Francesco Giacchini, 73 anni, pensionato, padre. Uccide la figlia con un colpo di pistola e si spara in bocca
Meldola (Forlì), 12 Aprile 2018
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Meldola, uccide la figlia disabile. Il papà: “Sono vecchio, Elisa rimarrà sola”(il Resto del Carlino – 12 aprile 2018)
Gravissimo il pensionato di 73 anni che si è poi sparato
Un colpo di pistola alla testa, dall’alto verso il basso. Francesco Giacchini, 73 anni, operaio in pensione, ha ucciso così la figlia Elisa, 44 anni, cerebrolesa dalla nascita ed epilettica. Non ce la faceva più, Francesco, a vedere sua figlia in quelle condizioni. Dopo anni di prostrazione, di cure, di speranze disilluse, Francesco ieri mattina alle 7.40, nel garage della sua abitazione, in un condominio di Meldola, nel Forlivese, alle pendici dell’Appennino,ha impugnato la Smith&Wesson calibro 38 regolarmente detenuta e ha sparato. Elisa – che doveva andare in una struttura di assistenza, come faceva ormai da quasi trent’anni – è morta sul colpo.
La moglie, Severina Severi, 70enne, arriva poco dopo. Ha sentito un colpo, poco prima, ma ha pensato che fosse un aereo. «Ma che fai lì, perché non accompagni Elisa all’ambulanza che sta aspettando?» domanda la donna. Il marito replica in modo meccanico: «Elisa questa mattina non va da nessuna parte». Poi Francesco si siede nel garage. E si spara in bocca. Davanti alla moglie. La donna gli corre incontro, grida aiuto, il vicinato chiama i soccorsi. E mentre lei si tuffa su Francesco, a terra in un lago di sangue, per soccorrerlo, abbracciarlo, scorge nel fondo del garage, oltre la macchina, il corpo di Elisa. Senza vita.
«Il movente? La disperazione»: tagliano corto gli inquirenti sull’origine della tragedia che ha colpito il piccolo paese della Valbidente. Francesco non reggeva più quella vita. Negli ultimi tempi appariva stanco. «Quasi depresso», dicono gli amici. «Ma non c’è alcun motivo economico dietro questo gesto – sottolinea il capitano dei carabinieri Filippo Cini –. Il fatto è che il padre era arrivato a un punto di rottura da un punto di vista psicologico».
In questo contesto di dolore, da qualche settimana la moglie Severina era malata. È stata operata. Nei prossimi giorni deve cominciare una terapia. «Forse Francesco – confessa un amico di famiglia – ha avuto paura che Elisa rimanesse sola, un giorno, quando né lui né la moglie non ci sarebbero più stati. Per anni padre e madre hanno assistito la loro Elisa, che chiamavano ‘la nostra bambina’, con grande amore. Forse è arrivata un po’ di stanchezza. Di senso del vuoto».
Francesco Giacchini si trova ora in coma all’ospedale di Cesena. Il proiettile s’è fermato nel cranio. L’uomo è formalmente accusato di omicidio volontario, ma non è piantonato. «È un dolore per tutti – dice il sindaco di Meldola, Gian Luca Zattini –. Purtroppo una vicenda del genere è il sintomo che né la parte pubblica, né i vicini, né i parenti e neanche gli amici di Francesco si erano accorti del suo disagio. Ecco perché ritengo che questa sia una sconfitta per tutta la nostra comunità, dal primo all’ultimo componente». «Non ce l’aspettavamo. Siamo stati colpiti nei nostri affetti più cari» dicono dal centro socio riabilitativo diurno e residenziale Casa Nostra Signora di Fatima gestito dall’associazione Silenziosi operai della Croce, dove ogni mattina Elisa andava «come se fosse la sua scuola» dicono i vicini.
Uccide figlia disabile, resta gravissimo (Ansa – 13 aprile 2018)
Gli inquirenti escludono il movente economico
Sono stazionarie, nella loro estrema gravità, le condizioni del 73enne Francesco Giacchini che ieri mattina, a Meldola nel forlivese, ha prima ucciso la figlia 44enne Elisa, disabile dalla nascita, con un colpo di pistola alla testa, per poi rivolgere l’arma contro se stesso. L’uomo è ricoverato al trauma center dell’ospedale Bufalini di Cesena. Nel frattempo, le indagini avrebbero escluso la pista dei problemi economici derivanti dalle cure e dall’assistenza continua di cui aveva necessità la donna. A provocare il gesto sarebbe stata la crescente angoscia per il futuro di Elisa nel momento in cui i genitori, legatissimi alla figlia, non avrebbero più potuto seguirla attivamente, costringendola a un ricovero in una struttura. Di recente la madre della donna si era dovuta sottoporre ad un intervento chirurgico. Questo, unito alla percezione del suo inevitabile decadimento fisico dovuto all’avanzare dell’età, avrebbe prostrato il padre, divenuto sempre più e preoccupato sulla sorte della figlia.
Forlì, morto dopo 5 giorni di agonia il padre che aveva sparato alla figlia disabile (Fan Page – 16 aprile 2018)
Francesco Giacchini, 73 anni, il 12 aprile a Meldola ha prima ucciso la figlia 44enne Elisa, disabile dalla nascita, con un colpo di pistola alla testa, e poi ha rivolto l’arma contro se stesso. Era ricoverato a Cesena.
Non ce l’ha fatta Francesco Giacchini, l’uomo di settantatré anni che il 12 aprile scorso ha prima ucciso sua figlia e poi ha tentato il suicidio. Ricoverato al trauma center dell’ospedale Bufalini di Cesena in stato di coma profondo, l’anziano è morto dopo cinque giorni di agonia. L’omicidio si è consumato a Meldola, nel forlivese: l’uomo, un operaio in pensione, nel garage della sua abitazione ha impugnato un’arma regolarmente detenuta e ha sparato alla testa alla figlia Elisa, una quarantaquattrenne disabile dalla nascita. Poco dopo aver visto la donna morire ha rivolto l’arma contro se stesso e ha premuto il grilletto. Il tentato suicidio è avvenuto davanti alla moglie di settanta anni, che gli aveva chiesto di Elisa e che è stata la prima a prestargli soccorso e chiamare aiuto.
L’uomo era angosciato per il futuro della figlia – La figlia di Giacchini, che quella mattina come ormai faceva da decenni doveva andare in una struttura di assistenza, era cerebrolesa per complicanze durante il parto e, da quanto emerso, a spingere il padre al drammatico gesto sarebbe stata la crescente angoscia per il futuro della donna nel momento in cui i genitori non avrebbero più potuto seguirla attivamente costringendola di fatto a un ricovero definitivo in una struttura. Di recente la madre di Elisa si era dovuta sottoporre a un intervento chirurgico e secondo chi lo conosceva Francesco appariva sempre più stanco e depresso. “Forse Francesco – così un amico di famiglia – ha avuto paura che Elisa rimanesse sola, un giorno, quando né lui né la moglie non ci sarebbero più stati. Per anni padre e madre hanno assistito la loro Elisa, che chiamavano ‘la nostra bambina’, con grande amore. Forse è arrivata un po’ di stanchezza. Di senso del vuoto”. Le indagini avrebbero insomma escluso la pista dei problemi economici derivanti dalle cure e dall’assistenza continua di cui aveva necessità la donna. Secondo chi indaga, l’uomo era arrivato a un punto di rottura da un punto di vista psicologico. (di Susanna Picone)