Loading

Antonio Luca Priolo, 24 anni, nullafacente, padre. Già denunciato per stalking, uccide l’ex compagna a coltellate e tenta la fuga. Condannato a 30 anni, inammissibile il ricorso in Cassazione

Nicolosi (Catania), 7 Ottobre 2015

capriolo


Titoli & Articoli

Uccide la ex. Fermato, confessa: «Non voleva ritirare le denunce di stalking» (Corriere della Sera – 7 ottobre 2015)
Luca Priolo, l’ex convivente di Giordana Di Stefano, voleva fuggire in Svizzera: stava aspettando un treno per Lugano. Riconosciuto anche grazie a una fotografia


Ha confessato davanti ai carabinieri della Squadra Omicidi di Milano Luca Priolo, 24 anni, l’ex convivente di Giordana Di Stefano, la mamma 20enne trovata morta nella sua Audi A2, a Nicolosi, nel Catanese. La coppia ha una bambina di quattro anni. Priolo è scoppiato in lacrime dopo essere stato portato negli uffici del Nucleo investigativo di via Moscova a Milano, dalla quale è uscito poco prima della mezzanotte per essere portato in carcere. I militari lo avevano fermato in stazione Centrale mentre attendeva un treno diretto in Svizzera, a Lugano. Il giovane è stato rintracciato grazie a un sms inviato al padre.
L’sms «Sono nei guai, aiutatemi e mandatemi dei soldi».
Questo il testo dell’sms che Luca Priolo ha mandato al padre usando il cellulare di un passante appena arrivato alla stazione di Milano. Il messaggio è stato letto dai carabinieri e l’uomo ha richiamato il figlio al cellulare dell’ignaro passante ed ha capito che era alla stazione di Milano e che stava per fuggire all’estero. Il particolare è emerso durante una conferenza stampa del procuratore Michelangelo Patanè, e dei carabinieri del comando provinciale di Catania. Gli stessi militari dell’arma hanno inviato con whatsapp la foto dell’omicida ai colleghi di Milano che dopo 5 minuti, lo hanno bloccato e arrestato. I militari hanno visto Priolo lungo la banchina dei binari, lo hanno chiamato per nome e lui si è subito consegnato.
La confessione. Priolo avrebbe raccontato di aver incontrato l’ex compagna martedì sera per un colloquio chiarificatore. Nell’occasione sarebbe stato presente anche un cugino della donna. L’incontro è durato circa tre quarti d’ora, durante i quali l’uomo si sarebbe sempre mostrato tranquillo. Poi sarebbe stato lo stesso Priolo ad insistere affinché il cugino li lasciasse soli. E a quel punto si sarebbe consumato il delitto. «Sì, sono stato io… ho perso la testa, non volevo ucciderla». Questa la confessione del giovane rilasciata ai carabinieri di Milano. Priolo ha poi motivato il delitto con la gelosia e con la decisione della ventenne di non volere rimettere la denuncia per stalking per la quale quel giorno ci sarebbe stata l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio del 24enne davanti al Gip di Catania. Denuncia che avrebbe avuto con ogni probabilità ripercussioni anche sull’affido della piccola figlia.

 

 

Omicidio Giordana Di Stefano, l’autopsia: “Uccisa da 42 coltellate” (Today – 11 ottobre 2015)
Aveva comprato un coltello di pochi centimetri, per sicurezza e difesa. Così Luca Prioro ha raccontato al gip che sta portando avanti le indagini. Arrivano anche i risultati dell’autopsia. Intanto a Catania sono stati celebrati i funerali della giovane mamma
Dopo aver tentato la fuga ed essere stato fermato, adesso Luca Priolo ha confessato e racconta la sua versione dei fatti. Così quando il gip gli ha chiesto perché avesse comprato il coltellino con cui ha accoltellato a morte Giordana Di Stefano, la sua ex, lui ha risposto che non lo aveva fatto con l’obiettivo di ucciderla. Quella piccola arma serviva per difendersi: “La zona di Belpasso (dove il giovane vive ndr) la sera è isolata e pericolosa” spiega. Intanto le indagini vanno avanti.
A Catania invece sono stati celebrati i funerali di Giordana, dopo che è stata effettuata l’autopsia. Dall’analisi dei medici legali un dettaglio inquietante: la giovane mamma è stata colpita ben 42 volte con quel coltellino, 19 delle quali alla schiena, con una violenza tale da averle procurato delle microfratture al cranio.
La coppia aveva una figlia di 4 anni, che viveva con la madre e la nonna materna. Il giovane dopo il delitto è fuggito ed è stato catturato a Milano: i carabinieri hanno scoperto che stava per fuggire all’estero dopo Luca ha mandato un sms al padre da un cellulare di un ignaro passante. 

