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Fernando (Nando) Lo Campo, 25 anni, operaio. Uccide con un pugno l’amica che lo respinge, poi la chiude in un sacco dell’immondizia e getta il corpo nel fiume. Con le chiavi rubate, si introduce in casa e tenta di uccidere la madre della ragazza. Condannato a 20 anni con rito abbreviato, ridotti successivamente a 18 anni e 10 mesi

Beinasco (Torino), 27 Settembre 2007


Titoli & Articoli

Torino, il corpo di Sara trovato in un sacco. L’amico confessa:”L’ho uccisa, non mi voleva” (la Repubblica – 1 ottobre 2007)
Un pugno in testa dopo l’ennesimo rifiuto: “Sara mi piaceva molto, ma lei voleva essere soltanto una mia amica”. Eccolo il movente. La banalità di un no. Fernando Lo Campo, 25 anni, incensurato, operaio nella ditta di ponteggi del padre, è crollato alla fine di un interrogatorio durato tredici ore. è scoppiato a piangere davanti agli investigatori della squadra Mobile: “Non volevo. Ho perso il cervello, mi dispiace…”. Tutto quello che ha fatto dopo aver ammazzato la sua amica Sara Wasington, 26 anni, commessa in una creperie, è un racconto dell’orrore.
Mezzanotte di giovedì. Si erano fermati a parlare in auto, davanti al centro commerciale di via Livorno. Lui con le sue speranze, lei gentile ma ferma. “L’ho colpita sulla testa, Sara mi è crollata addosso, non respirava più. Allora le ho messo la cintura di sicurezza, e ho guidato verso casa”. Con il cadavere a fianco, in mezzo alla città. Fino a via Ticino 12, una palazzina di tre piani vicino alla ferrovia. “Mi sono caricato Sara sulle spalle, l’ho chiusa giù in cantina. Era molto agitato, volevo scappare da mio fratello nelle Marche…”. Ma Nando Lo Campo non aveva i soldi per la fuga. Così ha deciso di rapinare la madre della ragazza che aveva appena ucciso. “C’era la borsetta di Sara sul sedile – ha confessato – dentro c’erano le chiavi di casa. Ho guidato fino in via Rosta, sono entrato e mi sono chiuso in camera sua”.
Erano le due di notte. Caterina Iannino nel letto chiamava la figlia per salutarla. Sara non rispondeva. Si è alzata. Ha visto una sagoma scura attraverso il vetro smerigliato della camera: “Andava avanti e indietro come una furia”. Nando Lo Campo le è saltato addosso. Una mano sulla bocca, un cuscino in faccia. Pugni, un portacenere in testa. Volevo sapere il codice pin del bancomat: “Ero fuori dalla grazia di dio, ma poi mi sono calmato”.
Alle tre del mattino la scena era surreale: Fernando Lo Campo quasi piangeva davanti alla madre della ragazza che aveva appena ucciso. Il caffè sul fuoco, Caterina Iannino chiedeva notizia delle figlia, mentre lui si fingeva preoccupato: “So che è andata ai Murazzi. Non l’ho più sentita”. Alle cinque Nando era nel suo letto che dormiva, un piano sopra il cadavere di Sara.
Venerdì mattina: “Alle nove mi sono svegliato, ho preso due sacchi neri dell’immondizia e del nastro da imballaggio”. Sara è una ragazza bella e minuta. Nando le ha legato le mani, l’ha caricata nel bagagliaio della sua Ford Fiesta. Ha guidato fino allo svincolo della tangenziale di Borgaro. Fino alla riva sporca del “Laghetto del pescatore”, picnic e giochi d’acqua. Ha coperto il cadavere con delle sterpaglie, vicino a un vecchio frigorifero abbandonato. Poi è andato a lavorare. Nel pomeriggio di giovedì Nando Lo Campo ha incontrato di nuovo la madre di Sara. Ormai preoccupatissima. Nessuna notizia della figlia. I due telefoni staccati. Anche lui ha partecipato alle ricerche.
La denuncia è di venerdì notte. Sabato mattina gli agenti della mobile, agli ordini del vicequestore Sergio Molino, stavano già sentendo tutti. Parenti, amici, fidanzati, ex fidanzati e colleghi. “Abbiamo capito subito che si trattava di una scomparsa anomala”, spiega Molino. Il racconto di Nando era pieno di contraddizioni. Ma è stata un bluff a farlo crollare: “Abbiamo trovato il cadavere di Sara”, gli hanno detto alle undici di sabato sera. Non era vero. Ma lui è scoppiato a piangere: “Una volta le avevo chiesto di mettersi con me, era bellissima…”.

“Fernando voleva uccidere anche me” (TgCom 24 – 1 ottobre 2007)
Torino,parla la mamma di Sara Wasington
Fernando Lo Campo, l’uomo arrestato per aver ucciso la 26enne Sara Wasington, subito dopo l’omicidio aveva tentato di uccidere anche la madre della ragazza. E’ la donna stessa a raccontarlo a “Repubblica”: “Voleva dei soldi – dice – mi chiedeva il codice bancomat. Mi ha premuto un cuscino sulla faccia, voleva soffocarmi. Ma io ho lottato e sono riuscita a divincolarmi”.
Il fatto è accaduto giovedì sera. Quando ormai Sara era morta. Dopo averne rubato le chiavi di casa dalla borsetta, Lo Campo ha fatto irruzione in casa aggredendo Caterina Iannino, la madre della ragazza. “Era una furia, ma lucidissimo” racconta lei mentre ancora porta sul volto i segni dell’aggressione e negli occhi il dolore per quanto accaduto a sua figlia. “All’inizio non mi ero accorta che fosse in casa. Credevo fosse Sara, rientrata dormire. Quando mi sono alzata me lo sono trovato davanti”.
Il ragazzo a quel punto le salta addosso, vuole il codice del bancomat, è alla ricerca di soldi, tenta persino di soffocare la donna con un cuscino. Ma lei riesce a farlo ragionare, lui si calma e lei gli offre persino un caffè. “Di colpo è cambiato – racconta – si è seduto e ha avuto un lungo momento di autocommiserazione. Mi ha fatto pena, si piangeva addosso. Diceva che era uno stupido e mi ha spiegato che stava passando un brutto momento”. Ora, sapendo tutto quello che in quel momento era già accaduto alla sua Sara Caterina Iannino non ha intenzione di perdonare. “A quel mostro ho dato fiducia – dice – Ora deve pagare. Tutti devono sapere cos’ha fatto alla mia bambina”.

