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Carmelo Angelo Fiore, 46 anni, operaio in stamperia, padre separato. Strangola la fidanzata e simula un tentativo di suicidio. Condannato a 23 anni, ridotti a 22 in Appello

Pozzo d'Adda (Milano), 24 Settembre 2019


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Uccide la fidanzata e si ferisce, le liti e la denuncia ritirata da Charlotte (Corriere della Sera – 24 settembre 2019)
La donna di 26 anni aveva avuto una vita difficile. Mamma di due bambini affidati all’ex marito, da un anno e mezzo aveva stretto una relazione con Carmelo Angelo Fiore, 46 anni, di Cinisello. Le discussioni continue e l’omicidio per strangolamento
La casa di Charlotte è un appartamento al secondo, e penultimo piano, di una palazzina rossa costruita dieci anni fa ma che già invoca lavori di manutenzione. I vicini di casa di via fratelli Taviani, a Pozzo d’Adda, dicono che quello è un palazzo problematico, non solo per le condizioni estetiche. Ma che Charlotte Yapi Akassi, 26 anni, si vedeva poco e non dava pensieri. Raccontano però di una litigata, tempo fa, con la ragazza che infuriata butta il telefono dal balcone. E di quando, con i suoi due bambini (meno di dieci anni) affidati all’ex marito, si presentava in oratorio: «Ma era sempre a ridosso dell’orario di chiusura, tanto che ricordo di averle detto che i bambini avrebbero potuto giocare di più. Ma lei arrivava sempre dopo le 17.30». Un’altra vicina che abita nel palazzo al civico 25, sulla scala opposta rispetto a quella di Charlotte, racconta di averla vista lunedì sera, poche ore prima di essere strangolata e uccisa dal fidanzato Carmelo Angelo Fiore, 46 anni.«Mi ha salutato, ha detto solo che andava a lavorare».
La storia di Charlotte Yapi Akassi, nata in Costa d’Avorio, cittadinanza italiana, 26 anni fa, è il racconto di una vita in salita, con inciampi e difficoltà. La madre praticamente assente, nel 2005 chiusa in una comunità, i problemi con l’alcol. Poi dal 2013 fino a due anni fa a Bottanuco, nella Bergamasca. In mezzo le nozze con un uomo italiano dal quale aveva avuto due figli. E poi, un anno e mezzo fa, il rapporto con Carmelo. Una relazione problematica fin dal principio. Tanto che la ragazza aveva denunciato il 46enne durante una lite nella quale lei, per reazione, gli aveva fratturato un dito. Ma la denuncia (l’episodio è di un anno fa) era stata ritirata dalla ragazza. Carmelo Fiore, operaio in una stamperia in provincia di Bergamo, tre figli da una precedente moglie, casa a Cinisello, formalmente non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Lunedì notte alle 3.40 ha chiamato al telefono la sorella e le ha detto di aver ucciso Charlotte, di averla strangolata dopo un litigio e di essere pronto ad uccidersi. Poi ha riagganciato.
La donna, disperata, ha cercato più volte di contattarlo, poi ha dato l’allarme al 112. Solo dopo diversi tentativi il 46enne ha risposto dicendo l’indirizzo di casa della fidanzata e poche parole: «Mi sono ucciso, sto morendo». Quando i soccorsi del 118 e i carabinieri sono arrivati in via fratelli Taviani, dietro la zona industriale di Pozzo d’Adda, la ragazza era già morta. Lui invece aveva una profonda ferita all’addome. Una sola coltellata, nel tentativo di ammazzarsi. Ora è ricoverato all’ospedale di Bergamo e non è in pericolo di vita. Ma è piantonato dai carabinieri di Cassano d’Adda, guidati dal capitano Giuseppe Verde, con l’accusa di omicidio. Ieri pomeriggio, davanti al pm Maura Ripamonti, il 46nne ha aggiunto soltanto che tutto è avvenuto al termine di un litigio, che la ragazza – a suo dire – l’aveva «deriso», che lui era geloso di altre relazioni e per questo le discussioni erano continue.
Una settimana fa, i carabinieri di Cassano erano intervenuti sotto casa della ragazza. Era sera e i due fidanzati stavano litigando. Lei non aveva segni, ha raccontato ai militari che s’era trattato solo di una discussione. Tant’è che non aveva voluto fare denuncia. La situazione, per quanto problematica, non era mai stata violenta tra i due. Almeno non da spingere i vicini a chiamare in altre occasioni le forze dell’ordine. C’era però una tensione che emergeva spesso. Una tensione che per Carmelo Fiore s’era trasformata in un atteggiamento ossessivo verso la ragazza.
I carabinieri stanno ascoltando gli amici della 26enne e scavando nella sua vita. Una vita spezzata da chi pensava che Charlotte fosse soltanto sua. Nei suoi confronti il giudice non ha convalidato il fermo, ritenendo non sussista il pericolo di fuga, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per omicidio. (di Cesare Giuzzi)

Omicidio di Charlotte a Pozzo: al compagno 22 anni in Appello (il Giorno – 16 marzo 2021)
Accolto il concordato, Carmelo Fiore sconterà un anno in meno rispetto ai 23 del primo grado. Il delitto dopo una lite ” “Mi aveva deriso”
È stato condannato a 22 anni in Appello un anno in meno rispetto ai 23 inflitti in primo grado (“pena bassa”, disse il padre della vittima) –  Carmelo Fiore, 47enne imputato per aver ucciso il 24 settembre del 2019 la sua compagna di 26 anni, Charlotte Akassi Yapi, originaria della Costa d’Avorio, a Pozzo D’Adda. La sentenza è stata emessa oggi dalla Corte d’assise d’appello di Milano (presidente Giovanna Ichino), dopo il concordato tra il difensore, l’avvocato Andrea Benzi, e il sostituto procuratore generale Simonetta Bellaviti. Confermata dai giudici la libertà vigilata di tre anni una volta espiata la pena. Carmelo Fiore, un lavoro in stamperia e due figli da un precedente matrimonio, venne arrestato poco dopo il delitto, quando confessò di aver strangolato la compagna, a sua volta mamma di due figli avuti da una precedente relazione ed affidati a lui, per via un ennesimo litigio: “Mi ha deriso”, aveva detto in una telefonata alla ex moglie subito dopo l’omicidio, dando così l’allarme. Si era anche provocato una ferita al petto con un coltello, secondo gli inquirenti per inscenare un tentativo di suicidio.   


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