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Antonio Tedino, 39 anni, tipografo, padre. Uccide l’amante con decine di forchettate e scappa, fa un incidente e si getta in un pozzo

Foglianise (Benevento), 19 Marzo 2016


Titoli & Articoli

Benevento, “l’ha uccisa a forchettate e si è suicidato” (la Repubblica – 20 marzo 2015)
Marcella Caruso trovata morta giovedì. La caccia all’uomo si è conclusa con il ritrovamento in un pozzo del corpo di Antonio Tedino, un amico principale sospettato
Si è suicidato gettandosi in un pozzo l’assassino di Marcella Caruso, la commerciante di 39 anni madre di tre figlie, uccisa giovedì pomeriggio a nelle campagne di Foglianise (Benevento). Ne sono convinti i Carabinieri che da ieri sera, con una grossa caccia all’uomo stavano cercando Antonio Tedino, 39 anni, tipografo, amico di Caruso che era anche socia in commercio della moglie. Il cadavere di Tedino è stato trovato in un pozzo nelle campagne di Foglianise ed è stato identificato grazie alla carta d’identità e alla patente che aveva negli abiti. La conferma definitiva che il corpo è proprio di Tedino è arrivata dal riconoscimento che, in serata, ne hanno fatto alcuni suoi parenti. Per gli investigatori non ci sono dubbi sul fatto che si sia trattato di un omicidio-suicidio.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, durante un litigio Tedino ha colpito la donna più volte con un forchettone da cucina. Dopo l’aggressione l’uomo è fuggito nelle campagne a bordo di una “Skoda Fabia”, ma ha urtato contro con un palo della luce ed è rimasto ferito. Tracce di sangue sono state trovate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento sull’airbag dell’auto.
Il movente dell’omicidio – secondo la pista più accreditata dagli investigatori – sarebbe passionale. Marcella Caruso era sposata con un sottufficiale di marina che lavora a Napoli, ed aveva tre figlie di 17, 16 e 12 anni, con le quali viveva in un condominio in via San Rocco. Sono state proprio le figlie, al ritorno da scuola, a trovare la madre priva di vita, seminuda e in una pozza di sangue nella camera da letto dell’abitazione. Marcella Caruso potrebbe essere stata picchiata prima della morte. Lo lascerebbero pensare alcuni segni trovati sul corpo.

Delitto di Marcella, negli ultimi sms la chiave del giallo (il Mattino – 21 marzo 2015)
Un delitto con un movente che forse resterà sempre un mistero. Ma in questo giallo con tante incertezze c’è stato anche un prologo certo.
Il 30 dicembre il rapporto che legava Antonio Tedino a Marcella Caruso a causa di alcuni Sms «intercettati» dai rispettivi familiari, era venuto alla luce e aveva suscitato animate discussioni. Ma ben presto era tornato il sereno nelle due famiglie, al punto che era sorto un negozio di cartoleria «Mille Colori» gestito proprio da Marcella Caruso e dalla consorte di Tedino, Cinzia Naso. Tensioni e riappacificazioni che sono state riferite agli inquirenti da alcuni testi, tra i tanti ascoltati in queste ore.
Le due famiglie apparivano più che mai unite e non mancavano incontri e momenti comuni di allegria. Poi il dramma: Marcella Caruso uccisa nella sua casa con colpi alla gola inferti con un forcone e un taglierino, e Antonio Tedino che fugge da quella casa finisce fuori strada con la sua auto e poi decide di farla finita gettandosi in un pozzo. Ora i due corpi senza vita sono nella sala mortuaria dell’ospedale Rummo e li vi resteranno per qualche giorno fino al momento dell’autopsia, che il sostituto procuratore della Repubblica Marilia Capitanio che coordina le indagini ha affidato al medico legale Monica Fonzo. S’ipotizza che l’autopsia possa essere fatta giovedì.
Particolarmente importante è quella sul corpo di Marcella Caruso. Infatti la visita esterna tenuto conto delle condizioni in cui si trovava il corpo seminudo, con sangue ovunque non ha reso possibile stabilire con certezza dove è stato vibrato il colpo che ne ha causato la morte. S’ipotizza che sia stato quello inferto al collo. Ma resta da stabilire anche se sia stato adoperato il forchettone da cucina o quel taglierino in uso ad Antonio Tedino, che l’uomo aveva portato con sé dalla tipografia. Ora gli inquirenti – i carabinieri della stazione di Vitulano e i colleghi della Compagnia di Montesarchio – pur dopo la morte di Tedino, ritenuto l’omicida (era stato già indagato dalla Procura sin da giovedì sera in quanto «indiziato di delitto»), continuano a puntare sulla ricostruzione di cosa abbia scatenato questo delitto.
In assenza di dichiarazioni dei testimoni oculari si punta sulle telefonate e i messaggi che le due vittime si sono scambiati nelle ore precedenti il dramma. In particolare, quelle intercorse tra i due poco dopo mezzogiorno di giovedì 19 marzo, con toni alterati, hanno riferito coloro che avevano avuto modo di assistervi. Ma, naturalmente, i due interlocutori avevano fatto in modo che quel dialogo non venisse captato dai presenti. Cosa era accaduto nelle ultime ore di tanto scatenante da mettere in crisi il rapporto tra Marcella Caruso ed Antonio Tedino?

