Domenico Giannichi, 68 anni, pensionato, padre. Insegue la moglie colpendola con pezzi di legno e sassi fino ad ammazzarla. Condannato a 22 anni poi ridotti a 17, è detenuto in una struttura di cura per vizio parziale di mente
Torino di Sangro (Chieti), 29 Novembre 2019
Titoli & Articoli
Uccide moglie a bastonate, ora confessa: “Mi impediva di guidare” (il Giornale – 3 dicembre 2019)
Domenico Giannichi, residente a Torino di Sangro, ha confermato nel corso dell’interrogatorio di garanzia di aver ucciso la moglie Luisa Ciarelli durante una lite
Domenico Giannichi, residente a Torino di Sangro, è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia nella giornata di domenica 1 dicembre 2019. Il 68enne si era costituito alle autorità per aver ucciso con alcuni pezzi di legno la moglie Luisa Ciarelli, di 3 anni più giovane. L’uomo ha confermato di essere l’autore del delitto ai danni della donna.
Tutto era iniziato con una banale lite tra coniugi, per poi degenerare, prima verbalmente con tanto di insulti, poi fisicamente. L’omicidio è avvenuto a poche centinaia di metri da casa. Giannicchi ha dichiarato: “A quel punto siamo scesi e abbiamo cominciato a picchiarci reciprocamente… Poi ci siamo ritrovati sotto la scarpata, l’uno addosso all’altra, in mezzo al bosco, e lì l’ho colpita”. L’interrogatorio nei confronti dell’uomo è durato circa 40 minuti. L’anziano ha ribadito di essere stato lui ad uccidere la consorte lo scorso 29 novembre.
Domenico Giannichi, accusato di omicidio volontario aggravato, è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia presso il carcere di Vasto (Chieti) dove è rinchiuso dal giorno dell’omicidio. L’uomo è stato ascoltato dal gip del tribunale di Vasto, Italo Radoccia e dal pm Gabriella De Lucia. A difendere Giannichi è l’avvocato Alberto Paone di Lanciano. Il legale ha dichiarato: “Ha risposto alle domande, chiarendo diversi aspetti, ma è a tratti confuso, soprattutto riguardo al momento del delitto“. Domenico Giannichi avrebbe raccattato alcuni pezzi di legno trovati nell’area in cui si trovava in quel momento spaccando la testa alla moglie, uccidendola. I ciocchi di legno sono stati sequestrati dai carabinieri del raparto scientifico per le opportune analisi, in quanto impregnati di sangue.
Marito e moglie, appena usciti dalla loro villa, pare discutessero già in maniera accalorata. Sembra che la signora Ciarelli non volesse che il marito si mettesse al volante. Ultimamente, la moglie era solita ripetere continuamente al marito la seguente frase: “Non devi guidare” L’avvocato Paone, come riporta il Messaggero, ha spiegato: “E’ emerso che glielo ripeteva in continuazione, lo assillava, perché le condizioni fisiche e psichiche del mio assistito in effetti sono precarie”.
Parole ripetute come un mantra che erano divenute assillanti per Giannichi, tanto da perdere le staffe, macchiandosi del femminicidio. Nonostante le raccomandazioni della consorte, quel giornoDomenico si era messo alla guida della sua Panda per andare a fare la spesa assieme a Luisa. Il tragitto sarebbe continuato tra insulti e parole grosse. Ad un certo punto, la donna avrebbe tolto di mano al marito il cellulare che questi fosse solito usare in maniera maniacale, gettandolo dall’autovettura. Sarebbe stato tale gesto a far scattare l’istinto omicida nell’animo del 68enne.
Omicidio di Luisa Ciarelli: «Stavano andando a fare la spesa, per Domenico la moglie è viva» (Vasto Web – 3 dicembre 2019)
E’ stato fissato per lunedì mattina l’interrogatorio di garanzia di Domenico Giannichi, il 68enne di Torino di Sangro che ha ucciso la moglie Luisa Ciarelli di 65 anni. L’uomo attualmente si trova presso il carcere di Vasto e questa mattina ha ricevuto la visita del suo legale, l’avvocato Alberto Paone: “L’ho trovato provato e ancora sotto choc. Parla della moglie come se l’omicidio non fosse mai avvenuto.”
Durante l’incontro l’ex operaio ha raccontato in maniera confusa all’avvocato cosa è successo ieri mattina: “Stavano andando a fare la spesa, poi c’è stata una discussione futile su chi doveva guidare l’auto. La moglie ha insistito per poter prendere il volante della loro utilitaria perché non si fidava delle condizioni di salute dell’uomo, infatti quest’ultimo aveva subito un’operazione di recente ed era cambiato. Tutti lo ricordano come una persona benvoluta e tranquilla, ma ultimamente era spesso preoccupato, ansioso, e avevano frequenti discussioni. Una volta scesi dall’auto per fare il cambio alla guida è scivolata in una scarpata, qui i due hanno avuto una colluttazione che poi è stata fatale alla donna. Anche il mio cliente ha riportato delle ferite ed echimosi.” L’interrogatorio di garanzia si terrà lunedì mattina alle ore 10.30 presso il carcere di Vasto.
