono già stati inviati al laboratorio del Ris a Roma alcuni dei reperti trovati nell’appartamento. In particolare a Roma è stato mandato dai carabinieri che indagano, coordinati dal pm Tommaso Coletta, il nastro adesivo che, con più strati, era sulla bocca e sul naso della donna. Agli esperti del Ris era stato chiesto di verificare le eventuali impronte e il tipo di nastro, sembra abbastanza comune.
In un’intervista pubblicata oggi dalla Nazione il marito di Annalisa Bartolini parlava del suo dolore per la scomparsa della donna, dicendosi “sconvolto” e spiegando di ritenere che quanto accaduto fosse legato a una rapina finita male.


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