Omicidio Sara Washington, sconto di pena e tante aggravanti non considerate per il killer (Crimeblog)
Partiamo dalla fine e procediamo a ritroso. Come riporta L’Espresso: Il giudice Dezani ha condannato Nando Lo Campo per omicidio volontario semplice, e, senza aggravanti, ha inflitto il massimo della pena: 24 anni di carcere. Ha aumentato la pena per l´occultamento di cadavere e per aver somministrato cocaina alla vittima: 26 anni in tutto. Scontati per il rito abbreviato di un terzo, a 17 anni e quattro mesi. Ha considerato poi reati autonomi e non in continuazione con l´omicidio quelli commessi nei confronti della madre della vittima. E’ nella notte tra il 27 e il 28 settembre 2007 che la 26enne Sara Wasington scompare da Beinasco, in provincia di Torino. Passano due giorni prima che le indagini conducano all’amico Fernando Lo Campo, 25 anni, incensurato, operaio nella ditta di ponteggi del padre.
Dopo 13 ore di interrogatorio il giovane cede e confessa tutto: ha ucciso Sara con un fortissimo pugno alla testa, poi ha tenuto nascosto il suo corpo in cantina prima di sbarazzarsene gettandolo in una discarica in una stradina di campagna a Borgaretto, chiuso in un sacco nero.
Sara mi piaceva molto, ma lei voleva essere soltanto una mia amica
è stata la motivazione fornita dal giovane alle autorità. Ma non è finita qui perché Lo Campo, subito dopo l’omicidio, in preda al panico decide di fuggire ma per farlo ha bisogno di soldi. Così, dopo aver chiuso il corpo nella sua cantina, prende le chiavi dalla borsetta dalla giovane e si introduce in casa sua sperando di trovare dei soldi: lì viene sorpreso dalla madre di lei, Caterina Iannino. Lo Campo la aggredisce, la colpisce in testa con un posacenere poi tenta di soffocarla, prima a mani nude infine con un cuscino. Poi si calma e spiega alla donna di essere disperato per la scomparsa di Sara.
Il giorno dopo, per coprire il tutto, girerà con la donna per tutta la città in una finta e disperata ricerca della ragazza. Poi l’intervento delle autorità di cui sopra e la confessione firmata. Oggi, dopo più di un anno, la condanna: 18 anni e dieci mesi, senza considerare l’aggravante di aver agito con crudeltà, quella di aver approfittato della minorata difesa della vittima e anche quella del tentato omicidio di Caterina Iannino.
Sono pentito e disperato. Io, Sara l’amavo: per questo non volevo che si drogasse e l’ho colpita con un pugno. Ma le volevo bene e ieri sera ho pianto tutto il tempo perché alla tele ho sentito la canzone “Eccoti” degli 883. L’ascoltavo, pensavo a Sara e quindi piangevo

 

‘Mia figlia non c’ è più, lui ha lo sconto’ (la Repubblica – 6 maggio 2010)
SIGNORA Iannino, 20 anni di carcere all’ assassino di Sara… «Sono troppo pochi: solo un anno e due mesi in più rispetto a prima. Non posso accettare che gli sia stato concesso lo sconto del rito abbreviato. Per un genitore non è concepibile che venga nemmeno dato uno schiaffo al figlio, figuriamoci togliergli la vita. Non è giusto che la legge italiana consenta una tale agevolazione per il reato di omicidio, per giunta provato e anche ammesso». A differenza del primo grado, Lo Campo è stato ora condannato anche per aver tentato di uccidere lei e di rapinarla. Però non hanno riconosciuto l’ aggravante della crudeltà su sua figlia. Cosa ne pensa? «Avrei di gran lunga preferito che l’ assolvessero per me ma che lo condannassero al massimo per Sara. Come si faa non considerare crudeltà quello che le ha fatto? L’ ha picchiata, l’ ha soffocata, l’ ha rinchiusa in due sacchi dell’ immondizia e non sappiamo nemmeno se fosse ancora viva quando l’ ha fatto… E poi l’ ha gettata via. Non voglio nemmeno pensare agli ultimi istanti di mia figlia. E come si fa a non considerare crudele uno che viene da me, prima cerca di uccidermi e poi mi aiutaa cercare mia figlia, mi dà il numero di telefono degli amici, pur sapendo cosa aveva fatto? Quello è un essere senza coscienza morale. Ha tolto la vita a mia figlia, che aveva tutto il diritto di vivere, e ha distrutto le nostre esistenze». Su Facebook c’ è un gruppo di 339 amici di Sara che la ricorda ogni giorno… «Tutti quelli che l’ hanno conosciuta le hanno voluto bene: Sara era semplice, ma piena di voglia di fare e di vivere. Del resto è stata uccisa proprio per una forma malata di bene, per una crudele fissazione morbosa nei suoi confronti».


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