Cezar Catalin Hrimiuc, 48 anni, magazziniere aeroportuale, padre. Uccide la moglie a coltellate
Torino, 22 Giugno 2018
Titoli & Articoli
Torino : sotto gli occhi del figlio uccide la moglie a coltellate dopo una lite furibonda (la Repubblica – 22 giugno 2018)
Vittima una donna di 30 anni. L’uomo fermato dalla Squadra mobile
Ha accoltellato la moglie al termine di una lite furibonda. È successo intorno alle 2 di questa notte in un appartamento al quinto piano di via Borgaro 95, nel quartiere Borgo Vittoria.
Cesare Catalin Hrimiuc , 46 anni, romeno ha colpito la donna, 38 anni, Nicoleta Grigoras, con diverse coltellate. La coppia ha due figli di 4 e 12 anni. Quest’ultimo ha assistito alla tragedia. E’ stato lo stesso marito a chimare la polizia.La squadra mobile della questura di Torino ora indaga per chiarire i motivi della lite scoppiata poco prima dell’omicidio. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti potrebbe essere la gelosia. (di Carlotta Rocci)
Torino: Nicoleta Loredana Grigoras accoltellata. Fermato il marito (Blitz – 22 giugno 2018)
Una donna romena di 30 anni, Nicoleta Loredana Grigoras, è stata uccisa a Torino, alla periferia nord della città. La squadra mobile della Questura di Torino ha fermato il marito, un connazionale di 46 anni, che la avrebbe accoltellata al termine di una lite scoppiata per motivi ancora da chiarire.
Uccisa a coltellate dal marito davanti ai due bimbi (La Voce – 23 giugno 2018)
Coltellate al collo e alla nuca. Non ha avuto scampo Nicoleta Loredana Grigoras, 38 anni, romena, ammazzata ieri sera a Torino da suo marito al culmine di una lite. Accecato dall’ira, Catalin Cesar Costantin Hrimiuc, 46 anni, ha afferrato un coltello da cucina e, sotto gli occhi dei figli, si è scagliato contro di lei. Poi ha chiamato la polizia. “Ho ucciso mia moglie”, ha sussurrato, mentre, sotto shock, entrava e usciva dal balcone. Come un pazzo, saliva e scendeva le scale di un palazzo alla periferia nord di Torino, dove si è consumata la tragedia.
L’uomo ora è in stato di fermo, con l’accusa di omicidio. E la squadra mobile della questura di Torino indaga per risalire ai motivi del litigio, per ricostruire la dinamica di ciò che è successo al quinto piano di via Borgaro 95, per capire cosa si nascondeva dietro quella famiglia all’apparenza perfetta.
“Lui, magazziniere all’aeroporto, era sempre gentile e tranquillo. Lei, capelli rossi, ricci, era sempre ben curata, disponibile, parlava perfettamente l’italiano”. I vicini, increduli, li descrivono così. “Erano arrivati qui da nemmeno due anni e non c’è mai stato un problema“, raccontano. “Era una coppia tranquilla. Non li abbiamo mai sentiti alzare la voce, litigare, inveire l’uno contro l’altro”. Sino a ieri notte, quando, intorno alle 2, Nicoleta avrebbe urlato chiedendo aiuto. “Basta! Basta!”, avrebbe gridato. Ma inutilmente.
All’arrivo della polizia, la donna era già morta dissanguata. Uccisa, tra la cucina e il salotto, davanti ai figli di 4 e 10 anni, ora affidati a una zia.
“Conducevano una vita normale: il lavoro, i pranzi della domenica, le gite con i ragazzini nei weekend”, spiega una signora che, in via Borgaro, abita al quarto piano. “Ho incrociato Nicoleta proprio ieri pomeriggio, mentre saliva le scale con in mano la bicicletta del bimbo più grande. Sembrava serena, tranquilla. Nulla che potesse far prevedere un epilogo del genere”.
