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Ignazio Fortini, 25 anni, geometra, cliente della prostituzione. Condannato a 18 anni per l’uccisione di una prostituta

Isernia, 7 Marzo 2008

 


Titoli & Articoli

Letino: Fortini scagionto dalla prova del Dna (Paese News – 8 marzo 2009)
Si è concluso oggi al Tribunale di Isernia l’incidente probatorio per l’omicidio di Marinalba Costa e Silva, una prostituta brasiliana assassinata con una coltellata al petto in un monolocale del centro storico della città.L’omicidio fu compiuto esattamente un anno fa. Il perito della Procura, Giacomo d’Agostaro, ha consegnato i risultati del confronto di 57 dna con cinque tracce ematiche rilevate dai carabinieri del Ris di Roma sulla scena del crimine. La novità più eclatante è che non c’é alcuna corrispondenza tra il dna del 24enne di Letino, Ignazio Fortini, arrestato per l’omicidio e il profilo di dna ricavato dalle tracce ematiche trovate anche sulle pareti del monolocale. Non sono neppure corrispondenti al dna del cugino di Fortini, in un primo momento indagato per favoreggiamento. Una traccia ematica, invece, è riconducibile al dna della sorella della vittima.
“Andremo avanti – ha dichiarato Giuseppe Stellato, legale difensore di Fortini – seguendo una linea di coerenza. Ci siamo sempre dichiarati completamente estranei ai fatti. La perizia ha rilevato che all’interno della casa c’erano più persone e che le tracce ematiche non appartengono al Fortini”. Resta tuttavia un’altra incognita da chiarire. L’ex fidanzata di Fortini aveva con sé il telefono cellulare di Marinalba e afferma di averlo ricevuto da lui. “Aspettiamo di conoscere gli atti – ha commento l’avvocato Stellato – e poi chiariremo anche questo”. Il prossimo passo sarà la fissazione dell’udienza del Gup per il rinvio a giudizio. Una giornata, quindi, molto favorevole all’imputato che si è sempre detto innocente rispetto alle accuse a lui mosse. Si attendono, ora, le decisioni dei giudici. Gli investigatori dovranno cominciare da zero.

 

CASERTA, BRASILIANA UCCISA: AL PROCESSO PARLA LA SORELLA DELLA VITTIMA
Data: Martedì, 09 febbraio @ 13:53:03 CET
Argomento: Cronaca

CASERTA, 9 FEBBRAIO 2010 – – “Per me è stato Fortini ad ucciderla, quello lì è malato”. Al processo per l’omicidio della brasiliana Marinalba Costa Silva, la prostituta uccisa a Isernia all’inizio del 2008, oggi è stato il giorno della sorella della vittima, Gracinha De Jesus Costa. La donna – residente in una cittadina della costa abruzzese – ha chiesto è ottenuto alla Corte d’Assise di Campobasso di essere sentita a porte chiuse. Poi però, uscendo dal palazzo di Giustizia, ha puntato il dito contro l’unico imputato del processo, il geometra di Letino (Caserta) Ignazio Fortini. L’uomo è in carcere da 18 mesi e si è sempre proclamato innocente ammettendo solo di essere andato nel monolocale dove Marinalba si prostituiva per avere una prestazione sessuale a pagamento. “Io non ho una idea precisa di chi possa essere – ha aggiunto la sorella della vittima parlando con i giornalisti – però i sospetti li concentro tutti su Fortini”. Per il resto durante la sua deposizione (la Costa è stata citata dalla difesa) la donna ha lanciato sospetti su diverse altre persone sostenendo che negli ultimi giorni di vita Marinalba ricevette minacce di morte. Innanzitutto da un trans con il quale era in affari; un trans, che – stando al racconto della donna – avrebbe spedito un pacco di droga a casa del convivente di Marinalba per farla arrestare e vendicarsi così di un torto subito per una storia di espulsioni dal territorio italiano. Questo trans però non è mai stato identificato. C’era poi un uomo che aveva prestato soldi alla brasiliana e che per riottenere il suo denaro l’aveva minacciata. “Se emergono piste alternative è utile alla causa di Fortini – ha commentato l’avvocato Claudio Sgambato che difende l’imputato – la sorella di Marinalba ha confermato che nell’ultimo mese di vita ha avuto minacce di morte, sono emersi i contatti con questo trans molto pericoloso, che faceva sfruttamento della prostituizione e che voleva vendicarsi. C’é insomma un quadro di contatti con persone potenzialmente sospettabili”. La prossima udienza del processo si terrà il 16 febbraio, saranno ascoltati gli ultimi testimoni.

