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Jacques Honoré Ngouenet, 43 anni. Strangola la fidanzata e la fa a pezzi, che infila in sei diversi sacchetti e getta nel cassonetto. Poi si impicca

Bologna, 2 Maggio 2021


Titoli & Articoli

Omicidio-suicidio di Bologna, la guerra, la famiglia misteriosa, i silenzi: chi è Jacques (Corriere della Sera – 4 maggio 2021)
Ha fatto a pezzi la fidanzata, poi si è impiccato. Problemi psichici e tanti misteri
Jacques Honoré Ngouenet, l’uomo che per gli investigatori ha ucciso e fatto a pezzi il cadavere di Emma Pezemo, è un mistero per tutti. Anche il consolato del Camerun è ancora al lavoro per ricostruire il profilo di questo 43enne, da diverso tempo in Italia, affetto da problemi psichiatrici che già una volta lo avevano ridotto in fin di vita. Aveva ingerito liquido per radiatori, si era bruciato lo stomaco ma erano riusciti a salvarlo in extremis. Si dice che sia stato arruolato nell’esercito del suo paese, addestrato alla guerra. Che li avesse una famiglia e anche dei figli, ma ancora senza conferme.
Il biglietto dopo il massacro. Nel biglietto lasciato nella sua stanza, scritto in francese prima di impiccarsi, non c’è la soluzione del giallo. Non viene indicato un movente vero, solo il lascito ideale a un suo amico che vive a Bologna e l’indicazione di spese ingenti sostenute durante la relazione con Emma. Ma niente che abbia un filo logico e possa indirizzare gli inquirenti nella ricerca del movente reale, ammesso che ce ne sia uno. Anche la pista dei soldi, che potrebbe aver causato il suo scatto violento, non appare così chiara ed evidente. Solo quella frase, “Non preoccupatevi del corpo di Emma”, rimanda direttamente al massacro della 31enne. Secondo gli investigatori l’uomo ha pulito con cura l’auto nella quale, sono sicuri, i sei sacchi con i resti del corpo della donna sono stati trasportati fino ai bidoni in via Togliatti, chissà da dove. Per risalire al luogo della mattanza, Squadra Mobile e Scientifica analizerrano i tabulati telefonici e le immagini delle telecamere. E cercheranno le tracce in macchina.
Taciturno e schivo. L’hanno trovata sempre davanti alla residenza del Giovanni XIII in viale Roma, esattamente dalla parte opposta della città, di fronte alla stanza in cui l’uomo si è tolto la vita. Qui viveva da qualche tempo, inviato dall’Ausl che continuava a seguirlo e lo aveva mandato nelle residenze protette gestite dall’Asp, subito fuori dalla struttura principale. Taciturno, schivo, non dava modo agli altri di entrare in contatto con lui, ma nemmeno i segnali della violenza che si sono scatenati nel rapporto con la ragazza. In Italia era arrivato da molti anni, passando prima per Padova e poi per Bologna. Negli ultimi tempi lo avevano notato molto dimagrito e con un’aria assente. Il preludio alla tragedia. Nel frattempo, l’intera città – dalle istituzioni ai compagni di Università – piangono Emma. (di Luca Muleo)

Jacques Honoré Ngouenet, assassino della 31enne e poi suicida, fa riferimento a 50 mila euro che avrebbe speso per lei (Corriere della Sera – 5 maggio 2021)
Bologna, omicidio di Emma: nel biglietto del killer il movente dei soldi
Nello strazio e nella rabbia di questi giorni, si cerca ancora un perché. Non ci potrà mai essere qualcosa davvero in grado di spiegare il massacro di Emma Pezemo, la 31enne studentessa camerunense dell’Unibo fatta a pezzi dal fidanzato. Ancora più difficile scorgerla nell’apparente delirio di Jacques Honoré Ngouenet, il 43enne che l’ha uccisa e ne ha smembrato il corpo, chiudendo i resti in sei sacchi dell’immondizia buttati in un cassonetto di viale Togliatti.
Il movente dei soldi. Ma alla ricerca di un movente, l’unica pista che ora appare percorribile agli investigatori è contenuta nel biglietto scritto in francese e lasciato dall’uomo prima di suicidarsi. Ammesso che sia attendibile, naturalmente. Ngouenet, che era in cura per problemi psichiatrici, riversava sulla ragazza la responsabilità dei suoi mali e il primo, vecchio tentativo di uccidersi. In particolare lamentava di aver speso per lei una grossa cifra, 50 mila euro. Frasi che gli inquirenti prendono con le molle all’interno dello sconclusionato messaggio d’addio. Ma che i soldi fossero il suo cruccio lo ha confermato anche l’amico nominato come suo “erede” nel biglietto. Agli investigatori l’uomo ha raccontato di aver incontrato Ngouenet domenica mattina, quando per la Mobile aveva già massacrato Emma. Con lui si è lamentato di soldi prestati alla vittima e non restituiti. Un’ipotesi che non convince il legale nominato dalla famiglia della ragazza, l’avvocato Gabriele Bordoni. «Emerge la figura di una ragazza molto quadrata, che si impegnava tanto e non aveva bisogno di aiuti o soldi». La Procura ha disposto l’autopsia su entrambi i corpi, domani su quello di Ngouenet e venerdì sui resti di Emma. «Visto che è circolata la voce di una possibile gravidanza, ho ritenuto opportuno per conto della famiglia chiedere al medico legale di verificare questa circostanza» dice il legale. «C’è qualcosa che va chiarito, non è il gesto istintivo di un matto “ordinario”. Dai primi accertamenti sembra il lavoro di un chirurgo fatto con uno strumento di precisione, tipo un bisturi».
L’arma è introvabile L’arma non è ancora stata trovata e resta ancora molto da capire, per esempio se si sia trattato della stessa utilizzata per uccidere la studentessa dell’Alma Mater, da un uomo che con un passato nell’esercito camerunense aveva appreso tecniche di guerra. O se prima dello sfregio al cadavere, Emma sia stata stordita. Mobile e Scientifica stanno ricostruendo le ultime ore di vita dei due, gli spostamenti in particolare: cercano il luogo in cui è avvenuto l’omicidio. L’ultimo avvistamento nella residenza di Ngouenet al Giovanni XXIII, dove l’uomo veniva seguito dall’Ausl per i suoi problemi psichiatrici. Sabato alle 13,30 un vicino di stanza li avrebbe sentiti litigare. Poi il buio. E il ritrovamento dei resti in un bidone di viale Togliatti, dall’altra parte della città, domenica pomeriggio. Gli investigatori puntano sui tabulati telefonici e sulle immagini delle telecamere. Un consulente della Procura analizzerà telefoni e pc.


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