I parenti della coppia entrano ed escono dagli uffici della questura, sentiti dagli inquirenti che cercano di fare luce sulla vicenda. Anche la mamma di Nicoleta, che, a quanto racconta chi conosceva la coppia, “andava spesso ad aiutare sbrigando faccende domestiche, a guardare i nipoti”. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella della gelosia.
Catalin, incensurato, non ha mai avuto un solo problema con la giustizia. Sino a ieri notte. “C’è chi sa mascherare bene”, mormora una vicina a denti stretti, indicando le macchie di sangue sul pianerottolo. “Ci sono uomini che sembrano amorevoli e poi afferrano un coltello, senza riuscire più a controllarsi”, aggiunge.
Torino, la difesa del marito: “Avevo le allucinazioni quando ho ucciso Nicoleta” (la Repubblica – 24 giugno 2018)
I parenti della donna promuovono colletta sui social per il rimpatrio della salma
“Non riesco a capacitarmi di quello che ho fatto. Non avevo motivo di uccidere Nicoleta”. Chiede scusa e si dispera Cezar Catalin Hrimiuc, 46 anni, l’uomo che venerdì notte ha ucciso la moglie a coltellate sotto gli occhi del più grande dei suoi due bambini, 12 anni, nel loro appartamento di via Borgaro, a Torino. Ripercorre quello che è successo durante l’udienza di convalida, ieri al carcere delle Vallette, assistito dal suo legale Federica Cela. Il giudice ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere.
“Avevo le allucinazioni, ero confuso – ha spiegato – Ho visto mia moglie con un coltello in mano. Lo aveva preso da sotto il letto e io gliel’ho strappato di mano. Poi è successo tutto”. In realtà è la procura a contestare a Hrimiuc la premeditazione dell’omicidio sospettando che l’uomo abbia portato un coltello da cucina in camera da letto prima di aggredire la moglie.
Più volte l’uomo, che lavorava come magazziniere all’aeroporto di Caselle per la compagnia aerea Blue Air, ha raccontato delle sue allucinazioni. “Non è la prima volta, mi è già successo”. Il suo avvocato chiederà una perizia psichiatrica: “una valutazione necessaria anche per capire che cosa potrebbe aver scatenato queste allucinazioni e manie di persecuzione che sono emerse durante l’udienza”. Il sospetto è che possano essere state causate da farmaci: mesi fa, infatti, i vicini di casa lo avevano visto andare via in ambulanza per un malore e qualche giorno prima dell’omicidio lo avevano visto tornare a casa ferito e sanguinate.
Non c’è stata nessuna lite tra i due nella notte tra giovedì e venerdì. Le grida che i vicini hanno sentito nel palazzo erano quelle di Nicoleta Grisoras, 38 anni, che chiedeva aiuto e diceva al marito di fermarsi. Ieri mattina il medico legale Roberto Testi, incaricato dal pm Paolo Toso, ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna uccisa da diverse coltellate concentrate tra il torace e il collo.
“Ora si rende conto di quello che ha fatto”, assicura Cela. Hrimiuc ha chiesto dei suoi figli di 4 e 12 anni, ora affidati al fratello dell’uomo. Quando si è accorto che le grida della moglie avevano svegliato il più grande ha cercato inutilmente di allontanalo da quella scena terribile, con la madre a terra in ingresso, in un lago di sangue. “Non volevo che vedesse”, ha spiegato alla polizia. E’ stato lui stesso a chiamare il numero unico 112 dopo l’omicidio. “Venite , ho ucciso mia moglie”, ha spiegato al telefono.
Intanto gli amici di Nicoleta hanno organizzato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme per aiutare la sua famiglia a organizzare il funerale e il ripatrio della salma che sarà sepolta in Romania. “Nicoleta era un’anima preziosa, una devota figlia e madre, una sorella e un’amata cugina. E’ stata strappata alla vita troppo presto e in modo brutale, costretta a lasciare i suoi due bambini – scrivono gli amici – Abbiamo aperto questa pagina per aiutare la famiglia a pagare i funerali. Le vostre donazioni saranno inviate alla sorella di Nicoleta, Cristina”.