Letino a tre anni dalla morte di Marinalba, il presunto omicida Ignazio Fortini ricorre in Cassazione (Corriere CE – 11 ottobre 2011)
Fortini, condannato per l’omicidio di Marinalba Silva, attraverso la sua difesa sottolinea che non è stato lui ad uccidere quella che poi era anche la sua fidanzata. Il pool di legali che sta lavorando al caso punta a schiodare l’impianto accusatorio…
Ignazio Fortini, 27enne di Letino, ricorre in Cassazione, dopo che lo scorso 22 marzo, era stato condannato a 18 anni di reclusione, dai Giudici della Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Campobasso, in quanto ritenuto colpevole dell’omicidio della prostituta brasiliana Marinalba Silva y Costa, presentato, attraverso i suoi legali, domanda di ricorso al terzo ed ultimo grado della Giustizia italiana, la Cassazione, appunto. Fortini, che, dal giorno del suo arresto, avvenuto presso l’abitazione dell’allora 24enne Geometra letinense, non ha mia smesso di dichiararsi estraneo al delitto ascrittogli, spera in una ulteriore riduzione della pena (in primo grado, gli furono inflitti 21 anni di carcere) o, addirittura, nella piena assoluzione per non aver commesso il fatto. Il pool di legali che lo segue punta soprattutto su due elementi. Il primo risiede in quella che l’imputato e il suo staff difensivo ritengono una eccessiva approssimazione sull’orario del decesso della 48enne prostituta brasiliana e su una serie di dubbi e lacune che si sarebbero riscontrati nelle dichiarazioni rese agli inquirenti dalla “presunta fidanzata” del ricorrente.
Come certamente si ricorderà, Marinalba Silva y Costa fu assassinata il 7 marzo del 2008, in un piccolo appartamento di vico Belvedere (siamo nel cuore del centro storico di Isernia), che la donna utilizzava quale alcova per l’attività professionale che aveva scelto di fare. Dopo tre mesi di apparente stasi, indagini sul caso specifico puntarono decisamente su Letino e, nello specifico,su Ignazio Fortini, che, con la pesante accusa di aver ucciso la donna, fu condotto in carcere, ad Isernia. Ne seguì tutta una vicenda giudiziaria che vide l’accusato essere condannato a 21 anni di reclusione in primo grado di giudizio, con riduzione di pena pari a tre anni in seconda istanza. Adesso, ora tutto è in mano alla Cassazione, che dirà l’ultima parola sul mosaico di un omicidio che, in verità, ha ancora molti tasselli mancanti e punti da chiarire. A cominciare dall’arma del delitto, che non è stata mai ritrovata. Ad incastrare Fortini, che, pur ammettendo di aver visto la brasiliana poche ore prima che morisse per consumare un fugace rapporto sessuale, ha sempre sostenuto di non averle usato violenza alcuna, soprattutto gli accertamenti sul telefonino della vittima, trovato in possesso della fidanzata o presunta tale del 27enne di Letino. Alle pressanti domande degli investigatori, la ragazza dichiarò, per poi confermarlo in Aula, che quel telefonino, di cui ignorava la provenienza, le era stato dato dal suo fidanzato, vale a dire Ignazio Fortini. Quest’ultimo, però, ha sempre negato rapporti di vero fidanzamento tra di loro. Ed è proprio sulle dichiarazioni della questo punto presunta fidanzata del loro assistito che, ritenendole gravemente lacunose, gli avvocati della difesa di Fortini (fanno capo all’Avvocato Renato Pecoraro, di Napoli) appuntano parte delle loro attenzioni.
Al vaglio dello staff difensivo dell’imputato anche la ricostruzione fatta dagli inquirenti circa l’ora della morte della sfortunata ex ballerina brasiliana. Nel ricorso alla Suprema corte da parte degli stessi Avvocati, al punto che concerne il lasso temporale stabilito circa la morte dell’uccisa, si legge testualmente: ”Eccessivamente vago il parere dell’esperto chiamato dal pubblico ministero, che inseriva la morte della donna in un range temporale troppo vasto (12 ore), ossia tra le 24 e le 36 ore precedenti la prima ispezione del corpo.” I legali del corpo difensivo di Fortini ritengono attendibile solo il responso del primo Medico che, subito dopo il macabro ritrovamento, visionò il corpo di Marinalba Silva y Costa. Il professionista ne aveva fatto risalire il decesso a non più di 20-24 ore prima del suo intervento il decesso, fatto, questo, che, secondo gli estensori del documento inoltrato ala Cassazione, scagionerebbe Fortini. Comunque vada, bisognerà attendere il nuovo e definitivo pronunciamento giudiziario(è previsto per la prossima primavera) sul caso in trattazione per poter dire una parola certa in merito. (di Daniele Palazzo)

 

 

