Gualtiero Gualtieri, 74 anni, insegnante in pensione, scrittore e giornalista, padre. Uccide la figlia e si suicida. La moglie muore di dolore
Saltrio (Varese), 19 Luglio 2020
Titoli & Articoli
Giornalista radio si uccide con figlia disabile e lascia messaggio su cassetta: temeva per futuro (Rai News – 20 luglio 2020)
La musica classica in sottofondo, un ultimo abbraccio prima del salto nel buio, ormai persuaso che senza di lui e sua moglie, entrambi gravemente malati, sua figlia non avrebbe avuto un futuro. E’ maturato in questo quadro il drammatico gesto di Gualtiero Gualtieri, giornalista in pensione di 74 anni, voce notturna della radio svizzera, che la scorsa notte ha deciso di uccidersi con il gas di scarico dell’auto insieme alla figlia di 31 anni, cieca dalla nascita, nella loro casa di campagna a Saltrio, in provincia di Varese. Vicino ai loro corpi – come racconta l’Ansa – gli inquirenti hanno trovato il messaggio di addio dell’uomo, inciso su una cassetta e destinato alla moglie, ignara dell’angoscia che attanagliava il marito.
Gualtieri, che per anni ha condotto programmi di successo per RSI, aveva scoperto di essere affetto da una grave forma tumorale che non gli avrebbe lasciato scampo. La sua consorte, di poco più giovane, da anni lotta contro una malattia degenerativa che la costringe a letto. La loro unica figlia, Gea, era affetta dalla nascita da una gravissima patologia che l’aveva anche resa cieca e totalmente dipendente dai genitori.
Probabilmente distrutto dalla grave situazione familiare, convinto che per la loro “bambina” non ci sarebbe stato futuro senza di loro, l’uomo ha pianificato il tragico gesto. Con la scusa di accompagnare la figlia ad assistere ad un concerto di musica classica, che tanto le piaceva, ieri mattina ha baciato sua moglie in fronte e si è messo in auto diretto alla casa dove era cresciuto, al confine con la Svizzera. Una volta lì – scrive sempre l’Ansa – ha posteggiato la macchina in garage, ha inserito nel lettore cd una compilation fatta di quelle sinfonie che la figlia Gea amava ascoltare, e ha deciso per entrambi che la loro vita si sarebbe conclusa lì. Storditi dai sonniferi, padre e figlia si sono addormentati in garage, l’uno accanto all’altro, mentre il monossido di carbonio del tubo di scarico della macchina li uccideva.
Ad effettuare la macabra scoperta è stata la nipote di Gualtieri che, chiamata dalla zia preoccupata di non aver sentito rientrare a casa marito e figlia ieri notte, stamattina si è precipitata a Saltrio per cercarli. Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese e il medico legale che non ha potuto far altro che certificare i decessi. La Procura di Varese ha disposto l’autopsia.
Addio a Gualtiero Gualtieri, la voce notturna che aiutava a superare le solitudini (l’Osservatore – 21 luglio 2020)
Le ferite della vita, alla fine, hanno sconfitto anche la sua prolungata determinazione alla resistenza. Troppo grande il peso, il cuore non ce l’ha fatta a proseguire. Gualtiero Gualtieri, 74 anni, se n’è andato in silenzio, come molta parte della sua esistenza era rimasta avvolta – volutamente – nel silenzio. E dire che la parola è stata tutto nei suoi giorni, specialmente nelle lunghe stagioni e nelle innumerevoli notti condivise con migliaia e migliaia di ascoltatori alla Radio svizzera di lingua italiana a Besso.
Millevoci nella notte era il titolo della sua trasmissione: difficile trovare un programma dove il filo rosso si identificasse con il suo conduttore. Erano una cosa sola. E gli ascoltatori lo sapevano bene, lo percepivano: anch’essi si affezionavano a quella voce calda, che poteva parere monocorde a tratti, ma che era intensa, quasi vellutata. Gualtiero teneva compagnia al popolo della notte, dalle città ai paesi, oltre San Gottardo e oltre confine, in Italia, soprattutto a chi nella notte avverte spesso i morsi della solitudine.
Si coglieva in lui una malinconia velata, che teneva per sé e spartiva con pochi, perché – con la sua signorilità d’animo – non voleva gravare sugli altri né farsi compatire. Quella era la sua croce e quella portava sulle spalle, insieme con la moglie: la figlia Gea, 31 anni, era nata cieca e con molte altre sofferenze. Pativano insieme, sempre in silenzio, con premure, delicatezze, un amore senza misura. Il numero ristretto di amici che sapevano della sua condizione si stupivano di come sapesse reggere un carico così oneroso. La sua attività professionale, peraltro, non ne risentiva: anzi usciva avvalorata dalla salita – senza fine – sull’erto calle, passo dopo passo.
