Kujtim Hasanaj, 49 anni, padre. Uccide la moglie a coltellate
Casale Monferrato (Alessandria), 15 Settembre 2017
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“È mia moglie, l’ho uccisa io”, l’uxoricida arrestato con la camicia intrisa di sangue e il coltello in mano (La Stampa – 16 settembre 2017)
Il delitto di Casale, nella notte l’interrogatorio davanti al pm. Pare che la coppia volesse separarsi: lui era geloso
Se le operaie della Ice Box, una fabbrichetta di frigoriferi per negozi e bar dentro un vicolo che sbuca in strada per Asti, a Casale, ieri pomeriggio, poco dopo le 14, si sono spaventate e molto preoccupate per le urla che uscivano da un alloggio al pianterreno della palazzina sul lato opposto del cortile, è perché il tono delle parole era più violento del solito. Eppure, probabilmente, non era neppure il primo litigio che avevano sentito tra Elena Seprodi, 48 anni compiuti pochi giorni fa, l’11 settembre, e Kujtim Hasanaj, 49. Lui l’ha uccisa, intorno alle 14,30, di ieri con un coltello da cucina.
Le operaie, molto scosse, forse da minacce esagerate oppure da implorazioni di aiuto, si erano precipitate in strada per fare intervenire qualcuno che dividesse la coppia, che li facesse smettere. Dall’altra parte della strada, c’è la sede della Protezione civile. Da poco, erano arrivati alcuni agenti della polizia municipale, tra cui il comandante Joselito Orlando, per concordare un servizio di sorveglianza del territorio, in occasione delle manifestazioni previste nel fine settimana. I vigili si sono precipitati nella palazzina, due sono entrati dall’ingresso principale, due da quello sul retro, le armi in pugno.
Ma, nel varco della porta spalancata, hanno inquadrato, ormai impotenti, il dramma consumato: Elena Seprodi riversa sul pavimento della cucina, ormai senza vita, Kujtim Hasanaj con la camicia intrisa del sangue di lei e un grosso coltello stretto in un pugno. Lo ha subito posato. «È mia moglie, l’ho uccisa io» ha mormorato l’uomo. Sono arrivati immediatamente anche i carabinieri, tre pattuglie e il capitano Christian Tapparo, che ha assunto il comando della compagnia di Casale una settimana fa.
L’uxoricida farfugliava, non è certo che fosse sobrio. Ha seguito i militari in caserma, a meno di un chilometro dal luogo del delitto. E lì, ieri sera, dopo le 21, è stato interrogato dal pm di Vercelli Davide Pretti (che nel pomeriggio è rimasto per ore nella palazzina della tragedia, durante i rilievi degli esperti), alla presenza dell’avvocato Angelica Gabriele, nominata di fiducia. Mentre lo portavano via dalla palazzina di strada Asti 4, Hasanaj avrebbe parlato di motivi passionali e anche economici. Pare che la coppia, insieme da molti anni (il loro figlio ne ha 23), volesse separarsi. Forse già da qualche mese non stavano più insieme.
Definitivo l’ergastolo per il femminicidio di strada Asti (Casale News – 2 ottobre 2020)
La Cassazione ha confermato al condanna di Kujtim Hasanaj, che tre anni fa uccise la moglie Elena Seprodi a coltellate
E’ definitivo l’ergastolo per Kujtim Hasanaj, 52 anni, autore del brutale femminicidio della moglie Elena Seprodi, 48 anni, avvenuto tre anni fa nella abitazione di Strada Asti in cui la coppia aveva vissuto a lungo prima che la donna – provata da una lunga serie di maltrattamenti violenze – si trasferisse a Valenza, nella casa del figlio. Così si è pronunciata la Corte di Cassazione, ultimo grado della giustizia italiana, dopo il ricorso del legale di Hasanaj, rendendo di fatto definitiva la sentenza: l’uomo era stato condannato a 20 anni in primo grado con rito abbreviato, mentre in appello era stato condannato all’ergastolo, sentenza oggi confermata e definitiva. Il femmicidio avvenne il 15 settembre 2017, poco dopo pranzo: Elena Seprodi era ritornata nell’abitazione per recuperare alcuni effetti personali, Hasanaj la uccise con una coltellata al ventre.
Le urla della donna vennero udite da due agenti della Polizia Locale, che si trovavano nella vicina sede della Protezione Civile, che capirono immediatamente la situazione e avvertirono i Carabinieri: il pronto intervento dei Militari dell’Arma permise l’arresto di Hasanaj, colto sul fatto. L’iter giudiziario aveva poi fatto emergere una drammatica vicenda di maltrattamenti ai danni di Elena Seprodi, a cui la sentenza di oggi concede finalmente giustizia.