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Daniele Ughetto Piampaschet, 34 anni, aspirante scrittore, padre. Scrive in un romanzo la morte di una prostituta che poi muore davvero. Assolto in primo grado, viene successivamente condannato a 25 anni di carcere

Giaveno (Torino), 27 Novembre 2011


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Nello zaino una Bibbia e 11mila euro. «Io innocente, scappavo per paura»
Spaventato, lo sguardo basso, come perso nel vuoto. Quando Daniele Ughetto Piampaschet vede entrare i carabinieri nel suo ultimo “covo”, capisce che è finita e si arrende. Senza tentativi disperati di fuga, senza colpi di testa che avrebbero l’unico effetto di peggiorare ulteriormente le cose. «Sono innocente – le sue prime parole sussurrate con un filo di voce -, scappavo per paura». Poi segue i carabinieri in caserma a Chivasso e nel pomeriggio entra in carcere. La borsa con il necessario per i primi giorni la portano a Chivasso la madre e il padre. Perché non l’aveva preparata Daniele, dopo averla disfatta quando venne assolto dopo 20 mesi di detenzione. Ma in casa, nel nascondiglio, c’era uno zaino. E dentro, secondo gli investigatori dell’Arma, lo scrittore di Giaveno aveva messo tutto ciò che gli sarebbe servito per tutt’altro genere di viaggio: la fuga di un assassino che – sfidando l’ordine di ricerca internazionale spiccato dalla Procura nei giorni scorsi – era pronto per mettersi in cammino.

 

Daniele Ughetto Piampaschet, fuga finita. Lo scrittore-killer in carcere
Condannato a 25 anni per l’omicidio di Anthonia Eugbuna, era scappato il 3 luglio. I carabinieri sono arrivati a lui seguendo il padre che gli stava portando da mangiare
È terminata questa mattina la fuga di Daniele Ughetto Piampaschet, l’aspirante scrittore di Giaveno condannato a 25 anni di carcere per l’omicidio di una giovane ragazza nigeriana, Anthonia Eugbuna. L’uomo era scappato il 3 luglio, quando la condanna in Cassazione è diventata definitiva e lui avrebbe dovuto entrare in carcere per scontare la pena. I carabinieri lo hanno rintracciato intorno alle 12, oggi 25 luglio, in una casa di Giaveno: i militari sono arrivati a lui seguendo il padre che gli stava portando da mangiare.
Il delitto anticipato nel romanzo. Anthonia Egbuna aveva solo 18 anni quando nel febbraio 2012 venne ritrovata cadavere nel Po. Daniele l’aveva conosciuta, frequentata a lungo. Le aveva chiesto di lasciare la strada per una vita migliore. Ma soprattutto aveva raccontato la sua morte — per omicidio — in un romanzo intitolato «La rosa e il leone». Aveva anticipato la tragedia, Ughetto. Aveva descritto un accoltellamento poi avvenuto sul serio. Dopo il ritrovamento del manoscritto, Daniele era finito in galera. Processato, era stato assolto e scarcerato. Ma in appello l’assoluzione era stata trasformata in una condanna a 25 anni. La Cassazione aveva poi annullato e ordinato un nuovo processo. Ma era arrivata un’altra condanna. A 25 anni, come la prima.

