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Bruno Caprioli, 76 anni, padre. Uccide la moglie con cinque coltellate all’addome

Lumezzane (Brescia), 2 Settembre 2015

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Lumezzane: 76enne uccide la moglie, poi tenta il suicidio (Brescia Today – 2 settembre 2015)
Vittima dell’omicidio è Natalia Baldini. Il marito, Bruno Caprioli, è ora ricoverato all’ospedale Civile di Brescia
A poche ore di distanza dall’omicidio-suicidio a Lonato, un nuovo dramma scuote la provincia di Brescia. Verso le 6 di mercoledì mattina, in un’abitazione di via Martiri della Liberà, un uomo di 76 anni (Bruno Caprioli) ha ucciso a coltellate la moglie 70enne (Natalia Baldini), poi ha cercato di togliersi la vita ingerendo dei farmaci. L’uomo, che pare soffra da tempo di depressione, è attualmente ricoverato all’ospedale Civile di Brescia. E’ stato lui stesso ad avvertire il figlio, che – disperato – ha subito chiamato i soccorsi, ma per Natalia Baldini non c’è stato nulla da fare. Indagano i carabinieri.

Uxoricidio di Lumezzane, in carcere il marito (GDB – 2 settembre 2015)
Era depresso per la pesante situazione familiare, secondo quanto riferito dagli inquirenti, Bruno Caprioli, il 76enne, che questa mattina ha ucciso con cinque coltellate all’addome la moglie Natalina Badini, 70 anni, a Lumezzane. La donna, hanno confermato i carabinieri, aveva dei seri problemi psichiatrici e il marito l’aveva accudita per anni. Il pm Mauro Tenaglia ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo.

 

Shock dopo l’uxoricidio: “Ci conosciamo tutti, ma siamo soli” (GDB – 3 settembre 2015)
Le facce al bar sono lunghe.
I visi sconvolti, del colore della grandine che fuori cade copiosa. «Era riservato e non accennava mai alla moglie. Non cercava comprensione o conforti, ma tirava dritto in un rigore morale ancorché personale». La descrizione di Bruno Caprioli, 76enne in carcere per l’omicidio della moglie settantenne Natalia Badini, è netta in quanti lo conoscevano.
«Non avremmo mai pensato che potesse arrivare a tanto, ma qualcuno sosteneva che fosse arrivato da tempo al punto di non ritorno. Lei, a volte, a pranzo alle Rondini diceva di non poterne più. Di essere stufa di vivere male e della sua malattia. Guardava a Bruno come all’ancora, come a un punto saldo, ma era da tempo stanca». Poi il cedimento del marito e il corto circuito di ieri mattina. «L’abbiamo visto nei giorni scorsi che faceva delle piccole spese, camminava tranquillo senza badare troppo a quanti lo salutavano o scambiavano qualche battuta. Aveva una busta in cui teneva poche cose e andava di passo svelto, con il pensiero chissà dove…».
L’epilogo di ieri ha sorpreso tanti: «Il palazzo è alto e anche se abitato da molte famiglie c’è tanto anonimato. La gente c’è ma non ti vede. Ci sono i vicini ma non ti conoscono. Siamo una città ma ognuno va per sé». Qualcuno ricorda i fatti di qualche tempo fa, quando nella via un ragazzo accoltellò la madre. «Cose che non si spiegano, che non capisci nemmeno quando ti toccano da vicino. Il mistero della vita, quando anche l’ultima luce della ragione si spegne…».


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