Quando ci scappa il morto: la storia di Marinalba, la prostituta uccisa per un’eiaculazione precoce (Infiltrato – 26 marzo 2012)
Negli ambienti del sesso a pagamento tutti sapevano. Ma a Isernia ci hanno sbattuto il muso soltanto il 7 marzo 2008, con la morte di Marinalva Costa Y Silva, la 48 enne brasiliana uccisa nella sua abitazione di vico Belvedere dopo un rapporto sessuale di cui pretese il pagamento. Il presunto assassino é Ignazio Fortini, 25enne di Letino (Caserta), condannato a 18 anni di reclusione dalla Corte d’appello di Campobasso. Ma lui si dichiara innocente e ha presentato ricorso in Cassazione.
Tutto era soltanto teoria. Delle prostitute di Isernia sapevano tutti. Anche da fuori regione. Ma i perbenisti facevano finta di ignorare questa realtà. Fino a quando gli occhi li hanno dovuti aprire per forza. Era infatti il 7 marzo del 2008 quando a Isernia ci scappa il morto. E non uno qualsiasi, ma una prostituta brasiliana. Si chiamava Marinalba Costa Y Silva e aveva da poco compiuto 48 anni di età. Figlio e sorella non vivevano con lei.
Ma tutti sapevano cosa facesse per vivere. E in vico Belvedere la conoscevano veramente tutti. Quando la polizia ha posto i sigilli alla sua abitazione e la voce della sua morte ha fatto il giro della città immediatamente le indagini furono puntate sulla sua clientela. Giovani, anziani e anche personaggi che contavano sulla sua agenda. Ma oltre ai clienti anche semplici amici. Uno di questi é un consigliere comunale dell’era Melogli. Si tratta del legale Franco Mastronardi che, nell’immediatezza dei fatti, fu contattato dalla sorella della vittima per seguire le indagini. L’avvocato segue ancora oggi gli interessi dei Costa Silva. Intanto Isernia fu costretta a svegliarsi dal torpore della città tranquilla.
Dell’isola felice dove esiste soltanto il modello di famiglia degli spot “Mulino Bianco”. Isernia ha consapevolizzato con quella morte che esistono realtà dove la prostituzione é il pane quotidiano. Dove per fare sesso si é disposti anche a dilapidare il proprio stipendio. Ma la sete di giustizia del popolo isernino ha portato a chiedere un colpevole della morte di Marinalba. Come se tutti volessero circoscrivere l’episodio e andare avanti. Dopo cinque mesi da quando Marinalba fu trovata morta accoltellata e soffocara arriva anche il presunto colpevole. E a Isernia si tira un sospiro di sollievo. A metà luglio del 2008 viene arrestato un giovane di Letino (Caserta). Allora aveva 21 anni e il suo nome é Ignazio Fortini.
Fu l’ultimo a vederla viva quando erano le 12 di quel giorno maledetto. La sua presenza in casa fu provata da diversi elementi: il sup Dna sulle sigarette fumate e ritrovate, le impronte digitali e le intercettazioni della cella telefonica del cellulare. Che lo collocava sulla scena del delitto proprio mentre Marina (così veniva chiamata tra gli amici) esalava gli ultimi respiri. Per Isernia é il colpevole perfetto. Non appartiene alla comunità ma arrivava nella città molisana solo per raggiungere quell’universo di prostituzione di cui nessuno osava parlare. Un ragazzino di 21 anni che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, non aveva voluto pagare Marina per le prestazioni offerte. L’aveva incolpata della sua eiaculazione precoce. Dopo non averla pagata, non contento, le ruba anche il cellulare. Regalandolo alla fidanzata del momento.
È stata anche questa una delle mosse azzardate che lo ha inchiodato. Le indagini e l’udienza preliminare spostano tutto lo scenario a Campobasso. Dove nel 2010 terminerà il processo di primo grado dove i giudici diranno: Ignazio Fortini é colpevole e va condannato a 21 anni di reclusione per omicidio volontario. A Isernia questa sentenza va bene: un campano e una brasiliana solo per caso erano lì, la loro città é salva. Ma i casertani Fortini, difesi dall’avvocato Giuseppe Stellato (anche legale della famiglia Patriciello) chiamano i rinforzi per il processo d’appello. Il noto penalista Arturo Messere stende il ricorso che dovrebbe dimostrare l’innocenza di Ignazio. Il processo di secondo grado termina però, nonostante la riapertura del dibattimento, con una riduzione della pena a diciotto anni di reclusione.
La famiglia Fortini però non ci sta. Il loro Ignazio amava le prostitute ma non per questo era un assassino. Per questo hanno già presentato un ricorso in Cassazione. La data dell’ultimo processo non é stata ancora fissata ma Ignazio resta in carcere. Ormai ha già scontato quattro anni della sua pena. Che qualora venga revocata potrebbe essere fonte di una cospicua richiesta di risarcimento danni da parte dell’ormai 25 enne omaccione casertano. Ma c’è una frangia di persone che lo difende. A Isernia e davanti al Tribunale di Campobasso ci fu addirittura un volantinaggio per dire: Fortini é innocente indagate meglio. Magari su qualche mister X che avrebbe potuto uccidere per motivi che noi tutti non conosciamo.
A Isernia la morte di Marina destò molto scalpore. Fu il modo per costringere tutti a rendersi conto che il fenomeno della prostituzione esiste e dilaga. Ma il colpevole non isernino forse mette a tacere coscienze che dovrebbero restare sveglie e vigilare sulla comunità. Questo almeno fino a quando la vicenda giudiziaria non si chiuderà definitivamente in un’aula di Corte di Cassazione.