Donna uccisa, i vicini: dalla casa di Marcella neppure un urlo (Corriere Adriatico – 23 marzo 2015)
Oggi il conferimento del primo incarico per l’autopsia sul corpo di Marcella Caruso, la donna uccisa giovedì scorso a Foglianise nella sua abitazione di via San Rocco. Domani analogo adempimento per autorizzare l’esame autoptico per il tipografo Antonio Tedino. La decisione di dare il via agli adempimenti per le autopsie è stata presa ieri mattina dal sostituto procuratore della Repubblica Marialia Capitanio, che dal primo momento sta coordinando le indagini sull’omicidio-suicidio.
Entrambe le autopsie saranno fatte entro la settimana dal medico legale Monica Fonzo. «Per motivi di opportunità i due esami autoptici saranno fatti in momenti diversi», dice il magistrato Capitanio, che ieri mattina ha avuto anche un incontro in Procura con alcuni degli inquirenti, per fare il punto sulle indagini che proseguono, tenuto conto che al momento resta da chiarire il motivo per cui Tedino, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe colpito la donna al collo con un forchettone e un taglierino.
Ma in queste ore nelle indagini irrompe un altro elemento. L’avvocato Giancarlo Caporaso, su incarico della moglie di Tedino, Cinzia Naso, socia della vittima con la quale gestiva una cartoleria e ascoltata l’altro giorno dagli inquirenti, e di altri familiari ha prospettato la necessità di procedere a un accertamento sul pozzo di contrada Camparfano dove è stato trovato il corpo senza vita del tipografo. Una richiesta che in mattinata sarà ufficializzata con un’istanza. In particolare si chiede alla Procura della Repubblica che vengano disposti degli accertamenti per verificare le condizioni di sicurezza di questo pozzo e il quantitativo di acqua che vi era all’interno. Il tutto finalizzato ad accertare se Antonio Tedino si sia gettato volontariamente o vi sia caduto tenuto anche conto che il tipografo, dopo l’incidente con l’auto finita contro un palo non aveva con sé gli occhiali da vista.
Il pozzo, in base ai verbali redatti dai carabinieri della stazione di Vitulano e della Compagnia di Montesarchio, viene catalogato con una profondità di circa sei metri circondato da un muretto di una quarantina di centimetri e ricoperto da una grata. Più vaga la relazione redatta dai vigili del fuoco che si sono limitati a ricostruire il loro arrivo sul posto su segnalazione dei carabinieri, lo svuotamento dell’acqua dal pozzo e l’attesa dell’arrivo del magistrato e del medico legale prima di poter procedere al recupero della salma. I familiari del tipografo sono anche intenzionati a nominare un proprio perito per assistere alle varie fasi dell’autopsia. Una designazione che sarà ufficializzata domani in occasione del conferimento dell’incarico al medico legale individuato dalla Procura.
Intanto, i carabinieri dopo aver ascoltato per due volte la moglie del tipografo, ieri hanno proseguito con l’interrogatorio di altri testi, in particolare i componenti di alcuni nuclei familiari che abitano nell’edificio in cui è avvenuto il delitto e che però non avrebbero udito urla o altri rumori tali da far scattare l’allarme. Si cerca di ricostruire giorno dopo giorno il rapporto tra la vittima e Antonio Tedino, in particolare le ultime ore. Si è in attesa anche dei tabulati delle telefonate perché alcuni testi hanno riferito che quella mattina c’erano state più telefonate dai toni concitati tra i due. L’ipotesi che Marcella Caruso volesse troncare il rapporto con Antonio Tedino non ha trovato conferme.