A questo cruccio, si è aggiunta un’ulteriore ferita: la grave malattia della moglie e Gualtiero si è ritrovato smarrito, ma si è fatto ulteriormente forza, moltiplicandosi e dividendosi per due. Trovava un po’ di sollievo nella scrittura, racconti di vita, ricordi di un passato sereno, speranze presto appassite per un destino sempre più impietoso. I suoi libri sono dei preziosi gioielli, intriganti e fini già dai titoli: Suonavamo l’allegria, Cantar di blu, Era come vestire l’acqua, L’uvamericana, con le Edizioni Ulivo di Alda Bernasconi, una donna-editore che ha saputo cogliere e valorizzare il non comune talento di Gualtiero, sottile osservatore, ironico (di frequente, con amarezza), arguto, sarcastico, sempre profondo. Ho avuto una qualche complicità in quest’esperienza di Gualtiero come scrittore: lo convinsi a dare alla stampa – con il Giornale del Popolo – il Lunario imperfetto. Il riscontro ottenuto lo indusse a continuare ed è una fortuna poter rileggere la sua nitida, avvincente prosa.
Come non bastasse la gravosità complessiva del suo vivere, si è annunciata cupa e fosca la sofferenza anche per lui, che trascinava il traballante carretto dei giorni di famiglia. Non ce l’ha più fatta: Gualtiero ha deciso di partire portando con sé la sua Gea: inseparabili nella vita, uniti anche nello sciogliere le vele. Con l’angoscia che si può immaginare, domenica 19 luglio è partito dalla sua abitazione a Varese, dicendo di portare la figlia a un concerto di musica classica, di cui era appassionata. Ha fatto rotta su una casa di famiglia a Saltrio, sul confine; entrambi si sono sedati ed entrambi si sono congedati dal mondo sulle note di musica classica, seduti in auto, uno accanto all’altra, nel concerto d’addio. Lì i carabinieri li hanno trovati, allertati dai familiari per il mancato rientro. Leggeri come piume, si sono involati liberi verso il cielo, che spesso Gualtiero vedeva stellato quando finiva le sue Millevoci, dopo mezzanotte a Besso.
Gli avevo scritto gli ultimi auguri per Natale, una lunga lettera per esprimergli vicinanza piena e per fargli coraggio, aggiungendo anche il rimpianto per non aver capito di più e meglio la missione che svolgeva, ha svolto e continuava a donare con la sua Parola.
Aveva risposto confessando la sua “immensa nostalgia dei tempi di Lugano, della radio, delle voci nella notte… Cose ormai lontanissime dal mio mondo di oggi. I gravi problemi che da molto tempo travagliano la mia famiglia, si son fatti negli ultimi tempi ancora più gravi. Io ormai passo le giornate a cercare di aiutare chi soffre più di me, chi è più malato di me, anche se io stesso sento che forze, energia e spirito di sopravvivenza se ne vanno un po’ per giorno. Gli anni non sono tantissimi. Ma hanno molto stancato. Resta il conforto dell’amicizia come la tua, che anche da lontano sa essere vicina e preziosa e rassicurante… Perché è la prova di non essere vissuto inutilmente”. Per tutti quelli che hanno conosciuto e hanno voluto bene a Gualtiero Gualtieri, quello di oggi è un giorno che si chiude con uno squarcio al cuore! Addio Gualtiero, mancherai a molti! (di Giuseppe Zois)
Link
In memoria di
Addio a Silvia, la moglie del giornalista Gualtiero Gualtieri (Varese News – 28 luglio 2020)
Si è spenta a pochi giorni dalla tragedia di Saltrio. Malata da tempo era accudita dal marito che si prendeva cura anche della figlia disabile
Si è spenta pochi giorni dopo la morte di suo marito e della figlia. Silvia Vedani era la moglie di Gualtiero Gualtieri il giornalista che il 19 luglio si è tolto la vita insieme alla figlia disabile a Saltrio. Silvia era malata da tempo ed era questa una delle grandi preoccupazioni di Gualtiero che temeva, dopo aver scoperto di essere lui stesso malato, di non poterla più accudire.
A distanza di poco più di una settimana Silvia ha raggiunto Gualtiero e Gea, la figlia di 31 anni. L’ultimo saluto sarà nella sala del Commiato del Cimitero di Giubiano in Varese, mercoledì 29 luglio alle ore 15