Confermata condanna a 18 anni per il geometra di Letino che uccise donna brasiliana (Caserta News – 9 novembre 2012)
La Cassazione ha emesso il verdetto definitivo per Ignazio Fortini confermando la condanna a 18 anni per l’uccisione, il 6 marzo del 2008, di Marinalba Costa Silva, la donna brasiliana trovata senza vita in un monolocale del centro storico di Isernia. Respinto quindi il ricorso presentato dai difensori del geometra di Letino (Caserta) che è in cella dal 2008. La pena gli era stata inflitta dai giudici della Corte d’Appello di Campobasso.

La Cassazione ha deciso: Fortini è l’assassino (Primo Piano – 9 novembre 2012)
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione inflitti in primo grado dai giudici del tribunale di Campobasso a Ignazio Fortini, il geometra di Letino accusato di aver assassinato la prostituta Marinalba Costa Silva in un monolocale del centro storico di Isernia. L’omicidio della Costa Silva risale al 6 marzo del 2008. Fortini si recò al mattino nell’abitazione della donna insieme al cugino ed entrambi consumarono con lei un rapporto sessuale in due momenti diversi. Fortini ha sempre proclamato la propria estraneità ai fatti che gli sono stati contestati.
Il movente, per l’accusa, era da ricercarsi in un rapporto durato pochissimo tempo ed oggetto di scherno da parte della brasiliana. Altro elemento chiave dell’intera vicenda, il cellulare della prostituta, regalato da Fortini alla ragazza che frequentava in quel periodo. La condanna a 21 anni in primo grado risale al 27 aprile del 2010 con l’accusa che aveva chiesto l’ergastolo. In appello la pena si ridusse a 18 anni. Sino alla sentenza della Cassazione giunta alle 19:30 di oggi. “Hanno condannato un innocente” disse Fortini ai giornalisti due anni fa, lasciando il tribunale di Campobasso.


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In memoria di

Brasiliana uccisa a Isernia, lettera shock di Fortini dal carcere di Larino (il Giornale del Molise – 6 marzo 2013)
Sono passati cinque anni dall’omicidio di Marinalva Costa e Silva, la prostituta trovata senza vita in un monolocale del centro storico di Isernia. Il tragico anniversario ha voluto ricordarlo a modo suo Ignazio Fortini, condannato in via definitiva a 18 anni di carcere, poiché ritenuto colpevole di aver ucciso la brasiliana con una coltellata al petto. Il geometra di Letino non si rassegna alla sentenza confermata a novembre dalla Cassazione. In una lettera affidata a un suo familiare, ancora una volta ribadisce la propria innocenza, invitando il vero colpevole a farsi avanti. Fortini è convinto che il terrore di essere scoperto, quel macigno che ha sulla coscienza, prima o poi avrà il sopravvento.
“Io lo ricordo benissimo l’anniversario della morte di Marinalva, perché non l’ho uccisa io quel giorno, anche se sono andato da lei. E solo per essere stato lì quel maledetto 7 marzo sto pagando un prezzo esagerato. Ma di quella morte – scrive ancora Fortini all’ipotetico assassino – tu sei responsabile e presto pagherai, stanne certo. Abbi il coraggio di agire, dimostra di non essere un vigliacco e prenditi le tue responsabilità. Hai mai pensato solamente un attimo se i nostri ruoli fossero invertiti? Come ti sentiresti a stare in carcere da innocente?”. Il giovane di Letino parla ancora di ingiustizia nei suoi confronti e ricorda al presunto colpevole – e a chi a suo avviso lo starebbe coprendo – che non ha intenzione di arrendersi, anzi di essere diventato più forte in questi anni. Per questo tornerà presto a scrivere per ricordare “a te e agli altri – conclude – quale ingiustizia si compie ogni giorni nella mia vita”. Fortini deve scontare ancora tredici anni e mezzo di pena. Di recente è stato trasferito dal carcere di Vasto a quello di Larino.