Uccise la moglie mentre andavano a fare la spesa: condannato a 22 anni per omicidio volontario (Chieti Today – 18 marzo 2022)
La corte d’Assise ha condannato Domenico Giannichi di Torino di Sangro per l’uccisione della moglie, Luisa Ciarelli
È stato condannato a 22 anni di carcere per omicidio volontario l’uomo che due anni fa, al culmine di una lite, uccise la moglie a Torino di Sangro. La Corte d’Assise di Lanciano ha inflitto la condanna a Domenico Giannichi, 71 anni, accogliendo la richiesta del procuratore di Vasto. L’uomo è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Era novembre del 2019 quando, dopo una lite scoppiata per futili motivi mentre andavano a fare la spesa in macchina, Giannicchi colpì più volte alla testa la moglie Luisa Ciarelli, pensionata di 65 anni, forse con un tronco trovato accanto al corpo della vittima, fino ad ammazzarla. La tragedia si consumò in contrada Montesecco. Poi l’uomo tornò a casa ad avvisare i familiari e i carabinieri dell’accaduto.
La Corte d’Assise, come si legge su Adnkronos, ha riconosciuto a Giannichi il vizio parziale di mente, come accertato dalla perizia psichiatrica. L’imputato aveva già ottenuto il regime degli arresti domiciliari in una casa di cura. Il suo difensore, Alberto Paone, ha chiesto la derubricazione in omicidio preterintenzionale e l’assoluzione per totale incapacità di intendere e volere.
Uccise la moglie con 26 bastonate, il marito chiede lo sconto di pena (il Centro – 19 ottobre 2022)
La Corte d’appello ora deve decidere se confermare la condanna a 22 anni per Domenico Giannichi La tesi della difesa: «L’omicidio è preterintenzionale, Domenico aveva un vizio parziale di mente»
Toccherà alla Corte d’appello dell’Aquila, venerdì 21 ottobre, confermare o ridurre la sentenza di condanna a 22 anni di reclusione, emessa dalla Corte di assise di Lanciano nei confronti di Domenico Giannichi 71enne di Torino Di Sangro, reo di aver ammazzato a bastonate, il 29 novembre 2019, al culmine di una lite, la moglie Luisa Ciarelli, 65 anni. Ha presentato ricorso in appello l’avvocato del 71enne, Alberto Paone, convinto che quello di Giannichi non fu omicidio volontario, ma preterintenzionale, e che dovevano essere concesse le attenuanti della provocazione e quelle generiche all’uomo che aveva un vizio parziale di mente. Richieste che saranno analizzate venerdì dai giudici aquilani.
Giannicchi è finito a processo in Corte di assise di Lanciano nell’aprile 2021 con l’accusa di omicidio volontario della moglie, aggravato dal vincolo matrimoniale e dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà. I giudici, nella sentenza emessa nel marzo scorso, hanno confermato l’omicidio volontario, ma hanno fatto cadere le due aggravanti dei futili motivi e della crudeltà perché hanno riconosciuto che l’uomo aveva un vizio parziale di mente. E infatti Giannichi sta scontando la pena in una struttura psico-riabilitativa perché «non è compatibile con il carcere viste le condizioni psicopatologiche, l’età e che non è socialmente pericoloso».
Durante le varie udienze tra testimonianze, perizie e super perizie, il procuratore di Vasto Giampiero Di Florio sostenne che il 71enne sapeva di colpire la moglie e di poterla uccidere. Dopo la lite iniziata in auto, la fuga di Luisa Ciarelli lungo un pendio che era sotto la strada, l’uomo la inseguì e con un grosso ramo iniziò a colpirla sulla testa, fratturandole il volto e il naso. «26 colpi, di cui 6 violentissimi, sono volontari», sostenne Di Florio. Poi la stretta al collo e la morte della donna «per l’azione combinata delle bastonate e della rotazione del collo». Da qui la condanna a 22 anni di reclusione.
«Una condanna eccessiva», dice Paone che in appello chiede di riqualificare l’accusa da omicidio volontario a preterintenzionale, perché il 71enne non era uscito con l’intento di uccidere la moglie, soffriva di disturbi psichici, era paranoico, e quindi non era capace di intendere e volere. La superperizia voluta di giudici frentani ed effettuata dallo psichiatra Raffaele De Leonardis evidenziava infatti che «Giannichi aveva una depressione maggiore con manifestazioni psicotiche», aveva un vizio parziale di mente. di Teresa Di Rocco
«Poi ci sarebbero le attenuanti da riconoscere che potevano ridurre la pena», sostiene Paone, «quelle della provocazione, ad esempio le continue minacce avanzate nel tempo da Luisa verso il marito di farlo ricoverare in istituto e le attenuanti generiche, quest’ultime chieste pure dal procuratore Di Florio perché Giannichi era incensurato, non era mai stato violento, aveva subito confessato il delitto e collaborato alle indagini facendo anche ritrovare il corpo della donna». Sarà la Corte d’appello dell’Aquila a decidere. (di Teresa Di Rocco)
Uccise la moglie a bastonate: condanna ridotta a 17 anni in appello (Chieti Today – 21 ottobre 2022)
Domenico Giannichi di Torino di Sangro ha ottenuto una diminuzione della pena nel giudizio d’appello per l’omicidio della moglie, Luisa Ciarelli
Da 22 a 17 anni di reclusione. È stata ridotta in appello la condanna per Domenico Giannichi, il 71enne di Torino di Sangro accusato dell’omicidio della moglie Luisa Ciarelli, 65 anni. Era il 29 novembre 2019 quando l’uomo, al culmine di una lite, uccise la donna mentre andavano a fare la spesa, colpendola prima a bastonate e poi strangolandola.
Il 18 marzo scorso l’uomo era stato condannato in primo grado a 22 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Lanciano. Oggi la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha ridotto la pena, ritenendo prevalente il vizio parziale di mente. Il procuratore generale aveva invece chiesto la conferma della condanna di primo grado. Giannichi, attualmente recluso in una struttura riabilitativa, è difeso dall’avvocato Alberto Paone.