Daniele Ughetto Piampaschet incastrato da un romanzo
La sentenza della Corte d’appello di Torino ribalta la sentenza di primo grado che aveva assolto Daniele Ughetto Piampaschet per l’omicidio di una giovane prostituta nigeriana. La donna fu ritrovata cadavere nel Po dopo essere stata precedentemente accoltellata
Il 37enneDaniele Ughetto Piampaschet condannato a 25 anni e 6 mesi di carcere per l’omicidio della prostituta nigeriana Anthonia Egbune uccisa a coltellate il 27 novembre del  2011. L’uomo è stato scoperto grazie ad un racconto ” La rosa ed il leone” da lui stesso scritto, che raccontava appunto la storia di una giovane prostituta e della sua relazione con un cliente italiano che innamoratisi di lei voleva toglierla dalla strada e permetterle di condurre un’esistenza normale. Ma la prostituta non intendeva in alcun modo abbandonare il suo lavoro e a causa della sua disobbedienza viene uccisa dal suo cliente.
Un racconto descrittivo della realtà delittuosa che si era poi consumata. Sin da subito gli inquirenti non avevano creduto a Ughetto Piampaschet ed alla sua storia che ad uccidere la donna fossero stati esponenti delle organizzazioni criminali che sfruttavano la prostituzione a Torino e nella provincia.
La scoperta del racconto è avvenuta nel febbraio del 2012, proprio nella casa della 20enne prostituta nigeriana. I carabinieri di Torino hanno, infatti, scoperto una serie di fogli rilegati come una tesina scolastica che raccontava l’atroce fine di una prostituta uccisa per mano del suo cliente. Ovviamente a far condannare  Piampaschet non sono state solo le pagine del racconto ma ben 1.900 telefonate intercorse tra lui e la prostituta nigeriana risalenti al febbraio 2011 quando si erano conosciuti e, misteriosamente, interrotte il giorno della scomparsa della ragazza.
Piampaschet aveva alle spalle un matrimonio fallito con un’altra nigeriana. A questo punto è più che lecito pensare che Piampaschet aveva un debole per le nigeriane o ragazze di colore in generale. Il che non è di per sé un reato! 
Fu arrestato nell’agosto 2012 di ritorno da Londra dove aveva lavorato per il servizio sicurezza dei giochi olimpici ma da circa un anno era stato rimesso in libertà. Il romanzo scritto però è stato l’elemento scatenante che lo ha reso di nuovo protagonista di questa misteriosa vicenda. Troppi elementi che lo incastrano e lo ritraggono come l’unico e solo colpevole. Il suo avvocato difensore Stefano Tizzani annuncia una battaglia legale. Ha infatti dichiarato che presenterà ricorso per cassazione contro il provvedimento di carcerazione del suo cliente. Tizzani sostiene che allo stato attuale non ci sono i presupposti per la custodia cautelare in carcere e che il provedimento adottato dal procuratore generale è illegittimo. Nuovi retroscena si appalesano in questa vicenda di cronaca giudiziaria.

Assolto lo scrittore Piampaschet
Era accusato dell’omicidio della prostituta nigeriana uccisa nel 2011, il pm aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento
Daniele Ughetto Piampaschet, lo scrittore accusato dell’omicidio di Anthonia Egbuna, la prostituta nigeriana uccisa nel novembre 2011, è stato assolto. Assolto con immediata scarcerazione: è scoppiato in lacrime abbracciando l’avvocato Stefano Tizzani.
La donna era stata ripescata nella acque del Po a San Mauro nel febbraio del 2012. Ex fidanzata dello scrittore, era stata uccisa – secondo l’accusa – per gelosia. L’omicidio, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato descritto in un manoscritto di Daniele Ughetto Piampaschet, una sorta di libro-confessione. La difesa è riuscito a provare la non colpevolezza sostenendo che non c’è una sola prova contraria. «Quel giorno, quando Anthonia è sparita – è stato detto in particolare – Piampaschet ha sempre sostenuto di non averla vista. Non si può uccidere chi no n si incontra».
«Daniele è sempre stato una bravissima persona. Ha sempre scritto molto di tutte noi, anche di me. Non ho mai creduto che potesse avere ucciso Anthonia». Così Betty, l’ex moglie nigeriana di Ughetto Piampaschet, alla lettura della sentenza che ha assolto l’uomo dall’accusa di omicidio.

Omicidio descritto in un romanzo, c’è la prova contro lo scrittore
Sulla macchina di Ughetto Piampaschet è stata trovata una macchina di sangue. Questa, secondo i consulenti, è perfettamente compatibile con quello di Anthonia Egbuna
Sembra essere risolto l’enigma della morte di Anthonia Egbuna, la prostituta nigeriana di 20 anni trovata senza vita nelle acque del Po lo scorso 26 febbraio. Nella giornata di ieri il pm Vito Destito ha ricevuto la relazione dei consulenti incaricati di effettuare il sopralluogo sulle due vetture di Daniele Ughetto Piampaschet, l’uomo di 34 anni arrestato lo scorso 18 agosto con l’accusa di omicidio volontario. Il sangue trovato all’interno dell’auto dell’uomo, una Fiat Punto, è della ragazza uccisa. La macchia è stata trovata sul sedile posteriore. Per poter confrontare il dna pochi giorni fa era stata riesumata la salma di Anthonia Egbuna ed è stato dimostrato che il sangue trovato è perfettamente compatibile con quello della vittima.
“Il mio cliente – dice Stefano Tizzani, legale di Ughetto Piampaschet – ha già dato spiegazioni esaurienti per la presenza di quel sangue all’interno della sua autovettura. Inoltre, vogliamo capire quale sia la reale quantità che è stata rinvenuta sul sedile”. L’omicidio, secondo l’accusa, era stato anticipato in un romanzo scritto da lui, che anticipava la tragica fine della donna.


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