 

La lettera della mamma di Luca alla madre di Giordana (Live Sicilia – 13 ottobre 2015)
L’omicidio di Giordana Di Stefano, 45 coltellate sferrate dal suo ex compagno Luca Priolo. Due famiglie distrutte. La madre di Luca scrive alla madre di Giordana una lettera, “da mamma a mamma”, pubblicata da Antonio Spitaleri per Radio Amore.
“Cara Vera, forse non mi crederai mai, ma il giorno che è morta Giordana è morto anche Luca e sono morta dentro io. Da quel maledetto giorno non riesco a darmi pace, non riesco a capire cosa ho sbagliato. Io che ho sempre educato i miei figli secondo i valori cristiani, che ho sempre sperato che un giorno mi avrebbero reso fiera dei sacrifici che ho fatto portando avanti questa famiglia.
So che è difficile per te crederlo, ma amavo tua figlia come se fosse la mia. Ricordo ancora la scorsa settimana i nostri figli che, sereni, guardavano la televisione insieme alla bambina e mai avrei potuto immaginare che di lì a qualche giorno tutto sarebbe crollato su tutti noi.
Mio figlio ha sbagliato e pagherà per quello che ha fatto ma la violenza, prima d’ora, non era mai stata nel carattere di Luca, né nei valori che gli ho trasmesso. Se ho sbagliato come madre vi chiedo perdono per il dolore immenso che state provando, un dolore che provo anche io e che non avrà mai fine. Da mamma a mamma. Antonella”


Uccise l’ex convivente con 42 coltellate: a Catania confermati 30 anni (Nuovo Sud – 28 gennaio 2019)
Si avvia alla conclusione il processo davanti la Corte d’assise d’appello di Catania a Luca Priolo, il 27enne che il 6 ottobre 2015 ha ucciso con 42 colpi di coltello la sua ex convivente, Giordana Di Stefano, di 20 anni, dalla quale aveva avuto una bambina di 4 anni.
In aula oggi sono intervenuti i legali dell’imputato, l’avvocato Domenico Cannavò, e delle parti civili, i familiari della vittima assistiti dal penalista Ignazio Danzuso e il centro antiviolenza ‘Galatea’ con l’avvocato Mirella Viscuso. Nella prossima udienza, fissata per il 28 gennaio, è prevista la sentenza.
Il Pg ha chiesto la conferma della condanna di 30 anni di reclusione comminata il 7 novembre del 2017, dal Gup Loredana Pezzino a conclusione del processo di primo grado col rito abbreviato. In primo grado il giudice ha anche riconosciuto un risarcimento civile ai genitori, alla sorella e alla figlia di Giordana Di Stefano, che ha ‘perso’ il cognome del padre per ‘assumere’ quello della madre. Priolo, che ha confessato il delitto, dopo l’omicidio è fuggito ma, grazie a indagini dei carabinieri di Catania, è stato individuato a Milano e arrestato da militari dell’Arma alla stazione ferroviaria. Il giovane continua a “negare la premeditazione”, ribadendo che il movente è da collegare a “un raptus” dovuto alla “volonta’ di lei di non revocare la denuncia per stalking” nei suoi confronti.

 

Omicidio Giordana, ricorso in Cassazione inammissibile: confermati 30 anni per Antonio Luca Priolo (Sicili Network – 21 novembre 2019)
«Dopo quattro anni di lotta nel restituire la dignità a Giordana, oggi finalmente le menzogne di Antonio Luca Priolo sono state affogate dalla sua cattiveria, da quell’aggravante della crudeltà che lo caratterizza». Quarantotto coltellate che ancora bruciano in una ferita mai rimarginata, in quell’ergastolo di dolore che una madre dovrà scontare.
Le parole di Vera Squatrito, durante l’intervista rilasciata a Sicilia Network, sono severe e intrise di dolore. Incolmabile, nonostante la Corte suprema di Cassazione abbia confermato i trent’anni per l’assassinio di Giordana. Anche il pg Roberta Maria Barberini, infatti, al termine della requisitoria davanti ai giudici della prima Sezione penale della Suprema corte aveva chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla difesa di Priolo. Lo scorso gennaio i giudici della terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania avevano confermato la condanna a trent’anni di carcere per Priolo. La sentenza di primo grado era stata emessa il 7 novembre del 2017 a conclusione del processo con rito abbreviato .
Antonio Luca Priolo il 6 ottobre del 2015 ha ucciso con 48 coltellate a Nicolosi, Giordana Di Stefano, 20 anni, con la quale aveva avuto una bambina. Giordana è stata uccisa il giorno prima dell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio riguardante la denuncia per stalking. Il procedimento era stato avviato dopo che Priolo era entrato da una finestra a casa della ragazza. Lui si era difeso dall’accusa sostenendo di essere entrato perché aveva visto un’auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza. «Denigrare e offendere la memoria di mia figlia – continua la Squatrito – affermando che Giordana fosse una ragazza dai facili costumi, una bugiarda, una manipolatrice non è servito al “povero killer”. Un killer, Priolo che ha commesso un gesto disumano. La giustizia, non posso negarlo, ha dato rispetto e valore alla vita di Giordana. Da domani si lotterà affinché Antonio Luca Priolo possa scontare totalmente la sua pena».
Resta una battaglia da combattere contro l’indifferenza e la superficialità che spesso sminuisce quei campanelli d’allarme che molte donne lanciano attraverso dei messaggi,
Vera Squatrito ribadisce che nei giorni che le restano da vivere – sebbene senza la sua Giordana – ha una grandissima responsabilità nei confronti dei giovani e della sua piccola Asia, figlia di Giordana. «Devo salvare Asia dall’ombra dell’assassino – dice commossa – deve poter realizzare i suoi sogni, almeno lei, merita di diventare una donna forte e felice».


Link