Delitto di Marcella, ascoltata la socia: è la moglie del tipografo suicida (il Mattino – 23 marzo 2015)
È stata ascoltata a lungo dai carabinieri Cinzia Naso, la moglie di Antonio Tedino, il tipografo suicida ritenuto il presunto omicida di Marcella Caruso, la quarantenne uccisa nella sua abitazione di Foglianise.
Un interrogatorio scontato, che chiaramente ha riguardato innanzitutto i rapporti con il coniuge, ma anche i suoi movimenti quella mattina in cui è stata uccisa la donna, peraltro amica di famiglia e socia della cartoleria «Mille Colori». La mattina del 19 marzo, Naso era stata proprio nel negozio, in piazza Sant’Anna, al centro di Foglianise, con la vittima. Marcella Caruso aveva poi lasciato, intorno alle 13, la cartoleria per raggiungere la sua abitazione in via San Rocco, dove dopo alcuni minuti avrebbe incontrato Antonio Tedino e poi trovato la morte.
La moglie del tipografo ha confermato, agli inquirenti, di aver saputo dell’incidente da una prima telefonata effettuata dalla società con cui era collegato il satellitare montato sull’auto, una Fabia Skoda, del coniuge, il cui allarme era scattato dopo che il veicolo era finito contro un palo in cemento dell’illuminazione pubblica, a circa duecento metri di distanza dall’abitazione di Marcella Caruso. Inoltre altri conoscenti l’avevano avvisata della tragica scoperta. E solo allora aveva raggiunto via San Rocco, quando sul posto c’erano già i carabinieri.
La donna, con gli inquirenti, avrebbe anche fatto riferimento alla lite avuta con il marito a fine dicembre, quando in seguito ad alcuni Sms scoperti sul suo telefonino aveva intuito l’esistenza di una relazione tra il coniuge e la Caruso. Ma c’era stato un chiarimento, sancito anche da un’intesa che aveva dopo alcuni giorni portato all’apertura dell’attività commerciale. L’attenzione degli inquirenti è comunque rivolta alle autopsie, disposte dal sostituto procuratore della Repubblica Marialia Capitanio, che sta coordinando le indagini. Gli esami autoptici, affidati al medico legale Monica Fonzo, saranno effettuati nei prossimi giorni, ma non prima di giovedì, mentre nella giornata di oggi dovrebbero essere compilate le notifiche da fare alle due famiglie. I corpi di Antonio Tedino e Marcella Caruso ora sono presso la sala mortuaria dell’ospedale «Rummo».
Sul corpo del trentanovenne vi sarebbero infatti abrasioni compatibili con la caduta nel pozzo ma anche diversi taglietti alle mani, forse scaturiti dall’utilizzo di un taglierino che si è poi frantumato, costringendo l’uomo (questo sempre secondo una prima ricostruzione) a utilizzare il forchettone per colpire la donna. L’autopsia dovrà dare anche delle risposte sulle ferite al collo di Marcella Caruso per stabilire qual è stato il colpo mortale, e se sia stato utilizzato il forchettone, il taglierino o entrambi. L’area del pozzo dove è stato rinvenuto il corpo di Tedino, ovviamente, è stata sottoposta a sequestro, come del resto continua a essere a disposizione degli investigatori anche l’appartamento in cui si è verificata la tragedia, con il marito e le figlie di Marcella Caruso che in questi giorni sono ospitati da alcuni parenti. Dopo l’autopsia si saranno i due funerali. Che verranno celebrati in giorni diversi.

Marcella uccisa con decine di colpi di forchettone (Ottopagine – 28 marzo 2015)
Letali i tagli al collo. Nei prossimi giorni l’esame autoptico del presunto assassino
Numerosissimi i colpi di forchettone, e forse anche di taglierino, inferti dall’assassino al collo di Marcella Caruso, la 40enne uccisa alcuni giorni fa a Foglianise. Letali sono state le profonde ferite al collo. Sono questi i primi risultati dell’autopsia eseguita ieri sera, su disposizione del sostituto procuratore Marilia Capitanio, dal medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, sul corpo di Marcella Caruso, la 40enne commerciante uccisa giovedì 19 marzo scorso nella sua abitazione di via San Rocco a Foglianise.
Nei prossimi giorni, intanto, la stessa specialista effettuerà anche l’autopsia di Antonio Tedino, 39 anni, il tipografo trovato morto in un pozzo e che secondo l’accusa avrebbe ucciso la donna al culmine di un litigio scoppiato probabilmente per motivi sentimentali. Come si ricorderà, alle 14 circa del giorno della festa del papà, Marcella era stata trovata da una familiare e da due delle tre figlie nella sua camera da letto in una pozza di sangue. Allertati i soccorsi, il medico e gli infermieri del 118 non avevano potuto fare altro che constare il decesso della donna che da poche settimane aveva aperto una cartolibreria in società con la moglie di Tedino.
Dopo pochi minuti i carabinieri accorsi sul posto avevano trovato l’auto in uso al tipografo schiantata contro un palo a poca distanza dalla casa e senza nessuno all’interno. Circostanza che aveva orientato le indagini proprio su Tedino svanito nel nulla fino a quando, dopo ore di ricerche, era stato trovato morto in un pozzo sabato 21 marzo. A recuperare il corpo erano stati i vigili del fuoco in fondo ad un profondo pozzo dove, presumibilmente, si era lanciato dopo il delitto. Circostanze che ovviamente dovranno essere confermate sia dalle indagini dei carabinieri del Reparto operativo e della Compagnia di Montesarchio che dall’esame autoptico di Tedino. Una storia ancora con qualche punto da chiarire, ma che via via gli investigatori stanno ricostruendo anche grazie ai messaggi che i due si erano mandati a vicenda sui rispettivi telefoni cellulari e ai tabulati telefonici che avrebbero evidenziato che poco prima della morte, la donna aveva parlato al telefono proprio con Tedino.


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