Elio Cadei, 46 anni, disoccupato, padre separato. Massacra di botte la compagna. Condannato a 20 anni con rito abbreviato
Provaglia d'Iseo (Brescia), 15 Novembre 2015
Titoli & Articoli
Omicidio di Provaglio: in carcere il compagno della 42enne uccisa (Brescia Today – 16 novembre 2015)
L’uomo è stato fermato e tradotto in carcere nella serata di lunedì 16 novembre. Interrogato a lungo, avrebbe riferito agli inquirenti di avere trovato la compagna morta e di non ricordarsi nulla
Un amore malato, una storia turbolenta, costellata da sempre da episodi di violenza. Simona Simonini e Elio Cadei litigavano molto spesso e a Provaglio lo sapevano tutti. Lei è stata vista più volte vagare a piedi scalzi per le strette stradine del paese. Il viso sfigurato dal dolore e dalle botte e gli occhi gonfi di lacrime. Una violenza alla quale Simona si era ribellata due volte. Nel 2010 colpì il compagno con una coltellata all’addome, quattro anni più tardi lo ferì alla schiena con una forbice. Entrambi hanno conosciuto il carcere, ma non si rassegnavano all’idea di vivere uno senza l’altro. Dopo brevi periodi di lontananza tornavano a condividere l’appartamento al secondo piano della cascina di via Regina Elena.
Nella tarda mattinata di lunedì, infine, ecco quello che sembra il tragico epilogo. Sono circa le 10.30 quando Elio Cadei impugna il telefono e chiama i Carabinieri, mentre Simona giace sul pavimento della camera da letto priva di vita. Gli inquirenti descrivono una scena del crimine da film horror: il sangue di lei sarebbe stato trovato in almeno quattro stanze della casa. Sul corpo della 42enne non sarebbero state riscontrate ferite da arma da taglio né fori di proiettile. Sarebbe stata ammazzata a calci e pugni, ma solo l’autopsia – predisposta per martedì 17 novembre – potrà stabilire le cause del decesso.
Cadei è stato portato in caserma a Chiari, dov’è stato interrogato per tutta la giornata. In serata è stato emesso il provvedimento di fermo e il 46enne è stato condotto in carcere. Ai Carabinieri avrebbe raccontato di avere trovato la compagna morta e di non ricordarsi nulla. Simona Simonini – stando a quanto raccontano in paese – era una ragazza di buona famiglia. I genitori erano proprietari di un’oreficeria, e il padre qualche giorno fa avrebbe querelato Cadei per percosse. Entrambi erano separati e dai precedenti matrimoni avevano avuto dei figli, che non vivevano con loro in via Regina Elena.
VIDEO
– Un’amica: “Elio non era una persona cattiva”
– I vicini: “Litigavano continuamente”
Elio non ricorda, ma afferma: «Ho ucciso il mio amore» (Giornale di Brescia – 23 novembre 2015)
L’interrogatorio sostenuto davanti al pm da Elio Cadei, accusato dell’omicidio della compagna Simona Simonini
L’amore malato traElio Cadei e Simona Simonini è scritto nell’interrogatorio rilasciato dall’uomo accusato dell’omicidio della compagna, trovata senza vita a Provaglio d’Iseo. Quattordici domande e altrettante risposte per raccontare un dramma.
«In cucina mi sono reso conto della presenza di tracce di sangue sul pavimento e ho detto tra me e me: “accidenti, ci siamo picchiati di nuovo”», ha affermato Cadei davanti al pubblico ministero Lara Ghirardi lunedì scorso. Una premessa: «Quella sera abbiamo bevuto sette bottiglie di vino». La coppia non era nuova a serate all’insegna di alcol, psicofarmaci e botte.
L’ultima volta, domenica scorsa. Lei è morta con lividi ovunque sul corpo, lui ha un ematoma e due fori sul piede destro. «Me ne sono accorto in caserma quando ho chiesto di poter slacciare la scarpa in quanto sentivo dolore, ma non mi ricordo come mi sia procurato le ferite».
Lei, stando alle risposte date dall’uomo nell’interrogatorio, voleva altro vino. Lui voleva dormire. In quel momento potrebbe essere scattata lalite furiosa. Una lite che Cadei non ricorda.
Poi, la scoperta. Simona «si trovava in camera a terra, ho cominciato a chiamarla più volte, le ho toccato il polso ed il collo e mi sono reso conto che era morta». A questo punto dell’interrogatorio l’uomo scoppia in lacrime.
«Ho ucciso il mio amore», afferma al pm, che chiede spiegazioni sulla dichiarazione che suona come un’ammissione. Ma non lo è. «È solo quello che ho pensato nel vederla morta».
Compagna massacrata a calci e pugni: “Incapace di intendere e di volere” (Brescia Today – 27 ottobre 2016)
Una perizia della difesa di Elio Cadei, il 46enne accusato dell’omicidio della sua compagna, Simona Simonini: depresso e alcolista cronico, non sarebbe stato in grado di intendere e di volere
Bipolare, depresso e alcolista cronico. E quella sera sicuramente ubriaco, e forse pure imbottito di farmaci: motivo per cui non sarebbe stato in grado di intendere e di volere. I risultati di una perizia psichiatrica (dall’ospedale Fatebenefratelli di Brescia) per la difesa di Elio Cadei, il 46enne unico indiziato per l’omicidio della compagna Simona Simonini, massacrata a calci e pugni.
In carcere dal 16 novembre scorso: il processo torna in tribunale il prossimo 22 febbraio. Perizia contro perizia: il giudice dell’udienza preliminare, a seguito della prima “analisi” presentata dalla difesa, ha chiesto il parere di un altro medico. Due mesi di tempo per sapere, prima di tornare in aula.
Una storia difficile quella di Elio e Simona. La 42enne di Provaglio d’Iseo è stata trovata senza vita nella sua abitazione: i due litigavano spesso, e spesso abusavano di alcol e farmaci. Non sarebbe stata la prima volta che una loro serata finisse a botte. Ma quella notte si è invece consumata la tragedia. La chiamata ai carabinieri: “E’ morto il mio amore”, poi Cadei sarebbe scoppiato in lacrime durante l’interrogatorio, senza però mai confessare. Stando alla sua testimonianza, quella sera avrebbero bevuto 7 bottiglie di vino.
Nella mente di Cadei però nessun ricordo della lite, né della successiva colluttazione. Se ne sarebbe accorto solo la mattina dopo, appena sveglio, notando delle tracce di sangue in cucina. A quel punto sarebbe andato a cercarla, trovandola in camera: ma Simona era già morta.
Vent’anni di carcere per l’omicidio di Simona (Giornale di Brescia – 1 marzo 2017)
Elio Cadei aveva massacrato a calci e pugni la fidanzata. La reazione della madre della vittima
Il tribunale di Brescia ha condannato a 20 anni di carcere Elio Cadei, il 47enne che il 17 novembre 2015 a Provaglio di Iseo uccise a calci e pugni la compagna Simona Simonini. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo. “Sarà Dio a giudicare, certo non siamo soddisfatti” ha commentato la madre della vittima, presente in aula al momento della lettura della sentenza.