Loading

Giuseppe Lanteri, 19 anni. Uccide a coltellate la mamma della ragazza che lo aveva lasciato. Condannato a 30 anni con rito abbreviato

Avola (Siracusa), 27 Settembre 2018


Titoli & Articoli

Omicidio di Avola, le parole di Giuseppe Lanteri: “non volevo uccidere” (Siracusa Oggi)
“Non volevo uccidere”. Al magistrato che nella notte lo ha interrogato, Giuseppe Lanteri non ha saputo fornire particolari
motivazioni circa il suo gesto. Aveva un coltello e – pare – non fosse neanche la prima volta che uscisse per Avola con quel
tipo di arma bianca con sè. “Non volevo uccidere”, ha ripetuto mentre gli veniva chiesto conto di almeno due fendenti:
quello presumibilmente mortale alla giugulare ed un secondo alla base della nuca di Loredana Lopiano, la mamma di quella
ragazza che per tre anni era stata la fidanzatina di Lanteri.
Era lei, la donna, l’unica con cui il ragazzo riusciva a parlare della relazione finita e del suo disagio. Vedeva in lei una sorta di sponda per riallacciare i rapporti con la figlia, interrotti nella primavera scorsa. Il che rende ancora più difficile
comprendere e accettare quello che è accaduto ieri mattina.
Giuseppe Lanteri era appostato nei pressi dell’abitazione dell’infermiera. In casa c’erano lei e la figlia, al terzo piano. Non
appena Loredana Lopiano è uscita, si è trovata di fronte il ragazzo. Qualche scambio di battute e poi, in quel piccolo androne
di due metri quadrati, la tragedia. Sarà l’autopsia a stabilire con certezza quante volte la donna è stata colpita. Ma è un
mistero il perchè la discussione sia degenerata fino al dramma. Un movente pare ancora non esserci. Materia da avvocati,
con un più che probabile ricorso a perizie per stabilire la momentanea incapacità di intendere e di volere del giovane che, peraltro, parrebbe assumere farmaci (alcuni li aveva con sè al momento del fermo, ndr). “Era lucido e consapevole al momento del fermo”, spiegano gli agenti del commissariato di Avola, senza aggiungere altro. Insomma, sapeva di aver ucciso. Ma non si è consegnato. Ha preferito la fuga. Solitaria. Ha cambiato i pantaloncini a casa della nonna, nei pressi della piazza dei Cappuccini. Poi, con ancora indosso la maglietta sporca di sangue, la scelta di fermarsi in quella scogliera su cui è
difficile scorgere qualcuno.
Ore di silenzio. Anche la sua famiglia lo cerca. Partono messaggi e telefonate. Ma lo smartphone del ragazzo è spento. Si teme il suicidio fino a quando, improvvisi, appaiono i primi messaggi inviati a parenti. In particolare ad un cognato in Puglia. “Ho fatto una c#zzata”, avrebbe scritto in uno di questi. Agganciato quel segnale, gli investigatori arrivano alla sua posizione e, nottetempo, al fermo.
Non oppone resistenza, non prova a scappare. Ancora in maglietta e pantaloncini, affamato e infreddolito, segue i poliziotti
prima in commissariato (dove troverà i genitori per un breve incontro) poi in carcere a Cavadonna. Non si danno pace i suoi genitori, una famiglia normale distrutta dalla duplice tragedia.
E gli interrogativi si moltiplicano. Voleva parlare con la ex fidanzatina? Loredana Lopiano lo ha impedito? Perchè l’ha colpita? Per ora domande tutte senza risposta. Rimane la rabbia per una morte senza senso che piega in due dal dolore, lancinante, una famiglia perbene e benvoluta ad Avola. La giovane figlia, l’unica in casa con la madre poco prima della tragedia, è costretta a rivivere i fotogrammi di un incubo. Un rumore sordo, come una caduta. La corsa al piano di sotto, la mamma rantolante in terra, il sangue, il disperato tentativo di prestare soccorso e la drammatica telefonata al 112. L’ambulanza arriva in fretta. Ma per Loredana Lopiano non c’è più nulla da fare. Poco distante, Giuseppe Lanteri cambia pantaloncini e sciacqua braccia e volto prima di dare vita alla sua breve latitanza.

Avola, omicidio di Loredana Lopiano: condanna definitiva a 30 anni per Lanteri (Avola News – 5 novembre 2022)
La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato
È diventata definitiva la condanna a 30 anni di carcere per omicidio nei confronti di Giuseppe Lanteri, il 23enne di Avola accusato dalla Polizia e dalla Procura di Siracusa, della morte di Loredana Lopiano, un’infermiera dell’ospedale Di Maria di Avola uccisa a coltellate davanti alla porta di casa il 27 settembre del 2018. La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa del giovane imputato, che aveva optato per il rito abbreviato, presentando una perizia sullo stato psicofisico del ragazzo, affetto da epilessia, confermando la sentenza emessa dai giudici della Corte di Appello di Catania.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, alla base dell’omicidio vi sarebbe il risentimento di Lanteri nei confronti della figlia della vittima dopo la fine della loro relazione sentimentale, avvenuta nel marzo del 2018. Nel giorno del delitto, l’imputato si sarebbe presentato nella casa della giovane, armato di coltello, ma ad aprirgli la porta sarebbe stata proprio l’infermiera, colpita con diversi fendenti, tra cui uno alla nuca. Il giovane, per qualche ora, fece perdere le proprie tracce per poi essere rintracciato in prossimità di una scogliera.


Link